Corte Costituzionale - Ammissibile il referendum abrogativo contro la realizzazione di nuove centrali nucleari in Italia
12 Gennaio 2011 di AmministratoreOggi pomeriggio 12 dicembre la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum abrogativo presentato dal partito “Italia dei Valori” (IdV) contro la legge che prevede la realizzazione di nuove centrali nucleari in Italia.
La Corte Costituzionale si è espressa su ben sei referendum abrogativi.
Sono stati ammessi 4 referedum abrogativi contro:
- realizzazione di impianti di produzione di energia nucleare
(presentato dal partito “Italia dei Valori” di Antonio Di Pietro)
- legittimo impedimento
(presentato dal partito “Italia dei Valori” di Antonio Di Pietro)
- determinazione della tariffe per i servizi idrici
(presentato dal comitato “Forum Italiano dei movimenti per l’acqua - L’acqua non si vende”)
- privatizzazione della gestione dei servizi idrici
(presentato dal comitato “Forum Italiano dei movimenti per l’acqua - L’acqua non si vende”)
Non sono stati ammessi 2 referendum abrogativi contro:
- gestione dei servizi idrici
(presentato dal partito “Italia dei Valori” di Antonio Di Pietro)
- affidamento dei servizi idrici
(presentato dal comitato “Forum Italiano dei movimenti per l’acqua - L’acqua non si vende”)
Il referedum abrogativo relativo al “legittimo impedimento” è ovviamente subordinato a quanto verrĂ deciso (domani, salvo rinvii) dalla Corte Costituzionale in merito alla costituzionalitĂ di questa stessa legge.
I referendum abrogativi si terranno in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. La data sarĂ definita dal Consiglio dei Ministri.
Tuttavia qualora si dovesse ritornare alle urne per votare per il Parlamento (a causa dello scioglimento anticipato delle Camere), i referendum verreebero sospesi e rinviati all’ anno prossimo.
In ogni caso, un referendum abrogativo risulta valido se viene votato dalla metĂ piĂą uno degli elettori.
12 Gennaio 2011 alle 20:48
Cosa c’è di meglio per diffondere delle assurditĂ e radicarle nella testa della gente?
L’equazione REFERENDUM perchĂ© le CENTRALI sono PERICOLOSE e scaricano sulla gente la responsabilitĂ della scelta, sarĂ un giochetto per i promotori diffondere questa panzana.
La scorciatoia è il NON voto, così il proprio diritto al voto vale due volte.
Una perdita di tempo come questi referendum sono un chiaro esempio che il problema nucleare ha poche chance se non si danno da fare chi tiene i cordoni della borsa per promuovere campagna di corretta informazione per creare una responsabile sensibilizzazione al problema energetico.
Per fare un contrasto a questo servono chiare indicazioni da parte di chi può, lasciare l’iniziativa a pochi non solo porta a nulla, ma spiana la strada ad iniziative che pur prive di ogni buon senso hanno un supporto non indifferente con questa AMMISSIONE da parte della corte costituzionale.
13 Gennaio 2011 alle 09:46
Niente,questo non sara’ mai un paese serio.A questo punto,non potendo negare tasse ad una manica di incapaci,meglio andarsene dove qualcuno ha veramente a cuore il destino comune e sa fare i veri interessi di Patria.
13 Gennaio 2011 alle 09:48
Il referendum Ă© alla fine una buona notizia. Adesso vediamo se le Istituzioni si daranno da fare per far valere la propria linea. Se il referendum fallisce, la questione resterá aperta e Di Pietro giocherá la carta del vittimismo: “non ci hanno dato spazio”, “non ci hanno ascoltato”, che serve a tenersi buoni i sostenitori anche di fronte alla sconfitta. Per questo voterĂł “no”, consapevole che cosi facendo potrei aiutare il fronte a me opposto. PerĂł ritengo che quando si Ă© chiamati ad esprimere un’opinione su qualcosa su cui si ha idea e competenza (Ă© il mio caso, lavoro nel settore) sia etico non esimersi dal farlo. Inoltre se il fronte del “no” si fará sentire sulla carta, e non tramite l’astensione, la partita potrá considerarsi (quasi) chiusa.
13 Gennaio 2011 alle 18:44
Se il governo non cade e il referendum corre da solo, l’unica cosa certo è lo spreco di denaro pubblico.
Poi, può essere che per “scannarsi” tra “informati” sui questi argomenti e Psicopatici / Verdame/ Ideoligizzati e scassa maroni vari, si crei una tifoseria
è poco ma sicuro.
Oppure questo diventi una occasione piĂą unica che rara per diffondere la corretta informazione sul nucleare.
13 Gennaio 2011 alle 21:36
di pietro è un xxx
13 Gennaio 2011 alle 22:34 Commento ufficiale dello Staff
Una discussione fatta di affermazioni non motivate e poco educate, è una discussione destinata ad essere poco costruttiva.
Per favore, ricordiamoci che siamo in uno spazioweb aperto a tutti ed il rispetto passa anche con l’uso di un linguaggio appropriato.
Confido in voi.
Grazie.
14 Gennaio 2011 alle 07:10
Per me non è uno spreco di denaro pubblico. E’ un’occasione. O ci si dimostra capaci di informare e convincere i non addetti (non è “colpa” della gente se riceve informazione non corretta) in questa occasione o dubito ce ne saranno delle altre. Per chi desidera davvero il ritorno del nucleare in Italia, o almeno le basi per un suo ritorno, il referendum è un banco di prova.
14 Gennaio 2011 alle 12:41
Lo spreco di denaro pubblico è riferito al referendum in generale quando ne viene strumentalizzato il suo utilizzo al fine di favorire una parte economica al posto di un’altra.
Mi spiego in altro modo.
