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Report - Rai Tre - L’ eredità nucleare

29 Ottobre 2008 di Amministratore

Si segnala che domenica prossima 2 novembre sarà trasmesso all’ interno della trasmissione “Report” (Rai Tre, ore 21.30) un approfondimento dal titolo “L’ eredità” di Sigfrido Ranucci sulla situazione dei rifiuti radioattivi in Italia.

Segue introduzione all’ approfondimento:

“Spegnere le centrali dopo che il referendum dell’ 87 aveva abrogato il nucleare è costato agli italiani circa 9 miliardi di euro. Soldi usciti dalle tasche delle famiglie con le bollette della luce per risarcire l’ Enel del mancato guadagno e per mantenere in sicurezza gli impianti, che dopo 20 anni sono ancora lì con tutto il loro carico radioattivo.

Un’ eredità che nessun governo fino a oggi ha saputo affrontare. Ci avrebbe dovuto pensare la Sogin, una società pubblica, nata nel 1999 al momento della privatizzazione da una costola dell’ Enel. Il nucleare era un ramo morto dell’ azienda e presentarsi agli azionisti con un fardello simile significava partire con il piede sbagliato, meglio accollarlo alle famiglie. Ma fino a oggi la Sogin ha solo provveduto ad allontanare le barre di combustibile dagli impianti e neppure da tutte.

Nella piscina della centrale di Caorso ce ne sono circa 700, l’ equivalente di 1.300 kg di plutonio. Altre 47 barre, contenenti 150 kg di plutonio sono in quella di Trino Vercellese: entrambe sono sulla riva del fiume più grande d’Italia. Nella centrale del Garigliano non sanno più dove mettere i rifiuti, in quella di Borgo Sabotino hanno il problema della grafite radioattiva che non si può spostare se non si trova il sito definitivo.

A La Casaccia a 25 chilometri da Roma c’è il più grande deposito di rifiuti radioattivi d’Italia, circa 7 mila metri cubi ed è al limite. Ci sono poi 5 kg di plutonio che possono essere usati per fini militari e che da due anni sono in un deposito dove l’ impianto antincendio nel 2006 ha provocato un’ esplosione. Da allora l’ Ente di controllo sul nucleare ha imposto che vi dormissero a turno delle persone per vigilare .

All’ Itrec di Rotondella, vicino Matera, da 30 anni un impianto è attivo solo per mantenere in sicurezza le barre di uranio e torio che gli americani ci hanno lasciato in custodia e di cui non sappiamo cosa farne.

A Saluggia l’ impianto si trova sul greto della Dora Baltea, in un sito che si è allagato tre volte in 15 anni. Ma il problema più grande l’ hanno avuto per lo svuotamento di una vecchia piscina che dal 2004 perdeva liquido radioattivo minacciando la falda: ha causato un centinaio di casi di contaminazione interna.

Alla fine sul nostro territorio si contano oltre 30 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, che diventeranno 120.000 dopo lo smantellamento delle centrali previsto per il 2020. Tutta roba che dovrebbe essere seppellita in un deposito nazionale. Nel 2003, dopo il fallimento di Scanzano Jonico, il governo Berlusconi aveva dichiarato che sarebbe stato ultimato entro dicembre 2008. Mancano 2 mesi alla scadenza e del deposito nemmeno l’ombra. Tutto questo mentre la giostra del nucleare si prepara a ripartire…”



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  • 101 Commenti a “ Report - Rai Tre - L’ eredità nucleare”

    1. Pietruccio scrive:

      Ma è proprio se riparte la “giostra del nucleare” e si fanno i depositi e si rimette insieme la teconolgia, con tutto quel che comporta, che si possono risolvere questi problemi. Quindi la posizione velatamente no-nuke che traspare dalla presentazione del servizio, mi pare che serva solo ad aggravare i problemi, non proprio a risolverli.

      Certo che fintanto che imperversano i NO-qualcosa, non si può sperare di andare da nessuna parte: solo guai. Basta vedere come si è sviluppata la situazione “monnezza” in Campania.

      A proposito, qualcuno di questi paladini dell’informazione, tipo i giornalisti d’assalto di Report, quando lo fanno un servizio sulla gestione dei rifiuti chimici? Se la saranno guardata la mappa dell’ISTAT sulla mortalità in Italia, paese denuclearizzato dove, a sentir loro, sembra che i problemi d’inquinamento siano quelli nucleari?

    2. psionic scrive:

      Gia’, a leggere l’introduzione, temo di aver capito che piega avra’ il programma.

      30 mila metri cubi di rifiuti, con delle centrali attive e funzionanti ci sarebbero volute decine di anni per produrli… chissa’ se questo lo diranno…

    3. Edoardo scrive:

      Cari amici,

      non so voi, ma io non perderò neanche un minuto per vedere quel servizio: Rai Tre sappiano da che parte politica sta e come quella (non tutta però) parte politica usi la disinformazione e ‘ideologia quando parla del nucleare.

      Consiglio spassionato: domenica sera uscite o andate a dormire…tempo impiegato meglio!

    4. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      Permettetemi di fare un’ osservazione:
      Qui alcuni sono pro-nucleare alcuni anti-nucleare alcuni vogliono solo informarsi: vedere la trasmissione è interessante anche perchè comunque è un’ occasione per discutere su un argomento spesso non approfondito dai mass media.

      La redazione di Report non si può certo definire di sinistra e quindi ideologicamente schierata contro il nucleare: chi ha visto negli anni la trasmissione avrà apprezzato il loro modo di condurre le inchieste giornalistiche in modo sostanzialmente imparziale.

      vediamo la trasmissione (…e magari registriamola) avendo accanto un foglio, una penna ed un orologio:
      quando ascoltate una “considerazione che non ritenete valida”, sul foglio appuntate l’ora e una breve frase sintetizzante la considerazione ascoltata.
      (il giorno dopo sul sito di Report potremo, tra l’altro, leggere l’ intero testo della puntata e rivedere la puntata)

      Per ogni “considerazione che non ritenete valida” stilate una contro-considerazione per cui, secondo voi, non è valida.
      Tutte le contro-considerazioni le raccoglieremo qui (o nel forum Nuclearmeeting), creeremo un documento unico e poi lo invieremo “a titolo informativo” alla redazione della trasmissione.

      Già in passato personalmente ho contattato la redazione di Report ed ho ricevuto una risposta scritta per me (non una mail di risposta automatica…): segno che mostra la loro sensibilità nell’ avere un contatto diretto con i telespettatori.

    5. Edoardo scrive:

      La redazione di Report non si può certo definire di sinistra e quindi ideologicamente schierata contro il nucleare

      Ho appena visto il programma e tale affermazione non la condivido assolutamente. Mi pare che i riferimenti al governo Berlusconi (2001-2006) si sprecano, ammiccando spesso a loschi giri di affari, raccomandazioni per assunzioni in Sogin (tra l’altro nata da Enel nel 1999 governo di sinistra) , ecc. C’è da dire che il servizio riprende molti interrogativi che altre trasmissioni (es.: Exit del maggio scorso) hanno spesso proposto quando si parla del nucleare, per esempio i riferiemnti alla centrale del Garigliano con la cimiera pericolante (ma mai caduta in 40 anni!)
      Un dubbio quando si parla di contaminazioni nel Monferrato: come mai nel servizio non si riportano i valori? Può bastare che una impiegata dell’Arpat dica che si ci sono ma non specifichi l’entità? All’epoca dei fatti (giugno 2004, maggio 2007 giugno 2008) si parlava di dosi minime. Sospetto per sospetto: chi ci conferma che i signori con il volto oscurato provenienti da Sogin ed Enea siano veramente attendibili?

      Il ministro Scajola afferma infatti che proprio adesso che si vuol ripartire con il nucleare si deve “fare ordine in casa” vale a dire un commissariamento serio sull’operato della Sogin stessa.
      Gran calderone poi ove si cerca di tirar fuori di tutto di più: si va da un incendio avvenuto nei locali della centro Casaccia ai rifiuti ospedalieri stoccati in uno scantinato in un paese del Molise; dalla centrale “fantasma” del Garigliano perchè costruita (1958 1963) in terreno agricolo, alla vicenda di Scanzano…
      Ai signori di Report bisognerebbe far notare che se in Italia i residui delle attività nucleari (comprese quelle mediche) non hanno sistemazioni adeguate i motivi sono da ricercare in quell’ambientalismo di accatto che dice no a tutto, che demonizza ideologicamente tutto ciò che riguarda il nucleare tutte le volte che un politico, sia di destra che di sinistra, ritira fuori la questione del nucleare?

      Concludo con una domanda: se la situazione è così compromessa perché Report non ha messo in onda questo servizio quando al Governo c’era il centro sinistra?

    6. danielerovai scrive:

      EDOARDO

      La risposta alla tua ultima domanda è semplice. Fino a che il governo di centro destra non ritirava fuori la questione nucleare non c’era l’interesse giornalistico a parlare del problema. Appena l’argomento è diventato attuale ecco l’inchiesta.

      Per il resto vorrei ricordarti che Report si è occupato di scorie e della loro sistemazione nel 2001 e nel 2004 con governi di centro sinistra e centro destra.

      Le immagini non possono essere manipolate. Certo con il montaggio si può raccontare una storia da diversi punti di vista ma non si possono mettere in discussione le parole che sono state registrate e le immagini che sono state riprese.

      Io se fossi un nuclearista che vuole che il suo paese riparta con questa tecnologia sarei invece preoccupato da quello che ho visto e rifletterei bene sulla situazione.

      Mi chiederei se è un bene che il principale sostenitore del ritorno all’atomo, l’on. Scaiola, paragoni una centrale atomica ad un albergo e che non conosca nemmeno la legge che si sta discutendo ora in parlamento o le leggi che in questi anni sono state prodotte sull’argomento.

      Mi preoccupereri nel sentire che una parte dei nostri soldi non è andata allo smantellamento ma al bilancio dello stato solo per rimpinguire le casse.

      Rifletterei sul fatto di come si sono scelti i siti in passato e come si vogliono scegliere oggi, con la forza.

      Valuterei bene il fatto che ci sentiamo pronti per costruire 10 centrali nucleari ma non riusciamo da 20 anni ha sistemare un quantitativo ridotto di vecchie scorie.

      PSIONIC

      Forse non lo sai ma i dati riportati sono dati del censimento fatto dall’ANPA, oggi ISPRA, nel 1999 nei 18 siti che detengono le scorie radioattive.

      Anche tu dovresti riflettere su cosa non è stato fatto per sistemare le scorie prodotte da quell’avventura e di come le soluzioni trovate rivelino una leggerezza, forse data dall’ignoranza sull’argomento, nel trattare e gestire le scorie prodotte. Ignoranza che traspare anche oggi sentendo parlare l’on; Scaiola.

      CONCLUDO

      Io non ho vosto una trasmissione pro o contro il nucleare. Ne una trasmissione di destra o di sinistra. Quello che ho visto è un reportage che fa vedere l’incompetenza della Sogin nel gestire la siuazione e l’ipocrisia della nostra classe politica che parla di nuovo nucleare quando ancora non ha trovato il sistema di sistemare quello vecchio.

    7. Edoardo scrive:

      Per Daniele:

      che la Sogin sia solo un bidone mangiasoldi sono d’accordo anch’io.
      Ma il punto sta che se si riparte col nucleare, questa volta le cose si voglio fare e BENE.
      L’Italia fu la prima, negli anni ‘50, a costruire centrali atomiche per scopi civili mentre tutti gli altri pensabvano solo alle bombe. All’epoce, comne raccanto l’Ing. Fornaciari, erano tutti dei pionieri ma al 2008, pensare che tutto sia uguale o che sarà uguale lo trovo ingiusto e sbagliato.

      La tecnologia, la maggior cultura ed attenzione per la sicurezza degli impianti e dei rifiuti, i nuovi ritrovati in radioprotezione sono delle ulteriori garanzie, al di là di quello che afferma l’On. Scajola.
      Tante magagne legate al nucleare precedente sono dovute al fatto, secondo me, che tale settore, ove occorrono fondi e alta tecnologia, all’inzio (Anni ‘50 Ippolito) è stato si finanzioato ma ostacolato fino all’impossibile, poi negli anni del disimpegno dopo Chernobyl, seguendo le fesserie di ambientalisti d’accatto e gl’interessi dei petrolieri (…quelli non inquinano e non fanno i furbi, povere stelle!) abbiamo smantellato tutto e tagliato i fondi (o meglio dati a quelli’incapaci della Sogin), proprio perchè una determinata parte politica ha voluta questo (sopratutto quei “galantuomini” del vecchio PSI)

      Sarò di parte ma son ben felice che riparta (seriamente) il nucleare in Italia e dormirei sogni tranquilli se a un km. da casa mia mettessro una centrale nucleare.

      Con stima

    8. Edoardo scrive:

      Chiedo venia per gli errori di battitura nel mio ultimo post.

      Saluti.

    9. Pietruccio scrive:

      x Daniele

      “…parla di nuovo nucleare quando ancora non ha trovato il sistema di sistemare quello vecchio”

      Leggo solo ora questi interventi e vedo che avevi già esposto chiaramente ieri, con la tua considerazione, il filo logico della trasmissione: quello che hai riportato è esattamente il messaggio che, secondo me, voleva far passare Report nel pubblico televisivo. A casa mia questa si chiama propaganda: niente di male, sia chiaro, ma non è un modo per conoscere la tecnologia e la storia del nucleare in Italia. Chiaramente poi, siccome loro fanno questo di mestiere, e c’è qualcuno che li paga (usando anche i miei soldi - nel senso che pago il canone RAI) possono permettersi di passare giornate, forse mesi, ad indagare, con uomini e mezzi, centrando, mi pare, un ottimo risultato dal loro punto di vista. Infatti, pilluzzicando di qua e di là per il web, vedo che la trasmissione ha avuto una discreta risonanza (e chissà quanto mi macineranno le scatole i miei amici ambientalisti nei prossimi giorni). Io, invece, non posso rispondere perchè a me, dopo che con le tasse ho finito di pagare loro, la SOGIN e compagnia bella, devo pure mantenere me e la mia famiglia e quindi non ho tempo di mettermi lì ad analizzare frase per frase e smentirle ad una ad una, ma vedo che su qualunque argomento mi soffermo troverei un sacco di cose da ridire.

      Intanto di considerazioni ne faccio tre:

      - La prima è che mi auguro che il ministro si attivi al più presto a mettere in campo, oltre alle leggi che ha fatto, anche un sistema di informazione ampio e serio sull’argomento nucleare, perchè se è giusto che parli chi è anti è giusto anche che, in un paese democratico, venga schierato un uguale “potere di fuoco” da parte del campo avverso, per garantire almeno il pluralismo. Non mancherebbero certo gli argomenti a favore: ad esempio, ho visto diversi documentari, recentemente anche su La7, e articoli, vedi Corriere della Sera, che mostrano che ad essere favorevoli al nucleare sono proprio le popolazioni che vivono vicino alle centrali, mentre a Report sembrava che perfino i dipendenti della centrale di Trino fossero contrari, e i parlamentari del posto pure, nonostante il fatto che se appoggiano questo governo. Siamo davvero tutti così spaventati in Italia? Non credo. Io, ad esempio, non lo sono. Da studente ho fatto esperimenti con sorgenti radioattive, ho visitato centrali coi miei compagni ecc… e come vedi siamo qui tutti belli vivi e vegeti (al massimo un po’ inc….. a vedere certe trasmissioni) e non mi sarei posto il minimo problema, se avessi fatto il mio mestiere, a venire a contatto con materiale radioattivo, ovviamente entro i criteri e i limiti imposti dalla normativa (50 mSv/anno di limite massimo per personale esposto, con la clausola di mantenere la dose al livello minimo possibile) perchè so che avrei rischiato infinitamente meno di chi fa il meccanico e respira solventi e gas di scarico tutti i giorni, e di mille altri mestieri in cui nessuno si preoccupa per la salute solo perchè nessuno gira con un “dosimetro” che ne misura il rischio. A proposito perchè non si parla mai di quanto rischiamo la silicosi noi prof.? Sicuramente meno di un lavoratore esposto che lavora sul nucleare, tipo quelli intervistati da Report! Allora voglio anch’io un’intervista col pallino nero sulla faccia e la voce modificata mentre, col sottofondo di musica da film horror, mi lamento della cancerogeneità della scuola, e dico che mi rovinano la salute a farmi stare vicino alla lavagna ecc… Ovviamente scherzo! Sono una persona seria… io.

      - Il secondo aspetto che voglio trattare è il quadro normativo che si sta delineando e che l’intervistatore usava come “arma” contro il ministro. Non mi interessa il dettaglio. Il senso (correggetemi se sbaglio) è che si “saltano” i veti degli enti locali e si difenderanno le scelte, regolarmente approvate a Roma, con l’ausilio dell’ordine pubblico: mi pare l’unica via possibile. Non adottare questi accorgimenti significa, di fatto, non voler fare il nucleare né ora né mai e credo che non serva dire altro perchè conosciamo tutti questo povero paese in balia dei NIMBY. Quindi a me, quelle che per il giornalista sembravano critiche, sembrano invece punti a favore della serietà con cui il ministro ha fatto questa scelta, che o si fa o non si fa: la cosa peggiore sarebbero i soliti tentennamenti che danneggiano tutti.

      - Terza questione, e ribadisco in un certo senso quello che ha appena detto Edoardo, il nucleare è come un grossissimo bastimento: o un paese decide di metterlo in moto per davvero, il che presuppone competenze, aziende organizzate in un certo modo, procedure certe, e un sito di stoccaggio, oppure è meglio restarne fuori del tutto perchè quello che resta non può che essere il quadro desolante e assurdo che ha descritto Report. Come fanno a smantellare gli impianti vecchi, a svuotare le piscine, a bonificare i siti e a trattare le scorie se manca un deposito dove metterli. Mi spiace ma la situazione che si è creata, e che i nostri amici di Report usano come una clava contro il nucleare, è tutta a carico di quelli che la pensano come loro: hanno distrutto una tecnologia, le persone e i posti per gestirla. E adesso cosa vogliono? Che i problemi spariscano per incanto perchè loro hanno fatto diligentemente il compitino? Quello di protestare e di sognare un mondo stile “papero poli”, senza malattie né danni permanenti, dove ogni cosa non costa niente e le riserve sono illimitate, in cui, se uno vuole, elimina anche le malattie per magia… o per decreto.

