CIPE - schema di delibera per la definizione delle tipologie di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare
8 Gennaio 2011 di AmministratoreIn data 7 dicembre il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha trasmesso alla “Conferenza Unificata” lo schema di delibera recante definizione delle tipologie di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare che possono essere realizzati nel territorio nazionale.
A partire dalla trasmissione della delibera, la Conferenza Unificata deve esprimere entro sessanta giorni dalla richiesta, trascorsi i quali il parere si intende acquisito
La “Conferenza Unificata” (è bene precisare) non è altro che la sede congiunta della “Conferenza Stato-Regioni” e della “Conferenza Stato-CittĂ ed autonomie locali”.
Si ricorda che questa delibera del CIPE è prevista dall’ iter definito dalla legge 23 luglio 2009, n. 99 per il ritorno del nucleare in Italia prevede all’ art. 26 (Energia nucleare), di cui viene riportato qui il testo:
“1. Con delibera del CIPE, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e previo parere della Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, sentito il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le Commissioni parlamentari competenti, sono definite le tipologie degli impianti per la produzione di energia elettrica nucleare che possono essere realizzati nel territorio nazionale. La Conferenza unificata si esprime entro sessanta giorni dalla richiesta, trascorsi i quali il parere si intende acquisito.
2. Con delibera del CIPE, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, sono individuati, senza nuovi o maggiori oneri nè minori entrate a carico della finanza pubblica, i criteri e le misure atti a favorire la costituzione di consorzi per la costruzione e l’esercizio degli impianti di cui al comma 1, formati da soggetti produttori di energia elettrica e da soggetti industriali anche riuniti in consorzi.”
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Si riporta inoltre qui sotto il testo del suddetto “schema di delibera CIPE recante definizione delle tipologie di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare che possono essere realizzati nel territorio nazionale, ai sensi dell’articolo 26, comma 1, della legge 23 luglio 2009, n. 99” (si riporta la parte deliberativa, ovvero la parte piĂą interessante da analizzare con attenzione e che consta di due articoli):
“1. Tipologia di impianti nucleari
Le tipologie di impianti nucleari che possono essere realizzati sul territorio nazionale devono possedere i seguenti requisiti:
a) adozione di sistemi di protezione di controllo e di sicurezza dell’ impianto in grado di migliorare, rispetto ai reattori nucleari delle medesima filiera tecnologica in esercizio nei principali Paesi industrializzati alla data di entrata in vigore della presente delibera, la prevenzione di possibili eventi incidentali e la mitigazione delle loro conseguenze, nonchè il grado di protezione per il personale di esercizio, le popolazioni e l’ ambiente, anche per mezzo dell’ impiego di barriere multiple e altre ridondanze;
b) adozione di sistemi di contenimento in grado di migliorare, rispetto ai reattori nucleari delle medesima filiera tecnologica in esercizio nei principali Paesi industrializzati alla data di entrata in vigore della presente delibera, la protezione dell’ isola nucleare e la prevenzione dei rilasci di radioattivitĂ verso l’ ambiente in caso di eventi incidentali esterni di origine antropica e naturale;
c) impiego efficiente del combustibile nucleare che, a paritĂ di altre condizioni, porti ad una riduzione del consumo di uranio, riducendo le attivitĂ connesse alla gestione del combustibile e dei rifiuti radioattivi;
d) durata della vita operativa dell’ impianto non inferiore ai sessanta anni;
e) appartenenza a tipologie oggetto di accordi in essere di collaborazione industriale del proponente e/o di industrie nazionali con imprese e altri soggetti proprietari delle tecnologie ed in possesso delle competenze per la progettazione e l’ esercizio degli impianti;
f) inserimento dell’ impianto nei territori interessati, in grado di contenere l’impatto sui recettori ambientali.
2. Approvazioni e verifiche
Gli operatori interessati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare nel territorio nazionale presentano al Ministero dello sviluppo economico, nell’ ambito della documentazione da predisporre ai sensi dell’ articolo 10 del Decreto Legislativo 15 febbraio 2010 n. 31, una relazione tecnica che dimostri come gli impianti da loro proposti rispondano ai requisiti di cui all’ articolo 1.
