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Bersani - nessuna scelta di fare un piano per il nucleare

1 Luglio 2006 di Amministratore

Nei giorni scorsi il Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani ha precisato che sul tavolo del governo non c’è “nessuna scelta di fare un piano per il nucleare per questo paese”.

Il ministro Pierluigi Bersani ha inoltre sottolineato come al momento si guarda soprattutto alla gestione degli esiti del nucleare e che la politica energetica che seguirà il governo non terrà conto del nucleare in quanto il rapporto di costi e benefici non c’è.

Tuttavia ciò non vuol dire che verrà meno la partecipazione alla ricerca nucleare di nuova generazione, ma anzi si cercherà anche di favorire la partecipazione a progetti di ricerca in Italia o all’ estero anche al fine di riaccumulare competenze in questo settore e riprendere le capacità tecnologiche.



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  • 39 Commenti a “ Bersani - nessuna scelta di fare un piano per il nucleare”

    1. domenico scrive:

      caro ministro Bersani, al dilà della politica è evidente che all’Italia il nucleare serve come l’ossigeno a noi umani, per cui:

      dai retta a uno che non sa niente , io.

      metti in agenda un piano per la rinascita di una seria industria nucleare servirebbero, l’ho già detto, 20 grandi centrali più il riavvio di caorso e trino dopo adeguato tagliando.

      sarebbe a mio giudizio il vero punto di svolta per la rinascita di questo paese.

    2. DANIELE.41 scrive:

      Caro domenico sentir parlare di nucleare con questa leggerezza mi fà venire i brividi. Almeno informati sui rischi di questo sistema. Come puoi usare la metafora della macchina per descrivere il nucleare. Se proprio vogliamo dirla con questo esempio è bene che tu sappia che la “macchina” era stata costruita per durare 15 anni e sta andando da 30; che il “tagliando” non può essere fatto e che la “macchina” viaggia sempre al massimo dei giri e viene spenta soltanto per il rifornimento di “benzina”. Se poi ci sono dei problemi secondari (condutture che iniziano ad avere dei problemi) non serve “cambiare una guarnizione”, si cerca di tamponare e si và avanti. Se poi ci sono miglioramenti tecnici (pensa all’alza cristalli elettrico al posto della manovella - una cosa stupida) non è possibile “montarlo” sulla macchina, ma sarà disponibile solo nella versione succesiva che sarà costruita solo dopo che la “vecchia” macchina avra dato tutto e sarà da rottamare. E la “rottamazione” non permetterà di riprendere il materiale e riusarlo per realizzare altre cose (vetro, metallo,…) ma si dovrà “spezzettarla” in tanti parti che dovranno essere inseriti in contenitori appositi e “da qualche parte” sistemati perchè non biodegradabili.
      Ciao Domenico.

    3. domenico scrive:

      non sono un tecnico.

      ma a detta di molti tecnici ,PS io abito in provincia di PC vicino a Caorso, e non sono pochi quelli intervistati, anche in pensione, mi hanno sempre detto che le due centrali : caorso e trino che hanno un reattore ad acqua e non a grafite es. cernobyl potrebbero essere riavviate in breve tempo 1 o 2 anni con la massima sicurezza e credimi quando guardo la centrale mi viene una fitta al cuore pensando allo spreco di cotanto ben di dio euna gran bella fabrica.

      pensa la centrale di caorso dassola potrebbe dare luce a tutto Milano non so se rendo con bassissimo impatto ambientale , non fa fumo con buona pace di kyoto.

    4. Marco Calviani scrive:

      Ciao Domenico,
      volevo commentare due tue affermazioni:
      1) su quale base dici che sono necessarie “20 nuove centrali da 1200 MW”? Noi importiamo attualmente dall’estero circa 45000 GWh di energia (fonte TERNA, www.terna.it, dati 2004), ben inferiore all’energia che ricaveremmo dalle 20 centrali di cui sopra, anche considerando un fattore di utilizzazione non elevato.
      2) per quanto riguarda Caorso o Trino, credo che tutti converranno nell’affermare l’impossibilita’, sicuramente economica (ma forse anche tecnica), di far “ripartire” i due impianti. Inoltre, come forse sai, la centrale del Garigliano ha subito nel 1978 un guasto ad un generatore di vapore secondario: a causa della breve vita residua dell’impianto, dell’eccessivo costo che avrebbe comportato l’adeguamento del reattore dopo l’incidente di Three Mile Island del 1979 e dei necessari interventi di adeguamento strutturali dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980, la centrale fu permanentemente disattivata. Ancor piu’ di Caorso e Trino, vedo molto difficile la possibilita’ di riattivare questa centrale.

      Cordialmente,
      Marco Calviani

    5. domenico scrive:

      con venti centrali potremmo abbondonare la produzione eletrica da fonti fossili inquinanti petrolio gas carbone con evidenti vantaggi

      la riattivazione di trino e caorso ( possibile) avrebbe oltre all’apporto energetico un fortissimo valore simbolico da far vedere ai nostri fornitori di carburanti ( che conosciamo bene)

      per una nuona rinascita dell’economia di questa nostra bella nazione Italia

      W L’Italia

    6. Marco Calviani scrive:

      Ciao Domenico,
      non credo che sia proponibile un abbandono “tout court” delle centrali convenzionali (non lo e’ nemmeno in Francia), anche soltanto per la capacita’ che esse hanno di modificare il carico e per la velocita’ con cui possono riavviarsi dopo un fermo.
      Inoltre non capisco da dove proviene questa tua sicurezza sulla possibilita’ di riattivare i due impianti: hai mai parlato con gli operatori oppure sei mai stato a vedere lo stato dei due siti?

      ciao,
      marco

    7. Truff. Carlo Bombonati scrive:

      # domenico scrive:
      7 Luglio 2006 alle 11:21
      “la riattivazione di trino e caorso ( possibile) avrebbe oltre all’apporto energetico un fortissimo valore simbolico da far vedere ai nostri fornitori di carburanti ( che conosciamo bene) […]

      W L’Italia”

      Considerazione tecnica:
      Qui non si tratta di “farrrrr rrrifulgere il glorrrrrioso popolo italico” ma di trovare una soluzione ad un problema, quello energetico.
      Per trovare una soluzione si guardano i vantaggi, gli svantaggi, i costi e poi si tirano le somme.
      Quindi, a mio avviso, e’ errato affidarsi a concezioni ideologiche come possono essere la tua (solo nucleare) o quella del ministro (niente nucleare).