      Purtroppo non credo che riusciranno mai a capire che, sulle questioni ambientali (che sono gravi e richiederebbero ben altro tipo di approccio e di competenze), il problema sono loro.

    10. Pietruccio scrive:

      Correggo…

      ….A proposito perchè non si parla mai di quanto rischiamo la silicosi noi prof.? Sicuramente più di un lavoratore esposto che lavora sul nucleare, tipo quelli intervistati da Report!…

    11. danielerovai scrive:

      Petruccio sentir dire a un professore queste parole…

      “l senso (correggetemi se sbaglio) è che si “saltano” i veti degli enti locali e si difenderanno le scelte, regolarmente approvate a Roma, con l’ausilio dell’ordine pubblico: mi pare l’unica via possibile. Non adottare questi accorgimenti significa, di fatto, non voler fare il nucleare né ora né mai e credo che non serva dire altro perchè conosciamo tutti questo povero paese in balia dei NIMBY. ”

      …mi cascano le braccia. Vuoi dire che sei daccordo di imporre la scelta nucleare con la forza? Forse ho frainteso. Correggetemi se sbaglio dici. Chi sono io per corregegre un professore?

      …Pero dici anche…

      “La prima è che mi auguro che il ministro si attivi al più presto a mettere in campo, oltre alle leggi che ha fatto, anche un sistema di informazione ampio e serio sull’argomento nucleare, perchè se è giusto che parli chi è anti è giusto anche che, in un paese democratico, venga schierato un uguale “potere di fuoco” da parte del campo avverso, per garantire almeno il pluralismo. ”

      … Questo vuol dire che si deve aprire un dibattito per far conoscere i pro e i contro. Bene, sono daccordo. Ma la forza allora che centra?…

      Per quanto riguarda la propaganda posso assicurarti che quel giornalista non è ne pro ne contro. Anzi per l’impressione che mi ha fatto quando l’ho conosciuto mi sa che è più pro che contro! Però fa il giornalista e se uno gli dice che è stato contaminato 9 volte o quell’altro gli dice che ci sono 7 fusti di plutonio seploti a Rotondella lui, giornalista, li manda in onda.
      Per quanto riguarda l’inchiesta uno può fare i montaggi che vuole o mettere la musica dei Goblin di Dario Argento ma se ci sono i nidi di uccelli nel deposito fatiscente, manufatti crepati o bidoni non ancora caratterizzati ci sono è basta.

      A me l’inchiesta è piaciuta ma si sa sono di parte.

    12. Pietruccio scrive:

      x Daniele

      Certo, dietro alla questione che poni c’è un discorso molto complicato che riguarda la politica (quella vera, non il teatrino con relativo scadimento di personaggi e idee di questi decenni) e il senso della parola “democrazia”: non ne voglio di meno, ne voglio di più. Non sto assolutamente dicendo di imporre qualcosa con la forza. La chiave di lettura corretta del dicorso che ho tentato di fare (senza farmi capire) passa per la frase “… scelte, regolarmente approvate a Roma…” e per i livelli di competenza degli enti locali. E’ un discorso che ho già fatto mesi fa… proverò a rifarlo dopo.

      “… ma se ci sono i nidi di uccelli nel deposito fatiscente, manufatti crepati o bidoni non ancora caratterizzati ci sono è basta…”
      Pienamente daccordo. Questo mi aspetto da un giornalismo serio: che tiri fuori le “magagne”, comprese quelle del nucleare. Ho sempre chiesto trasparenza, ed è proprio questa la prima critica che muovo all’ambientalismo italiano: fiumi di demagogia, favoritismi e regole assurde ma poi non spendono neanche una parola per l’unico deterrente che in concreto potrebbe avere una certa efficacia nei confronti delle molte speculazioni ai danni della popolazione. E’ necessaria, allora, la totale trasparenza della gestione dell’amministrazione pubblica, dei permessi e di ogni altra questione interessi la collettività, comprese alcune garanzie che devono avere e fornire tutti i giornalisti.

      Il fatto poi che Report abbia anche fatto dell’informazione non significa che NON abbia fatto anche della propaganda. Siccome ieri mi sono letto il servizio, ho visto che di informazioni vere ce ne sono piuttosto poche, e non sono contestualizzate, per cui chi ascolta non ha la reale percezione del fatto. Per esempio il discorso che citi anche tu sui “contaminati” lascia il segno, ma per fare informazione corretta bisogna vedere quanto. Come dicevo nel mio post, anch’io quando vado alla lavagna a spiegare sono un “contaminato” dal gesso e la silicosi per noi prof. è una malattia professionale, solo che noi non abbiamo dosimetri e nessuno ci compatisce. Uno che lavora nel ramo nucleare finchè si sta alle regole rischia quanto un insegnante: il servizio di Report non specifica se sono stati oltrepassati i limiti (e quindi si tratterebbe di incidente nucleare, che giustamente andrebbe segnalato) o se semplicemente c’è qualcuno che fa il furbo, cioè la vittima, perchè non vuole farsi carico dei propri compiti e delle proprie responsabilità, come alcuni colleghi che ho anche nel mondo della scuola e che ci sono anche negli altri ambienti lavorativi. Hai idea, ad esempio, di quante radiazioni prende un giornalista stando davanti allo schermo di un computer tutto il giorno? Credi davvero che, quanto a radiazioni, rischi di meno di uno di quegli intervistati col pallino sul viso e con la voce alterata?

    13. Renzo Riva scrive:

      Qui un’intervista all’Ing. Paolo Fornaciari sia testuale che video su youtube.

      http://www.laici.it/viewarticolo.asp?Id=677

      http://it.youtube.com/watch?v=5zVstVORmjM

      Andate ai seguenti link e vedrete di cosa gli italioti sono capaci.

      http://www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,,243,00.html

      rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Report%5E17%5E146713,00.html

    14. Edoardo scrive:

      Essendo pienamente d’accordo con Pietruccio, vorrei fare una domanda a Daniele:

      Che cazzo di democrazia è se contano solo le minoranze rumorose? Se da Roma decidono di fare un’opera infrastrutturale per la collettività (oltre alle centrali, nucleari o meno, pensiamoa ponti, strade, ferrovie) e un milione di persone, per esempio, sono d’accordo ma 50 individui no, si deve bloccare tutto per questi 50? Ma via!… Così non si va da nessuna parte, continuiamo a crogiolarsi nel nostro disfattismo e ad ammirare gli altri paesi che crediamo meglio di noi.

    15. Pietruccio scrive:

      x Edoardo

      In effetti mi hai letto nel pensiero, sintetizzando in modo rude, ma efficace, quello che intendevo dire sulla complessa situazione politica legata alla gestione del territorio e al significato di democrazia. Non posso che ringraziarti.

    16. danielerovai scrive:

      Fatemi capire: se milioni di persone sono daccordo i 50 contrari devono stare zitti! Quindi se si decide che Scanzano è il posto ideale per costruire il deposito di scorie lo hanno deciso un milione di persone? Ma se nemmeno sapevamo dove fosse Scanzano Ionico e la Basilicata!
      Quindi se decidono che la TAV passerà per il Mugello lo hanno deciso tutti gli italiani e i mugellani devono stare zitti?

      Questi discorsi li può fare un ragazzo ma non un professore! Parafrasando l’espressione di Edoardo mi viene da dire: ma che casso dici? Anzi: ma che cazzo di esempi fate!

    17. psionic scrive:

      daniele, e tu come faresti altrimenti? Hai per caso l’utopico intento di mettere d’accordo tutti (ma proprio tutti) su tutto?

      E allora a cosa serve un governo, la democrazia, le leggi, le forze dell’ordine? Basta trovare cose che vanno bene a tutti, cosi’ tutti si adatteranno senza problemi.

      Dimmene una, allora, tanto per fare un esempio

    18. Edoardo scrive:

      Daniele,

      i “50 individui” era solo un esempio…
      ripeto che in IN DEMOCRAZIA CONTA LA MAGGIORANZA NON LE MINORANZE CASINISTE.
      A Napoli, la spazzatura si accumulava (oltre che per cattiva gestione) anche perchè piccoli gruppi, spalleggiati anche e non solo dalla malavita, impedivano il trasito ai camion per andare alle discariche. In Val di Susa un gruppetto di montanari ha bloccato tutto (il gruppetto è diventato poi gruppone perchè si sono uniti i soliti anarchici, black block e dementi vari)
      La democrazia diventa anarchia se si sta a sentire tutti le minoranze… E non si decide enon si agiusce mai.
      I Verdi contavano appena il 2% solo perchè ricattavano quel disgraziato (nel senso di chi ha un compito gravoso) di Prodi, colpevole di aver tirato al governo una maggioranza più disgraziata di lui.

    19. Edoardo scrive:

      Per Daniele ed altri, che reputano il servizio di report un oracolo e si irritano se qualcuno dice che è solo propaganda antinucleare, riporto un commento dell’Ing. Romanello (disponibile sul forum) ove, da un punto di vista tecnico, ci spiega gli errori (involontari o volontati) del programma.
      Anche due miei amici dell’università di Pisa (facoltà di fisica) mi avevano spiegato che, dal punto di vista scientifico, vi erano delle inesattezze.
      Penso che ne sappiano più loro e l’ing. Romanello (ingegneri e fisici nucleari) che un giornalista di Rai Tre.
      Ecco il commento:

      Diciamo che ci hanno provato ad essere obiettivi, ma lo spirito antinuclearista alla fine mi sembra abbia prevalso.
      La prima cosa che colpisce è la scelta dei brani di sottofondo: tetri, tanto per sottolineare il taglio dell’argomento. Si parla del reattore di Caorso come di un ‘cadavere radioattivo’ (quando invece qualcuno ne suggerisce la ripartenza).
      Si parla di aver avviato l’attività nucleare ‘con tanta ignoranza sugli effetti collaterali’, ma non si accenna che per anni in Italia c’è stata e c’è ignoranza assoluta anche sui benefici.
      Si parla di svariati kg di materiali nucleari, quali plutonio ed uranio arricchito, sensibili da un punto di vista strategico: non si dice di più, ma si fa intendere ci si possano fare delle bombe. Tendo ad escluderlo!
      Si dice che l’impianto di Caorso va smantellato perchè gli impianti hanno una loro vita, dimenticando di dire che questo è vero se lavorano, ossia se l’acciaio del vessel subisce una certa fluenza neutronica, tecnicamente parlando, cosa che a Caorso evidentemente non è avvenuta (e qualcuno, anche molto autorevole, quale l’Ing. Fornaciari, infatti ne invoca il riavvio).
      Un tecnico arriva addirittura a parlare di ‘prodotti di fissione transuranici’: errore grossolano, spero intendesse ‘prodotti di fissione’ e ‘transuranici’ (giacchè i prodotti di fissione, in quanto tali, non possono mai essere transuranici!).
      Si parla di soldi da ripartire a rigor di logica in base alla ‘concentrazione di radioattività‘: ma cosa vuol dire? Che razza di parametro sarebbe? Parliamo di radioattività senza distinguere nemmeno fra raggi alfa, beta, gamma e neutroni?
      Si parla del pericolo che il camino della centrale del Garigliano cada sul contenimento, ma non si dice che seppur tale evento andrebbe ovviamente evitato, non comporterebbe alcun rischio per il reattore.
      Non si dice infine che molti dei problemi denunciati sono legati a corruzione e pressapochismo, ma anche a fenomeni di rimbalzo derivanti dal fatto che siamo usciti dal nucleare, e che per lo più abbiamo inventato sciocchezze autentiche e tutte italiane come lo ’smantellamento accelerato’.
      Insomma: tentativo ammirevole, ma l’argomento è complesso, e la tentazione di buttarla sull’ideologico sempre in agguato…

    20. Pietruccio scrive:

      x Daniele

      Questi discorsi li può fare un ragazzo ma non un professore!

      Speravo io di essermela cavata con poco: qualche parolaccia e via…

      Il discorso che facevamo (io e Edoardo) a me sembra abbastanza chiaro, e mi sembra anche abbastanza chiaro che presuppone tutta una serie di questioni di carattere politico e sociale che si danno per scontate. Dalla risposta di Daniele pare che queste cose non lo siano. Proverò allora a spiegarmi meglio.

      Premetto che a me non interessa perdere tempo a lanciarmi in polemiche sterili (come purtroppo va di moda da qualche decennio fra chi fa politica in questa nostra povera nazione). Credo, invece, che qualche considerazione sulla questione che riguarda la struttura di uno stato democratico valga la pena di farla, per vedere se siamo d’accordo almeno sull’impostazione, o, in caso contrario, per capire qual è il punto dove nascono le divergenze.

      __________________

      La convivenza civile, crea situazioni complesse in cui non sempre è chiaro dove si trovano ragione e torto, perchè ognuno ha le sue ragioni, ognuno ha le sue esigenze, e delle esigenze ne ha anche la collettività nel suo complesso, e ognuno, dal suo punto vista, pensa che la sua posizione sia quella giusta. Spesso le idee e le esigenze dei molti attori che intervengono su una questione sono inconciliabili. Faccio l’esempio della raccolta differenziata: nel paese dove abita mia mamma il comune impone una raccolta differenziata molto spinta (con controlli e multe salate) che richiede non solo molta attenzione ma anche una gestione complessa dei rifiuti domestici con delle conoscenze e una capacità di selezione sulla base della natura dei materiali che una persona anziana non può certo possedere (magari perchè non ci vede più tanto bene), e anche l’obbligo di trasporto alla discarica per tutta una serie, piuttosto abbondante, di oggetti. Allora? E’ giusto che ci si abitui a mantenere il mondo pulito e che ogni singolo cittadino contribuisca a questo? Direi di si. E’ giusto mettere in difficoltà quelle persone anziane che non hanno la fortuna di vivere con dei parenti più giovani e che non hanno i mezzi economici per pagarsi ogni volta collaboratori domestici e servizi di trasporto adeguati? Direi di no. Gli esempi di questo genere sarebbero un’infinità. Al telegiornale ho visto che c’è anche un gruppo NIMBY (si chiama proprio così!) che non vuole termovalorizzatori in provincia, ma ci sono altri gruppi che non vogliono discariche, e altri che non vogliono il compostaggio ecc… E cosa facciamo? Per accontentare tutti ci mettiamo anche in Trentino a fare le storie della Campania? Ci facciamo pagare dalle altre regioni il trasporto in Germania dei nostri rifiuti? E’ giusto? E’ democratico? E se gli austriaci, che non centrano niente né con noi né coi tedeschi, dicessero che non vogliono più che quei container attraversino il loro territorio? Hanno ragione. Quello è il loro “back yard”. A qualcuno di loro dà fastidio perfino il rumore dei nostri camion! E anche quello dei nostri treni! Blocchiamo tutto, allora. Giusto no?

      E sulla gestione del territorio? Devo ancora trovare qualcuno, qualunque sia il credo politico (rossi, azzurri, gialli, verdi e ambientalisti a vario livello e colore) che non porti diecimila motivi per cui bisogna smetterla di costruire in questo o in quel paese perché sono tutti già soprassaturi di case. “L’indice di fabbricabilità va ridotto a zero su tutti i terreni…”- dicono. Naturalmente, per chiunque parla, dal veto vanno esclusi gli edifici e i terreni di loro proprietà, perché anche in questo caso hanno tutti diecimila buoni motivi per giustificare l’assoluta necessità di mantenere, derogare o rendere fabbricabile proprio quell’area lì… Il fatto è che chi amministra si trova a dover fare delle scelte che inevitabilmente pestano i piedi a qualcuno, qualunque sia la scelta che si fa, e non è possibile accontentare tutti. Però qualcuno che amministri ci vuole.

      La nostra società sta in piedi sulla base di un patto sociale, un patto tra persone che accettano le decisioni del gruppo dirigente (altrimenti vivremmo in uno stato di rivoluzione permanente). Se un paese è democratico questo gruppo riflette la maggioranza della popolazione e tiene conto anche delle osservazioni e delle esigenze “giuste” della minoranza, perché deve governare cercando il consenso. Negli altri casi comanda il gruppo più forte (come succede, purtroppo nella maggior parte del pianeta). Occupiamoci del primo caso visto che è da una cinquantina d’anni che aspiriamo a far parte dei pochi paesi fortunati in cui ci sono libertà e democrazia.

      La struttura dello stato chiaramente non può essere che articolata in diversi livelli di competenza: comune, provincia, regione, stato, comunità europea, accordi internazionali. Si pongono due grosse questioni:
      a) Da cittadino come faccio a scegliere chi mi rappresenta nel modo migliore? Quando voto non posso materialmente né sapere a priori come veramente si comporterà la persona che propongo per l’elezione, né posso sapere in dettaglio tutto quello che ha fatto o che farà, sia perché non è possibile per me avere accesso a tutti i documenti della pubblica amministrazione (poi alcune votazioni dei rappresentanti sono segrete), sia perché, anche se fosse possibile, non né avrei il tempo (né io né nessun altro cittadino, intendo, vista la mole praticamente infinita di atti prodotti). La scelta non è cosa da poco, se ci si affida alle persone sbagliate ci si può anche rimettere la pelle, come è successo, ad esempio, nel caso del fascismo e del nazismo: quanti di quelli che hanno spinto e votato per quei regimi sono poi morti nella guerra che è seguita? Il rischio di sbagliare non finisce qui. I nostri rappresentanti li nominiamo in base alle informazioni che abbiamo, ma se le informazioni di cui disponiamo sono sbagliate, come potremmo mai fare delle scelte giuste? Mi sembra che quanto ho detto sopra dimostri quanto sia vitale avere la massima trasparenza e una informazione “corretta” e pluralista.
      b) Quale dovrebbe essere il livello di competenza delle singole decisioni? Quale ente istituzionale deve, cioè, essere preposto a prendere quali decisioni? Ad esempio è giusto che un paese di 1000 abitanti (dove basta far parte di una famiglia numerosa per essere sicuri di diventare almeno assessore) possa disporre di tanto potere da farsi un piano regolatore? Spesso è stata proprio la sinistra a darsi da fare per provare ad accorpare i piccoli comuni, per motivi che mi paiono più che evidenti in termini non solo di semplificazione amministrativa ma soprattutto di competenze e di necessità di dare alle scelte un respiro che tenga conto delle esigenze di un intero territorio e non di una miriade di localismi e interessi spesso in contrasto e/o in concorrenza fra loro. Se, ad esempio, ci sono dieci paesi lungo un fiume al primo può non interessare molto il problema inquinamento delle acque rispetto magari a più pressanti esigenze di sviluppo. Ma all’ultimo, quello che si prende l’acqua sporca degli altri? Per lui probabilmente varrà un criterio opposto. E’ più facile, allora, trovare una soluzione equilibrata se l’amministrazione è unica e deve andare a chiedere i voti da tutti, dovendo, in questo modo, tener conto delle esigenze di tutti. Meglio ancora se questioni di questo tipo, che sono simili per tutto il territorio nazionale vengono prese a livello statale, mentre se ci fossero delle differenze marcate da regione a regione forse varrebbe la pena trasferire lì il livello di competenza, quanto a normativa e controlli. Per quel che mi riguarda, invece, l’esperienza del Trentino, e cioè di un territorio molto autonomo, controllato dalla città su cui lo stesso insiste, mi pare estremamente positiva e fosse per me lo eleverei a modello per tutta l’Italia (vorrei cioè uno stato fatto di province autonome, non di regioni o macroregioni con forti autonomie come vorrebbero in molti). In sostanza, col discorso che ho fatto, voglio sostenere come scegliere il giusto livello di competenza per prendere le decisioni sia cosa estremamente complessa e oggetto di discussioni e contenzioso, su cui non è possibile avere tante certezze. Oltretutto in Italia la situazione è complicata da un sovrapporsi di governi e maggioranze instabili e tutt’altro che coese quanto a obiettivi da raggiungere.