Le disposizioni di cui alla presente delibera si applicano per dieci anni dalla data della sua emanazione.”
8 Gennaio 2011 alle 16:40
Qui sarebbe interessante sentire i commenti degli autorevoli frequentatori che ne masticano in tecnologia nucleare. Cioè lasciamo agli esperti una esposizione delle tipologie di impianti che questa delibera c.i.p.e autorizza.
9 Gennaio 2011 alle 20:17
archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-886218/cina-svilu...
9 Gennaio 2011 alle 21:34
No Cher.
Il linguaggio tecnico deve essere riservato a loro.
A noi devono arrivare delle notizie vere e verificate sugli aspetti della sicurezza e altre giĂ premasticate come si fa con i bambini per gli omogeneizzati.
Se uno è un tecnico e riesce a comprenderne gli aspetti tecnologici e altro non avrà difficoltà a reperire le notizie anche nelle sedi internet dedicate per non parlare delle riviste scientifiche del settore.
Come dicevo sopra: ai bambini gli omogeneizzati ed ai grandi le bistecche.
10 Gennaio 2011 alle 11:26
Cibo a parte, quello che non capisco è solo che cosa deliberà il cipe se di fatto
l’ultima parola spetta IAEA http://www.iaea.org/
Cioè, non che puoi farti una centrale con una metodologia che non abbia i requisti internazionali di sicurezza riconosciuti e relativa tecnologia che superi i vari protocolli sottoscritti dai (pochi) costruttori di centrali nucleari.
Il CIPE ,si legge che è il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica http://www.cipecomitato.it/it/index.html
“…….Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) è un organo collegiale del Governo presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto dai c.d. Ministri economici (per maggiori dettagli Composizione del CIPE). Svolge la funzione di Segretario del CIPE il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio delegato dal Presidente.
Istituito nell’anno 1967, il CIPE è un organo di decisione politica in ambito economico e finanziario che svolge funzioni di coordinamento in materia di programmazione della politica economica da perseguire a livello nazionale, comunitario ed internazionale; esamina la situazione socio-economica generale ai fini dell’adozione di provvedimenti congiunturali; individua gli indirizzi e le azioni necessarie per il conseguimento degli obiettivi di politica economica; alloca le risorse finanziarie a programmi e progetti di sviluppo; approva le principali iniziative di investimento pubblico del Paese.…..”
Riassumendo, che cavolo c’entra la decisione sulla tipologia che devono avere gli impianti, con la loro FUNZIONE istituzionale del CIPE?
In attesa che qualche “Bisteccone” mi dia lumi , ringrazio.
10 Gennaio 2011 alle 11:45
Per essere piĂą precisa la mia domanda:
L’ IAEA ha pubblicato nel 2003 e ora 2010 un specifico manuale/direttiva:
BACKGROUND
In 2003 the IAEA published the Handbook on Nuclear Law (the 2003
Handbook) [1] to accomplish several objectives:
—To explain the overall character of nuclear law and the processes by which
it is developed and applied;
—To examine a number of areas involving the peaceful uses of nuclear
material and other radioactive material that should be covered by national
legislation;
—To identify the key principles and concepts that are important for the
regulation of activities in these areas;
—To provide a checklist of issues that drafters need to consider for inclusion
in national nuclear legislation, with references to relevant international
instruments and guidance documents.
After some years of experience with the 2003 Handbook, it became
apparent that it could be usefully supplemented with additional material of a more
detailed character for use as a practical aid to legislative drafting. Since
publication of the 2003 Handbook, interest in launching new or expanding
existing nuclear power programmes has been expressed by a growing number of
States. It is recognized that States considering such programmes will need to put
into place a wide range of legislation as a basis for the safe, secure and peaceful
use of nuclear technology (see Ref. [2]). Also since that time, a number of
additional relevant legal instruments and guidance documents have been
developed that should be reflected in the guidance on nuclear law. In particular, as
discussed further in Chapter 14 of this book, the field of nuclear security has seen
significant developments. Therefore, the present volume has been developed to
amplify and expand material in the 2003 Handbook. For the most complete
understanding of issues and approaches, the two volumes should be read in
conjunction with one another.