    8. domenico scrive:

      ok niente posizioni ideologiche ma da entrambe le parti , mi raccomando;

    9. DANIELE.41 scrive:

      Domenico io non ho posizioni ideologiche.

      Due anni fà ho scoperto il problema della gestione delle scorie da parte della Sogin. Ho sviscerato il problema e dalle scorie sono passato all’energia atomica. Due anni fà non sapevo niente. Adesso, purtroppo, sò che viviamo in una pattumiera radioattiva, che da 5 anni la gerstione delle scorie radioattive è un bussiness in mano ad un generale e che, come avrai notato, tutte le informazioni provengono da Sogin (controllaore e controllato) e che l’energia atomica è stata una folgorazione che aqualche decennio fà a fatto credere agli scienziati che il tempo (faticoso)della ricerca era finito e che finalmente il problema energetico era risolto. Un abbaglio che ha portato, poi, i tecnici, come sempre accade, a guardare avanti e mai indietro; a correre con i paraocchi senza vedere cosa stava succedendo vicino a loro.

      Non sò come spiegarti ma sò che il nucleare che noi abbiamo inventato è nato vecchio e sorpassato.

      Un saluto

    10. Marco Calviani scrive:

      Ciao Daniele,
      non mi sembra che la ricerca, almeno in campo energetico, si sia fermata una volta che e’ iniziato l’utilizzo commerciale dell’energia nucleare. Credo piuttosto che sia vero il contrario visto lo sviluppo enorme che si e’ avuto dai reattori di prima generazione a quelli (attuali) di terza. Ovviamente e’ stato parzialmente guidato dalle utilities nucleari e dagli sviluppi politici.
      Non capisco tuttavia la tua affermazione circa il “nucleare che noi abbiamo inventato”: in che senso e’ “nato vecchio e sorpassato”?

      ciao,
      marco

    11. DANIELE.41 scrive:

      Come fai a parlare di sviluppo enorme se ancora i reattori di III generazione non ci sono ma, se ci saranno, inizieranno a lavorare nel 2015. Dell’EPR c’è solo una bella animazione tridimensionale.

      Se poi mi spieghi cosa sono le “utilities nucleari e gli sviluppi politici” te ne sarei grato.

      E’ nato vecchio perchè l’idea di scaldare acqua con un’esplosione atomica controllata, un processo chimico e non fisico, quindi non controllabile che deve essere protetto da muri su muri, il cui uso deve avvenire senza nessun errore umano, non è progresso. Il progresso è la scoperta delle radiazioni da parte dellaCurie e e la possibilità che ha dato di curare malattie mortali (sarebbe interessante però ragionare sul fatto che per curare si distrugge anche il tessuto sano).
      L’uso dell’energia nucleare come propellente per tenere accesa la fiamma non è progresso, perchè cambia il combustibile mentre la turbina è la stesa di una centrale a gas. L’unico motivo allora plausibile era che con pochi grammi di uranio si sostiutuivano chili di propellente fossile (il famoso esempio della lattina), ma guarda caso siamo circondati da centinaia di tonnellate di scorie.

      ciao.
      Daniele

    12. Marco Calviani scrive:

      Ciao Daniele,
      1) forse ti stai confondendo con i reattori di quarta generazione, che sono d’accordo, al meglio, arriveranno non prima del 2015. Quelli di cui parlavo io sono quelli di terza generazione (reattori evolutivi, non innovativi come quelli di IV), di cui non fa parte soltanto l’EPR (fra l’altro non esiste soltanto il filmato, basta provare a guardare “Annals of Nuclear Energy”, Nuclear Engineering and Design” e “Progress in Nuclear Energy”).
      Negli Stati Uniti, gia’ nel 1997 l’NRC ha concesso la licenza alla Westinghouse per il reattore modulare AP600 (che significa che una qualunque azienda elettrica potrebbe proporre la realizzazione di una centrale con questo reattore), ed una ulteriore classe, l’Advanced Boiling Water Reactor, e’ gia’ operante in Giappone (Kashiwazaki Kariwa) ed in costruzione a Taiwan.
      Essenzialmente questi reattori tendono ad ottenere un burn-up maggiore del combustibile (ovvero uno sfruttamento maggiore dell’uranio), ad allungare il periodo di esercizio, come diceva Vincenzo, e a diminuire i costi mediante un disegno standardizzato.

      2) le aziende elettriche (”utilities”) e le loro richieste (nonche’ quelle dell’NRC) hanno sempre parzialmente guidato gli sviluppi tecnologici nucleari, nel senso che l’operazione della centrale deve comunque dare dei vantaggi economici …. Per quanto riguarda l’altro tema, mi riferivo ad esempio al caso del Canada, che per scelta politica, ha indirizzato la tecnologia verso l’utilizzo di reattori ad uranio naturale (grandi giacimenti nel paese) moderati ad acqua pesante, per non dipendere dalla fornitura di uranio arricchito da paesi confinanti. Altro esempio e’ la Francia, che ha deciso la strada del riprocessamento, assieme ai reattori autofertilizzanti, (anche) per non dipendere, in caso di tensioni internazionali, dalla fornitura estera di uranio.

      3) tu hai ragione nel dire che non e’ termodinamicamente conveniente utilizzare il vapore+turbina. Ma, attualmente, ci sono alternative convincenti a questa tecnologia (indipendentemente da come e’ prodotto il vapore)?
      In ogni caso l’aumento dell’efficienza della conversione (che grossolanamente dipende dal rapporto fra la temperatura del refrigerante in uscita dalla “caldaia” e quella in ingresso) si potrebbe ottenere utilizzando acqua allo stato supercritico (sia nelle centrali convenzionali sia in quelle nucleari).

      spero di aver, almeno parzialmente, risposto alle tue domande,
      ciao,
      marco

    13. DANIELE.41 scrive:

      1
      Tu scrivi:
      “reattori evolutivi, non innovativi come quelli di IV”

      Non mi confondo ma ti chiedo che vuol dire evolutivi se quelli di adesso sono arcisicuri? Mi stai poi dicendo che un EPR Ë già in funzione?