      In questo quadro io ritengo che un argomento complesso, e soprattutto vitale per l’economia e la sopravvivenza del paese, come la politica energetica nazionale, debba essere deciso, per l’appunto, a livello nazionale in modo da garantire l’interesse della collettività rispetto a quello dei microcosmi locali. Questo atteggiamento, in questo contesto e con queste modalità, mi sembra assolutamente democratico e “giusto”, nel senso che invita ciascuno a farsi carico della responsabilità di dare il proprio contributo alla collettività. Ricordo anche che stiamo parlando di costruzione di centrali elettriche fatte a regola d’arte, non di campi di sterminio. Non si tratta certo di esporre la popolazione a dei rischi indebiti, ma solo di non dare seguito a dei giochi di interesse e potere fatti montando una assurda superstizione sulla tecnologia dell’uso pacifico dell’energia atomica.

      Vedo, invece, che sono molti (mi pare prevalentemente fra verdi e sinistra radicale) che giudicano questa procedura (cioè “saltare” gli enti locali) come un atto antidemocratico e di autoritarismo. Allora, Daniele, se anche tu la pensi così, quello che devi fare è dimostrarmi che spostare il livello decisionale verso il basso anche per questioni che non sono locali ma che investono l’intera collettività, è indice di maggiore democrazia, perché per me, invece, è indice di maggiore democrazia uno stato trasparente, che funziona come un orologio, e dove ci si preoccupa che il livello decisionale sia quello giusto, cioè commisurato con l’estensione del problema che tratta.

    21. Edoardo scrive:

      Piccola esperienza personale:
      qualche hanno fa ero amministratore di un condominio vicino a casa mia. Erano in tutto 12 famiglie.
      Si presentò il problema di cambiare il vecchio e costoso impianto di riscaldamento centralizzato con gli impianti termosingoli per ogni appartamento.
      La maggioranza fu nove favorevoli al termosingolo (più indipendenza e risparmio) a tre contrari (seccati sopratutto per i lavori che gli avrebbero buttato all’aria casa per almeno un mese)
      Ovviamente prevalse la maggioranza e lavori furono fatti.

      Domanda per Daniele: Per te sarebbe stato democratico ed intelligente rimanere al vecchio impianto centralizzato (meno “indipendenza” singola, maggiori consumi, inquinamento e manutenzione) per “rispetto” a quei tre contrari fregandosene degli altri nove?
      … Se la tua risposta è si, ti rispondo come avrebbe fatto Totò: MA MI FACCIA IL PIACERE!

    22. Pave scrive:

      Una domanda per gli esperti: ma quanto costa realmente l’energia nucleare e quale reale beneficio apporta? Il rapporto costi benefici da chi è stato fatto (perchè leggendo quanto si scrive sotto internet troviamo che, in base a chi scrive, cambia completamente il risultato finale).
      Siamo sicuri che esistano siti di stoccaggio sufficientemente ampi e sicuri per contenere le scorie nucleari di terzo tipo (quelle “cattive” che richiedono migliaia di anni di isolamento totale dall’ambiente)?
      Chi è preposto per il controllo della sicurezza degli impianti nucleari civili e quali standard vengono adottati?
      Quanti Kg di plutonio occorrono per un ordigno nucleare?
      Queste sono alcune delle tante domande che mi saltano in mente da semi-profano leggendo di questi argomenti (nucleare, non democrazia).
      Qualcuno di voi ha mai sentito parlare di “mi illumino di meno”?
      Cosa ne pensate come alternativa…
      Saluti a tutti.

    23. Pietruccio scrive:

      Che sei fuori strada.

      Non stai facendo altro che ripetere i fondamenti della propaganda antinucleare. Se ti interessa puoi leggerli, messi in ordine, anche qui

      legambiente.eu/documenti/2008/0404_cernobyl/0418_LuoghiComun...

      Quindi sono tutte cose che conosciamo bene e cui abbiamo discusso tante volte (dimostrando che sono discorsi che non stanno in piedi). Potresti casomai dire qualcosa di interessante se tu riuscissi a fornirmi qualche buona ragione per togliermi il dubbio che l’attività degli antinucleari non sia del tutto disinteressata!

      __________________

      Facendo riferimento anche al post che hai inviato sull’altra pagina

      “…credo che ci siano fonti di energia alternativa che potrebbero risolvere molti più problemi di quanto la gente crede…”

      ti posso garantire che il gioco con cui stanno “intortando” la gente (e a quanto pare sono parecchi quelli che ci cascano) sta tutto nelle quantità: vedi, uno può anche andare in bici da Milano a Roma, ma questo non significa che uno stato possa seriamente pensare di impostare un sistema di trasporti pubblico sostituendo i treni con le biciclette. E’ vero che un treno è un mezzo che usiamo per muoverci, così come la bici, ma quello che cambia sono la quantità in gioco (il carico che posso trasportare, la velocità che faccio e quindi il tempo che impiego a fare un certo percorso, la resistenza agli agenti ambientali ecc…), per cui la bici è adatta a fare certe cose mentre il treno è adatto a farne altre. La cosa è chiara per tutti. Siccome di energia non ci capisce niente quasi nessuno, invece, tutti pensano che siccome i pannelli solari fanno elettricità e le centrali nucleari anche, allora possiamo mettere pannelli solari (o fare risparmio energetico) al posto delle centrali atomiche, il che, per chi conosce l’energia, è ridicolo.

    24. Pave scrive:

      Ottimo esempio per quanta riguarda treni e biciclette… ma la situazione italiana è più paragonabile a treni e camion. se vuoi movimentare tonnellate di merce e le vuoi spostare da milano a roma puoi farlo con un treno o con decine di camion. Per l’economia forse rendono più i camion (più tasse, più carburante utilizzato, più spese varie ecc.), ma per l’ambiente non è proprio uguale. Ed era questo che intendevo.
      Comunque la bicicletta si può prendere per andare al lavoro risparmiando l’uso della macchina (a volte, in città come Roma e Milano ci metti meno a fare 10 Km in bici che in macchina!)
      E comunque il discorso dell’interesse o meno è sicuramente applicabile ad ogni attività umana, sia filo che anti nucleare.
      Il principio è, per me, che non c’è futuro per nessuna creatura vivente se rempiamo la terra di bombe atomiche! Se consideri che i primi Homo sapiens sapiens sono comparsi all’incirca 150 mila anni fa, come possiamo pensare di prevedere cosa succederà da qui ai prossimi 200 mila anni?
      Ricordiamoci, infine, che la natura può essere un’avversaria molto crudele e infinitamente più potente di quanto l’uomo riesce a prevedere, quindi scherzarci non è un grande affare (scusate il tono biblico!).

    25. Bellaz89 scrive:

      Scusa cosa ci incastrano ora le bombe atomiche? essere a favore del nucleare non vuol dire mica essere a favore della costruzione di bombe atomiche ne il ritorno al nucleare lo prevede.

    26. Bellaz89 scrive:

      Ottimo esempio per quanta riguarda treni e biciclette… ma la situazione italiana è più paragonabile a treni e camion. se vuoi movimentare tonnellate di merce e le vuoi spostare da milano a roma puoi farlo con un treno o con decine di camion. Per l’economia forse rendono più i camion (più tasse, più carburante utilizzato, più spese varie ecc.), ma per l’ambiente non è proprio uguale. Ed era questo che intendevo.
      Comunque la bicicletta si può prendere per andare al lavoro risparmiando l’uso della macchina (a volte, in città come Roma e Milano ci metti meno a fare 10 Km in bici che in macchina!)

      In questo caso poi Pietruccio credo facesse un esempio , e le conclusioni sono le stesse. Il treno (il nucleare) serve per alcune situazioni, la bicicletta(le rinnovabili) per altre;non si escludono a vicenda ma sono complentari.

    27. Pietruccio scrive:

      x Pave

      Abbiamo già risposto mille volte alle questioni che poni sulla situazione energetica italiana… fatti due calcoli, oppure puoi andarti a leggere gli interventi che abbiamo fatto su questo sito, e vedrai che le rinnovabili sono biciclette, non sono camion. L’inganno è tutto lì, ma ora non ho voglia di mettermi a rifare tutti i conti un’altra volta!

      Riguardo alla pericolosità delle scorie, anche lì troverai molte risposte all’interno del sito. Il fatto di misurarne la pericolosità in termini di “anni” è la cosa più assurda che si possa fare, ma anche questo fa parte del soltio gioco “sporco” degli antinucleari che sfruttano i decenni di campagna di disinformazione che è stata fatta in Italia e le difficoltà oggettive a fornire un quadro che dia il senso REALE della situazione.

      Per lo smaltimento delle scorie puoi guardare qui

      http://www.world-nuclear.org/education/wast.htm

      anche se non credo ti possa essere di qualche aiuto per inquadrare il rischio connesso (che è di fatto inesistente).

    28. Edoardo scrive:

      Il principio è, per me, che non c’è futuro per nessuna creatura vivente se rempiamo la terra di bombe atomiche!

      Eccone un altro che viene a far la predica concludendo che bombe o centrali siano la stessa cosa

      e consideri che i primi Homo sapiens sapiens sono comparsi all’incirca 150 mila anni fa, come possiamo pensare di prevedere cosa succederà da qui ai prossimi 200 mila anni?

      Mai sentito parlare dei cosidetti “precedenti naturali” (esempio: Okla nel gabon Africa oppure Cigar Lake in Canada) che hanno dato l’esempio di coem di possono confinare le scorie in un deposito stabile per periodi lunghissimi?
      Se hai voglia leggi questi link e dati tecnico/scientifici (analizzati e discussi fino alla nausea su questo forum):

      L’uranio è poco disponibile e presto finirà? Leggere

      nea.fr/html/pub/newsletter/2002/20-2-nuclear_fuel_resources....

      Non si sa come gestire le scorie? Leggere

      www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/La%20sistemazione%20in%20sicur...

      Il prezzo dell’uranio aumenta sempre più? Leggere

      http://www.uxc.com/review/uxc_g_2yr-price.html

      Per i costi del nucleare:

    29. Edoardo scrive:

      Sorry, ma ho omesso il linksui costi del nucleare per Pave:

      http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Costi.pdf

      Saluti.

    30. Edoardo scrive:

      Rettifica: errore di battiura nel mio penultimo post: era OKLO GABON AFRICA e non OKLA.

      Saluti.

    31. Pietruccio scrive:

      x Edoardo

      Paliamo di terremoti.

      Non trovo più il tuo post ma mi sembra di ricordare che mi chiedevi come mai parlavo della Mercalli e non della Richter, mentre Romanello sottolineava che il modo corretto per valutare i terremoti è fare riferimento alla Richter. Della cosa ne ho parlato con un mio amico geologo che mi ha ribadito quanto detto da Vincenzo, con lo stesso esempio che in un deserto, secondo la Mercalli, i terremoti sarebbero tutti di grado zero, quindi ho capito che i tempi sono cambiati e che adesso “va di moda”, alla grande, la Richter. Naturalmente non è un caso che io abbia fatto, invece, riferimento alla Mercalli e adesso spiegherò le mie ragioni.

      Intanto la Mercalli, a pelle, mi piace di più perché ha il nome di un italiano. Poi lo so bene che si basa su osservazioni empiriche che dipendono dalle caratteristiche delle costruzioni, e quindi è, per così dire, troppo soggettiva. Però questa era l’accezione originale della scala Mercalli del 1902 che nel tempo è andata via via evolvendosi (nel ’23, nel ’31 e nel ’56; hanno pure aggiunto altri due gradi): ho qui sotto mano un testo del 1981, ma serio, fatto da ricercatori del Politecnico di Milano e ISMES di Bergamo, con la presentazione dell’allora ministro Romita, che descrive (il libro, non il ministro) la scala Mercalli Modificata del 1956 che fa riferimento ad un cambiamento sostanziale nella concezione dell’intensità del sisma, perché lega il grado di quella scala all’accelerazione orizzontale al suolo secondo il seguente schema
      12°

    32. Pietruccio scrive:

      12° minore di 10 m/s^2
      11° minore di 5
      10° minore di 2.5
      9° minore di 1
      8° minore di 0.5
      7° minore di 0.25
      6° minore di 0.1
      5° minore di 0.05
      4° minore di 0.025
      3° minore di 0.01
      2° minore di 0.005
      1° minore di 0.0025 m/s^2

      In pratica, come si vede, il 12° grado della Mercalli significa che l’accelerazione al suolo è, al massimo, praticamente uguale all’accelerazione di gravità g = 9.8 m/s^2 mentre il 1° grado della Mercalli corrisponde ad una accelerazione 4000 volte minore: la scala aumenta di un fattore 10 nell’accelerazione ogni tre gradi. Un terremoto tipico dell’8° grado Mercalli corrisponde allora ad una accelerazione da 20 a 40 volte inferiore a quella di gravità che in pratica significa che in caso di terremoto dell’8° grado noi abbiamo la sensazione di essere spinti orizzontalmente con una forza che va da un ventesimo a un quarantesimo del nostro peso (tecnicamente si chiamano forze d’inerzia e sono pari a F = MASSA DELL’OGGETTO x ACCELERAZIONE DEL SUOLO). Concepire in questo modo la scala Mercalli significa in un certo senso svincolarsi dalla soggettività dell’osservazione esclusivamente legata ai manufatti edili e legare la scala ad un effetto che abbia valore oggettivo: l’accelerazione al suolo. Gli edifici sarebbero quindi utilizzati, in mancanza di altro, semplicemente da “sensori” e si dovrebbe tener conto della loro fragilità per la determinazione dell’intensità del sisma che consentirebbe ora, con la Mercalli modificata e con la corrispondenza stabilita dall’autore ( A. Castellani), di portare ad un dato oggettivo e per così dire “ingegneristico”, cioè l’accelerazione al suolo. Sempre il testo citato mostra le cartine del CNEN (Comitato Nazionale Energia Nucleare) coi terremoti principali della penisola fino al 1968, classificati in funzione dell’intensità Mercalli. Le statistiche sui dati sismici recenti per la determinazione dei terremoti di riferimento per Caorso e Montalto sono state fatte, ovviamente, sulla base delle registrazioni dei sismografi. L’insieme dei dati storici e di quelli recenti ha portato ad un terremoto massimo ipotizzabile che, si badi bene, non è quello massimo registrato ma molto di più, cioè il massimo ipotizzabile, tutto considerato, compresa l’analisi geologica completa della zona ed in particolare la geotettonica regionale. Tale terremoto a Caorso è stato, ad esempio, espresso in termini di scala Mercalli (7° grado incrementato all’8° per prudenza), dopo di che, con un sistema di correlazioni (in quel caso di Newman: uno dei più prudenziali) sono stati ricavati i parametri ingegneristici che consistono, in realtà, non solo nella determinazione di un singolo valore dell’accelerazione ma nell’ipotizzare un intero spettro di accelerazioni (cioè un valore dell’accelerazione per ogni frequenza) utilizzato poi per l’analisi modale della risposta della struttura alle sollecitazioni del sisma (cioè si va a studiare come vibra ogni parte del sistema e come vengono smorzate le vibrazioni, adottando se necessario delle misure adeguate ad assorbirne l’energia). Non ci scommetterei un centesimo ma mi pare che a Montalto si è proceduto in modo analogo. In conclusione, con tutte le precauzioni adottate, le accelerazioni (massime) prese a riferimento per Caorso sono state di 0.8m/s^2 (il 9° grado della Mercalli secondo A. Castellani) per il terremoto base di esercizio (quello per il quale si garantisce il normale funzionamento) mentre è stato assunto un valore pari a 1.6m/s^2 (il 10° grado della Mercalli sempre secondo A. Castellani) per il terremoto di spegnimento sicuro, in un posto, ricordo, scarsamente sismico in cui al massimo si può ipotizzare un terremoto del 7° grado della Mercalli.

      Ma cosa cambia se invece che prendere a riferimento la scala Mercalli si passa per un’analisi sismica della zona in termini di magnitudo, utilizzando la scala Richter? Niente. Una volta determinata la massima magnitudine ipotizzabile per un terremoto nella zona si passa da un qualche criterio di correlazione che porti ai parametri ingegneristici che, in ultima analisi, consistono sempre e comunque uno spettro di accelerazioni (o un cosiddetto “accelerogramma”, cioè la registrazione fatta nel tempo delle accelerazioni di un sisma, che avrà ovviamente quella stessa composizione in termini di risposta in frequenza). Il metodo è descritto in termini di Richter per l’appunto, anche da Romanello, nel documento dell’università di Pisa

      www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Note%20sulla%20Sicurezza%20Nuc...
      In pratica quello che cambia nell’utilizzazione di una o dell’altra scala (ma è chiaro che adesso si fa in termini di Richter) è solo l’analisi statistica a monte che porta comunque alla determinazione di un sisma espresso in termini di spettro di accelerazioni che abbia una certa probabilità infinitamente bassa di verificarsi nel terreno su cui giace la centrale durante la sua vita.