Una cosa e fare un referendum contro una parte di legge 99/2009 che rilancia l’energia nucleare, anche se la costituzione è chiara in merito alla tipologia dei quesiti referendari e l’energia è uno di quei quesiti che non possono essere posti al giudizio di un referendum, ma tantè è stato ritenuto AMMISSIBILE.
Come si argina l’esclusiva di fatto alle altre fonti di produzione di energia elettrica?
Su cosa si basa il rifiuto al nucleare tanto da motivarne un referendum?
Sui morti accertati generati da questa produzione di energia?
Se confrontati con il numero di morti accertati con la materia prima per produrre altre fonti energia, come la mettiamo?
( evito di fare l’elenco)
La paura delle scorie?
Chi sà ,sà benissimo che non è un problema per altro tra qualche anno saranno ri-utilizzate in modo massiccio come combustibile e nel frattempo lo stoccaggio in sicurezza è un obbligo con protocolli internazionali.
Chi NON vuol sapere/capire/informarsi, sarà sempre radicato sulle sue idee e nessuno può cambiargliele, ma il suo parere (voto) è un suo diritto e lo esprime.
Escludere la produzione di energia elettrica da fonte nucleare con referendum va vista come una manovra il cui fine è lasciare libero mercato cioè senza concorrenza le altre fonti di produzione di energia elettrica.
Questo è tollerabile o legale?
Un dettaglio da 3,2 miliardi euri all’anno x 20 anni viene prelevato dalla tasca di tutti i cittadini( spesso INCONSAPEVOLI) per incentivare la produzione dio energia la cui capacitĂ di produzione, con i dati 2009 e piĂą di 40.000 impianti esistenti non ha raggiunto UN PUNTO PERCENTUALE del consumo energetico nazionale ( fonte Terna)
Tutto ciò come lo definiamo?
Demenza?
Buona fede?
Essere disorientati?
——
Il così detto “banco di prova” è un sistema che si usa con le condizioni, per lo meno paritarie, nelle caratteristiche della prova.
Se queste caratteristiche non permangono è solo una idiozia con il risultato certo.
Per non essere irriverente,uso un altro esempio,in forma assurda ma non troppo!
Il referendum non deve porre la questione limitata alla produzione di energia da fonte nucleare, ma AL NUCLEARE e allora via il nucleare dalla medicina.( Esempio assurdo)
STOP a tutte le cure con ISOTOPI RADIOATTIVI ( per altro prodotti grazie ai reattori nucleari ).
Via tutte le diagnostiche che utilizzano RADIAZIONI.
In fondo un lastra ai raggi X ( solo per fare un esempio) ti IRRADIA con dose di radiazioni che manco se vivi 50 anni sul muro di cinta di una centrale nucleare riesci ad assorbirla!
Un referendum impostato in questo modo che risultato darĂ ?
Così come l’eliminazione di utilizzo di ogni fonte di radiazione nel campo medico è COMPRENSIBILE da chiunque come una IDIOZIA.
La stessa cosa se equiparata in campo energetico NON è COMPRENSIBILE da chiunque e pertanto non viene considerata una idiozia, sono esclusi da questo ragionamento chi è consapevole di cosa significhi produrre energia!
Ecco perché non può essere un banco di prova, mancano i presupposti.
Naturalmente questa è una mia opinione.
Cher
15 Gennaio 2011 alle 12:03
X Nicola : guarda cosa ho trovato, credo sia da stimolo ad una discussione costruttiva……..
Antonio Di Pietro: lettera aperta al Forum Nucleare Italiano
Illustri Signori,
anch’io, come milioni di altri cittadini italiani, ho avuto modo di leggere un interessante quesito che, da un po’ di tempo, state pubblicando quotidianamente su tutti i maggiori organi di stampa e televisivi e state reclamizzando attraverso una massiccia pubblicità in ogni luogo (anche nelle stazioni ferroviarie).
Mi riferisco all’ammiccante domanda che proponete ai lettori “e tu che posizione hai?, rispetto all’opzione “favorevole” oppure “contraria” alla produzione di energia nucleare.
Il tema è di indubbia attualità giacché la maggioranza parlamentare che sostiene l’attuale Governo Berlusconi ha reintrodotto – con la legge 23 luglio 2009 n. 99 – la possibilità di permettere la realizzazione nel territorio nazionale delle tanto vituperate centrali nucleari.
Ho usato il termine “reintrodotto”, perché è bene ricordare che tale possibilità era già stata esclusa dal popolo italiano, chiamato nel 1987 ad esprimersi con un referendum abrogativo di una analoga legge che all’epoca pure era stata emanata dal Parlamento italiano.
La domanda “e tu che posizione hai?, rispetto alla installazione di centrali nucleari nel nostro paese sarà nel 2011 una domanda centrale nel dibattito politico, culturale e scientifico che caratterizzerà il tema della produzione energetica giacché – nel silenzio quasi totale degli organi di informazione – l’Italia dei Valori questa estate ha promosso, raccogliendo ben oltre le prescritte 500.000 firme di elettori, un nuovo referendum abrogativo della legge che ha reintrodotto le centrali nucleari.
Orbene, il suddetto referendum certamente si farà e si dovrà obbligatoriamente svolgere entro il prossimo mese di giugno (salvo che nel frattempo non si torni a votare, nel qual caso si svolgerà l’anno prossimo). Infatti, il mese scorso la Corte di Cassazione ha sancito la regolarità della sottoscrizione delle firme da parte di quasi 800.000 cittadini che hanno promosso il nuovo referendum abrogativo e soprattutto perché il prossimo 11 gennaio di quest’anno la Corte costituzionale è chiamata a valutarne l’ammissibilità (e difficilmente potrà negarla, atteso che il quesito del nuovo referendum è sostanzialmente identico a quello del precedente, pure dichiarato ammissibile).
