Corte dei Conti - Relazione sulla gestione finanziaria della Sogin per l’esercizio 2006
19 Maggio 2008 di AmministratoreIl 15 maggio su “La Gazzetta di Saluggia” c’era un articolo di Daniele Rovai sui compensi Sogin come descritti dalla Relazione della Corte dei Conti sul Bilancio del 2006 dal titolo “Quanto costano i nuovi vertici della società (e cosa ne pensa la Corte dei Conti)”. Di questi compensi tra l’altro ne parla anche l’Autorità per l’energia elettrica e il gas in una sua recente delibera.
Seguono alcuni passi tratti dal brano:
[…] E’ tutto scritto nella “Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Società gestione impianti nucleari per azioni (Sogin spa), per l’esercizio 2006” redatta dalla Corte dei Conti. Una relazione che oltre ad analizzare quel bilancio, per darne conto al Parlamento e al Governo, evidenzia anche le attività finanziarie più importanti dell’anno in corso.
Dalla relazione si evince che, per la carica di amministratore delegato, a Romano il consiglio riconosce un fisso annuo di 90 mila euro (al momento dell’insediamento a gennaio del 2007 l’emolumento era di 30 mila), una parte variabile “collegata al raggiungimento degli obiettivi” di 30 mila euro e un’indennità di uscita “pari ad una annualità di parte fissa (90 mila euro) e della media annuale della parte variabile (tendenzialmente 30 mila euro)”; mentre per la carica di direttore generale gli riconosce un fisso annuale di 330 mila euro, una parte variabile di 150 mila, un “entry bonus” (?) di 245 mila euro e un’indennita di uscita “pari ad una annualità della retribuzione fissa (330 mila euro) e (sostanzialmente) alla media della retribuzione variabile (115 mila euro)”. Conseguentemente dice la Corte dei Conti, “ l’ammontare complessivo [per Romano, n.d.r.] può quantificarsi in 869 mila euro annui lordi e resterebbe contrattualmente salva la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato in tempo indeterminato”. […]
[…] secondo la Corte dei Conti, è “una tipica società pubblica che non opera sul mercato in regime di concorrenza, che non assume sostanzialmente rischi di impresa e che non privilegia la remunerazione del capitale e la massimizzazione degli utili e dei dividendi per l’azionista.”. Per questo motivo la “regolazione dei rapporti di amministrazione e di lavoro” [la delibera dell’8 novembre 2005, n.d.r.] non appare allineata “ai canoni di sana gestione, che implicano nella specie – per l’Azienda e per i responsabili organi della Società – il rispetto delle compatibilità correlate alla natura dell’attività aziendale e delle funzioni svolte […] nonché degli orientamenti legislativi sul contenimento della spesa pubblica ed in particolare degli oneri per amministratori e dirigenti.”
Comunque, conclude la Corte, “la materia è stata […] ridisciplinata dalla legge finanziaria per il 2008, alla luce della quale va regolata la situazione dei rapporti in corso.”