      Sostanzialmente la differenza fra le due scale è che la Richter si preoccupa di classificare il terremoto in termini dell’energia che esso ha liberato, cioè in base ad una caratteristica propria del terremoto stesso (direi che è più una cosa da Geologi). La Mercalli si preoccupa, invece, di classificare gli effetti che produce il terremoto in superficie, che sono un’altra cosa rispetto al terremoto stesso (è più legata alle informazioni che servono al progettista, o a un giornalista che voglia disporre di un parametro che classifichi l’evento dal punto di vista antropico). Gli effetti, a parità di magnitudo, dipendono, dalla profondità in cui è avvenuto il terremoto, dalle caratteristiche delle rocce in profondità (tettonica) e da quelle del terreno in superficie nonchè dalla forma della superficie stessa su cui scarica la sua energia (cioè dalle caratteristiche della superficie topografica). Le nuove norme sismiche in edilizia, molto sofisticate, forniscono, ad esempio, tre parametri variabili per ogni punto dell’Italia e per nove tempi di ritorno attesi (da 30 anni a 2475) in funzione dei quali, tenendo conto del tipo di terreno e delle categorie topografiche, è possibile calcolare le sollecitazioni caratteristiche in termini di spettro di accelerazione che porta ai carichi necessari per la verifica agli stati limite “di esercizio” e “ultimi” che ricordano l’impostazione sopra descritta per la centrale di Caorso. Come si vede, per il progettista, in realtà, il discorso Mercalli – Richter risulta essere a monte, e riguarda più la modalità con cui i geologi-geotecnici sono arrivati ai parametri di base prima citati. Vedremo, col nuovo programma nucleare italiano, quali adattamenti subirà la normativa specifica per adattarsi al testo unico sulle costruzioni che comunque dovrà valere. Ciò che è sicuro è che si adotteranno parametri tali da garantire l’assoluta sicurezza delle centrali nucleari, qualunque sia il sito prescelto.

      L’ultima considerazione che voglio fare per esprimere una certa antipatia che ho nei confronti della Richter riguarda il fatto che la stessa viene presentata come quella “buona”, quella che rispetta il rigore “scientifico” in quanto rappresenterebbe l’energia liberata dal sisma. Si tratta, in realtà, di una misura indiretta che si basa sul fatto che la curva di attenuazione dell’ampiezza dell’oscillatore standard (sismometro) ha sempre lo stesso andamento con variare della distanza, per cui preso come riferimento un terremoto che produce una ampiezza di oscillazione di 0.001 mm su un sismometro distante 100 km dall’epicentro, è possibile misurare con qualunque sismografo, a qualsiasi distanza si trovi dall’epicentro di un certo terremoto, quale sarebbe stata la sua oscillazione se si fosse trovato a 100 km, e quindi misurare quante volte il terremoto in oggetto è maggiore (in termini di ampiezza di oscillazione) del terremoto di riferimento. La correlazione con l’energia del terremoto è però tutt’altro che scontata: il testo che ho io mi dà una correlazione del tipo E = Eo * 10^(1.5*M) essendo M la magnitudo del terremoto definita come M = log(A/Ao) essendo A l’ampiezza di un ipotetico oscillatore standard posto a 100 km dall’epicentro e Ao l’oscillazione di riferimento dello stesso pari a 0.001 mm. Sempre secondo lo stesso testo Eo varrebbe 25 kJ, ma da certe tabelle e altre informazioni che ho trovato su internet sembrerebbe più corretto porre Eo=100 kJ o 200 kJ. I valori del sisma di riferimento variano comunque da Eo= 2.2 kJ a 4.2 MJ a seconda del testo o dell’articolo che trovo ed anche sull’andamento 10^(1.5*M) non ci posso certo scommettere: insomma io tutto questo rigore scientifico associato alla Richter e alla sua magnitudo non l’ho trovato.

    33. Edoardo scrive:

      Grazie mille, Pietruccio: mi sono stampato il tuo post così me lo leggo con calma.

      A presto

    34. Pietruccio scrive:

      x Pave

      Sull’esaurimento delle scorte puoi anche dare una occhiata qui

      archivionucleare.com/index.php/2008/07/01/situazione-risorse...

    35. Pietruccio scrive:

      x Edoardo

      Al (troppo) corposo post sulla questione Mercalli-Richter vorreti aggiungere due cosette che, data l’ora, non ho avuto modo di inserire l’altra sera.

      1) I dati sull’analisi sismica di Caorso li ho ricavati dal libro “Caorso - Dal sito alla centrale” dell’AMN. Penso però che in quel testo ci sia un errore nelle accelerazioni dichiarate, in quanto viene fornito un valore maggiore all’accelerazione verticale che non a quella orizzontale, mentre, normalmente, vale il contrario, come si può dedurre anche dal testo unico sulle costruzioni (la nuova legge sismica italiana) dove (con un po’ di calcoli) si vede che per un sisma tipo quelli considerati a Caorso per lo spegnimento sicuro, ci si attende un valore dell’accelerazione verticale pari a un buon 30% in meno di quella orizzontale. In conclusione ho buoni motivi di pensare che a Caorso abbiano usato per il terremoto base di progetto una accelerazione orizzontale di 0.12g = 1.2m/s^2 e per il terremoto di spegnimento sicuro 0.24g = 2.4m/s^2. Quest’ultimo valore mi pare che sia praticamente uguale (0.25g) a quello che viene utilizzato per gli EPR standard (cioè in siti non particolarmente sismici) e corrisponde al valore limite fra i terremoti del 10° e dell’11° grado della Mercalli. Purtroppo non trovo più il link sui dati sismici all’EPR: se qualcuno mi può aiutare…

      2) Il dato di 0.24g è puramente indicativo in quanto bisogna tener conto dell’andamento dell’accelerazione alle varie frequenze e del modo di rispondere delle strutture attraverso opportuni coefficienti di amplificazione. Le strutture più pesanti, tipo quelle in calcestruzzo, sono più sensibili alle basse frequenze che sono dominanti per i sismi che hanno l’ipocentro (punto in cui si è originato il terremoto) più profondo (oltre 10000 metri), mentre le apparecchiature meccaniche sono più sensibili alle frequenze più elevate, tipiche i un terremoto con ipocentro meno profondo. In definitiva, compresi questi fattori di amplificazione, le strutture sono state dimensionate, a Caorso (zona, ricordo, scarsamente sismica) per valori intorno ai 0.3-0.4g (corrispondenti a un forte sisma dell’11° grado Mercalli) e, cioè, circa 3-4 volte quello che richiedeva la normativa di allora per le opere civili nella zona di Messina-Reggio Calabria (dove veniva chiesto di verificare le strutture nell’ipotesi di un’accelerazione orizzontale pari a 0.1g).

      3) Le verifiche per il terremoto di spegnimento sicuro vengono fatte nell’ipotesi di un contemporaneo guasto alla centrale. In pratica la centrale è progettata per spegnersi, in sicurezza, se durante il massimo guasto interno (un LOCA = perdita massiccia di refrigerante primario) avviene un terremoto devastante. Chiaro poi che queste sono solo le sollecitazioni prese come base per il dimensionamento delle strutture che a loro volta sono dotate di un coefficiente di sicurezza proprio nei confronti di dette sollecitazioni: parlando “come si magna” in pratica, il reattore di Caorso può tranquillamente resistere a un sisma del 12° grado Mercalli (che raderebbe al suolo praticamente tutte le case dei paesi vicini) senza risentirne. E’ per questo che quando vedo che vengono date notizie allarmate sui sismi Giapponesi mi viene da pensare che c’è qualcuno che ha fatto il furbo: chi sarà il giornalista o i progettisti giapponesi?

      4) Quando si dà notizia di un sisma sarebbe giusto fornire non solo la sua magnutudo (scala Richter) che lo classifica da un punto di vista Geologico, ma anche la sua intensità (scala Mercalli) che dice quale tipo di effetti ha prodotto in superficie quel particolare sisma. Insomma, servono entrambe perchè danno informazioni diverse e complementari.

    36. Edoardo scrive:

      Grazie Pietruccio per tutte queste notizie importantissime. Adesso capisco perchè alcuni ingegneri nucleari affermano che, in caso di terremoto violentissimo, il posto più sicuro è l’interno di una centrale nucleare.

      Correggimi se sbaglio.

    37. Pietruccio scrive:

      Confermo e consiglio un buon soggiorno in una centrale EPR: è sicuramente il luogo più sicuro della terra.

      Ciao Pietruccio

    38. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Direi non solo una centrale EPR, ma qualsiasi centrale nucleare, anche di vecchia concezione.
      Comunque temo che ti sbagli sulla scala Mercalli, stando almeno a quanto mi hanno insegnato all’Universita’ al corso di Impianti Nucleari e di Progetti e Costruzioni Nucleari: la Mercalli e’ una scala che si basa sugli effetti del sisma, non su dati oggettivi, come l’energia liberata. Gli effetti dipendono dalla densita’ abitativa, dalla natura delle costruzioni, ecc. (e’ ovvio che il medesimo sisma presenta effetti molto diversi in un ‘area in cui le costruzioni sono antisismiche rispetto ad una costruita con tecnologie ordinarie e magari anche datate). L’analisi degli effetti poi passa dall’analisi degli spettri di Newmark, dall’analisi a carico di collasso, ecc. Comunque mi tornano i valori che indichi, e che dovrebbero provare come meglio non si potrebbe l’assoluta affidabilita’ delle strutture…
      Ma si sa: e’ molto piu’ facile fare presa sul pubblico male informato dicendo cose tipo ‘…cosa succederebbe in caso di terremoto? Immaginate quali immani danni?’. Facile no? Del resto, chi mai andrebbe a studiarsi gli spettri di newmark per capire la verita’?

      P.S.:
      L’EPR dovrebbe essere progettato a 0,25 g:
      areva.com/servlet/BlobProvider?blobcol=urluploadedfile&b...

    39. Pietruccio scrive:

      D’accordo sul fatto che sono sicure anche le altre centrali (consigliavo l’EPR perchè mi piace decisamente di più, con quegli spazi ampi, le generose ridondanze e il doppio contenimento). Mi piaceva parecchio anche il progetto della centrale di Montalto, sempre per il modo in cui avevano gestito gli spazi, in particolare il pozzo secco e la piscina di soppressione (dry well e wet well)

      Ti ringrazio anche per il link sull’EPR dove ho trovato la conferma del dimensionamento a 0.25g.

      __________________

      Su Mercalli, comprese modifiche e varianti (che chiamerei brevemente scale d’intensità comprendenti la Mercalli, la Mercalli Cancani Sieberg MCS, la Mercalli Modificata MMI e altre tipo MSK e EMS e c’è anche chi propone una scala ESI basata sull’osservazione degli effetti sull’ambiente fisico, ecc…) non discuto il fatto che si tratti di scale empiriche basate su parametri non certo oggettivi, ma nel momento in cui i geologi mi legano i gradi di una di quelle scale ad una accelerazione, cosa che fanno sempre in modo empirico per mezzo di tabelle o formule tipo questa, presa da un articolo di geologia applicata (Giornale di Geologia Applicata 6 (2007) 65-80, doi: 10.1474/GGA.2007-06.0-07.0188)

      …Analogamente, per convertire l’intensità risentita (Is) in
      scuotimento, possono essere usate relazioni di conversione
      empiriche Is vs. PGA o PGV (valori di picco,
      rispettivamente, in accelerazione e velocità misurate
      strumentalmente), del tipo (Castenetto et al., 1991):
      log PGA(g/100) ≅ Is/5 − 0.2
      dove g è l’accelerazione di gravità…

      sono portato a pensare che, anche se non ufficialmente (I GEOLOGI NON SI SBILANCIANO), le scale di intensità in sostanza sono poi legate ad un parametro che è oggettivo: cioè l’accelerazione al suolo (con cui si va poi a stimare lo spettro coi metodi tipo Newmark-Hall che citavi) A proposito… correggo il “Newman” che avevo scritto relativamente al terremoto di progetto di Caorso.

      L’accelerazione al suolo è un parametro che viene stimato utilizzando l’ambiente stesso e le “cose” in esso contenute come se fossero sensori, come si dice anche in questo sito che ho appena trovato, e che mi sembra piuttosto interessante:

      “…Qualunque scala di intensità consiste in una serie di descrizioni degli effetti che i terremoti producono su un numero di “cose” (preciseremo meglio nel seguito cosa si intenda con questo termine) che possono essere trovate ovunque nell’ambiente. Queste cose possono essere pensate come sensori e la loro risposta allo scuotimento e’ utilizzata per misurare la forza del terremoto. Non occorre un equipaggiamento speciale per il ricercatore che si occupa di osservare gli effetti macrosismici…”

      dipteris.unige.it/geofisica/ITA/didattica/did_intensita.html

      D’accordo che l’ambiente & c. non sarà uno strumento di precisione, ma una qualche indicazione me la può pur dare: definirei, cioè, quelle “cose” (esseri viventi – oggetti ordinari – costruzioni – ambiente naturale) che si usano come indicatori del sisma, semplicemente come strumenti con una bassissima sensibilità, ma pur sempre strumenti.

      In conclusione io tutta questa soggettività delle scale d’intensità non la vedo: mi pare semplicemente la misura di un parametro fatta con strumenti rudimentali che rendono particolarmente ampio il margine d’incertezza. Sia chiaro, però, che è solo un pensiero mio.

      Quello che è certo è che non capisco molto neanche i geologi: ma non farebbero prima a cercare di stimare un paio di parametri sismici al suolo, tipo l’accelerazione di picco e il massimo spostamento (dichiarando magari anche il grado di incertezza che dipende dalle caratteristiche dell’ambiente utilizzato come “strumento di misura”), invece di inventarsi tutte queste scale con le mille ambiguità a cui dà origine una impostazione del genere?

    40. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Non so, non sono esperto di geologia, ne sono un fan di una scala sismica piuttosto di un’altra: mi limito a riportare quello che mi hanno insegnato, anche se ovviamente se ne puo’ discutere…

      P.S.:
      Anche io trovo utile citare l’EPR, reattore che mi piacve perche’ moderno, ma e’ bene chiarire che tutte le centrali nucleari sono nate con ‘gli airbag, le barre laterali, e l’ESP’. Diciamolo per bene in un’era di mala (o malissima) informazione…

    41. Pietruccio scrive:

      Caro Vincenzo

      visto che siamo a parlare di sicurezza mi piacerebbe sapere il tuo parere, in realzione sempre all’EPR (che non conosco un gran ché visto che appartengono a un “era” successiva rispetto a quella di quando studiavo) sull’articolo dell’Opinione

      opinione.it:80/pages.php?dir=naz&act=art&edi=241&...

      dove si fa riferimento ad un approcio “deterministico” sulla sicurezza nucleare che consentirebbe addirittura di evitare il piano di evaquazione…

      La sicurezza della terza generazione
      Nel settembre del 1989 la IAEA (International Atomic Energy Agency)organizzò a Vienna una riunione per discutere delle filosofie di sicurezza da adottare per gli impianti nucleari occidentali. Si discuteva molto a quell’epoca sulla necessità di prevedere o meno dei piani di emergenza in caso di incidente nucleare grave. L’approccio seguito fino ad allora era di tipo “probabilistico”: ossia la frequenza di accadimento di tale evento doveva essere dell’ordine di centinaia di migliaia di anni. Tuttavia ci si rese conto che alla popolazione poco importava se un incidente si fosse verificato oggi, e poi la prossima volta fra un milione di anni. Fu così che la delegazione italiana, assieme a quella francese, proposero di passare ad un approccio di tipo “deterministico”: ovvero di effettuare per ogni impianto un’analisi di sicurezza in modo da garantire che per qualsiasi incidente, per quanto grave (anche con fusione del nocciolo del reattore: meltdown), non ci sarebbe stato nessun effetto sanitario al di fuori della centrale (sicurezza estrema). Questo principio era volto a disaccoppiare le motivazioni squisitamente tecniche da quelle tipiche della protezione civile. Il principio fu adottato dalle IAEA. Risultato: non ci sarebbe stato più bisogno del piano di emergenza esterno.”

    42. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Penso che sia una grossa conquista dal punto di vista dell’accettabilità sociale del nucleare, e del resto l’ho scritto io stesso altre volte, come ad esempio sul mio documento sulla sicurezza nucleare:

      www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Note%20sulla%20Sicurezza%20Nuc...

      (pag.8)

    43. Pietruccio scrive:

      Accipicchia, sembra proprio che abbiano preso dal tuo documento. Bisogna che trovi la maniera di ricavarmi il tempo per leggermelo tutto con attenzione, se no a spulciarlo e basta mi sfuggono un sacco di cose. Qui (al mio paese intendo) l’aria si sta facendo “calda”. Non so nel resto d’italia.

    44. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      No, tranquillo: sia io che l’autore del documento abbiamo tratto il testo dalle dichiarazioni dell’Ing. Paolo Fornaciari.
      Comunque nel documento ci sono varie cosette che potresti trovare interessanti…
      Cosa intendi quando dici che “l’aria si sta facendo “calda”?

    45. Renzo Riva scrive:

      Al fine di rassicurare l’opinione pubblica ed i partecipanti al convegno-dibattito di Buja del 12 dicembre 2008 annuncio, oltre la presenza del relatore ing. Ugo Spezia anche la presenza del Prof. Umberto Tirelli: Primario Divisione di Oncologia Medica all’Istituto Nazionale Tumori di Aviano - PN e Vice presidente dell’Associazione Scientifica Galileo 2001 nonché coautore di: CAMPI ELETTROMAGNETICI E SALUTE - DAI MITI ALLA REALTÀ.
      Questo perché sia data per intero un’informazione obiettiva e non terroristica come accaduto fono ad oggi.

    46. Pietruccio scrive:

      Per quel poco di politica che faccio e per l’ambiente di lavoro che frequento (la scuola) avverto una crescente ostilità (corretta, si intende) nei confronti del piano del ministro. E’ un po’ come se le posizioni si stessero radicalizzando. Più che altro gli antinucleari sono tanti e ognuno pone questioni diverse: è difficilissimo stargli dietro sia per questioni di tempo materiale (non è facile parlare con la gente: qualcuno, ad esempio non ti lascia proprio la parola) sia perchè bisognerebbe avere dietro un’intera enciclopedia per la quantità e la varietà degli argomenti che vengono posti o che emergono durante una discussione.

      Certo mi rendo conto che se per un anno non avessi avuto occasione di frequentare questo sito, quello che mi ricordavo era ben poco in relazione agli aspetti chiamiamoli di politica e geopolitica energatica, con annessi e connessi dettagli tecnici, ma che sono poi quello che conta quando parli con qualcuno, che vuole andare al sodo e vuol sapere se una centrale esplode o no, e quanto rischia lui.