La “partita” tra i “favorevoli” ed i “contrari”, dunque, è appena cominciata e – proprio per tale ragione – è bene fissare da subito i “confini” entro cui il gioco può essere aperto, superati i quali il gioco diventerebbe scorretto ed illecito.
La prima regola è “giocare ad armi pari”: come non si può pretendere che una squadra di calcio si porti in campo anche il suo arbitro di fiducia, così non si può accettare che – sotto le mentite spoglie di organismo indipendente dall’impegnativo nome “Forum nucleare italiano”, autoqualificatosi addirittura come “associazione no-profit – si celino le più importanti aziende interessate all’installazione di centrali nucleari ed alla produzione di energia nucleare (tra cui, in ordine alfabetico, Alstom Power, Ansaldo nucleare, Areva, E.ON, EDF, Edison, Enel, Federprogetti, GDF Suez, Sogin, Stratinvest Energy, Techint, Technip, Tecnimont, Terna, Westinghouse).
Non vorrei essere equivocato: le suddette società hanno tutto il diritto di far valere le loro ragioni (che sono appunto a favore delle centrali nucleari) ma allora uguale diritto deve essere dato anche a chi la pensa diversamente da loro, e ciò soprattutto ora che ci accingiamo ad iniziare una serrata campagna referendaria.
Invece per coloro che – come noi – sono contrari all’installazione delle centrali nucleari vi sono due grossi handicap da superare.
Innanzitutto noi non disponiamo delle stesse enormi risorse finanziarie messe a disposizione dai suddetti gruppi industriali per favorire la campagna informativa lanciata dal loro “Forum” (stiamo parlando di milioni di euro).
In secondo luogo, il quesito proposto dal “Forum” (tu che posizione hai, favorevole o contrario all’energia nucleare?) è solo apparentemente neutro ma in realtà è sostanzialmente ingannevole, giacchè finalizzato solo ad un sottile ma perverso “gioco comunicativo”: quello di invitare il lettore ad informarsi meglio attraverso il sito “www.forumnucleare.it”.
Ebbene, basta andare su tale sito, per rendersi subito conto che lì non si fa alcuna informazione indipendente, non si dà alcun sostanziale spazio alle diverse prospettazioni, ma semplicemente si reclamizza a più non posso la tesi della “lobby dei nuclearisti”: il “cittadino-lettore-futuro elettore” viene “portato per mano” verso una tesi precostituita (le centrali nucleari sono belle, sono sicure, sono produttive, non inquinano) mentre nulla di significativo (salvo qualche frase fatta, qua e là ) viene illustrato a favore di coloro che non vorrebbero vedere installate nel nostro paese le centrali nucleari (che, ricordo ai sordi ed ai ciechi, in occasione della precedente consultazione referendaria erano la maggioranza dei cittadini italiani aventi diritto al voto).
Volete una riprova? Provare a cercare su quel sito se sia mai stata data qualche informazione circa l’esistenza del referendum abrogativo – promosso dal partito Italia dei Valori – della legge che ha reintrodotto le centrali nucleari. Non ne trovate traccia, eppure dovrebbe essere l’argomento di dibattito più in evidenza giacché fra qualche mese ci potrebbe essere addirittura un referendum abrogativo e comunque in quanto se ne è di recente occupata la Corte di Cassazione ed a giorni se ne dovrebbe occupare la Corte Costituzionale.
Il dubbio, a questo punto, appare legittimo e da qui la lettera aperta che ora rivolgo a voi Illustri Signori del Forum: voi – che siete esperti del settore (e della comunicazione) – sapete benissimo dell’esistenza del referendum promosso dall’Italia dei Valori, voi sapete benissimo che esso è già stato dichiarato legittimo dalla Corte di Cassazione, voi sapete benissimo che anche la Corte Costituzionale lo dichiarerà legittimo ed ammissibile. Voi, allora vi state semplicemente premunendo con una sottile ma capillare “opera di orientamento preventivo” dell’opinione pubblica, per tentare di arrivare all’appuntamento referendario con la “partita già vinta in mano”.
Ma questo è un gioco scorretto e truccato se non viene data la possibilità anche agli altri giocatori di giocarsi la proprie chances.
Chiedo allora – a nome del Comitato referendario IDV per l’abrogazione della legge che ha reintrodotto la possibilità di installare le centrali nucleari – agli organismi direttivi del “Forum nucleare italiano” di poter partecipare (unitamente ad una delegazione scientifica di antinuclearisti) ai lavori, alle discussioni e soprattutto alla stesura dell’informazione che state diffondendo per tutto il paese e ciò al fine di garantire la correttezza del referendum e le pari opportunità di valutazione per tutti i cittadini.
Chiedo anche, ma questa volta, non ai componenti del Forum ma agli organi di informazione (e soprattutto alla Rai che, in quanto servizio pubblico, ha il dovere di corretta informazione) di garantire al Comitato referendario le stesse opportunitĂ che si sono autoassegante le aziende del Forum nucleare.
Chiedo inoltre agli organi di garanzia (AGCOM e Commissione parlamentare di vigilanza in testa) di far rispettare la legge, almeno a partire dal prossimo 11 gennaio, qualora, come speriamo, la Corte Costituzionale dovesse auspicabilmente dichiarare ammissibile il referendum abrogativo della legge che prevede le centrali nucleari.
Chiedo infine al Presidente della Repubblica di far rispettare il dettato costituzionale che garantisce ai cittadini di poter esercitare la democrazia diretta attraverso il referendum.
Posso sperare in una risposta dalle SS.LL? Non per me, ma per quegli 800.000 cittadini che hanno promosso, tramite l’Italia dei Valori, il referendum!
Grazie e buon anno!
Roma 1 gennaio 2011
Antonio Di Pietro
Prego commentate…..