      Tu dici:
      “Essenzialmente questi reattori tendono ad ottenere un burn-up maggiore del combustibile (ovvero uno sfruttamento maggiore dell’uranio), ad allungare il periodo di esercizio,”
      Mi stai dicendo che ci sono in attività reattori che riescono a usare meglio l’Uranio e che questo allunga il periodo d’esercizio? Spiegami meglio perchÈ non afferro il concetto. Diciamo invece che la barra di combustibile quando si esaurisce a “bruciato” solo una minima parte di uranio fissile perchË la reazione a catena a saturato l’elemento e pur essendoci ancora “combustibile da bruciare” bisogna fare la ricarica con nuove barre. Diciamo che con il riprocessamento si recupera un pò di questo uranio, a costi elevatissimi e con procedimenti inquinati, per realizzare altre”pallets”. Certo se la gente sapesse che l’efficientissima centrale atomica non riesce a bruciare che un decimo del suo combustibile forse inizierebbe a pensare; Meglio non dirglielo.

      3
      Anche qui I termini sono “si potrebbe”. Ma se si può allora facciamolo. PerchÈ si potrebbe ma non lo si fà ?Forse perchÈ Ë bene che le centrali oggi in funzione non vengano usate per fare esperimenti; Forse Ë meglio che se una cosa funzona per 20 anni meno si cambia qualcosa meglio si fà .

      Un saluto

    14. Marco Calviani scrive:

      Caro Daniele,
      cerco di rispondere ai tuoi quesiti:

      1) evolutivi significa che mantengono l’attuale tecnologia per quanto concerne la “fisica” del reattore (ovvero, ad esempio, continuano ad essere reattori a neutroni termici con acqua leggere che agisce da moderatore e refrigerante), ma che migliorano l’efficienza complessiva dell’impianto, sia nella gestione dell’efficienza termica, sia in presenza di un eventuale incidente. Per questo punto ti vorrei far notare che attualmente (reattori di II generazione) gran parte dei sistemi di sicurezza funzionano mediante sistemi attivi, ovvero pompe azionate da energia elettrica (eventualmente fornita da un diesel di emergenza); nei sistemi evolutivi di terza generazione gran parte di questi dispositivi sono sostituiti con sistemi di emergenza passivi, che non dipendono dall’apporto esterno di energia, come ad esempio sistemi di raffreddamento di emergenza che agiscono per convezione.

      2) sicuramente reattori differenti hanno utilizzi maggiori o minori del combustibile. Il “burnup”, che si misura in GWd/t (ovvero gigawatt termici*giorni per tonnellata di metallo pesante (uranio)), e’ una grandezza che misura l’energia che si ottiene per unita’ di massa di combustibile. In generale i reattori ad acqua pressurizzata tendono ad avere burn-up maggiori rispetto ai BWR e rispettivamente siamo intorno ai 43 GWd/t e 34 Gwd/t (rispetto agli anni 70 il trend e’ in continuo aumento).
      Il burnup dipende dalla densita’ di potenza nel combustibile e da quanto il combustibile e’ mantenuto all’interno del reattore. In generale un valore elevato del burnup richiede anche un arricchimento in 235U maggiore rispetto ad un burnup basso; purtroppo questo non e’ l’unico parametro in quanto il combustibile ed il materiale che lo contiene devono (come d’altronde il vessel) resistere all’intenso bombardamento neutronico e gamma ed anche all’accumularsi di prodotti di fissione sottoforma di gas.
      Ovviamente reattori di nuova generazione avranno un burnup maggiore perche’ questo significa ridurre il volume delle scorie in quanto viene aumentato il tempo di permanenza del combustibile nel reattore: per l’EPR si parla di 65GWd/t mentre per reattori ad alta temperatura, come Vincenzo potra’ confermare, si parla anche di 90-100 GWd/t.
      La cosa e’ comunque abbastanza complicata ma se hai bisogno di ulteriori informazioni io sono qua.

      3) ti faccio presente che alcune centrali a combustibile fossile utilizzano gia’ l’acqua allo stato supercritico, ed un reattore (SCWR) e’ allo studio come reattore di IV generazione.

      ciao,
      marco

    15. eva scrive:

      Io sono del parere che dovremmo portare avanti due fonti energetiche: quelle rinnovabili e quella derivante dalle centrali nucleari, incentivando i miglioramenti tecnologici per garantire sempre più sicurezza ai reattori. In effetti siamo arrivati ad un punto in cui non possiamo più fare affidamento ai combustibili fossili, soprattutto per un paese come il nostro nel quale non viene sfruttato niente. In Germania hanno puntato sui pannelli fotovoltaici ed hanno ricavato dei benefici, noi italiani che vantiamo un irraggiamento maggiore durante l’anno e temperature più alte non siamo riusciti a mandare in porto il progetto dei pannelli solari!!!
      Per fortuna che al governo ci sono persone pagate per risolvere questi problemi!!!!!!! E’ una vergogna!!!

    16. Vittorio scrive:

      Il precedente governo stava rivalutando le scelte del passato nel campo della produzione di energia da nucleare, peccato pero che con il risulato delle ultime elezioni tutto si sia ribaltato! Mi sento nostalgico nel leggere le pubblicazioni enel degli anni ‘70 in cui si diceva che la costruzione di centrali termoelettriche sarebbe cessata entro il 1980 e che nel 2000 il 90% dell’energia eletrrica in italia sarebbe provenuta dal nucleare! Bei Tempi! Invece qualcosa è andato storto, la mia generazione (ho 24 anni) è stata cresciuta con lo spauracchio del nucleare, molti però grazie ad un maggiore grado di istruzione hanno potuto riflettere ed ora il consenso verso il nucleare va sempre aumentando.
      Sono stufo di sentire soprattutto in questi giorni di consumi record dei rschi black-out, sono stufo anche della pubblicità per il risparmio energetico, sono stufo insomma di essere preso in giro!
      I dati parlano chiaro l’Italia è il paese in europa con i consumi elettrici pro capite piu bassi se risparmiamo di più dobbiamo mangiare all’oscurità !
      E poi le industrie chiudono………..con i prezzi dell’energia! Gran parte dei problemi in Italia sono causati dai costi dell’energia e questo peggiorerà sempre di più se non torniamo sui passi fatti in passato.
      Capisco che sia antieconomico riattivare le vecchie centrali non tanto per la vetustà (negli USA centrali identiche a Caorso e con 30 anni di servizio hanno avuto licenze rinnovate per altri 30 anni!) ma piu che altro per il fatto che sono state ferme per troppo tempo.
      Si potrebbero costruire nuovi reattori nei siti delle ex centrali italiane per sfruttare le opere di presa e gli edefici gestionali che in alcuni casi (es. centrale del Garigliano) sono dei veri capolavori di design industriale.
      Forse il mio è solo un sogno, ma non voglio svegliarmi!
      Con una ventina di reattori,magari dei bei abwr GE da 1300MW l’italia sarebbe un’isola felice senza problemi di approvigionamento energetico e con emissioni di CO2 nettamente inferiori alle attuali.
      A chi avesse qualche dubbio consiglio di consultare le tabelle delle morti causate dall’inquinamento delle centrali termoelettriche alimentate da combustibili fossili.
      Consiglio anche alle persone contrarie al nucleare e che abitano in case realizzate con blocchi di tufo e magari pavimenti in granito a controllare la radioattività delle propri dimore! Avranno delle sorprese.