      Tutto sommato mi pare di ricordarmi meglio e di essere più ferrato sulla fisica del reattore e cose del genere (quando riprendo in mano i libri, si intende), ma queste sono cose di cui non glene importa molto quasi a nessuno di quelli che poi fanno “opinone”.

    47. danielerovai scrive:

      Non so voi ma io ieri mi sono letto il DDL (Disegno Di Legge) S.1195.

      Per chi non lo sapesse è il testo approvato dalla Camera, in 1° lettura (con il titolo DDL 1441 TER) che introduce “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonche´ in materia di energia”.
      Un DDL per aiutare lo sviluppo della piccola e media impresa, ovvero un insieme di “variopinte” norme che cercheranno di dare:
      - maggior forza ai distretti produttivi,
      - di disciplinare i consorzi agrari,
      - di contrastare la contraffazione ( favorendo il made in italy),
      - di favorire i consumatori per la trasparenza dei prezzi
      - la razionalizione della rete di distribuzione dei carburanti
      e come per magia…
      - la reintroduzione del nucleare in Italia.

      Esatto. Tra un articolo che tratta del made in italy e la lotta alla contraffazione ci sono degli articoli per il ritorno dell’Italia nel club dei paesi nucleari.
      Alla faccia della trasparenza!

      Ecco gli articoli

      Articolo 14 “Delega al governo in materia nucleare”.
      Il governo ha la delega sulla materia (informerà annualmente il parlamento) e precisamente potrà:
      - decidere i siti dove costruire le centrali;
      - decidere la tipologia delle centrali;
      - decidere dove realizzare i depositi di scorie;
      - decidere quanta compensazione dare ai comuni servitù nucleari.

      Per far questo, dice la legge in discussione, il governo dovrà rispettare dei principi e dei criteri direttivi. Quelli che mi interessa evidenziare sono questi:
      -previsione della possibilità di dichiarare i siti aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione.
      In pratica di poter militarizzare il sito dove si costruisce la centrale
      -determinazione delle modalità di esercizio del potere sostitutivo del Governo in caso di mancato raggiungimento delle necessarie intese con i diversi enti locali coinvolti.
      In pratica se non si raggiunge l’accordo con il comune/provincia/regione il governo li sostituisce nel dare le autorizzazioni
      - poter determinare che gli impianti nucleari siano considerati attivita` di preminente interesse statale e, come tali, soggette ad autorizzazione unica rilasciata, su istanza del soggetto richiedente e previa intesa con la Conferenza unificata.
      - l’autorizzazione deve comprendere la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza delle opere, l’eventuale dichiarazione di inamovibilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in essa compresi
      - l’autorizzazione unica sostituisce ogni provvedimento amministrativo, autorizzazione, concessione, licenza, nulla osta, atto di assenso e atto amministrativo, comunque denominati, previsti dalle norme vigenti.
      Per intendersi: quando c’é l’autorizzazione il comune /provincia/regione può più far niente.

      Interessante il comma 4 dell’articolo 1 che dice come la priorità del dispaccio di energia elettrica non riguardi più l’elettricità prodotta dalle fonti energetiche rinnovabili ma anche dall’energia elettrica prodotta da attività nucleare italiana.
      per intendersi: costi quel che costi una parte dell’energia elettrica trasmessa in rete deve essere nucleare. Un incentivo insomma!

      Art. 17 - “creazione Agenzia di Sicurezza Nucleare (ASN)”
      Il braccio operativo del governo.
      Un’agenzia governativa il cui presidente è scelto dal presidente del Consiglio e i 4 membri direttivi dal ministro dell’ambiente (Prestigiacomo) e delle attività produttive (Scaiola).
      L’Agenzia sarà formata da 50 persone dell’Apat Nucleare e 50 persone dell’ENEA e per il primo anno (2009) potrà spendere 500.000 euro e per gli altri anni 1.500.000 euro.
      Qualuno ha detto che con queste cifre non potranno comprarsi nemmeno la carta per le fotocopie.
      Tanto per informazione: l’Apat Nucleare è composta proprio da 50 persone con età media 50 anni (qualcuno tra un po va in pensione!) e l’ENEA è da 20 anni che non fa più nucleare.
      Insomma un’Agenzia che nascerà zoppa e senza soldi.

      ART. 22
      Tenetevi forti!!!
      Il titolo è: “Valorizzazione ambientale degli immobili militari”
      Ovvero che il Ministro della difesa “allo scopo di soddisfare le proprie esigenze energetiche” può “affidare in concessione o in locazione, o utilizzare direttamente, i siti militari, le infrastrutture e i beni del demanio militare… in dotazione alle forze armate” con la finalità “di installare impianti energetici destinati al miglioramento del quadro di approvvigionamento strategico dell’energia”.
      Che si vuole fare? Militarizzare l’uso dell’energia nucleare? Le centrali saranno zona militare off limits?
      Non solo! Il ministero della difesa può stipulare accordi con imprese private per costruire gli impianti.
      Anche in questo caso autorizzazione unica e impossibilità per il territorio di dire la sua.
      Insomma i militari possono farsi la loro centrale nucleare casalinga!

      • Si decide una strategia nazionale energetica di importanza fondamentale per la nazione e i suoi cittadini (l’investimento sarà di decine e decine di miliardi di euro ovvero come se si volesse costruire due/tre pontoi di Messina e due/tre TAV) e non si fà alcuna informazione su come sarà attuato questo PEN?
      • Si legifera che se non c’é accordo decide il governo?
      • Si legifera che si potrà usare l’esercito a difesa del cantiere?
      • Si legiferà che i militari potranno usare l’energia nucleare per il loro fabbisogno energetico?
      • Si legifera che si potranno usare i terreni militari per costruire le centrali?

      Si legifera, insomma, che il nucleare italiano sarà fatto con le DECISIONI PRESE DA POCHI PER TUTTI, DIFESE CON LA FORZA ARMATA e con i SITI NUCLEARI MILITARIZZATI?

      E’ questo il nucleare italiano che volete? Attendo risposte.

      per favore solo una cosa: non ripondetemi mettendo in dubbio quello che ho scritto perché c’é un DDL pubblico da poter consultare e queste cose li sono scritte. Se il DDL passa al senato il nucleare per legge sarà cosi. Quindi risposte sul merito della questione e che non mi si dica che sono le solite critiche ambientaliste perché mi arrabbio davvero! Quello che ho riportato è scritto su un documento parlamentare!

      Attendo risposte

    48. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      E’ vero: una volta tanto una critica costruttiva ed oggettiva. Il decreto è pubblico e consultabile liberamente (a me è arrivato via mail tramite un collega).

      Personalmente non approvo certo l’uso della forza e dell’imposizione, e se le conseguenze del decreto saranno quelle prospettate (ma è da verificare accuratamente), dissento. Bisogna dire però che è ovvio che, quando si vaneggia follemente per anni, alla fine una decisione ‘forte’ venga presa: è sempre così, alla fine è la situazione che lo impone (e badate che non giustifico niente e nessuno!).
      Se si fosse lasciata perdere certa gente anni fa e si fosse fatta una programmazione energetica seria e trasparente anni fa, affidata a gente onesta e competente e non ad interessi particolari o particolarissimi, ora non saremmo arrivati a questo punto, ne sono assolutamente convinto.

    49. Pave scrive:

      Potreste indicarmi il link al ddl visto che, quello che ho trovato io è diverso!
      www.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/16PDL0008700.pdf ???
      grazie

    50. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      non è stato ancora fatto cenno al DDL sullo Sviluppo in alcun articolo finora pubblicato qui su archivionucleare in quanto ancora “disegno di legge”: ha diverse volte subito notevoli cambiamenti.
      Qualche giorno fa è stato approvato alla Camera ed ora è al Senato.

    51. danielerovai scrive:

      Romanello apprezzo le tue parole.

      Pave il documento è scaricabile all’indirizzo del senato.
      Originariamente alla Camera era classificato DDL1411 TER.
      Dopo l’approvazione degli emendamenti e la votazione finale il ddd è passato al senato con la sigla S.1191
      Ecco l’indirizzo diretto
      http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/32707.htm
      Buona lettura.

      Per favore parliamone e discutiamone. Se l’amministratore è daccordo possiamo fare un post specifico. Magari con allegato il ddl del senato!

      Ma discutiamone tutti. Lo pretendo!
      Perché un conto è fare chiacchere da bar e un conto è discutere su un documento obbiettivo con serietà e cognizione di causa.
      Serve impegno perché bisogna leggere e informarsi ma se discutere su un blog non è solo il passatempo per dire quatro fesserie, questa è l’occasione per dimostrarlo.

      Dimostratelo!

    52. danielerovai scrive:

      Non era mia intenzione essere così aggressivo. Mi scuso con tutti.

      Il fatto è che molte volte ci perdiamo su argomenti che non hanno molta importanza. Con tutto il rispetto quella discussione sulle scale per la misurazione dei terremoti non la capisco. Oppure quella sui megatoni dello scienziato russo. Sono discussioni fini se stesse. Eppure si spendono fiumi di parole e dati.

      Mi piacerebbe che su questo argomento si usasse lo stesso metro. Perché questo argomento vale una discussione.

      Nessuno come singolo deve dimostrare niente. Mi scuso ancora per l’espressione. Ma come forum dobbiamo dimostrare che non parliamo solo per parlare ma… “solo” per imparare e crescere.

      Grazie

    53. Renzo Riva scrive:

      Mi riferisco all’ultimo mio post al collegamento
      archivionucleare.com/index.php/2008/11/04/energia-nucleare-d...
      e dico che si fà presto a parlare di democrazia.
      Nessuno più dei Comunisti italiani ha abusato di tale parola.
      Ricordo che Mussolini e Hitler andarono al potere per via democratica.
      Voglio evitare a tutti i costi che i Comunisti possano imporre per via “democratica” i principi del comunismo che hanno portato degenerazione sociale e morte ovunque sono andati al potere.
      Detto questo ricordo quanto scrisse Platone nel libro VIII de “La Repubblica”

      “Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quante ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, son dichiarati tiranni.

      E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui; che i giovani pretendono gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi e questi, per non parere troppo severi, danno ragione ai giovani.

      In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia”.

      Invito ad ad approfondire le proprie conoscenze di filosofia andando a leggere il significato della parola “oclocrazia” coniata da Polibio nel 200 a. C.

      Comprenderete perché io scrivo di essere il primo socialista manarchico dal dopoguerra.

      Avanti! SAVOIA

    54. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      Sospendete di discutere qui sul “disegno di legge”: entro stasera verrà pubblicato un articolo con link ed informazioni in modo da avviare una discussione sul tema.

    55. Pietruccio scrive:

      x Daniele

      A parte il fatto che io mi diverto molto di più a parlare di questioni tecniche come i megatoni e i terremoti, ma per quel che mi riguarda la discussione sul decreto l’ho già fatta prorio con te quando dicevo che è l’unico modo per fare per davvero il nucleare in Italia (e tutto quel discorso sulla necessità di mettere da parte gli enti locali, che non sono espressione democratica). Solo che come al solito non hai letto il mio post di allora e non hai risposto alla domanda che ti ponevo:

      “…dimostrarmi che spostare il livello decisionale verso il basso anche per questioni che non sono locali ma che investono l’intera collettività, è indice di maggiore democrazia…”

      perchè per me non lo è.

    56. danielerovai scrive:

      Petruccio posso risponderti benissimo. Però lo vorrei fare nel post che scriverà l’amministratore. Sei daccordo?

    57. Pietruccio scrive:

      si

    58. Pietruccio scrive:

      x Riva

      Interessante la citazione di Platone.

      Calza a pennello con la situazione che c’è nella scuola italiana.

    59. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      Si segnala che è stato appena pubblicato l’ articolo di approfondimento sul “DDL Sviluppo - approvato alla Camera ed ora approda in Senato”
      archivionucleare.com/index.php/2008/11/16/ddl-sviluppo-appro...

    60. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      “Con tutto il rispetto quella discussione sulle scale per la misurazione dei terremoti non la capisco. Oppure quella sui megatoni dello scienziato russo.”

      Io si, e credo siano utili invece…

      “Sono discussioni fini se stesse”

      Che vorrebbe dire? Quindi?

      “Ma come forum dobbiamo dimostrare che non parliamo solo per parlare ma… “solo” per imparare e crescere.”

      Francamente non credo di aver mai parlato ‘tanto per’; credo di essermi speso (io e tanti altri) per fare informazione, e questo andrebbe riconosciuto. O no?

    61. danielerovai scrive:

      Romanello la mia uscità è stata infelice.
      A ragione. Nessuno parla “tanto per”.
      Penso che stiamo facendo un buon lavoro anche se qualche volta parliamo di megatoni. E lo riconoscono i nuovi utenti che arrivano a questo forum.
      Chiudiamola qui.
      Come vede quando sbaglio lo ammetto.

    62. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      OK.

      P.S.:
      Comunque non stato io a parlare di megatoni, ma rispondere ad una vera e propria castroneria era proprio necessario. In questo sito si discute di nucleare civile ed applicazioni pacifiche, quindi di megatoni non si dovrebbe parlare proprio.

    63. Edoardo scrive:

      Si legifera, insomma, che il nucleare italiano sarà fatto con le DECISIONI PRESE DA POCHI PER TUTTI, DIFESE CON LA FORZA ARMATA e con i SITI NUCLEARI MILITARIZZATI?

      E’ questo il nucleare italiano che volete? Attendo risposte.

      Forse per te o per altri sembrerò un fascista ma affermo che se per dare il via ad un piano energetico serio e sicuro (quindio non solo nucleare) atto a migliorare l’indipendenza ed il benessere del paese si deve ricorrere alle cose di cui sopra, ebbene io sono d’accordo.

      Saluti.

    64. Renzo Riva scrive:

      In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia”.

      Bisogna porre fine al tempo dell’irresponsabilità.

    65. Edoardo scrive:

      Concordo con Renzo.

    66. Roberto scrive:

      Per analizzare la situazione del nucleare in Italia aspettiamo gli “approfonditi” e “imparziali” reportage della Melmaset berlusconiana, definita da chi ci ha lavorato “il comitato elettorale di Forza Italia”.

      Inutile: ai berlusconidi niente va bene se non sgorga dalla fontana di papy. Più melma gli danno, più lappano felici e contenti.

      Ben vengano Rai Tre e Report, due (piccoli) motivi per il mantenimento del canone RAI. Almeno qualcosa di serio riusciamo a saperlo, oltre alle cialtronate puttanesche del premier.

      O preferite i telegiornali-burletta di Minzolini-Menzognini, Studio Aperto e Fede-Fifì?

    67. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Personalmente non attendo alcun reportage di nessuno: ma quello di Report era disinformativo e di parte, questo rimane provato al di la di ogni margine di ragionevole dubbio.
      E sempre per quanto mi riguarda sono contento quindi di non corrispondere più un canone alla RAI…

    68. Tiziano scrive:

      Ho letto questa lunga ed interessante sequenza di opinioni. Premesso che, negli anni, mi sono formato un’opinione oltremodo critica verso il nucleare, volevo ricordare, se ce ne fosse bisogno, che in Italia si fatica a costruire ed aprire un inceneritore, altroche’ una centrale nucleare. Questo perche’ ogni cittadino portatore di interessi (dei propri interessi, ovviamente, ma un cittadino antepone sempre i propri, a meno di non voler tirare in ballo forme utopistiche di societa’) ha diritto a protestare e protesta. Quindi in democrazia (che conserva in se’ il germe della propria distruzione, se non cito male qualche reminescenza dei miei studi liceali) purtroppo o per fortuna le cose stanno cosi’ e bisogna farci i conti.

      Per cui o si decide che dobbiamo cambiare forma di stato, si imbraccia un fucile e si sale sulle montagne o ci si rassegna a “sopportare” queste libere e “fastidiose” (per i sostenitori del nucleare, degli inceneritori, delle varianti di valico, della mozzarella di bufala campana o di chissa’ cos’altro) manifestazioni di interesse o anche solo di dissenso.

      In quanto ai dati tecnici citati vorrei che conveniste che solamente chi si occupa professionalmente di questo campo e’ in grado di avere una panoramica seria sul problema. Mi fido dell’ingegner Romanello, che non conosco ma che e’ certamente persona seria e professionalmente preparata, ma in quanto seria e preparata dovra’ riconoscere che il servizio di Report sara’ anche stato infarcito di inesattezze ma rimane comunque una vetta ineguagliata rispetto alle “Porte a porte” sul nucleare con l’onorevole Casini che si improvvisa (lui si’) come oracolo pro-nucleare.
      Lo stesso Casini che in una trasmissione di Santoro non brilla cosi’ tanto a fronte di alcune contestazioni mosse dal prof. Rubbia. Santoro e’ di sinistra, Rubbia no. A porta a porta assieme a Casini c’e’ Belen Rodriguez, magari, ma anche se la figa abbellisce le trasmissioni non rende il tema nucleare piu’ significativo.

      Infine ricordo a tutti gli “entusiasti” che la tecnologia con cui queste future centrali verranno costruite sara’ oggetto di caccia e bottino da parte di numerose associazioni a delinquere che faranno di tutto per infilarsi nella costruzione di oggetti che muoveranno miliardi di euro per lustri. Il che, obiettivamente, capita anche per strade, viadotti e scuole (leggi cementi depotenziati e geometri assassini) ma se applicato alla costruzione di un impianto nucleare deve ingenerare nel cittadino medio un giustificato allarme.

      Ricordo poi che al primo incidente / fuga radioattiva / maggior incidenza vera o presunta di neoplasie / margherite senza petali o tori senza corna in Italia si scatenera’ un inferno. Perche’, vi piaccia o meno, noi siamo italiani.
      A me non piace come sono fatti gli italiani, ma siete dei poveri illusi o degli imbarazzanti ingenui se la pensate diversamente. Oppure avete visto un film su un altro canale.

      A proposito di italiani…ing. Romanello, il canone si paga…perche’ e’ una tassa di possesso per apparecchi atti a ricevere una trasmissione televisiva, non un canone di abbonamento ad una televisione. Quindi anche se lei possiede un computer con un monitor (anche rotto) la deve pagare.
      Per la precisione, non me ne voglia, nulla di personale, anzi lei mi sembra una persona cosi’ precisa. E’ solo che sono stufo di pagare le tasse (e questa e’ una tassa, non altro) anche per chi non le paga. A meno che lei non abbia deciso di fare una forma di sciopero fiscale. Ma allora non mi si venga a citare chi sciopera o protesta contro le centrali….