15 Gennaio 2011 alle 18:07
Purtroppo non vogliono capire che nessuno è contrario alle rinnovabili, ma che non si può contare solo su quelle, in quanto per avere una produzione ragionevole, si devono impegnare ampi spazi di territorio, cosa difficile in Italia, senza dimenticare il notevole impatto amientale che hanno ampie distese di pale eoliche e pannelli solari.
E poi Di Pietro quali basi ha per dire se ciò che c’è scritto nel forum nucleare sia reale oppure tendenzioso…
15 Gennaio 2011 alle 22:45
Cher sono d’accordissimo con te e studio questi problemi con grande attenzione e interesse da tempo. essendo fisico e M.Sc in Nuclear Engineering conosco i problemi e quello che dici riguardo al referendum chiesto da Di Pietro che oltre a essere analfabeta è, in funzione di quello che scrive nella lettere che riporti, non credo stupido ma proprio pagato per dire stupidaggini su argomenti che non capisce e che non può capire.
amaldi diceva nel 1980 a venezia al meeting sulla nuclear Safety che l’italia è un paese strano perchè non si ascoltano gli esperti perchè considerati di parte. e mano a mano che una problematica diventa complessa il numero di esperti diminuisce e il numero di non esperti aumenta, quindi il numero di persone che possono essere interpellate incompetente aumenta a dismisura. in un qualsiasi altro paese, dice Amaldi, questa sarebbe un ottima barzelletta ma in italia è la realtĂ dei fatti.
se uno deve costruire uno space schuttle va a chiede al macellaio come si realizza non all’ingegnere aerospaziale.
ho letto ieri che in 5 anni con rinnovabili in italia sono stati spesi 245 G€ cioè circa 50 G€ l’anno con i quali si fanno 5 EPR e 8 AP1000 all’anno per 5 anni, coprendo lo 0.5% del fabbisogno elettrico nazionale. mentre con le 13 centrali che elencavo con 16GWe di potenza all’anno avremmo 80 GWe e con quella spesa e il fattore di carico di una centrane di terza generazione avanzata avremmo comerto il 140% del fabbisogno elettrico nazionale.
io non credo che siano stupidi questi personaggi, io credo che facciano gli stupidi e vengano pagati anche molto profumatamente per farlo.
ciao e scusate la lungaggine
16 Gennaio 2011 alle 01:11
Bel discorso Caos…secondo me però sono anke un bel po’ stupidi.Per quanto riguarda le rinnovabili spiega meglio quel che ho detto prima…:)
16 Gennaio 2011 alle 15:43
@ Caos
La risposta alla mia lettera inviata a Paolo Granzotto e sotto riportata la puoi leggere al seguente collegamento.
http://www.ilgiornale.it/pag_pdf.php?ID=58858
«PĂ rmi d’aver per lunghe esperienze osservato, tale essere la condizione umana intorno alle cose intellettuali, che quanto altri meno ne intende e ne sa, tanto piĂą risolutamente voglia discorrerne, e che all’incontro, la moltitudine delle cose conosciute ed intese renda piĂą lento e irresoluto il sentenziare» (Galileo).
«La politica fu in primo luogo l’arte di impedire alla gente di immischiarsi in ciò che la riguarda. In un’epoca successiva si aggiunse l’arte di constringerla a decidere su ciò che non capisce» (Paul ValĂ©ry - da Sguardi sul mondo attuale).
«Il punto sorprendente che è venuto fuori è che, nel prendere una decisione sull’energia nucleare, ci si debba guardare dai competenti in quanto possono essere non completamente obiettivi. L’argomento è veramente straordinario, soprattutto se eretto a norma di comportamento di fronte a importanti decisioni: esclusi i competenti restano i meno competenti, cioè gli incompetenti. Al limite, piĂą grave è il problema da affrontare e risolvere e piĂą incompetenti debbono essere le persone maggiormente ascoltate o che si debbano assumere la responsabilitĂ delle decisioni. In qualsiasi Paese del mondo questa sarebbe un’ottima barzelletta, ma, qui da noi, tale orientamento trova chi gli dĂ voce e trova ascolto da parte di un’ampia fascia dell’opinione pubblica».
Così Edoardo Amaldi alla Conferenza sulla sicurezza nucleare (Venezia, 25-27 gennaio 1980).
Nel leggere l’articolo del professor Franco Battaglia, che dava una tirata d’orecchie al politologo, professor Giovanni Sartori, mi sono ricordato della considerazione svolta dal professor Edoardo Amaldi e che ho riportato sopra assieme ad altre due massime di Galileo e Paul ValĂ©ry. Sollecito, se possibile, le sue considerazioni in proposito.
Renzo Riva-Buja(Ud)
17 Gennaio 2011 alle 10:48
Bah io non sono cosi’ fiducioso.Fare il referendum e’ come aver consegnato una pistola carica nelle mani dei nimby.
Ora pero’,nel caso di nuovo stop nella politica energetica italiana con annessi danni economici comunque gravi sara’ il caso di accertarne le responsabilita’.
20 Gennaio 2011 alle 10:42
L ho detto molte volte e non mis tanco di ribadirlo: il referendum, in quanto tale e aperto a tutti - ingegneri nucleari, come a caslinghe, salumieri, avvocati, ballerine, impiegati di banca, e tutti i mestieri/occupayioni possibili ed immaginabili (come e ovvio).
Il referendum su una questione MOLTO TECNICA come il nucleare non e un eserciyio della DEMOCRAZIA, ma della presa per i fondelli, giacche per poter votare liberamente - come sarebbe auspicabile - bisognerebbe essere debitamente informati, in maniera rigorosa, completa e priva di condizionamenti di alcun tipo; diversamente ci si puo solo ridurre ad appoggiare una opinione altrui - inculcata spesso per fini poco nobili (giacche sono ben pochi quelli che lavorano molto e duro in cambio di nulla).