      Scusatemi se mi sono dilungato, saluti a tutti!

    17. Davide Cavacece scrive:

      Eggià putroppo questo nuovo “governo” ha eliminato tutto ciò poteva essere una ripresa per il paese,le grandi opere, figuriamoci il nucleare visto che hanno i verdi/comunisti che tengono in ostaggio l’attuale “governo”, alla prima cosa loro sgradita zak, governo crollato. L’Italia ha bisogno di una fonte di energia a basso costo, ed attualmente l’unica risorsa che possiamo gestire è il nucleare. Non abbiamo il petrolio,ne gas, mettiamocelo in testa che non possiamo essere così dipendenti da altre nazioni che se vogliono ci staccano i “rubinetti” a loro piacere… (e mi pare abbiamo già assistito a questo scherzetto…)

    18. domenico scrive:

      queste , ci tengo a sottolinearlo sono solo le mie opinioni,

      sono più di 20 anni che sento parlare di PIL di ripresa economica, Delle esternazioni dei vari economisti di turno che ci spiegano ricette mirabolanti le quali dovrebbero risolvere ogni problema; ma è sotto gli occhi di tutti ” L’andazzo” le limitate disponibilità energetiche nazionali dovrebbero farci aprire gli occhi e la mente si tratta in breve di applicare quel vecchio princio , che può suonare retorico, del buon padre di familia.

      l’atomico a noi italiani serve e serve darsticamente è in parola povera una scelta obbligata, del resto habbiamo voluto l’euro ma l’euro signori miei e “tarato” per nazioni come si deve che hanno anche l’opzione nucleare nei loro presidi energetici

      servirebbero anche i rigassificatrori, non fanno nemmeno quelli

      i generatori eolici , lo sappiamo, sono poca cosa un tempo con questa energia si facevano girare i mulini dove non c’era acqua ma con l’acqua si abbandonavano , fatto è che pure questi dispositivi sono fortemente osteggiati.

      girano voci , non so quanto fondate, che non è più possibile aprire gli scarichi di fondo delle dighe altrimati esce il fango che inquinerebbe il corso d’acqua con notevole riduzione della capacità degli invasi ( se qualcuno ha notizie certe su quanto esposto e pregato di darcele grazie) ma vi sembra logico ciò, in definitiva il limo che intasa le dighe è lo stesso che senza lo sbarranento , naturalmente, scenderebbe a valle.

      siamo mi pare all’imobilismo pensoso , forviero di cattivi auspici.

      distintamente

    19. eva scrive:

      Io sono dell’idea che il nostro Paese dovrebbe aspettare la bonifica dei siti dopo la fine del ciclo di vita dell’uranio,dato che nessuno ancora ha visto quali possono essere le conseguenze. Nessuno dei reattori commerciali attualmente in funzione ha più di trnt’anni circa. Abbiamo aspettato tanto…possiamo aspettare ancora un pochino e già che ci siamo non smetterò mai di dirlo,incentiviamo le fonti alternative che non sono da sottovalutare. Pensateci…..come sempre ci sono troppi interessi dietro!!!

    20. Vittorio scrive:

      Cara Eva, perche aspettare la bonifica dei siti? Ci vorranno almeno trent’anni al ritmo attuale non mi sembra “pochino” e poi che conseguenze vuoi che ci siano? non è la prima volta nel mondo che si smantellano impianti, negli USA ad esempio la centrale “Desdren_1″ che appartiene alla filiera BWR 1 della General Electric quindi identica alla “gemella” italiana del Garigliano, è stata smantellata senza tante precauzioni semplicemente disassemblando i componenti senza che nessuno si lamentasse e senza conseguenze. In Italia cio sarebbe impossibile poiche siamo troppo influenzati dall’opinione pubblica, ma così non si può andare avanti, senza innovazione non c’è crescita però poi tutti si lamentano!
      Ad essere sincero comunque mi dispiace che gli impianti italiani vengano smantellati… sono dei capolavori di ingegneria che andrebbero conservati!
      Forse esagero…….. !
      Non è nemmeno vero che non esistono reattori commerciali con piu di 30 anni es.dungeness A1 e A2 del 1965 (UK); Sizewell-A1 e A2 del 1966 (UK);Oldbury-1 del 1967; Oldbury-2 del 1968 (UK); Oyster creek e Nine Mile Point-1 entrambi del 1969 (USA) ecc… ecc… ecc…

      Ti consiglio di documentarti prima di criticare!

      SALUTI.

    21. domenico scrive:

      cara Eva ti scrivo con il cuore in mano e nella più assoluta onesta intellettuale.

      non capisco perche vui smaltellare le centrali ” vecchie ” prima di costruirne di nuove, la tua mi sembra una posizione dettata più da paure che da raziocinio pragmatico.

      cosa credi? che noi favorevoli a questa tecnologia siamo tutti degli scinziati pazzi che vogliono distruggere il mondo? Semmai è l’esatto contrario non so se tu hai dei figli, pensa senza crescita quali prospettive gli lasceremo; saranno disposti a tornare a stili di vita frugali ?

      cara eva le centrali nucleari se ci pensi bene sono solo delle caldaie che invece di bruciare i combustibili fossili ( dall’esoso prezzo che ci strangola) estrapolano l’energia latente presente in certi minerali uranio torio e anche elemti artificiali come il plutonio.

      le scorie sono un problema del tutto secondario e risolvibile con un po’ di buona volontà e sono convinto che le stesse non rimarranno molto nei depositi , prima o poi le ritireranno fuori per estrarci ancora energia , con le nuove tecniche che saranno messe a disposizione dalla ricerca.