Nel 2003 l’AIEA ha pubblicato il Manuale sul nucleare legge (del 2003
Manuale) [1] per raggiungere diversi obiettivi:
-Per spiegare il carattere generale del diritto nucleari e le procedure con cui
si è sviluppata e applicata;
-Per esaminare una serie di settori che coinvolgono l’uso pacifico del nucleare
materiale e di altri materiali radioattivi che dovrebbero essere coperte da nazionale
legislazione;
-Per identificare i principi chiave e concetti che sono importanti per la
regolamentazione delle attivitĂ in tali settori;
-Fornire un elenco di questioni che redattori necessario prendere in considerazione per l’inclusione
legislazione nazionale in materia nucleare, con riferimenti internazionali pertinenti
strumenti e documenti di orientamento.
Dopo alcuni anni di esperienza con il Manuale del 2003, è diventato
evidente che potrebbe essere utilmente integrata con ulteriore materiale di una piĂą
carattere dettagliate per l’uso come un aiuto pratico per tecnica legislativa. Dal momento che
pubblicazione del Manuale del 2003, l’interesse per il lancio di nuovi o in espansione
programmi nucleari già esistenti è stato espresso da un numero crescente di
Stati. E ‘riconosciuto che gli Stati considerare tali programmi sarĂ necessario inserire
in atto una vasta gamma di norme come base per il sicuro e sereno
uso della tecnologia nucleare (vedi rif. [2]). Inoltre, da allora, un certo numero di
ulteriori strumenti giuridici pertinenti e documenti di orientamento sono stati
sviluppata che dovrebbe riflettersi negli orientamenti in materia di diritto nucleare. In particolare, come
ulteriormente discussa nel capitolo 14 di questo libro, il settore della sicurezza nucleare ha visto
sviluppi significativi. Pertanto, il presente volume è stato sviluppato per
amplificare ed espandere il materiale nel Manuale del 2003. Per la piĂą completa
comprensione dei problemi e gli approcci, i due volumi devono essere letti
combinato disposto con l’un l’altro.
12 Gennaio 2011 alle 14:32
Il manuale è :
Vademecum sulla legge nucleare: Norme di attuazione
Questo manuale è un aiuto pratico per tecnica legislativa che riunisce, per la prima volta, i testi modello di disposizioni riguardanti tutti gli aspetti della legge nucleare in forma consolidata. Organizzato lungo le stesse linee come il vademecum sulla legge Nucleare, pubblicato dalla IAEA nel 2003, e contenenti materiale aggiornato sui nuovi sviluppi giuridici, questa pubblicazione rappresenta una risorsa importante compagno per lo sviluppo di nuovi o rivisti legislazione nucleare, così come per l’istruzione nei fondamenti della legge nucleare. SarĂ particolarmente utile per gli Stati membri di intraprendere nuove o ampliare programmi nucleari esistenti.
STI/PUB/1456, 156 pp, 0 cifre; 2010
ISBN 978-92-0-103910-1, inglese. 90,00 Euro. Data di emissione: 20 settembre 2010.
20 Gennaio 2011 alle 10:28
Ho dato uno sguardo veloce…
Mi sembra si tratti di una delibera ragionevole nel complesso; tuttavia almeno un paio di cose mi lasciano un po perplesso:
- “durata della vita operativa dell’ impianto non inferiore ai sessanta anni;”
e se si fosse un impianto con caratteristiche favorevoli ma con una durata di vita di 50 anni? Magari - in futuro - un sistema veloce, molto favorevole ma soggetto a maggiore “usura” nel tempo?
Francamente avrei lasciato questa condizione aperta, magari fissando un limite inferiore a 40 anni
- “…riducendo le attivitĂ connesse alla gestione del combustibile e dei rifiuti radioattivi;”
Cosa significa esattamente? I parametri per gestire le scorie sono molti e complessi: senza un maggiore dettaglio (peraltro difficile da definire) mi pare significhi poco.
In conclusione: mi pare in complesso la delibera sia OK, ma che sia abbastanza palesemente orientato verso la tecnologia francese EPR…
20 Gennaio 2011 alle 20:02
Certo Vincenzo.