Morale: se il referendum si terra, comunque vada, sara la tifoseria da stadio a prevalere - e su un argomento di questo tipo tutto cio, a mio personalissimo avviso, non va affatto bene…
termino ancora una volta con Paul Valery:
“La politica fu in primo luogo l’arte di impedire alla gente di immischiarsi in ciò che la riguarda. In un’epoca successiva si aggiunse l’arte di costringerla a decidere su ciò che non capisce”
20 Gennaio 2011 alle 22:13
Da esperto (anche se con molta meno esperienza di lei) le dico che come ogni volta che ho letto i suoi articoli riguardanti il tema della sicurezza nucleare o tematiche nucleari in generale, (e a volte li ho utilizzati per scriverne altri per museo energia ad esempio), anche questa volta sono perfettamente d’accordo con lei ing. romanello.
ma siamo costretti (come italiani intendo) ancora una volta ad esprimere opinioni in materie che per importanza, serietĂ e complessitĂ dovrebbero essere oggetto di elugubrazioni di esperti.
la situazione è triste, perchè prevalgono sempre gli interessi monetari della piĂą grande industria del mondo, che porta denari per campagne pubblicitaria tipo l’ultima di green peace che non è solo vergognosa ma anche ridicola.
spero di incontrarla un giorno per parlare di persona.
un grande saluto e la ringrazio perchè sono orgoglioso del fatto che persone come lei abbiano scritto una lettera di risposta alla trasmissione report “l’inganno” di marzo 2009 smontandola punto per punto e mi sono meravigliato di non avere letto nulla sull’altra trasmissione vergognosa “nucleare” presa diretta, ma capisco che l’obbrobrio della scienza sia difficile da mandare giĂą, perchè io stesso perdo di luciditĂ .
20 Gennaio 2011 alle 22:48
La ringrazio sentitamente per la manifestazione di stima.
Vorrei approfittare del suo spunto per accennare a un paio di questioni:
- la prima: vero è che il movimento anti-nucleare per anni ha beneficiato di mezzi sproporzionati e sicuramente non paragonabili a quelli a disposizione della controparte (sulle motivazioni, spesso assai poco nobili, non mi soffermo); stiamo attenti però all’effetto contrario: sarebbe un danno se il nucleare si facesse “sic et sempliciter”, solo perchè la propaganda favorevole ha prevalso.
E’ indispensabile che le cose non si facciano a colpi di tifo da stadio (anche se mi rendo conto che ormai la situazione è questa e ben difficilmente si potrĂ correggere); è assolutamente necessario che il tutto sia preso in mano da gente ONESTA e COMPETENTE - quindi alla larga amici di amici e imprenditori senza scrupoli. In caso contrario meglio andare avanti “a tutto gas” (so che sembra una bestemmia, ma il nucleare se si fa bene è utile, sicuro ed economico, altrimenti NO - non mi stanco di ripeterlo).
- Risposi alla trasmissione Report sollecitato da piĂą parti: la curiositĂ mi portò a vedere la puntata, ed il mio sangue “in ebollizione” a formulare una risposta composita e circostanziata (al meglio delle mie possibilitĂ almeno). Ovvio che non posso continuare così: dire fesserie è sempre facile e gratuito, argomentare con rigore scientifico al contrario è complesso e faticoso. Non c’è storia, non si può che perdere. Un tecnico qualificato è l’unico che può rispondere compiutamente a certi obbrobri, tuttavia egli dovrebbe passare il proprio tempo in cose un pò piĂą utili per l’umanitĂ a mio avviso… Ecco perchè invoco il coinvolgimento attivo di ogni collega in questa battaglia culturale - giacchè di questo si tratta (una volta venivano avversate anche le autostrade ed il televisore a colori, forse perchè troppo “borghesi” - oggi pochi se lo ricordano e molti ne ridono!).
20 Gennaio 2011 alle 23:44
Ha ragione anche su questo punto e dalle citazioni che fa, alla Paolo Fornaciari per intenderci, immagino l’immenso impegno per cercare di fare bene il proprio lavoro.
Mi urta che per colpa di pochi molto potenti e pieni di risorse, molti onesti competenti in campo nucleare che hanno speso energie negli studi, non possano trovare uno sbocco come meritano e tra questi mi ci metto anche io.
Spero che le cose cambino, perchè sarei orgoglioso di lavorare per il bene del mio sfortunato paese, ma ora come ora devo prendere quello che mi viene offerto, cioè nuclear security, che almeno è meglio di fare un lavoro che non centra nulla con il mio bagaglio culturale.
ancora grazie per i consigli e le dico che per la battaglia culturale che citava, io sono sempre pronto e cerco, a chiunque mi ascolti, di spiegare in termini chiari e il piĂą semplice possibile (anche se a volte non è semplice) la vastitĂ del mondo nucleare e i suoi incredibili risvolti per l’umanitĂ intera.
21 Gennaio 2011 alle 11:09
Rilancio una proposta fatta da molti,un po’ di tempo fa:
RIATTIVIAMO CAORSO
Il decomissioning per quell’impianto dovrebbe costare di piu’ della sua riattivazione.
Ha solo 5 anni d’esercizio ed e’ in ottimo stato di conservazione.
Attendo vostri commenti.
21 Gennaio 2011 alle 15:04
Forse e’ il caso che qualcuno cominci a rispondere in altra sede per le castronerie che diffonde volutamente ed impunemente:
qualenergia.it/view.php?id=1137&contenuto=Documento
22 Gennaio 2011 alle 01:37
Pubblicato sulle lettere del “Messaggero Veneto” venerdì 21.01.2011
NUCLEARE
Nuovo studio contrario
Per chi ancora considerasse il nucleare un’opzione accettabile, vorrei segnalare un nuovo studio, sempre tedesco, effettuato da tre scienziati del Centro di ricerca per la salute ambientale di Monaco di Baviera (i cognomi sono Kusmierz, Voigt e Scherb, cercateli su Internet, oltre alla notizia si trova anche lo studio originale in lingua inglese). Questo studio analizza le percentuali di aborti e le disparitĂ nella nascita di maschi e femmine.