      e qui mi rivolgo a voi donne, ma sereste proprio disposte a rinunciare alla lavatrice , lavastoviglie , forno a microonde, ferro da stiro elettrico, tv ecc, andrebbe al pallone tutto quanto di buono è stato fatto per la vostra emancipazione, gia a 30 anni sareste donne vecchie e brutte cotte dal sole dopo il lavoro nei campi ; domanda ma siete prorpio disposte a tornare a qui canoni di vita, ps dimenticatevi anche i telefonini a voi donne tanto cari e ad uscire la sera e dell’auto nemmeno a parlarne , chiedi se ti capita a qualche anziana come era la condizione della donna non molti decenni fa.

      distintamente

    22. eva scrive:

      credo che abbiate frainteso quello che volevo dire. La mia non era assolutamente una critica…sto cercando di vedere il problema energia in modo equilibrato…senza essere troppo estremista!!! Non sono contraria al nucleare, però devo ammettere che l’Italia non sembra pronta ad accettarlo…non ancora!!! A mio parere dovremmo incentivare il miglioramento dei sistemi di sicurezza degli impianti!! E per quanto riguarda lo smantellamento non stavo parlando dei nostri impianti ma di quelli europei e non, in funzione!!! Comunque vi consiglio di leggere il libro di Ugo Bardi “La fine del petrolio”..è molto interessante!!!
      Saluti.

    23. Vittorio scrive:

      Cara Eva, continuo a non capire! cosa intendi per “smantellamento di impianti europei e non, in funzione” ????????????????
      Dovremmo smantellare impianti che non hanno problemi??????????
      Non capisco proprio!!!!!!!!!!!!!!!
      Poi questa affermazione sulla sicurezza…………… .
      Cosa c’è più sicuro di una centrale nucleare?
      Le centrali di tipo occidentale, anche quelle degli anni ‘50 hanno standard di sicurezza esagerati progettati in relazione al massimo incidente che si possa verificare. Addirittura il reattore RBMK (tristemente famoso per il disastro di Chernobyl) che ha una “pericolosità ” implicita oltre ad essere privo di contenimento, se viene condotto in modo diligente non presenta problemi, come dimostrano piu di 10 reattori di questo tipo ancora in funzione. Questo è comunque un caso limite! Oggi non si costruiscono più reattori del genere, quindi puoi stare tranquilla!
      Un consiglio: perche non vai a visitare qualche ex centrale italiana, così ti rendi conto dei sistemi di sicurezza? (tieni presente cha si trattta di centrali di vecchia generazione)

      Saluti.

    24. daniele.41 scrive:

      Bravi ragazzi, continuiamo con la disinformazione. Solo scrivere che i rifiuti nucleari si possono smaltire “con un po di buona volontà ” è allucinante e dimostra la leggerezza con la quale “giocate” con un problema mondiale. Certo sapere di poter controllare tanta potenza e saper di padroneggiare un argomento che solo i tecnici possono capire deve farvi sentire bene. Certo il nucleare è sinonimo di forza e virilità (basta pensare alla forma dei camini) e potersi paragonare a questa “forza” fà sentir bene.
      Eva a soltanto posto delle domande alle quali voi avete risposto dall’alto del vostro celodurismo con frasi fatte tipo “gia a 30 anni sareste donne vecchie e brutte cotte dal sole dopo il lavoro nei campi ”

      Sono veramente dispiaciuto. Ma Eva stia tranquilla ci sono posti dove prendere info e farsi la propria idea.

      Un saluto.

    25. Vittorio scrive:

      Daniele,
      capisco la tua assoluta contrarietà nei confronti del nucleare, ti prego però di non generalizzare con l’affermazione “bravi ragazzi” io, e come me altri, non faccio disinformazione ma riporto esempi reali come puoi leggere nei miei commenti.
      Se non ti piacciono le affermazioni di qualcuno non te la prendere con tutti!

      Saluti.

    26. daniele.41 scrive:

      Vittorio ti riporto alcune tue affermazioni:
      “Addirittura il reattore RBMK (tristemente famoso per il disastro di Chernobyl) che ha una “pericolosità ” implicita oltre ad essere privo di contenimento, se viene condotto in modo diligente non presenta problemi, come dimostrano piu di 10 reattori di questo tipo ancora in funzione. Questo è comunque un caso limite! Oggi non si costruiscono più reattori del genere, quindi puoi stare tranquilla!”

      Vuoi dire che i primi reattori erano dei veri e propri prototipi e che nel corso degli anni con l’esperienza si sono fatti dei miglioramenti?

      Scrivi anche:
      “non è la prima volta nel mondo che si smantellano impianti, negli USA ad esempio la centrale “Desdren_1″ che appartiene alla filiera BWR 1 della General Electric quindi identica alla “gemella” italiana del Garigliano, è stata smantellata senza tante precauzioni semplicemente disassemblando i componenti senza che nessuno si lamentasse e senza conseguenze.”

      Sai vero che il reattore di Garigliano è stato il primo costruito in Italia e che dopo svariati problemi è stato chiuso anche perchè il progetto era troppo complicato. Costruita nel 1957 appartiene alla prima generazione degli impianti nucleari. Il reattore del Garigliano ebbe un funzionamento discontinuo finché nel 1978 si verificò un guasto tecnico a un generatore di vapore secondario che indusse l’ENEL a disattivare l’impianto a causa dell’elevato costo dell’intervento di sostituzione. Tanto per intenderci il reattore tipo Garigliano non è stato più costruito.

      Quello che voglio dire è che come tutte le cose con l’esperienza si impara e si costruisce meglio. Ma con l’energia atomica non ti puoi permettere di costruire e poi migliorare perchè se qualcosa và storto… siamo tutti morti.

      Mi dispiace ma voi e le vostre centrali siete il passato.

      Un saluto.

    27. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      E quindi immagino che voi e i ‘vostri’ pannelli solari siate il futuro…

    28. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Mi sembra del tutto evidente che questa discussione sta assumendo dei toni assolutamente deliranti…

    29. daniele.41 scrive:

      Deliranti certo se sento dire che con la buona volontà si risolve anche il problema delle scorie.
      Parlate di nuiovi design, di controli sicuri ancor più sicuri, di megareattori e poi… ma sì le scorie con un pò di buona volontà … Come a dire che siete troppo impegnati a progredire per occuparvi dei rifiuti.
      Perchè questo egoismo? Chi siete voi per erigervi a paladini del progresso? Mi spiace ma veramente questa discussione stà assumendo dei toni deliranti… i vostri.
      Un saluto ingegneree mi raccomando… un pò più di umiltà .