Il motivo è presto detto guarda l’indebitamento dell’Italia nei confronti della Francia al seguente link:
nytimes.com/interactive/2010/05/02/weekinreview/02marsh.html...
23 Gennaio 2011 alle 15:06
Da solo, il debito pubblico, dovrebbe essere il catalizzatore d’intenti per una volontĂ verso il nucleare.
Unico modo , a mio parere, di contrastarlo questo debito pubblico!
Quello che emerge dalle ultime bordate ECO-Furbi è l’orientamento verso l’eliminazione anche del carbone per produrre energia e sostituirlo con il gas per sopperire alla intermittenza delle rinnovabili!
La domanda spontanea è il collasso economico come obiettivo o rendere questa Nazione un suq arabo di primo interesse nel campo energetico dove pagare uno sproposito l’energia e non averla sarĂ un’inevitabile realtĂ ?
Promuovere il nucleare è così orticante da non creare nessun promotore che riunisca in un unica forza il contrasto a questo squallido diffondersi di fesserie per screditare il nucleare?
Se tollerare le opinioni è sinonimo di civiltĂ , tollerare le palesi fesserie con un fine destabilizzante nell’opinione pubblica è sottomissione?
Pongo domante, perché non mi capacito nelle ipotesi visto che il referendum sul nucleare ( cioè energia) è stato giudicato ammissibile.
Cher
23 Gennaio 2011 alle 17:38
C’Ă© da rimarcare che le fe forze che hanno ostacolato il programma energetico nazionale negli anni ‘70, verdastri e sinistroidi sinistrati, coscienti o no, hanno svolto il compito di quinta colonna di memoria franchista per gli interessi di chi voleva l’Italia sotto continuo ricatto energetico; fra questi anche i democristiani di Emilio Colombo ed i socialdemocratici di Saragat e Saragat stesso in persona, che inscenarono il processo farsa all’ing. Ippolito e che i comunisti presero sotto la loro ala protettrice per per poi sputarlo quando non era piĂą utile alla loro virata antinucleare.
Che sia stato oggi ammissibile al referendum quello che vent’anni fa era giudicato inammissibile la dice lunga su come l’Italia sia in paese a “Diritto variabile”.
Quello che invece è preoccupante per le libertà personali:
OGGETTO: Esposto a tutela, con richiesta di vigilanza a salvaguardia
Al Signor
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Al Signor
Presidente del Senato Renato Schifani
Al Signor
Presidente della Camera Gianfranco Fini
Al Signor
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
Al Signor
Presidente Commissione Vigilanza Sergio Zavoli
Al Signor
Presidente Agcom Corrado Calabrò
Al Signor
Presidente CNOdG Enzo Iacopino
Al Signor
Presidente FNSI Roberto Natale
LORO INDIRIZZI EMAIL
Eccellentissimi Signori,
mi rivolgo a Voi con profonda deferenza per le Vostre funzioni e convinta stima per le Vostre Persone. Lo faccio nella mia veste di Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (Cirn).
Apprendiamo dalla stampa, e con profonda preoccupazione, che l’onorevole Antonio Di Pietro, leader del gruppo politico che si è fatto promotore di un quesito referendario in materia di legislazione energetica, nello specifico con l’intento di ostacolare la ripartenza del nucleare nel nostro Paese, ha presentato, a seguito della dichiarazione di ammissibilità del quesito da parte della Corte Costituzionale, un esposto all’Agcom con cui chiede di bloccare la divulgazione di comunicazioni a sostegno dell’opzione nucleare.
Qualora la richiesta dell’antinuclearista onorevole Di Pietro venisse accolta ci troveremmo di fonte ad un vulnus all’inderogabile principio costituzionale della libertà di esprimere e divulgare il proprio pensiero, un vero e proprio bavaglio alla libertà di informare in scienza e coscienza, inaccettabile ed intollerabile, oltre che in linea assoluta e di principio, anche in considerazione del generalizzato orientamento dei mezzi di comunicazione a sostegno delle opzioni energetiche da fonte meteo ambientale, le cosiddette rinnovabili, e fortemente critiche e censorie per quanto riguarda l’opzione nucleare.