Le conclusioni sono: 1) a livello globale, dopo gli esperimenti di esplosioni nucleari nell’atmosfera, è aumentata la disparitĂ tra le nascite di maschi e femmine, e in particolare in Europa tale disparità è ulteriormente aumentata dopo il disastro di Chernobyl; 2) i casi di cancro infantile aumentano vicino alle centrali nucleari; 3) la disparitĂ nel numero di nati maschi e femmine aumenta vicino alle centrali nucleari, con piĂą aborti di embrioni femminili; tutto ciò in conseguenza del rilascio di radioattivitĂ durante le normali operazioni di funzionamento delle centrali stesse. In particolare negli ultimi 40 anni, vicino a 31 centrali nucleari tedesche e svizzere, considerando un raggio di 35 chilometri, si sono verificati 20.000 aborti spontanei piĂą della media, e un aumento di tumori infantili e deformitĂ . Questi sono studi scientifici seri, regolarmente ignorati dai nuclearisti che amano tacciare gli oppositori di essere «emotivi».
Anche in Italia uno studio del 2005 dell’Istituto superiore di sanitĂ nella zona del sito nucleare di Trino Vercellese in Piemonte (possibile candidato per una riapertura), ha rivelato una incidenza doppia di tumori e tripla di malattie perinatali rispetto al resto del Piemonte. Lo studio era «preliminare» e, chissĂ perchĂ©, non ha avuto seguito. Il nucleare è una scelta folle e irresponsabile da respingere definitivamente, la strada da percorrere è nell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili che non portano alcuna contaminazione e possono fornire tutta l’energia che serve e servirĂ in futuro.
Andrea Salomoni
Gorizia
22 Gennaio 2011 alle 13:59
X Giacomo : nuclearmeeting.com/forum/showthread.php?tid=70&page=last
qui trovi un ottimo lavoro a cura di Sexyteo che esaudisce la tua richiesta!
Purtroppo si sta assistendo ad una massiccia manovra da parte del Verdame per scatenare l’offensiva in prossimitĂ del referendum.
Dedicare tempo e risorse per contrastarla sullo stesso piano è ( mio parere) un titanico impegno che difficilmente otterrà dei risultati significativi.
Cosa diversa è un contrasto a questa psicosi collettiva, aggirando l’ostacolo.
In pratica avrei una idea, già sondata*, ma che per portarla avanti necessitò del supporto da parte di persone competenti, questo per verificare e trasformare questa idea in uno studio di fattibilità .
Dato che non intendo parlarne ad un pubblico aperto a tutti, se qualcuno di esperto vuol darmi una mano, può contattarmi sui messaggi privati del forum.
Questo input nasce dalla considerazione che ho ricevuto da parte di autorevoli frequentatori.
* ( i dettagli, per verifica saranno divulgati solo a chi mi contatta privatamente sul forum con i Messaggi Privati e che possiede i requisiti utili alla verifica di fattibilitĂ )
22 Gennaio 2011 alle 21:09
Certo che è bello riempirsi la bocca parlando utopicamente di energie rinnovabili…..
23 Gennaio 2011 alle 12:34
Un ‘altro problema, di sicuro non solo Italico, ma di certo piĂą marcato e ignorato dal Verdame sono gli interessi poco limpidi ( eufemismo) che ruotano intorno e dentro le rinnovabili.
Ho estrapolato da questo articolo un paio di frasi, spero che l’autore non me ne voglia:
ilgiornale.it/interni/vittorio_sgarbi/23-01-2011/articolo-id...
“……...E voglio aggiungere che, nella denuncia degli interessi mafiosi legati alla colossale truffa dell’eolico che comporta anche una distruzione del paesaggio in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione non ho mai visto Saviano, nonostante le mie sollecitazioni, .…….” “………Io, per avere bloccato tutti gli impianti eolici e fotovoltaici a Salemi, sono stato pesantemente minacciato.…..”
Possiamo definirli aspetti marginali alle rinnovabili queste pubbliche segnalazioni da disinteressare gli utopistici?
27 Gennaio 2011 alle 16:21
Ciao a tutti… a proposito di disinformazione nucleare… di recente mi sono imbattuto in questo “documento” dal titolo “I CONTI IN TASCA AL NUCLEARE” di tale Pierluigi Adami (ingegnere elettronico):
http://www.pierluigiadami.it/chisono.html
come si capisce, piĂą che vicino, Ă© dentro i movimenti ecologisti e credo farebbe bene a occuparsi di telecomunicazioni e letteratura.
Alcuni passaggi (pagina : “Negli USA uno studio condotto su 75 reattori ha mostrato che i costi iniziali previsti sono stati sforati del triplo nel consuntivo finale, e lo stesso è avvenuto in India con gli ultimi 10 reattori” (fonte: The economics of nuclear power” Dossier 2007 Greenpeace).
A pagina 16: “La gestione, il trattamento e lo stoccaggio definitivo delle scorie atomiche, una parte delle quali resta radioattiva per centinaia di migliaia di anni, è il problema piĂą grave e mai risolto dell’energia nucleare. I costi del trattamento delle scorie e del loro stoccaggio in un deposito sicuro e definitivo sono enormi, e sono i cittadini che dovranno farsene carico.“.