    30. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Ringrazio per i saluti e contraccambio.

      Ma non accetto lezioni di umiltà …

      Certo abbiamo molto da imparare, ed ogni buon consiglio è più che ben accetto, ma da chi può insegnarci qualcosa su questo argomento, non da chi assume posizioni prettamente ideologiche (che, mi dispiace, non mi interessano)…

      Del resto molte volte ho chiesto quali sono le alternative (ripeto: SERIE) al nucleare, senza ottenere risposta…

      Attendo umilmente notizie dai sapienti (mentre i prezzi dei prodotti petroliferi continuano nella loro vertiginosa impennata!)…

      P.S.
      Invece di discutere a vanvera sulle scorie documentatevi un minimo
      (es.: il mio articolo spiega alcune cose, MA SOLO ALCUNE:
      www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/La%20sistemazione%20in%20sicur...)

    31. Vittorio scrive:

      Caro Daniele,

      Forse non mi sono spiegato bene…..(poiche non è educato dire ad una persona che non ha capito) Il reattore RBMK non era affatto un prototipo i progettisti sovietici all’epoca conoscevano bene i limiti di quel tipo di reattore! Il fatto è che non gli interessava molto della sicurezza o quantomeno gli interessava meno del fatto che questo tipo di reattore serviva anche per la produzione di plutonio che come saprai durante la guerra fredda aveva un suo utilizzo e non è difficile capire quale sia. E con la frase “oggi non si costruiscono piu reattori del genere, quindi puoi stare tranquilla” mi riferivo a questo specifico tipo di reattore e non volevo assolutamente generalizzare.

      Sul reattore del Garigliano credimi non credo che tu possa saperne piu di me! Almeno ci sei stato? Prima cosa non è il primo reattore italiano!
      Il primo è quello di Latina la cui costruzione è iniziata il 01/11/1958 e la prima criticità è avvenuta il 27/12/1962. Invece i lavori al Garigliano sono iniziati il 01/11/1959 e la prima criticità è avvenuta il 05/06/1963 quella con cui indichi la costruzione(1957)è in realtà l’anno di fondazione della società SENN (Società Elettro Nucleare Nazionale) del gruppo IRI. La centrale del Garigliano è progettualmente riconducibile a Dresden_1 entrambi gli impianti sono a ciclo duale per far fronte a variazioni di carico esterno vi sono però alcune differenze per i due impianti, nella centrale di Dresden vi sono 4 generatori di vapore secondari mentre in quella del Garigliano 2. Nella centrale di Dresden l combustibile è leggermente piu sfruttato, ma una grande differenza riguarda l’elemento di combustibile che nella centrale del Garigliano è formato da 81 barrette (elemento 9×9) mentre in quella di Dresden è formato da 36 barrette (elemento 6×6). Tale modifica ha comportato la soluzione di alcuni problemi. Non è vero che non sono state piu costruite centrali di questo tipo! La centrale di Grundremingen rispetto al Garigliano si hanno delle modifiche come la separazione del vapore interna al recipiente in pressione, nella centrale di Tarapur(in funzione) vengono mantenute le stesse caratteristiche ma viene adottato il contenimento a soppressione di pressione abbandonando il caratteristico contenimento cilindrico che caratterizza esteticamente la centrale del garigliano. Bisogna aspettare la centrale di Oyster Creek (in funzione)per avere il passaggio da ciclo duale a ciclo singolo. A partire da Dresden_2 cio è stato reso possibile grazie all’adozione delle pompe a getto per la ricircolazionedell’acqua primaria che non avviena piu in modo naturale come nella centrale del garigliano. Ora mi sto dilungando troppo….
      Comunque l’arresto della centrale del Garigliano è stato causato nel 1978 dalla presenza di cricche, anche passanti, in un generatore secondario, l’unico componente del ciclo vapore non costruito in Italia, ma bensì in Svezia! Il guasto era stato risolto Bypassando il circuito del generatore e la centrale doveva essere riavviata nel 1980, cio non avvenne a causa del terremoto dell’Irpinia dello stesso anno che con la conseguente riclassificazione sismica del territorio su cui sorge la centrale avrebbe comportato l’esecuzione di adeguamenti delle strutture non sostenibili calcolando la vita utile dell’impianto e soprattutto l’esigua capacità elettrica del reattore.(e non come dici tu a causa del costo di sostituzione del generatore secondario) Se non hai visionato la centrale non puoi criticare nemmeno il design di altissimo livello, ad esempio la scala interna, incernierata in soli due punti per tre rampe è un vero e proprio capolavoro progettato dall’architetto Morandi ed anche l’ edificio turbina era considerato tra i piu belli in europa!
      Quindi ti consiglio di documentarti da fonti certe.
      Se hai ancora dubbi fammi sapere!

      Saluti.

    32. domenico scrive:

      non entro nemmeno di striscio in certi commenti che precedono, secondo me non degni di essere cestinati?

      ma vi rendete conto? in Italia il nucleare è un via , assolutamente, obbligata; si può fare ora o tra qualche anno, ma non ci piove andrà fatto costi quel che scosti o saranno danni seri molto seri dalle conseguenze nefaste, il difficile è dire quanto questa nazione arretrerà , mi vien in mente l’ argantina o peggio, forse ci stabilizzeremo con un’economia tipo anni 50.

      due divagazioni sulle energie alternative:
      mi pare che già il nome alternative fa pensare che vadano pene per gli alternativi che conosciamo bene………………………………………………..

      pannelli fotovoltaici

      sono la fonte più inquinante e dispendiosa; con il loro rendimento che non raggiunge il 10% senza contare lo smaltimanto degli stessi dentro ai pannelli c’è silicio iperpuro ossido di berilio arseniuro di gallio e dopo 5 anni vanno cambiati, senza contare ,poi, che generano corrente continua in una scala di grandezza paragonabile a quella delle pile, per cui ne servono tantissimi in prallelo per ottenere un po’ di ampere serve poi un survolatore che alzi la tensione da 20-30 volt a 400 volt alternati trifase per poter mettere in rete questo pizzico di energia che ben inteso c’è solo con il sole , qundi niente di notte e quando c’è nuvolo, non voglio nemeno pensare cosa succederebbe ai tanto osannati pannelli nel caso di una bella grandinata con chicchi grossi come uova è proprio alternativa e anche fantasiosa , evviva la fantasia al potere! , è solo la mia opinione,

      areogeneratori:

      qui sembra che le cose vadano meglio, ma riscontri ogettivi che ho avuto modo di constatare mi fanno pensare il contrario, qua vicino dove abito è istallato un areogeneratore e più volte sono andato a vedere come funziona, invitato dai tecnici

      orbene secondo me quei cosi non vanno es. in effetti appena c’è vento si nette a girare e gira per un po’ a vuoto poi quando è ora ,in atomatico, viene messo in prallelo alla rete e a quel punto si ferma sotto il carico cui dovrebbe rispondere da aggiungere ,inoltre, che è quasi sempre fermo , non c’è vento in quella zona ma questo è un altro discorso.