Inoltre, sia pure in modo palesemente e formalmente qualificabile come messaggio pubblicitario, moltissime testate orientate a sostegno delle energie meteo ambientali, soprattutto nelle edizioni internet, si caratterizzano per questo tipo di informazione a pagamento, che crea comunque un conflitto grave di interesse, sia pure formalmente non configurabile come frammistione tra pubblicità ed informazione, fattispecie perseguita dalla regole deontologiche dell’Ordine dei Giornalisti, in quanto è lecito supporre possa derivarne un ipotetico danno economico per le medesime qualora la loro linea editoriale in materia non fosse più gradita ed appagante per quegli inserzionisti.
Al contrario ci troviamo a lamentare una vera e propria generalizzata forma di censura verso le fonti d’informazione che veicolano tesi in contrasto con quelle prevalenti sui mezzi d’informazione, una intollerabile condanna all’indifferenza ed al silenzio che noi cittadini e tecnici che da anni agiamo come Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare non siamo in grado di sfondare e vincere per mancanza di mezzi economici.
Certo, cerchiamo di fare del nostro meglio e, di recente, alla normale attività di conferenze e contraddittori (dove e quando veniamo invitati) abbiamo aggiunto quella di “apprendisti cinematografari” cercando di coinvolgere con degli artigianali audiovisivi qualche utente in più.
A parte qualche caso isolato, noi sostenitori del nucleare, soprattutto se fortemente critici verso le fonti meteo ambientali, non riusciamo ad allocare il nostro pensiero se non in testata di minore tiratura, magari di migliore qualitĂ giornalistica e di contenuti di quelle a grande diffusione, ma con il grave limite di raggiungere aliquote risicate di opinione pubblica e con la conseguenza di rimanere relegati in condizione di marginalitĂ .
Per questi, per noi importantissimi e fondamentali motivi, mi rivolgo alle Vostre Spettabili Autorità e al prestigio, sia pure delle diverse funzioni, delle Cariche che rivestite, chiedendovi a nome del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare e mio personale di non penalizzare ulteriormente la nostra condizione di inferiorità nei confronti della controparte, ma, al contrario, di garantire al massimo, per quanto nelle Vostre rispettive competenze, la pluralità delle fonti e dei punti di vista, prevedendo tempi e modi per cui i soggetti economicamente più deboli possano fare conoscere il loro punto di vista e argomentarlo all’opinione pubblica chiamata a decidere con un voto referendario.
Con questo appello, ovviamente a nome esclusivo del Cirn, non escludo affatto di perorare la salvaguardia e la tutela dell’iniziativa di altre organizzazioni, omologhe alla nostra, meglio strutturate e, soprattutto, con disponibilità finanziarie che consentono loro una comunicazione commerciale. Esprimo loro solidarietà e auspico che non vengano penalizzate da un eventuale accoglimento delle richieste di cui si è fatto attore l’onorevole Di Pietro.
Faccio in ultimo presente, ma con invertita priorità sostanziale, che gli operatori commerciali nel campo delle fonti meteo ambientali usufruiscono di cospicui “incentivi” a carico del cittadino utente, da considerare quindi pubblici, che consentono loro di essere presenti con inserzioni pubblicitarie che risultano di certo non sgradite, soprattutto in tempo di crisi, a chi sopravvive anche grazie a questi introiti. Noi non chiediamo finanziamenti, ma solo condizioni di parità d’espressione.
Invio codesto documento ai Destinatari in indirizzo in formato pdf.
In considerazione del fine settimana e per motivi di correttezza e di deferenza dovuti proprio alle Alte figure istituzionali alle quali mi rivolgo in linea ordinale prioritaria, attenderò sino a giovedì 20 gennaio 2011 prima di rendere pubblico il documento e divulgare l’iniziativa.
Mi scuso per il disturbo arrecatoVi e ringrazio per l’attenzione che vorrete prestare a quanto sottopongo alla Vostra autorevole attenzione.
Il Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare
ingegner Giorgio Prinzi
Roma, sabato 15 gennaio 2011
Di Pietro ed il suo concetto di libertĂ di pensiero.
Vade retro…
Mandi,
Renzo Riva
renzoslabar@yahoo.it
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