Pagina 21: “Da oltre 30 anni non si costruiscono centrali nucleari negli USA.“, invece dal 1978 (nel 1979 avvenne l’incidente di Three Mile Island che non provocò neppure un ferito lieve!) sono stati avviati 48 reattori, mentre dall’incidente di Chernobyl (1986) sono stati avviati 17 reattori (21 se si considerano i 4 reattori avviati proprio nel 1986!):
johnstonsarchive.net/environment/nuclearplants.html
nella tabella del link sovrastante, aggiornata al 23 Giugno 2002, preciso che OP significa impianto operativo, SD impianto in decommissionamento e UC impianto in costruzione.
A pagine 26 riporta i suoi costi… ma alla fine cosa propone… il gas!? Ovviamente si Ă© ben guardato da paragonare il costo del nucleare a solare e eolico.
27 Gennaio 2011 alle 16:44
Un chiaro manifesto del sociologo ecologista Edo Ronchi per il GAS:
forumnucleare.it/index.php/interventi/i-costi-del-nucleare-r...
27 Gennaio 2011 alle 17:28
Qualcuno di voi può linkarmi o a letto il “Moody’s, New Nuclear Generating Capacity: Potential credit implications for U.S. investor owned utilities“!?
A pagina 76 del “Annual Energy Outlook 2010 With Projections to 2035″ dell’ente statunitense E.I.A. (figura 63) il costo livellizato al 2008 in c$/kWh (Levelized Cost Of Electricity - LCOE), l’eolico risulta inferiore, seppur nelle previsioni al 2020 e 2035 delle fossili e del nucleare:
http://www.eia.doe.gov/oiaf/aeo/pdf/0383%282010%29.pdf
Confontando l’eolico stantunitense con l’eolico di altre Nazioni, si nota che quello americano è molto basso:
http://www.world-nuclear.org/info/inf02.html
Nelle previsioni al 2016, sempre E.I.A. (pagina 3), l’eolico risulta piĂą costoso:
eia.doe.gov/oiaf/aeo/pdf/2016levelized_costs_aeo2010.pdf
In questo documento The Cost of New Generating Capacity in Perspective del N.E.I. (pagina 9):
google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CBwQFjAA...
si legge che “The values shown in the EIA analysis do not include financial incentives such as state or federal tax credits.” e che “Additional system investments such as transmission are included, but the cost of back-up power for intermittent resources such as wind and solar is not included in this analysis.“.
Qualcuno i voi, ha dettagli su come l’E.I.A. abbia fatto i calcoli per le previsioni del 2020 e 2035?
27 Gennaio 2011 alle 19:38
Mi son dimenticato un “h” nel post precedente! Pardon! ;-P
27 Gennaio 2011 alle 21:51
Meglio il GAS……questo dimostra la serietĂ e l’intelligenza ke hanno questi PSEUDOAMBIENTALISTI…
28 Gennaio 2011 alle 14:05
x Matteo :Un chiaro manifesto del sociologo ecologista Edo Ronchi per il GAS Ma mi sbaglio io o non ho letto che nel conteggio manca il parametro che in Italia il valore del gas è VINCOLATOal valore del crude-oil? ( Petrolio)
Se non mi sono sbagliato, significa che il conteggio è FORVIANTE e questo articolo è finalizzato per discreditare il costo del nucleare escludendo a priori la realtà del costo del Gas in Italia ?
In IRAN 300 litri di gasolio costano 5€ , sarebbe corretto equiparare questo valore del gasolio in IRAN con quello che si paga il gasolio in Italia?
Doto che questo è un esempio di “idiozia” come lo chiamiamo il paragone tra il costo di produzione di energia da Gas e Nucleare in Italia utilizzando come valore del gas la sua quotazione a Wall Street? ( in picchiata libera)
forumnucleare.it/index.php/interventi/i-costi-del-nucleare-r...
Il costo medio di produzione delle nuove centrali a gas nei 7 studi citati è, infatti, di 61 Euro/MWh: il 16% in meno del costo medio del kilowattora prodotto dalle nuove centrali nucleari. Questa valutazione tiene conto anche della futura disponibilità di gas naturale, e quindi dei relativi prezzi. Taluni “osti”, interessati a promuovere la costruzione di nuove centrali nucleari, vanno scrivendo che il gas sarà più caro perché diventerà scarso e/o sarà più difficile l’approvvigionamento. Previsioni infondate e non documentate. Anzi il recente utilizzo di gas non convenzionale sta cambiando il mercato mondiale del gas e aumentando notevolmente la stima delle riserve utilizzabili. Nel 2009 grazie all’aumento della produzione di gas “non convenzionale” estratto con tecniche innovative da scisti e rocce profonde, con ogni probabilità gli USA sono passati al primo posto come produttori di gas, superando la Russia. Il prezzo del gas al mercato statunitense è sceso dai 13 $/MBtu a meno di 5 $. Dato che le riserve non convenzionali di gas sono varie volte maggiori di quelle convenzionali, questi sviluppi sono destinati a modificare i mercati dell’energia (The Economist, 13 marzo 2010). Per diversificare e rendere sicuro l’approvvigionamento, l’Italia ha puntato sui rigassificatori, alcuni in funzione altri in costruzione, per poter utilizzare il gas trasportato dalle gasiere; sono state aumentate le riserve e realizzati nuovi gasdotti: ora non si venga a dire che questi interventi, che hanno richiesto enormi investimenti, non sono serviti a mettere in sicurezza l’approvvigionamento di gas del Paese! Anche qui il solito “oste”, per valorizzare il suo vino, obietta che la gran parte del gas è comunque importata e che si deve ridurre la dipendenza energetica dall’estero. Mettendo per un attimo fra parentesi quella piccola novità che va sotto il nome di globalizzazione dei mercati, non è male ricordare che anche il nucleare italiano dipenderebbe fortemente dall’estero: dipenderebbe dall’ uranio importato, dal combustibile arricchito importato perché non lo produrremmo, da una tecnologia, francese o americana, importata, da impianti, i reattori, con parti decisive importate, non costruite in Italia.