      Non so cosa vogliamo fare ma queste due ipotesi mi sembrano da scartare come ampiamente motivato

      si attendono ovviamente le solite critiche retoriche e manichee.

      distintamente

    33. eva scrive:

      Domenico, credo di doverti correggere riguardo i pannelli solari: una cella fotovoltaica di dimensioni 10×10 cm si comporta come una minuscola batteria, e nelle condizioni di soleggiamento tipiche dell’Italia (1 kW/m2), alla temperatura di 25°C fornisce una corrente di 3 A, con una tensione di 0,5 V e una potenza pari a 1,5-1,7 Watt di picco. Più celle costituiscono un modulo e più moduli collegati in serie costituiscono formano un pannello! La durata dell’impianto è solitamente considerata superiore ai 30 anni e non 5!!!!!! Per questo impiato il costo del chilowattora è di circa 0,34euro, IVA esclusa. Costo ancora troppo alto per poter competere con quello da fonti fossili. A parte questo io rimango del parere di incentivare le fonti alternative e di migliorare gli impianti nucleari…per sostituire i combustibili fossili!!! Ma cosa costerebbe allo stato contribuire nel mettere pannelli sugli edifici pubblici almeno????
      Saluti.

    34. DANIELE.41 scrive:

      Per tutti.
      Se dalle frasi fatte si passa a dati tecnici ok. Comunque a questo punto questo fine settimana mi informerò su Garigliano e risponderò. Certo a leggere che centrali come il Garigliano sono poi state costruite con modifiche al progetto già dice qualcosa. Per quanto riguarda l’architettura vieni a Firenze a vedere lo stadio comunale. Le scale elicoidali esterne sono letteratura… però si parla di palla non di barre radioattive.

      Vorrei che tutti, Eva compresa, si collegassero a questo indirizzo

      carta.org/cartamondo/archivio/oceania/040430australia.htm

      parla delle miniere uranifere in Austrialia e dell’inquinamento che questa estrazione comporta.

      Vi riporto anche uno stralcio

      Australia. L’uranio non è potabile

      E’ la terza compagnia mineraria del mondo, i suoi interessi si estendono dall’alluminio ai diamanti, dal carbone all’oro, dal rame all’uranio. Sono anni che l’australiana Rio Tinto trova sulla propria strada le proteste degli indigeni, degli ambientalisti e degli attivisti dei diritti umani che denunciano i gravi danni ambientali e sulla salute delle sue attività , oltre alle violazioni dei diritti umani e di quelli dei lavoratori della stessa multinazionale. Un caso emblematico è quello di Freeport, il più grande giacimento aurifero del pianeta, in Papua occidentale. Ma anche in Australia la Rio Tinto non scherza: le attività estrattive di uranio nelle miniere di Ranger e Jabiluka, nei territori del nord abitati dagli aborigeni Mirrar, hanno avvelenato l’acqua potabile con livelli di uranio che superano di 400 volte quelli consentiti dalla legislazione australiana. Almeno 24 lavoratori della miniera di Ranger hanno riportato gravi forme di intossicazione con malattie della pelle e problemi muscolari. Il 22 aprile i Mirrar, insieme con gli attivisti australiani e un gruppo di persone della Papua occidentale, si sono dati appuntamento a Brisbane in occasione dell’Assemblea generale della Rio Tinto. Hanno chiesto che le miniere di Ranger e Jabiluka vengano chiuse, che la terra sia liberata dai veleni e restituita alla comunità indigena, e che le attività estrattive di uranio della compagnia cessino in tutto il mondo. [A.M.]

      A presto.

    35. Vittorio scrive:

      Gentile Ing. Vincenzo Romanello,

      ho letto l’articolo sulla sistemazione delle scorie, per quanto riguarda i rifiuti di terza categoria ok, quelli di seconda forse, ma qelli di prima categoria che fine fanno? Mica vengono inviati nei siti per lo stoccaggio?
      Sarebbe uno spreco inutile! In occasione di una mia visita ad un ex impianto italiano la guida mi fece notare che l’abbigliamento in tyrek monouso ed i relativi accessori venivano considerati scorie nucleari, io rimasi perplesso e mi sentii anche in colpa per aver creato dei rifiuti nucleari solo per fare una passeggiata nella zona controllata! Se non sbaglio mi pare di ricordare che addirittura la carta con cui ci si asciuga le mani dopo averle lavate all’uscita della zona viena considerato rifiuto di prima categoria. Le sarei grato se potesse illuminarmi sulla fine che fanno questi rifiuti!
      Perchè nell’articolo è stata utilizzata come unità di misura il “rem” e non invece i Sievert che oggi è l’unità di misura di riferimento per l’esposizione umana alle radiazioni?
      Un’altra domanda, ho letto delle pubblicazioni ENEL in cui si riportava che l’azienda in questione aveva avviato fin dal 1966 un programma per il riciclo del plutonio nei reattori di potenza(in quanto il plutonio possiede proprietà nucleari che lo rendono sostitutivo dell’uranio 235 quale isotopo fissile negli elementi di combustibile). Si riporta anche:

      “Tale programma, giunto oggi alla maturità industriale con l’utilizzazione di intere ricariche di combustibile arricchito al plutonio, pone l’ENEL in una netta posizione di avangurdia tecnologica, quale primo esercente di centrali nucleari al mondo ad avere lanciato e positivamente concluso una simile esperienza. In collaborazione con l’EURATOM, si avvio nel 1966 uno studio di fattibilità e di convenienza di un tale riciclo; lo studio si concluse con la scelta del reattore bwr del Garigliano quale strumento di prova sperimentale. Furono quindi iniziati gli studi teorico-sperimentali volti a determinare tutti i parametri necessari per la progettazionedi elementi di combustibile arricchiti al plutonio.
      La parte sperimentale di tali studi fu condotta in collaborazione con l’Ente Atomico Britannico (UKAEA) che realizzò alcune esperienze nei propri laboratori. A conclusione di tali studi si decise la realizzazione di 12 elementi di combustibile al plutonio, progettati in collaborazione tra l’ENEL, l’UKAEA e la General Electric Company, costruttrice del reattore.
      Questi 12 elementi furono inseriti nel reattore del Gariglianonel 1968 seguiti da altri 4 elementi nel1970.
      Il comportamento di tali elementi è stato costantemente seguito con: misure di scansione gamma tendenti a verificare la distribuzione di potenza con il progredire dell’irraggiamento, verifiche di integrità fisica e dimensionale degli elementi, asportazione di alcune barrette selezionateper esami distruttivi volti a verificare la metamorfosi del combustibile e le sue interazioni fisico-chimiche con la guaina.
      Nel 1971 si decise di alimentare in via definitiva il reattore del Garigliano con elementi di combustibile arricchiti al 2% in plutonio; una prima ricarica, costituita da 46 elementi, verra inserita nel reattore in occasione della prossima fermata programmata per l’estate 1975.
      I positivi risultati ottenuti con l’esperienza del garigliano hanno inoltre indotto l’ENEL ad effettuare il riciclo del plutonio anche nel reattore di Trino Vercellese.
      Date le diverse caratteristiche di un reattore pwr rispetto al bwr, le ricariche di Trino saranno costituite sia da elementi di combustibile arricchiti in uranio 235 e sia da elementi arricchiti in plutonio. La prima partita di 8 elementi al plutonio verrà inserita in via sperimentale durante la ricarica del 1976″

      Sai dirmi come è andata a finire? Gli elementi arricchiti al plutonio vengono ancora utilizzati al giorno d’oggi? Sono stati utilizzati anche nella centrale di Caorso?

      Ti ringrazio anticipatamente.

      Saluti.

    36. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      1) Si, i guanti, i soprascarpe, ecc. di carta che vengono utilizzati durante una visita ad un impianto nucleare divengono anch’essi una scoria radioattiva.
      Trattasi però di scorie di I° categoria: presentano una radioattività bassissima, e raggiungono livelli non pericolosi per decadimento (il grande vantaggio delle scorie nucleari!) entro pochi mesi o al più qualche anno.
      Basta tenerli al sicuro da qualche parte per questo breve lasso di tempo e poi smaltirli come normale rifiuto.
      In altri termini: non possono rappresentare un problema!

      2) Utilizzo il millirem perchè cito fonti di letteratura che utilizzano tale misura (e non ho volutamente fatto la conversione). Peraltro molti ottimi articoli/testi riportano le grandezze in Rem (e quindi la loro interpretazione risulta più semplice, anche se, giustamente ma lentamente, stiamo passando al sistema SI)

      3) Non ho notizie specifiche su come sono state esercite le centrali nucleari italiane: del resto il nucleare in Italia è stato gestito come sappiamo…
      Certo è però che negli anni ‘60 l’Italia aveva ambizioni fantascientifiche in tale settore: voleva realizzare cicli al plutonio, reattori ad organico, cicli al torio (!!!) - il famoso PRO PCUT EUREX IBI RAPTUS, come indicato dal bel libro del Prof. Silvestri ‘Il costo della menzogna - Italia nucleare al 1945 al 1968′.

      Nel mondo il plutonio viene utilizzato (in Francia ad esempio) in combustibili MOX al 30% (laggiù viene consderato un combustibile , ovvero una ricchezza). Molti sono i progetti nel mondo atti a bruciare tale nuclide (producendo energia e riducendo drasticamente il problema delle scorie).

    37. Vittorio scrive:

      Gentile ing. Vincenzo Romanello,

      voglio ringraziarti per la tempestiva risposta, è veramente un piacere parlare con persone preparate su questo argomento, anche se almeno in italia sono molto rare!
      Se è possibile vorrei sapere, visto che hai a che fare con l’Università di Pisa, se c’è del materiale sul funzionamento dei reattori ABWR e magari anche sui reattori di tipo sovietico, ti chiedo questo perchè ho letto: “Appunti di impianti nucleari” della stessa Università e sono veramente ben fatti, anche se purtroppo non sono riportate le tipologie suddette.
      Cercherò di reperire il libro che hai indicato, anche se secondo me il programma nucleare dell’ENEL non era affatto male, anzi finche non è stato fermato molti obbiettivi erano stati raggiunti, basti pensare a Montalto di Castro con 4 unità BWR_6 fermato con uno stato di avanzamento lavori oltre l’80% e a Trino 2.

      Saluti.

    38. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Si, il piano nucleare non era male, ma quello che il prof. Silvestri contestava era la maniera arruffona in cui si fanno le cose in Italia. Si voleva fare di tutto e di più (i cicli al torio negli anni ‘60, come dire che oggivogliamo fare i personal computer per la grande distribuzione al superconduttore!) - come poi sia andata a finire l’abbiamo visto tutti.

      Ciò detto il nostro programma nucleare era di tutto rispetto, ed anche la preparazione dei nostri tecnici aveva ben poco da invidiare (e ribadisco che è ancora così in buona parte, nonostante tutto, prova ne è il numero di assunzioni in campo nucleare dell’Ansaldo).

      Ti devo corregere; ra gli appunti di impianti (4 libri in tutto) nucleari c’è ‘essons of nuclear plants -Part IIB: Advanced Reactors’, B. Guerrini, S. Paci - Edizioni SEU. E’ in inglese, ma sono trattate tutte le filiere innovative

      Quanto ai reattori sovietici qui in Italia, almeno nei corsi universitari, non si studiano più di tanto (perchè non hanno niente a che fare con gli impianti occidentali - anche se ci si comincia ad interessare alla filiera VVER).
      Comunque potresti guardare qualcosa su ‘Nuclear Reactor Engineering’, di S. Glasstone and A. Sesonske (per molte cose è stato la mia bibbia)…

    39. Vittorio scrive:

      Grazie della risposta, comunque “appunti di impianti nucleari” che ho io deve essere un’estratto poichè manca di questa parte e non sono nemmeno 4 volumi, ma bensì 1. Vedrò di trovare l’edizione originale.

      Saluti.

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