    69. Pietruccio scrive:

      Ci penserà Romanello a risponderti, ma lui il canone non lo paga perchè ha la fortuna di vivere in Germania (la Merkel vuole mantenere il nucleare) e non qui, cioè in un paese che se fosse veramente come lo descrivi sarebbe di merda. Spero solo che Nostro Signore abbia avuto il buon cuore di regalarci anche qualche milione di persone serie e non solo uomini report & seguaci vari.

    70. Valerio scrive:

      @Tiziano

      Saluti, sono una delle persone che sebbene non abbiano partecipato attivamente al dibattito in questo thread condivido comunque le posizioni delle persone che criticano le manifestazioni di dissenso e appoggio la posizione del governo al riguardo.
      Vorrei precisare la mia personale posizione al riguardo, e come e’ maturata, per fartLe capire che (almeno per me ma penso anche per altri) il “problema” non sta nella democrazia…. ma nell’abuso della stessa.

      Dal mio punto di vista il diritto al dissenso, e alla libera manifestazione deve essere garantito, come base della democrazia, ma a patto come si e’ fatto per esempio per il diritto allo sciopero in tutti i paesi civili, che questo diritto sia regolamentato e frutto di un accordo tra le parti civili, altrimenti e’ guerra aperta, gioco al massacro, letteralmente guerra civile….

      Per spiegare il mio punto vorrei prenderla un po’ alla lontana:
      come immagino saprà, in Italia sono ammesse “legalmente” solo un tot di giornate di sciopero in servizi essenziali (e non…), cioe’ in quei settori strategici, tali per cui gli interessi della collettività sono e devono entro certi limiti, essere sempre superiori agli interessi di un gruppo limitato. Il tutto ovviamente senza esagerare, senza cioe’ rendere il “gruppo limitato” ostaggio della collettività.
      Mi viene in mente per esempio la categoria dei poliziotti (quanti scioperi della polizia ci potremmo permettere in un anno….?), ma citerei volentieri anche quella degli infermieri e dei medici.

      Esempi estremi si dira’.
      Certo, ma esemplificativi del fatto che le azioni (e i diritti) hanno un peso, hanno delle conseguenze, e dei costi che non sono sempre i manifestanti a pagare, ma e’ alla fine la collettivita’, costi che il manifestante fa pagare alla collettività a volte senza una sua responsabilizzazione al riguardo.

      I Sindacati e altri gruppi di pressione hanno ben chiara questa logica, accettano l’equazione libertà = responsabilità e pertanto lottano ma secondo determinate regole.

      Molte manifestazione di piazza contro la realizzazione di determiante opere sono completamente al di fuori dal dialogo delle parti civili. Alcuni lottano ad oltranza senza avere nessuna responsabilizzazione sui costi che la loro protesta fa pagare al sistema Italia.
      Sanno benissimo costoro (e chi li organizza…) che se lotteranno abbastanza a lungo, porteranno il mero costo economico e di tempo dell’opera ad un livello tale che il governo/ società realizzatrice dovrà cedere. Questa tattica e’ distruttivista, e’ una tattica che secondo me va oltre il discorso “esprimo il mio dissenso sull’argomento x”, ed e’ assolutamente il contrario della democrazia, qualsiasi definizione della stessa vogliamo usare.
      Infatti, una minoranza riesce attraverso una tattica di logoramento ad avere la meglio sulla maggioranza, provocando ad essa un danno. Una tattica di logoramento che detta minoranza si puo’ permettere perche’ non viene mai messa di fronte al prezzo della sua tattica.
      Il tutto non perche’ le ragioni della minoranza siano migliori, piu’ documentate, piu’ razionali e piu’ “corrette” delle ragioni della maggioranza, ma solo perche’ possono farlo e hanno la volonta’ di farlo.

      Questo per me e’ un sopruso, un’imposizione, un’espressione della dittatura e di tutto cio’ che di solito associamo alla parola “fascista”.

      E dato che dopo anni di questo andazzo si e’ visto che ci sono gruppi / personaggi che hanno capito bene questa logica, che ci hanno costruito una carriera politica o pseudo tale, e che casualmente si ritrovano spesso in tutte le movimentazioni di questo tipo, sempre con gli stessi meccanismi di lotta, e che tutto questo ha un costo per l’Italia e per noi, io personalmente ho accumulato abbastanza insofferenza al riguardo da dire:
      - Volete protestare contro “X”? Va bene, ma lo farete a distanza di sicurezza, che la vostra protesta sia dialogo basato sulle idee, e non sulla forza dato che se passate questa distanza, allora non e’ piu’ dialogo, e’ blocco dei lavori, e’ aumento dei costi , in una parola e’ gia’ un DANNO.
      E se per fare cio’ occorre l’esercito, ben venga l’esercito.
      Chiaro, mica stiamo parlando di sparare sulla folla, solo di presidiare i siti e di evitare che i manifestanti sciamino in mezzo alle ruspe per bloccare i lavori.

      Perche’, in sintesi, la “democratica disobbedienza civile” quando eccede determinati limiti non e’ ne’ democratica, ne tantomeno civile .

    71. Tiziano scrive:

      @ Pietruccio
      La ringrazio per la precisazione e porgo, ovviamente, le mie scuse all’ingegner Romanello, del quale mi stupiva, in realta’, questa “leggerezza” contributiva. Non sapevo della sua residenza in Germania, per cui non posso che scusarmi di nuovo con lui. Purtroppo non sarebbe l’unico a sottrarsi ad una tassa (giusta o ingiusta e’ una tassa e le tasse si pagano) con pretesti di “disobbedienza fiscale” dovuti a critiche sui palinsesti… che anche se fondate nulla c’entrano con una tassa che non e’ un canone di abbonamento, nonostante cosi’ la chiamino tutti (RAI compresa).
      Scusi per la gaffe.

      In quanto al paese di merda ed al numero di persone meritevoli che Nostro Signore (al quale personalmente non credo) avrebbe piazzato qui da noi per rendere la nostra esistenza meno grama, vorrei parafrasare una nota battuta che afferma piu’ o meno che gli idioti a Dio devono piacere veramente tanto visti quanti ne ha fatti. Temo che i 144000 di biblica derivazione che si salveranno probabilmente riflettono una stima reale e, sia ben chiaro, io non mi ci metto. Ma non ho capito una cosa: lei pensa che le mie affermazioni siano quelle di un uomo report o di un seguace? O almeno mi concede l’onesta’ intellettuale di quello che affermo senza piazzarmi la solita, odiosa, fascista etichetta di uomo senza cervello che va tanto di moda in certi ambienti neo-con e che, sinceramente, credevo di non aver avvertito in questo thread? Senza polemica, Pietruccio, solo per capire come devo pormi nel continuo della discussione, perche’ per iscritto si fatica a capire, talvolta, cosa si intenda tra le pieghe di quattro parole, e magari lei non voleva riferirle a me ma ad una certa schiera di “tifosi” preconcetti che infastidiscono parecchio pure me.

      @Valerio
      Non la pensiamo in modo molto diverso, sa. Semplicemente io credo che sia complesso, in un paese come l’Italia, muoversi come lei sostiene (e condivido) dovrebbero funzionare le cose. Solamente che in un paese come questo, che mi piace sempre meno, e’ piu’ complesso che altrove convincere i cittadini a rispettare le regole. Tutto qui. Certo che, in un paese di tifosi in cui se non si e’ di una squadra si e’ automaticamente dell’altra, si fatica a far credere che essere critici contro il nucleare sia equivalente ad una tessera di GreenPiece o dei Verdi Arcobaleno.
      Cosi’ come e’ difficile spiegare a tutti, anche ai piu’ accorti, che quando protestano i lavoratori metalmeccanici “sono i sindacati di sinistra”, mentre invece quando protestano i tassisti, gli autotrasportatori (ricordate il blocco delle merci di qualche tempo fa?) o gli allevatori delle quote latte mai pagate ecco, quelli no. Alla faccia degli uomini report e dei seguaci di cui sopra parlavo a Pietruccio.

      In ogni caso, grazie delle vostre risposte.

    72. Pietruccio scrive:

      Si.

      Poi queste “minoranze democratiche”, che lottano per il bene del popolo, stranamente non contano niente e non ci si mettono nemmeno a chiedere, ad esempio, il contenimento dell’inflazione o di evitare la selvaggia precarizzazione del lavoro oppure di riequilibrare il sistema delle pensioni dove regna la sperequazione o una ragionevole politica della casa che consenta di cambiare lavoro spostandosi da una città a un’altra senza bisogno di essere milionari (il costo delle case non è compatibile con quello degli stipendi di chi lavora). Per queste necessità primarie quei signori non ci sono, o sono degli agnellini.

      Stranamente diventano delle belve vincenti solo quando si tratta di fare gli interessi di qualche lobby petrolifera, fotovoltaica, o robe del genere monnezza inclusa… con giornali e televisioni pronti a dar loro credito, appoggio e visibilità.

      Essendo gente che per prevalentemente si autodefinisce di sinistra non riesco a capire come si possano sentire la sera, o la mattina, quando si guardano nello specchio. O forse, a forza di dire bugie, può darsi siano abituati a mentire anche a se stessi.

    73. Pietruccio scrive:

      Tanto per fare un esempio di notizie report-like (ma molto più corrette di report) avrete letto in questi giorni, a proposito di una gara per due centrali in Canada, articoli tipo questi tre (e/o molti altri dello stesso tono)

      cianciullo.blogautore.repubblica.it/2009/07/19/canada-il-nuc...

      http://www.sambenedettoggi.it/2009/07/31/77043/

      mondoelettrico.blogspot.com/2009/07/nucleare-no-alla-realizz...

      Notare che non si fa riferimento all’unità di misura principale che caratterizza il costo dell’energia elettrica, cioè i centesimi di euro per unità di energia prodotta (c€/kWh), ma si ragiona su un parametro che ha poco senso e strafavorisce le rinnovabili, e cioè il costo per unità di potenza installata (€/kW), visto che le rinnovabili anche con tanta potenza installata producono, in un anno, ben poca energia: cioè con le rinnovabili con tanti kW si producono pochi kWh.

      Senza entrare troppo in dettaglio nel vespaio dei costi del nucleare vediamo a spanne cosa significano realmente quei numeri “allarmanti” in relazione ai due reattori proposti da AREVA

      8.43 G€ per impianto cioè 2.6 volte Olkiluoto originale (3.2 G€) e 76% in più di Olkiluoto consuntivo (alla fine sarà 4.8 G€)

      costo di ammortamento in 25 anni (ammettiamo che gli interessi raddoppino i costi) 2*8.43E9/(12.5E9*25) = 5.4 c€/kWh che aggiunti circa a un altro c€/kWh abbondante per spese e combustibile porta il costo a un po’ meno di 7 c€/kWh

      finito l’ammortamente, nei successivi 35 anni (il reattore è progettato per 60 anni, ma l’esperienza dice che sono impianti che durano parecchio di più della vita nominale) il costo sarà di quel 1.5c€/kWh più il costo dello smantellamento (diciamo, a esagerare, 1G€ cioè circa il doppio del costo stimato a oggi)

      allora fa 1E9/(12.5E9*35)=0.2 c€/kWh, cioè, a esagerare, 2 c€/kWh per tutto il resto della vita del reattore

      Notare che le rinnovabili tipo idroelettrico o eolico costano intorno a 10-20 c€/kWh mentre il fotovoltaico a discorsi costa poco ma poi vogliono incentivi in modo da venderlo all’enel al prezzo folle di 40-45 c€/kWh, che naturalmente paghiamo noi, all’interno di un costo medio che a casa mia è oltre i 20 c€/kWh.

      Questi sarebbero i costi “insostenibili” dell’energia nucleare.

    74. Pietruccio scrive:

      Dimenticavo.

      Chiaro che nei costi del nucleare che ho fornito (molto abbondanti e a spanne) è compreso lo smaltimento delle scorie.

      Nessuno invece computa i costi di smaltimento e di ripristino dell’eolico, del PV, dell’idroelettrico, ecc…

      Per esempio: quanto costerà demolire e riportare a prato verde una diga e il fondo del suo intero bacino?

      Perchè questo calcolo deve essere fatto per una centrale atomica ma fa sorridere se lo attribuiamo alle altre forme di produzione dell’energia?

    75. Edoardo scrive:

      Concordo con Pietruccio e Valerio.

      Stranamente diventano delle belve vincenti solo quando si tratta di fare gli interessi di qualche lobby petrolifera, fotovoltaica, o robe del genere monnezza inclusa… con giornali e televisioni pronti a dar loro credito, appoggio e visibilità.

      A tale proposito non so se Tiziano, prima di intervenire, si sia informato su esempi di “democratica protesta” e a che conseguenze hanno portato.
      Ne cito uno a pare mio emblematico: nel 2006 i lavori, già lentissimi, per l’inizio della costruzione del termovalorizzatore di Santa Margherita la Fossa (SA) grazie alla “costruttiva protesta” di un comitato della zona, circa 150 persone di cui una ventina, come da successive indagini dei Carabinieri, con precedenti per associazione camorristica, riuscirono a far fermare i lavori ed il cantiere fu quasi abbandonato (ieri, 30/07/09, Bertolaso ha annunciato che questo sarà riaperto quanto prima ed i lavori procederanno spediti come per l’impianto di Acerra)

      All’epoca alcuni giornali (non tutti ed Il Mattino espresse dubbi sul risultato della protesta) e principalmente il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio, esultarono affermando che l’aver impedito la costruzione di un’”opera inutile e dannosa” come il termovalorizzatore di Santa Margherita la Fossa era stata una conquista per i cittadini della zona… Sappiamo tutti cosa la conquista contribuì a creare qualche tempo dopo.

      il servizio di Report sara’ anche stato infarcito di inesattezze ma rimane comunque una vetta ineguagliata rispetto alle “Porte a porte” sul nucleare

      Vetta ineguagliata? Dove? Da chi? Casini a parte, a te va bene che un programma nazionale (senza aver permesso a qualcuno favorevole al nucleare di controbattere: questa si che sarebbe stata democrazia!) diffonda notizie imprecise se non addirittura false?… Contento te….

      Infine ricordo a tutti gli “entusiasti” che la tecnologia con cui queste future centrali verranno costruite sara’ oggetto di caccia e bottino da parte di numerose associazioni a delinquere che faranno di tutto per infilarsi nella costruzione di oggetti che muoveranno miliardi di euro per lustri. Il che, obiettivamente, capita anche per strade, viadotti e scuole (leggi cementi depotenziati e geometri assassini) ma se applicato alla costruzione di un impianto nucleare deve ingenerare nel cittadino medio un giustificato allarme.

      A parte il fatto che le associazioni ci sono anche nel settore delle rinnovabili (ci sono anche nella sanità eppure tutti noi continuiamo ad andare in ospedale on in altre strutture sanitarie pubbliche per curarci) ma credo sia importante sottolineare che più il settore è specialistico e tecnologico, come appunto è il nucleare, è molto più e difficile al malavitoso infiltrarsi.

    76. egisto scrive:

      Ad esempio smantellare una torre eolica, basamento compreso, costa 500.000 euro. Smantellare le 4000 torri eoliche presenti in Italia costerà 2 miliardi di euro. già ora ci sono alcune piccole centrali eoliche installate negli anni 90 in Sardegna e sull’Appennino che sono in stato di completo abbandono e non ci sono i soldi per ripristinarle…

    77. Tiziano scrive:

      Avevo inviato un post di scuse e una risposta che non e’ stata pubblicata, non so per quale motivo. Spero che anche questa non venga cassata. In sintesi: mi scusavo con l’ingegner Romanello per la gaffe, dovuta alla mia misconoscenza della sua residenza estera, ed un paio di considerazioni rivolte al signor Pietruccio e al signor Valerio, la cui posizione condivido anche se mediata da alcune mie personalissime e amare considerazioni su questo paese e sui suoi abitanti. Spero che i moderatori ridiano vita al mio post che tutt’altro meritava che una non approvazione, ritengo. Grazie.

    78. Tiziano scrive:

      Vetta ineguagliata? Dove? Da chi? Casini a parte, a te va bene che un programma nazionale (senza aver permesso a qualcuno favorevole al nucleare di controbattere: questa si che sarebbe stata democrazia!) diffonda notizie imprecise se non addirittura false?… Contento te….

      Ecco, Edoardo, il problema è che non puoi scrivere “Casini a parte” perchè in quello (e in molti altri programmi) c’era SOLO Casini. Proprio quello di cui ti lamenti tu, insomma, relativamente al servizio di Report. Allora la democrazia è questa perchè ti garbano di più le scemenze messe in bocca ad un politico piuttosto che quelle fatte credere ad uno che ha l’inceneritore a fianco casa? Ma per favore. Contento te…

      ma credo sia importante sottolineare che più il settore è specialistico e tecnologico, come appunto è il nucleare, è molto più e difficile al malavitoso infiltrarsi.

      Beh, guarda, questa proprio è da gran premio. Spero che tu non la pensi sul serio, e che tu l’abbia scritta sotto una qualche spinta ideale che ti ha tolto per un attimo l’imparzialità…
      La criminalità si avvale di tutte (e dico tutte) le migliori tecnologie come e meglio dello stato. Spesso tecnici assolutamente d’eccellenza, in ogni campo, lavorano per entrambi. Questo è vero per la telefonia, per le comunicazioni, per la chimica, per l’informatica, per la medicina e la terapia d’eccellenza, e quindi sarà vero anche per il nucleare. Perchè un ingegnere nucleare ha la stessa preparazione (qualitativamente) di un ingegnere elettronico, di un ingegnere termotecnico, di un ingegnere aerospaziale e così via. E se ce ne sono pochi, per ora, è solo perchè non hanno gli sbocchi professionali opportuni. Intendiamoci, di ingegneri e tecnici ce ne sono sempre pochi, perchè ci si fa un bel mazzo ad ottenere una laurea così (e ne so qualcosa anch’io, probabilmente come molti dei presenti al forum) ma… ingenuità per ingenuità, Edoardo, non so dove lavori, ma una domanda: nel posto dove lavori tu comandano i tecnici? Quale potere decisionale hanno gli ingegneri rispetto ai direttori commerciali o, nel caso di una centrale nucleare, ai politici ? E adesso, sei ancora disposto a sostenere che sia difficile per la Mafia (la Mafia, Edoardo, lo scrivo con la M maiuscola perchè la Mafia non è cicciuzzo il peracottaro che fa pagare il pizzo al fruttivendolo del mercato di Ballarò, la Mafia è quella che costruisce viadotti e ferrovie e si fa pagare dallo Stato) infilarsi in un affare così?