28 Gennaio 2011 alle 14:58
X cher: questa recentissima intervista a Fatih Birol (Chief Economist of the International Energy Agency and Director), sembrerebbe darti ragione:
ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-12-09/fatih-birol-bando-...
Su questo studio intitolato Scenari di evoluzione del sistema elettrico italiano nel medio lungo termine: impatto di nuove tecnologie sulla domanda elettrica e prospettive di sviluppo del sistema di offerta - Analisi con un modello Markal-Times del sistema elettrico italiano (Assoelettrica 2010):
assoelettrica.it/popup/E_SistemaElettrico/24_ALLEGATO/sistem...
“Il modello calcola che, nelle ipotesi assunte, il nucleare resti conveniente fino ad una soglia di prezzi del gas - franco centrale – di circa 20 cent €/mc in moneta costante 2008, ovvero di circa 6 €/GJ. Rispetto alle previsioni dello Scenario Base di una crescita dei prezzi del gas da circa 9 €/GJ fino a circa 10 €/GJ sempre in moneta costante, la soglia di convenienza del nucleare sembra dunque lontana: il prezzo del gas dovrebbe dimezzarsi per rendere il nucleare non conveniente, rispetto ad uno scenario in cui il decoupling tra i prezzi del gas e quelli del greggio è giĂ ipotizzato.
Vero è che in questo periodo i prezzi spot del gas naturale stanno scendendo sotto la soglia indicata, nonostante quotazioni del greggio piuttosto sostenute; questo fenomeno di natura transitoria è
accompagnato dalle dichiarazioni degli operatori italiani del gas, che indicano per gli anni a venire una crescita importante dell’offerta grazie all’entrata in servizio delle nuove infrastrutture di importazione ed al
potenziamento delle strutture esistenti. L’argomento è suscettibile e meritevole di approfondimenti. Ciò detto, in questo studio di lungo periodo resta comunque evidente la marcata controtendenza che dovrebbe
subire il settore del gas (una vera e propria rivoluzione, con un rapporto tra prezzo del gas e prezzo del petrolio che scende sotto il 40%) per rendere non conveniente il nucleare. Le aspettative di lungo periodo
indicano dunque che la soglia di convenienza del nucleare rispetto ai prezzi del gas naturale, pur in un quadro di ipotesi particolarmente sfavorevoli al nucleare, non verrĂ neppure avvicinata, nonostante il
disaccoppiamento tra le quotazioni del gas e quelle del greggio.”
Detto questo, vorrei conoscere i calcoli, con cui la EIA, ha fatto le previsioni al 2020 e 2035 per l’eolico, fossili e nucleare.
28 Gennaio 2011 alle 16:35
Sono lusingato Matteo……. che questa recentissima intervista a Fatih Birol (Chief Economist of the International Energy Agency and Director), sembrerebbe darti ragione:
ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-12-09/fatih-birol-bando-…
Allo stesso tempo sono BASITO da questo messaggio per boccaloni di turno:
corriere.it/scienze_e_tecnologie/energia_e_ambiente/11_genna...
28 Gennaio 2011 alle 16:55
Entrambi gli autori non sono da considerarsi delle autoritĂ in fatto di energia e reti elettriche e sono noti antinuclearisti:
articles.cnn.com/2010-02-22/opinion/jacobson.nuclear.power.c...
tuttavia, non si rendono conto di quello che dicono!
22 Febbraio 2011 alle 18:03
Purtroppo, gli eventi che stanno rivoluzionando il mondo arabo, hanno cambiato lo scenario internazionale nel quale fino ad oggi si sono mossi gli interessi e le controversie energetiche, soprattutto europee. Ci rendiamo conto che in questa situazione ci rimettono quei paesi asserviti essenzialmente alle vecchie energie come gas e petrolio. L’Italia è tra i primi paesi che dovrĂ rimboccarsi le maniche e ridisegnare la sua geografia energetica privata di quelle fonti nucleari che rasserenano paesi come la Francia, la Spagna, l’Inghilterra, la Polonia, la Svizzera e quanti altri in Europa hanno abbracciato tale politica.
La caduta degli dei era inevitabile e non del tutto imprevista.
Se da un lato la tragedia che va vivendo il mondo arabo ci indigna per la violenza che si fa sul popolo civile, a dispetto dello sfruttamento, della povertĂ , della dignitĂ e della libertĂ dello stesso, dall’altro lato ci si augura che il danno economico che si riflette su tutti noi, convinga gli scettici a cambiare rotta ed allinearsi con quanti, ormai da troppi anni, predicano un futuro energetico non dipendente da altri paesi, ma autonomo.
Autonomia significa libertĂ e benessere!
E’ arrivato il momento di aprire il Paese alle nuove energie senza piĂą perdere tempo augurandoci che non siano in troppi a piangere sul latte versato.
Michele Greco
22 Febbraio 2011 alle 23:13
Teniamo presente che le politiche energetiche hanno tempi di decine d’anni.
Parlare di nucleare oggi significa averlo in pratica (in quantitĂ utili - cioè un 60% dell’enrgia elettrica) fra 15-20 anni.
Quello che ci succederà nel prossimo decennio (dal punto di vista energetico) è ciò che è stato deciso 15-20 anni fa.
Anche le politiche di risparmio energetico, per non essere traumatiche, seguono tempi di quel tipo se non piĂą lunghi: se cominciassimo adesso, ad esempio, a costruire case a basso consumo, considerando che il ricambio è di circa un 1% all’anno, avremmo un parco case a basso consumo un po’ consistente solo fra 70-80 anni.
Bisognava pensarci prima, negli anni ‘70, all’epoca della prima crisi petrolifera.
Per una politica energetica oculata e competente servirebbe gente lungimirante per non avere guai negli anni a venire.
Non ne vedo un gran ché in giro.