    79. Edoardo scrive:

      Per Tiziano, mi spiace ma leggo solo ora, causa impegni lavoro protratti per tutto il week end, il tuo post:

      Ecco, Edoardo, il problema è che non puoi scrivere “Casini a parte” perchè in quello (e in molti altri programmi) c’era SOLO Casini. Proprio quello di cui ti lamenti tu, insomma, relativamente al servizio di Report. Allora la democrazia è questa perchè ti garbano di più le scemenze messe in bocca ad un politico piuttosto che quelle fatte credere ad uno che ha l’inceneritore a fianco casa? Ma per favore. Contento te…

      E chi se ne frega di Casini e di tutti quelli come lui, di destra e sinistra; quello che volevo tentar di spiegare era che, quando si parla di nucleare, se si vuol fare VERA informazione si interpella i famosi “addetti ai lavori e non “ricercatori indipendenti” ( come spesso cita Greenpeace o legambiente) che poi si scoprono essere giornalisti o filosofi oppure i soliti politici e politicanti di destra o sinistra. Esempio se si parla di salute e medicina e fra gli invitati c’è un politico e un medico, io (non so te) ascolto il medico. Quando si parla di nucleare invece no: il politico ha sempre l’ultima parola. A parte quando parla Rubbia, il quale, quando è all’estero parla bene dell’atomo, quando è in Italia ne parla male.
      E si torna all’errore solito come dai tempi del referendum quando l’Italia buttò all’ortiche il settore nucleare (5.000 posti di lavoro persi!) solo per interessi politici e non tecnici.
      Tra l’altro gli scienziati, gli ingegneri, i fisici, ecc. vengono sempre fatti passare come uomini di parte e come coloro che vogliono una tecnologia pericolosa a danno di tutti solo per i loro interessi e prestigio (vedi scontro fra il prof. Amaldi e Scalia)

      La criminalità si avvale di tutte (e dico tutte) le migliori tecnologie come e meglio dello stato. Spesso tecnici assolutamente d’eccellenza, in ogni campo, lavorano per entrambi. Questo è vero per la telefonia, per le comunicazioni, per la chimica, per l’informatica, per la medicina e la terapia d’eccellenza, e quindi sarà vero anche per il nucleare. Perchè un ingegnere nucleare ha la stessa preparazione (qualitativamente) di un ingegnere elettronico, di un ingegnere termotecnico, di un ingegnere aerospaziale e così via.
      Un discorso è una rete internet complicata quanto vuoi, una macchina per la diagnostica o un laboratorio chimico, un’altra faccenda sono i reattori nucleari.
      Guarda che non c’ entra nulla il titolo di studio o la preparazione professionale: arrivare al combustibile o alle parti critiche di una centrale o ai cask delle scorie, anche se un criminale avesse il nobel per la fisica, è un impresa quasi impossibile e/o ad altissimo rischio (concetto spiegato più volte nel forum)
      Il combustibile esausto, il cui plutonio non è adatto per fare le bombe, è talmente radioattivo che, se estratto dal reattore senza le precauzioni del caso (spostamente barre sott’acqua con particolari macchinari), un essere umano rimane ucciso a una distanza di soli 4 metri (come mi fu spiegato da un ingegnere della Sogin addetto al sito di Trino durante una breve visita)
      Non è come vogliono farci credere programmi come Report o Ambiente Italia credere che un qualsiasi terrorista entra di notte dalla finestra centrale nucleare fa danno ai circuiti oppure ruba le scorie o il combustibile, lo carica in macchina e se ne va indenne.
      Inoltre non so se sai che per fare le cosiddette “bombe sporche” che ci siano le centrali nucleari oppure no è irrilevante: per detti ordigni bastano le scorie dei laboratori e/o ospedali medici ove si effettua la radioterapia (226Ra, ha un’emivita di 1602 anni e decade in radon, mentre il Cobalto 57 una emivita di 300 anni)
      Se queste cose le sapessero quelli di Report, greenpaece o legambiente , da bravi antinuclearisti, cominceranno chiedere le firme per un referendum contro la radioterapia o il laboratori di medici nucleare.
      Un altro appunto: io lavoro in un centro radiologico e, almeno in questi ambienti (non so invece sono tu lavori e francamente non m’interessa) quando si deve decidere di cambiare macchinari, di iniziare nuove procedure di diagnostica, ecc. l’ultima parola dev’essere degli esperti qualificati (sia per la radiologia tradizionale che per le scintigrafie, le PET, ecc) una volta che questi si sono espressi, ovvero dopo analisi e calcoli non dopo aver ascoltato Casini o Report, allora si decide anche l’entità della spesa e del finanziamento conseguente.

      Ho voluto dare alcuni dettagli, non per sfoggio di cultura ci mancherebbe! Qui l’unico è l’Ing. Romanello che lo potrebbe fare. Ma per invitare tutti quelli che, come Tiziano sono stati informati in maniera non corretta riguardo all’argomento, di documentarsi a fondo magari partecipando a incontri, convegni o la leggere opere divulgative interessanti…(credo però che uno adesso preferisca pensare alle ferie invece che al nucleare).

      Saluti.

    80. Edoardo scrive:

      226Ra: ovvero Radio 226

    81. Edoardo scrive:

      Per tutti:
      ho trovato questo link. A parer mio mi pare un po’ strano ed inconcepibile: di un batterio che mangia le scorie. Chiedo a chi di competenza (in particolare Pietruccio e l’ing. Romanello) se sanno qualcosa a riguardo o si si tratta di una trovata giornalistica. Ecco il link:

      energianucleare.wordpress.com/2008/12/10/deinococcus-radiodu...

    82. Giacomo scrive:

      @Edoardo
      Interessante!

      http://it.wikipedia.org/wiki/Deinococcus_radiodurans

      In effetti qualcosa del genere sicuramente lo fa.

    83. Giacomo scrive:

      SAVANNAH RIVER SITE, S.C. (Nov. 16) - Eight years ago, scientists using a metal rod here to probe the radioactive depths of a nuclear-waste tank saw something that shocked them: a slimy, transparent substance growing on the end of the rod.
      They took the specimen into a concrete-lined vault where technicians peered through a 3-foot-thick window and, using robot arms, smeared a bit of the specimen into a petri dish. Inside the dish they later found a colony of strange orange bacteria swimming around. The bacteria had adapted to 15 times the dose of radiation that it takes to kill a human being. They lived in what one scientific paper calls a “witches’ brew” of toxic chemicals.

      It was a step forward for the U.S. Department of Energy, which has been looking for a few good bugs — in particular, members of an emerging family of microbes that scientists call “extremophiles.” These microbes can survive in some of Earth’s most inhospitable environments, withstanding enormous doses of radiation, thriving at temperatures above boiling, and mingling with toxic chemicals that would kill almost anything else.
      That makes them a potentially valuable tool in the Energy Department’s effort to clean up vast amounts of nuclear waste, including the Savannah River Site near Augusta, Ga., and the Hanford Site near Richland, Wash. The department says it could cost as much as $260 billion to clean up its messes with conventional methods, which rely heavily on chemical treatment and robots. Using extremophiles could slash that bill.
      Extremophiles eliminate toxins by ingesting them and breaking them down into relatively harmless components. The microbes also can reduce the hazard of radioactive wastes by changing them into insoluble forms that are much less likely to leak into aquifers and streams. Outgoing Energy Secretary Spencer Abraham predicted this year that “in the not-too-distant future,” extremophiles will be cleaning up nuclear waste and munching the pollutants of coal-fired power plants, including carbon dioxide, one of the causes of global warming. The National Aeronautics and Space Administration thinks if it can understand the mechanism that the bugs use to survive radiation, it might be able to use it to protect space crews against radiation on long voyages. The National Institutes of Health hopes the microbes’ peculiar powers might help cancer patients survive more-intensive radiation therapy.
      So far, scientists say that the extremophiles they have found in nature aren’t harmful to humans. Laboratory-engineered modifications of these bugs, however, are likely to cause some controversy because no one knows what their long-term effects might be.
      The berry-shaped bug discovered at the Savannah River Site was christened Kineococcus radiotolerans. Scientists have probed 95% of its genetic structure. They know what it does and what it eats — it loves malt sugar — but after 50 years of studying these sorts of bugs, they have no idea how they survive. Radiation shatters the genetic structures of living things, but extremophiles snap themselves back together in a matter of hours.
      Christopher Bagwell, a microbiologist here, says Kineococcus has shown the ability to break down herbicides, industrial solvents, chlorinated compounds and other toxics, all while growing in a radioactive environment that shrivels other living things and turns glass brown.
      Scientists know of at least a dozen extremophiles. The first was discovered in 1956 in Corvallis, Ore. Scientists were zapping cans of horse meat with high radiation, trying to establish the preservative value of food irradiation. One can developed an ominous bulge. Inside, the scientists isolated pink bacteria they had never seen before.
      They gave it the scientific name Deinococcus radiodurans. But researchers were so amazed by the bug’s resilience that some years later, they nicknamed it “Conan the Bacterium,” spawning a folklore and debate among scientists that continues today. Because the microbes endure radiation at levels higher than any natural source, some scientists have argued that they must have ridden in on comets. Others speculate that they were the Earth’s first residents after the planet was born in a radioactive explosion.
      “Because of the amazing abilities of these organisms, they sort of bring out the poet in people,” says John R. Battista, a microbiologist at Louisiana State University. He says speculation about outer space origins is like engaging in “mythology.”
      Extremophiles have recently been found on barren mountain tops and in the frozen plains of Antarctica, Dr. Battista says. He believes they are simply harmless, opportunistic creatures that have found a way to survive in conditions of severe drought, which, he says, damages cells in much the way radiation does. “It just waits until it gets dried out and then it gets blown somewhere else.”
      The original Conan proved to be a wimp among extremophiles. It could handle radiation, but not the solvent toluene and other chemicals normally found in bomb makers’ wastes. So, in 1997, the Energy Department started work on a genetically manipulated bug that researchers called Super Conan.
      Super Conan now lives in a petri dish at the Uniformed Services University of the Health Sciences, a U.S. military research facility in Bethesda, Md. It can handle nasty chemicals as well as radiation, but the researcher who developed it, Michael J. Daly, says the government is afraid to let it out.
      “We’re at a point where we could do some field trials,” he says, adding that his sponsors at the Energy Department doubt the public is ready for the release of this laboratory-engineered bug into the environment. It might eat nuclear wastes, but they worry about what else might it do, he says.
      Rather than confront such touchy matters, the department is confident it can find Super Conan’s equivalent in nature, says Ari Patrinos, the department’s director of biological and environmental research. He estimates that fewer than 1% of the Earth’s bacteria forms have been identified: “There are plenty out there for our needs. We just have to pick and choose.”
      That’s where Kineococcus comes in. The Savannah River Site, slapped together in the early 1950s to keep the U.S. ahead of the Soviet Union in the race to produce hydrogen bombs, has 49 underground storage tanks containing 35 million gallons of radioactive waste. The Energy Department has a much bigger mess at the Hanford site, a World War II weapons plant where leaking tanks have contaminated 80 square miles of groundwater with radiation and toxic chemicals.
      Because the new orange bug made its home in nuclear wastes, no one can argue that putting it back there would be unnatural, say the scientists here. They believe they can grow kineococcus in petri dishes and then inject it into tanks and underground plumes of leaking wastes.
      But Dr. Bagwell thinks it will take five more years of peering into the bug’s genes before attempting such experiments. Twenty percent of the microbe’s genetic structure, he says, involves “unknown functions.”

    84. Giacomo scrive:

      In italia era arrivato qualcosa del genere…..il 10 dicembre 2008…..

      blog.panorama.it/hitechescienza/2008/12/10/rifiuti-radioatti...

      Scusate lo sfogo….ma allora i siti degli ecologisti di che si occupano se si “dimenticano” queste notizie?
      Di andare in piazza con le bandierine per manifestare il loro “green correct”?

    85. Tiziano scrive:

      @Edoardo
      Ciao e grazie per le tue considerazioni. A furia di post riusciamo a capirci, anche se e’ piu’ complicato scrivere che parlare… :)
      Specifico meglio il mio discorso sulla “pericolosita’” di un’infiltrazione della criminalita’ nell’affare nucleare. Non volevo ipotizzare alcuno scenario terroristico, sarebbe oltremodo ingenuo pensare al terrorista con lo zainetto e la testata nucleare che cammina per le strade di New York (c’e’ un celebre film che ne parla, ma e’ proprio una di quelle cose da evitare per farsi una cultura…). Concordo con te che maneggiare o sottrarre scorie nucleari per fare bombe sporche o altre nefandezze non e’ certo come spacciare eroina o scippare borsette.

      Quello che voglio dire e’ che il vero affare sta nello smaltimento, anzi nel mancato controllo (leggasi misure di sicurezza) durante l’intero processo di stoccaggio dei materiali esausti. E se la cautele non sono mai troppe anche quando i politici e gli ingegneri fanno onestamente il loro mestiere (penso alle cave di sale in Germania) figuriamoci se la politica si facesse fuorviare da interessi malati per decidere un sito di stoccaggio piuttosto che un altro non spinta da analisi e competenze, ma da convenienze piu’ o meno supportate dal parere dei tecnici.

      Io sono un progettista elettronico da 15 anni (anche se non interessa). Ti posso assicurare che nel mio settore, al contrario di quanto tu affermi, per avere margini superiori si ricorre a mille stratagemmi. E l’ultima parola non spetta mai ai tecnici, ma ai direttori commerciali e marketing che stabiliscono quanto deve costare un prodotto. Se poi il lavoro viene malaugaratamente dato in appalto (magari con una bella garina al ribasso) allora, una volta stabilita la cifra finale ci si ingegna per starci dentro e si risparmia dove si puo’. E le direttive vengono sempre (nel privato, almeno) dai proprietari dell’azienda.

      In quanto ai tempi di dimezzamento del Cobalto o del Radon sono notizie (quasi) di dominio pubblico, nelle quali un qualunque studente di materie scientifiche si imbatte nel suo primo esame di chimica, quando gli capita sotto tiro la tavola periodica, oppure nell’esame di Fisica 2 o Fisica 3. Le competenze vere sono altre, ti posso assicurare che fin li’ ci arrivano in tanti, ci arrivo pure io che ad ingegneria ho scelto il ramo informatico (ma che, come tutti gli ingegneri, si e’ dovuto sorbire gli esami di matematica e fisica). Per cui, poco poco, pure a GreenPeace ci sara’ qualcuno che sa che i rifiuti radiologici opedalieri sono molto pericolosi e potenzialmente utilizzabili per costruire armi sporche. Del resto le zone “controllate” nei reparti di radiologia sono ben segnalate, ed anche un ignorante capisce a pelle che quel triangolo giallo deve far stare sull’attenti…In ogni caso e’ superfluo farti notare che se gia’ c’e’ un pericolo con le scorie della radiologia non e’ un buon motivo per andarsene a cercare un altro. Ecco, magari Casini e Pecoraro Scanio queste cose non lo sanno, anzi, sono certo che non lo sanno, ed e’ appunto questo che mi preoccupa. Ripeto: Casini E Pecoraro Scanio, non sono un ecologista. Mi infastidisce la spocchia degli ecologisti tanto quanto la spocchia degli anti-ecologisti, profondamente.

      Ho letto anch’io del batterio, ma non ho basi per giudicare. Fosse vero.
      Un sistema di smaltimento reale delle scorie convincerebbe, ne sono certo, molti scettici, me compreso.

      Saluti.

    86. Pietruccio scrive:

      Per Tiziano

      Assolutamente niente di personale, né mi farei mai delle idee su di te (neanche se ti conoscessi: è una questione di rispetto). Ho colto l’occasione dei tuoi post per fare qualche intervento “al volo”. Purtroppo quello che mi manca è il tempo, sicchè scrivendo così, in fretta, senza neanche rileggere, con le dita che si annodano sulla tastiera, mentre lavoro, mi viene uno stile un po’ duro: so che può dare origine a equivoci ma l’alternativa è non scrivere niente, e a stare zitto non ci riesco.

      Con “report-like” intendo quelli che hanno una qualche interesse diretto o indiretto (magari anche solo un ritorno in termini di prestigio o di immagine o di carriera) nei settori concorrenti al nucleare: niente di male: ognuno fa il proprio interesse, a parte San Francesco, Maria Teresa di Calcutta e pochi altri. Quello che personalmente non mi va giù è che si spacciano come difensori dell’ambiente, della verità, ecc…

      ———————–

      Non sono daccordo quando dici che gli ingegneri nucleari sono preparati come gli altri, ma è un giudizio mio personale e non ho intenzione di addentrarmi in una questione del tutto aleatoria come questa.

      La questione dell’elevata tecnologia che contribuirebbe a tenere lontana la malavita si riferisce non alla presunzione tutt’altro che dimostrabile che sul piano personale che chi più sa meno ruba (sono infiniti gli esempi che dimostrano il contrario), ma il fatto che il pesantissimo sistema di produzione nucleare rende difficile “imbrogliare” e facile “controllare” dovendo essere tutto tracciabile, facendo assumere a ciascuno la proprie responsabilita diretta su OGNI lavorazione e su OGNI controllo. Si chiama Garanzia della Qualità e, tanto per darti una idea, quintuplica i costi a parità di prodotto, proprio per l’ossessiva sequenza di controlli e per la pesantezza della struttura produttiva che di quella di controllo.

    87. Pietruccio scrive:

      x Edoardo

      “Ecco il link:
      energianucleare.wordpress.com/2008/12/10/deinococcus-radiodu… “

      Se il batterio è resistete ad alte dosi di radiazione buon per lui (ricordiamo che a basse dosi resistenti lo siamo anche noi e che gli effetti che hanno su di noi le radiazioni sono stati amplificati dalla propaganda antinucleare).

      Il fatto di “usarlo” potrebbe servire solo se l’effetto complessivo fosse alla fine quello di aver concentrato in una zona ristretta i prodotti radioattivi di un sito contaminato. Se facessero, insomma, un lavoro di “spazzini” concentrando le scorie in un solo punto.

      Nessun effetto può invece essere prodotto sulle caratteristiche del nucleo atomico: se un materiale è radioattivo lo è anche nello “stomaco” di qualsiasi batterio: la chimica non può influenzare nucleo.

      Ricordo, tanto per chiarire le proporzioni, che se (a spanne) facciamo il nucleo dell’atomo grande come uno stadio, la nuvola di elettroni che lo circonda, e che è responsabile del comportamento chimico di un materiale, sarebbe grande come tutta la terra. Nel nucleo è praticamente concentrata quasi tutta la massa e si trova tutta la carica positiva: c’è una forza (forza nucleare forte) che funziona come una colla, che lo tiene insieme, altrimenti, sotto l’effetto della repulsione elettrica esploderebbe. In pratica il nucleo è una micropallina “appicicosa” con forze che sono infinitamente maggiori di quelle che governano “il moto” degli elettroni. Le forze nucleari sono confinate solo lì e non c’è interazione col comportamento degli elettroni dei gusci esterni (chimica).

    88. Giacomo scrive:

      Quoto in toto Pietruccio.La Radioattivita’ la sposti non la elimini casomai la riduci con la trasmutazione.Un batterio puo’ solo spostarla che tuttavia e’ gia’ qualcosa.Non sono esperto ma credo che molti processi chimici in ambienti fortemente radioattivi,siano difficili e costosi.

    89. Giacomo scrive:

      Mi ero illuso per un po’…..poi facendo un ragionamento molto semplice,quello piu’ semplice non poteva essere diversamente da quello detto sopra.

    90. Tiziano scrive:

      @ Pietruccio:

      perfetto, tutto a posto. Come ho gia’ detto in altri post e’ complesso rendere per iscritto il tono dei propri interventi, per cui spesso e’ facile travisare. L’importante e’ chiarirsi.

      Sto leggendo alcuni tuoi interventi, a spizzichi e bocconi, sui costi dell’energia nucleare. Mi ci vorra’ parecchio tempo per avere un’idea che non sia superficiale sui vari capitoli che citi, soprattutto quando li raffronti con i costi delle alternative classiche (FV, termico o eolico).

      Visto che in ogni caso si parla di numeri, ed i numeri sono meno traditori delle parole, credo ci risentiremo e ti chiedero’ qualche spiegazione.

      Tralascio anch’io il discorso sulla preparazione degli ingegneri nucleari della quale non dubito minimamente e non desidero scendere al livello di un confronto fra le varie “ingegnerie” perche’, come tu affermi del resto, e’ un confronto sterile ed inutile. L’erba del vicino non sempre e’ la piu’ verde…

      Nel frattempo, compatibilmente col tempo a disposizione, continuero’ a leggervi e, sperando di accendere qualche discussione costruttiva e di partecipare ad altre accese da voi, ad intervenire. Saluti!

    91. egisto scrive:

      Quando si fanno confronti tra costi dell’eolico, del PV e del nucleare o dei fossili non bisogna dimenticare che si stanno confrontando due cose molto diverse: un’energia intermittente (molto di più l’eolico meno il PV) che non ha credito di capacità (se non in misura minima) non essendo in grado di fornire l’elettricità su richiesta con un’energia con un credito di capacità pieno o quasi.
      Questo implica che le rinnovabili intermittenti abbisognano per essere competitivi con gli impianti tradizionali, nucleari o fossili, di complessi sistemi di backup o di stoccaggio dell’energia che ne innalzano drasticamente i costi.
      Quindi anche dove le energie rinnovabili intermittenti sembrano quasi competitive (come ad esempio l’eolico nei migliori siti produttivi onshore dei paesi del Nord, ma non certo in Italia) in realtà non lo sono affatto.

    92. Edoardo scrive:

      Per Tiziano:
      In quanto ai tempi di dimezzamento del Cobalto o del Radon sono notizie (quasi) di dominio pubblico, nelle quali un qualunque studente di materie scientifiche si imbatte nel suo primo esame di chimica, quando gli capita sotto tiro la tavola periodica, oppure nell’esame di Fisica 2 o Fisica 3.

      Verissimo, hai perfettamente ragione: un qualunque studente queste banalità le conosce, i professori o i “ricercatori indipendenti” di green peace, wwf o legambiente NO. Infatti spesso detti “esperti” sparano delle asinate da urlo (esempio: la misura degli effetti e del danno provocato dalla radiazione su un organismo si misura non in sievert ma in, udite, udite nanomicrosievert ???????? festa di Legambiente a Rispescia estate 2003)
      Cerca poi di far un dibattito serio con la gente comune su detto argomento, dopo che questi buffoni spaventano e disorientano con dubbi e paure (…che anche uno studente di terza media potrebbe eliminare) insensate

      ma il fatto che il pesantissimo sistema di produzione nucleare rende difficile “imbrogliare” e facile “controllare” dovendo essere tutto tracciabile, facendo assumere a ciascuno la proprie responsabilita diretta su OGNI lavorazione e su OGNI controllo. Si chiama Garanzia della Qualità e, tanto per darti una idea, quintuplica i costi a parità di prodotto, proprio per l’ossessiva sequenza di controlli e per la pesantezza della struttura produttiva che di quella di controllo.

      Pietruccio ha sintetizzato e spiegato la questione. Aggiungo che quando non ci dev’essere niente di tracciabile e/o identificabile (quando non ci sono i controlli e nel settore del nucleare e per tutto il ciclo del combustibile sono ossessivamente continui) allora ci sono i guai. Un discorso Se poi uno ci mette anche i NO continui, egoisti ed ideologici il dramma è completo: in Campania dicevano no alle discariche e no ai termovalorizzatori perché era contro la salute dei cittadini…. Guardate cosa è successo!
      In Italia crediamo che il nucleare sia e sarà come quello che ci è rimasto da dopo il referendum.
      Forse ci dimentichiamo che le centrali sono quelle (a parte Caorso) costruite negli anni ’60 (quando le conoscenze scientifiche e tecniche non erano ai livelli di oggi) e ci dimentichiamo che dopo il referendum tutto il settore fu volutamente chiuso in fretta e furia, tagliando i fondi necessari per una dignitosa messa in sicurezza: è come se uno abbandona un’auto per decenni e poi si lamenta perché non si accende più, arrugginisce e perde olio ed acido dalla batteria, ecc.

      Quello che voglio dire e’ che il vero affare sta nello smaltimento, anzi nel mancato controllo (leggasi misure di sicurezza) durante l’intero processo di stoccaggio dei materiali esausti. E se la cautele non sono mai troppe anche quando i politici e gli ingegneri fanno onestamente il loro mestiere (penso alle cave di sale in Germania) figuriamoci se la politica si facesse fuorviare da interessi malati per decidere un sito di stoccaggio piuttosto che un altro non spinta da analisi e competenze, ma da convenienze piu’ o meno supportate dal parere dei tecnici.

      Proprio per l’alta tecnologia, i rischi relativi alle scorie e soprattutto l’attuazione dei parametri per un sito geologico stabile, come dicevamo prima, rendono impossibile atteggiamenti irresponsabili.
      Riguardo a quanto affermi non hai tutti i torti ma ripenso a Scanzano Jonico: sito già individuato nei primi anni ’80, era adatto per un deposito di superficie (dati Enea 2005) ma non geologico di profondità; c’era un’enormità di salgemma ed argilla ma era troppo vicino al mare. Quando il governo di allora, ma sicuramente anche uno di segno opposto, si rese conto che un deposito geologico lì sarebbe stato una fesseria fece subito retro marcia. Più per precauzione che per le accese proteste, come ammise qualche tempo il ministro dell’epoca Matteoli.

    93. Renzo Riva scrive:

      Trasmetto il collegamento pervenutomi da quella “cima” del Giampaolo Bottoni

      Sempre a proposito della bellissima tavola degli elementi di cui ho scoperto oggi l’esistenza in rete, interattiva, accessibile all’indirizzo:

      http://www-nds.iaea.org/relnsd/vchart/index.html

      osservo un paio di curiosità:

      1) cliccando sul nuclide di numero atomico 82 (ossia il piombo) a proposito dell’isotopo 204 (presente in natura ossia nel normale piombo) vedo che lo mettono come RADIOATTIVO benche’ abbia una emivita (un tempo di dimezzamento) di lunghezza mostruosa ovvero 1.4 e17 anni ossia 140 milioni di miliardi di anni! Vorrei essere io ad avere una emivita cosi’ lunga!

      2) ho guardato anche il nuclide di numero atomico 78 (ossia il platino) e peso atomico 190 che alcuni, a volte, sostengono sia stabile. So invece che non lo e’ ed infatti lo dice anche la pagina di info dell’ IAEA ossia la sua emivita è di 6.5e11 anni ovvero si dimezza in 650 miliardi di anni. Dunque chi usa gioielli in platino si espone alla radioattività. Il regalare una fede in platino alla propria signora potrebbe dunque essere un tenuissimo e nascostissimo tentativo di uxoricidio. Chi gioca all’enalotto e cerca di fare 6 o 5+ potrebbe sperare anche in questo! ;-)
      Amike

      Giampaolo

      P.S. Allego anche le altre videate che ti ho già mandato perche’ diramo questa mia piccola scoperta ad altri. Puo’ sempre essere utile avere fonti certe da citare quando si discute di radioattività …. Allego le modalità di decadimento dell’uranio 238 ossia il famigerato uranio impoverito… ha tempo di dimezzamento ovvero emivita di oltre 4 miliardi di anni. Sarà radioattivo ma, anche per lui…vorrei esseci quando si sarà trasformato per metà in piombo… ( faccio sogni sempre un po’ esagerati…)

    94. Tiziano scrive:

      Vi segnalo (ma probabilmente lo avete gia’ visto e discusso) un argomento interessante sulle reazioni piezonucleari. Si tratta ancora di ricerca fondamentale, quindi ancora staccata da implicazioni tecnologiche e/o aspettivi pratici legati alla produzione di energia, ma tratta di scissione di atomi stabili (quali il ferro che si trasforma in alluminio cedendo neutroni) sottoposti nient’altro che a pressione meccanica. Lo studio è stato realizzato da un’equipe italiana del politecnico di Torino. Se ne trova traccia su un video presente in Repubblica TV (lo stile dell’intervistatore non è molto ortodosso, confonde gli elettroni con i neutroni ed ha la stessa voce di Enrico Lucci delle iene, ma ognuno ha la voce che mamma gli ha dato) e può essere uno spunto di approfondimento. Ecco il link

      Ecco il link: tv.repubblica.it/i-vostri-video/reazioni-piezonucleari/13390...

      Probabilmente ne avrete già parlato, scusate ma i thread sono difficili da leggere completamente, quindi se mi è sfuggito chiedo venia. Saluti a tutti.

    95. Pietruccio scrive:

      x Tiziano

      Piezofusione: non conoscevo questa in dettaglio ma avevo seguito un po’ quella di Cardone con gli ultrasuoni in una fase liquida.

      Ne ho parlato qui
      archivionucleare.com/index.php/2009/06/04/campagna-informazi...

      e in qualche post successivo dove rimandavo a una pagina dove ne ho parlato in modo un po’ più esteso

      archivionucleare.com/index.php/2008/07/04/reazioni-piezonucl...

      ———————————–

      Non mi stupisce che ci siano dei fenomeni “violenti” che in qualche maniera inneschino reazioni nucleari. Anche il capitolo della fusione fredda è tutto da spiegare. Le ricerche andranno avanti e fra qualche anno (o decina o centinaia di anni) capiremo qualcosa in più. Quello che si percepisce per ora è che nelle reazioni nucleari indotte da fenomeni esterni “c’è qualcosa” su cui indagare.

      Dei lavori del prof. Carpinteri ne parlano anche qui
      http://vimeo.com/4764862
      dove si vede la sua conferenza su
      Reazioni Piezonucleari nei solidi compressi
      GROTTAMMARE DELLE NUOVE ENERGIE
      24, 25, 26 APRILE 2009

      Mi è sembrato un discorso chiaro e corretto (non la solita propaganda)

      Ci sono però alcune cose che non mi quadrano.
      - Non capisco perché il professore accetti di parlare in una conferenza dal titolo ambiguo dove il suo discorso potrebbe essere facilmente strumentalizzato (come mi pare abbia fatto La Repubblica o qualche gruppo ecologista) inducendo facili speranze di una nuova fonte di energia che non centra niente con le ricerche che sta facendo: lui, come Cardone, in occasione di eventi particolari e con certi materiali, rileva semplicemente la presenza di neutroni in quantità appena rilevabili, ma ben lontano dai valori che potrebbero servire per un qualche tipo di produzione industriale. Invece, non solo siamo in una fase di ricerca di base e dunque lontanissimi da una qualche forma di sfruttamento del fenomeno, ma la reazione che propongono (da ferro ad alluminio con emissione di neutroni) è una reazione che richiede l’assorbimento di energia: stiamo dunque parlando di un sistema per consumare energia, non per produrla. Casomai, se si trovasse il modo di produrre neutroni in quantità (ordine di grandezza qualche milione di miliardi di miliardi di volte tanto quelli che cita lui, cioè 10E24), si potrebbe pensare di associare il fenomeno proprio alla tecnologia del nucleare da fissione per produrre materiale fissile da materiale fertile (plutonio da uranio o uranio fissile da torio) anche se a occhio dubito fortemente che un sistema siffatto possa avere un bilancio positivo di energia (accetto scommesse).
      - Il secondo aspetto che mi induce un certo scetticismo è il fatto che Carpinteri continui a citare Cardone, i cui documenti e il modo di presentarsi al pubblico (un sistema per produrre enormi quantità di energia nucleare a partire dal ferro) a me sembrano un evidente “depistaggio Verde” visto che non trovo nessun fondamento tecnico-scientifico nelle conclusioni che ricava dai suoi esperimenti. Qualcosa che assomiglia molto alla sparata di Rubbia ai tempi del referendum sul nucleare quando nel 1987 disse che non c’era bisogno di fare centrali atomiche a fissione perchè in cinque anni avremmo avuto il nucleare da fusione: naturalmente chi era del mestiere sapeva bene che non era vero e infatti di anni ne sono passati 22 e, nonostante il fatto che con la bomba atomica la reazione nucleare da fusione si realizza da più di mezzo secolo, per la fusione controllata si deve ancora dimostrare la fattibilità: vediamo nei prossimi anni cosa succede con Iter e Nif e come si sviluppa il discorso della fusione fredda, ma siamo lontani anni luce da un uso commerciale di queste tecnologie.
      - Non mi quadra poi il fatto che viene proposta come se niente fosse addirittura la reazione nucleare che produrrebbe quei neutroni, il tutto in una fase di ricerca appena embrionale che suggerisce ben altro tipo di prudenza. Come si può anche solo immaginare cosa succede nel momento di rottura di una roccia di micro-catastrofico e tanto devastante da innescare la liberazione di neutroni, che esistono solo all’interno del nucleo degli atomi, e ben protetti da forze elettriche di repulsione astronomiche (per quelle dimensioni: si tratta infatti di qualche Newton) generate dai protoni a cui sono legati? Magari si tratta di migliaia di fenomeni in cascata. Chi lo sa. Fare ricerca scientifica significa produrre molti esperimenti diversi, che devono essere completamente ripetibili, per poi uscire con teorie che siano “falsificabili” (che sia cioè possibile provarle con molti esperimenti che se non danno buon esito invalidano la teoria stessa) e che abbiano superato migliaia e migliaia di esami teorici e pratici. Perché, in questo caso, tanta fretta di arrivare a improbabili conclusioni? Depistaggio Verde perché non piace la piega che sta prendendo in Italia il settore energetico?

      —————————–

      Per inquadrare la situazione della fusione nucleare con annessi e connessi può essere interessante anche la lettura di questo documento

      nucleardreams.wordpress.com/2009/01/05/boulevard-of-broken-d...

    96. Pietruccio scrive:

      x Tiziano

      Ti ho risposto. E’ un po’ lungo quindi ho chiesto all’amministratore di sbloccarlo.

    97. Tiziano scrive:

      Grazie Pietruccio, vedo di leggermi/guardarmi i documenti che mi hai segnalato. A presto.

    98. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Qualche commento, seppur in ritardo, causa ferie…

      x Tiziano

      Come già evidenziato nel forum, e tanto per fare ulteriore chirezza: quando dicevo di non pagare il canone non incitavo a ‘delinquere’ ovviamente, ma dicevo, e ribadisco, che ‘rebus sic stantibus’ sono contento di non corrispondere più un canone alla RAI (giacchè vivo all’estero).
      Si dovrebbe avere il coraggio di dire A TUTTI (si, a tutti, perchè sono convinto che moltissimi ancora non lo sanno!) che si tratta di una tassa di possesso del televisore: cosa secondo me molto ingiusta (per quanto ci sia anche qui in Germania, e sia anche ben più cara che nel Belpaese)!
      Io credo che in un sistema di questo tipo sia giusto rinunciare, del tutto legalmente, al televisore e far crollare le relative entrate: sarebbe un unico, chiaro e forte messaggio a chi di dovere. Se non lo fate tenetevi la tanta spazzatura che vi propinano impunemente e giornalmente.
      Per quel che mi riguarda non è più tempo di sperare, di chiedere, di pregare, bensì è tempo di agire, perchè il tempo dei ’segaioli’, ahimè, è davvero finito…

      Ancora una cosa: ho letto i lavori di Cardone, e li ho fatti leggere anche a qualche collega. Devo dire che non ci convincono per niente proprio: quindi attendiamo ulteriori dettagli, ma per ora mi pare non ci sia nulla all’orizzonte…

      x Edoardo

      In effetti i batteri possono solo concentrare (eventualmente) da qualche parte la radioattività, ma sicuramente non eliminarla o anche solo ridurla: per far questo ci vuole la trasmutazione nucleare, e non la fanno di certo i batteri.

    99. Edoardo scrive:

      Per l’ing. Romanello:

      è da un po’ di tempo che non si sente più parlare di ricerche sugli ADS.
      Lei ha qualche novità da riportare sul forum?

      Grazie.

    100. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Caro Edoardo,

      Chiedo scusa per il ritardo con cui rispondo, ma al momento mi trovo a Parigi per una importante conferenza sul nucleare (per la cronaca: il GLOBAL2009).

      Le ricerche sugli ADS continuano, ed entro qualche anno si dovrebbe cominciare a costruire un esemplare sperimentale.
      Tuttavia oggi, nell’epoca degli studi di scenario, qualcuno si comincia a chiedere se tali macchine siano davvero necessarie oppure se i reattori critici ‘bruciatori’, più economici e sostanzialmente con una tecnologia già nota e provata, non possano svolgere il compito al loro posto (è quello di cui mi sto occupando in questo periodo e prevedo di avere i risultati delle prime simulazioni entro qualche mese)…
      Cordiali saluti

    101. Edoardo scrive:

      grazie e a presto, ingegnere.

      Saluti

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