Francia - ipotesi secondo reattore EPR?
15 Giugno 2008 di AmministratoreIl Governo francese sta valutando di costruire un secondo reattore EPR (European Pressurized Reactor).
Questo è quanto ha dichiarato il primo ministro francese François Fillon durante un’ intervista di qualche giorno fa.
Si ricorda che in Francia il primo EPR (1.650 megawatt) lo sta costruendo la società francese EDF a Flamanville (seconda unità EPR nel mondo, dopo quella di Olkiluoto in Finlandia).
16 Giugno 2008 alle 19:44
Non è escluso che questa scelta, se confermata, possa essere dettata da una almeno duplice esigenza:
1) iniziare a costruire adesso un EPR per essere pronti a sostituire, fra qualche anno, uno o più reattori a fine vita;
2) dar vita ad un abbozzo di economia di scala che conduca ad una diminuzione del costo medio unitario di produzione della singola unità (questo renderebbe inoltre più snelle tante procedure, incluse quelle relative ai controlli di sicurezza della ASN)
Please In My Back Yard
16 Giugno 2008 alle 23:26
La Francia ha una necessità urgente: entro il 2025 dovrà rottamare la maggior parte delle sue centrali nucleari perché arrivate a fine vita. Dovrà spendere miliardi di euro per smantellare i vecchi impianti e costruirne di nuovi.
E l’unica maniera per poterlo fare è avere un’azienda nucleare, AREVA, leader nel mondo nella costruzione delle centrali.
Ha bisogno che la sua azienda nucleare sia supervalutata in borsa, millantando contratti e forniture, per trovare i soldi per sostituire le vecchie centrali.
Nessun piano strategico. Semplice rottamazione.
Ma AREVA oggi è in grado di costruire solo le due centrali che sta costruendo. Non ha uomini e mezzi per aprire altri cantieri.
I Francesi sono con l’acqua alla gola e in un mondo dove alle testate atomiche si è sostituito il controllo dell’energia per mettere in ginocchio un paese, deve potersi reggee sulle sue gambe.
Nessuno si chiede perché nel progetto EPR sia entrata solo l’Italia?
Nessun abbozzo di economia di scala caro PIMBY ma la necessità di
17 Giugno 2008 alle 09:07
Caro Daniele,
non ti viene in mento che le centrali nucleari francesi potrebbero durare 60 anni invece dei 40 di progetto? Negli Stati Uniti sono già state concesse circa 50 licenze per operare altri 20 anni ad altrettante centrali, non si capisce perché non potrebbe accadere altrettanto in Francia.
Non sono in francesi con l’acqua alla gola, siamo noi… E perché mai dovrebbero millantare contratti? proprio ieri Areva ha ottenuto un grosso appalto per la manutenzione delle centrali brasiliane. Raccontano forse balle?
17 Giugno 2008 alle 18:55
Caro Egisto
Non ti viene in mente che cercano di far durare sempre di più le centrali per rientrare nella spesa sostenuta?
Comunque ti do dei numeri:
USA
• centrali negli USA
104
• La più vecchia
inizio costruzione 1966
inizio immissione in rete energia elettrica 1971
nome PALISADES
operatore DUKE
•la più recente
inizio costruzione 1977
inizio immissione in rete energia elettrica 1985
nome WOLF CREEK
operatore WCNOC
Facendo una media tra la prima e l’ultima ( 1977 - 1985) ottengo 1981, cioè l’inizio della produzione di energia elettrica USA con centrali nucleari (parliamo di media!)
Le centrali che sono oggi in attività sono state costruite per lavorare almeno 25 anni. E questo Egisto è un fatto.
Ma diciamo che sono state portate a 30. Quindi 1981 + 30 = 2011.
Nel 2011 (sempre media) le centrali USA arriveranno a fine vita.
Tu dici che si spingeranno a farle lavorare per 40 anni?
Ok. Si arriva al 2021.
Diciamo che entro il 2020 (ma sono largo!) bisogna chiudere.
Siamo nel 2008. Fra 12 anni si devono chiudere!
Ma stiamo parlando di una media.
Può andare bene se dico che chiuderanno nel 2030? Cioè tra 22 anni?
FRANCIA
Gli ultimi due reattori attivati sono quelli di CHOZZ-B1 / CHOZZ-B2 che iniziano a produrre elettricità nel 2000.
Il primo reattore operativo è dal 1974 (PHENIX)
Chiariamo! Non tengo conto di quelli in smantellamento.
Anche qui media, cioè 1974 - 2000 = 1987.
I rattori francesis hanno iniziato a lavorare nel 1987 (media sia chiaro)
Tempo di vita 30 anni (e sono buono).
Quindi chiusura nel 2017.
Diamo ancora 20 anni in più?
Si va al 2037.
Si parla di media. Quindi la data 2037 può oscillare in più o in meno.
Penso che questi dati facciano riflettere per capire quello che sta succedendo.
Per intenderci: USA, INDIA, CINA e RUSSIA sono una cosa a perta. Loro faranno più di tutto (tradizionale, nucleare, rinnovabili). Il problema è l’EUROPA che vede le sue nazioni storiche (Francia - Inghilterra - Germania - Spagna) dover affrontare una brutta gatta da pelare tra meno di un vent’ennio (e se pensi che tra trovare il posto e attivare uana centrale ci vogliono 10 anni capisci come il tereno bruci sotto i piedi).
Ma Germania e Spagna hanno deciso di chiudere (e non certo perché credono nelle rinnovabili ma perché non vogliono ripetere lo sbaglio fatto negli anni ‘70)
Il probleam è per L’Inghiltyerra (che tra le altre cose ha gli impianti più vecchi e per lei la chiusura sarà molto ma molto prima del 2025) e la Francia che puntando tutto sul nucleare (è l’unico paese al mondo a potertsi dire nuclearizzato) non ha alternative.
AREVA
Areva, basta che vai nel suo sito, chiude contratti per il ritrattamento del combustibile (sempre meno), per manutenzioni, ecc… Certo che lavora ma di centrali ne sta costruendo solo due. E una per la sorella EDF. Per ora di centrali ordinate da clienti esteri ne ha 1 in Finlandia.
Chi dice che Areva non lavora. Lavora ma “attorno” al suo bussiness principale che è costruire centrali.
CONCLUDO
Forza Egisto! Prima o poi la verità la scopri!
17 Giugno 2008 alle 19:56
Per Daniele
Areva, basta che vai nel suo sito, chiude contratti per il ritrattamento del combustibile (sempre meno), per manutenzioni, ecc… Certo che lavora ma di centrali ne sta costruendo solo due. E una per la sorella EDF. Per ora di centrali ordinate da clienti esteri ne ha 1 in Finlandia.
Sarà allora per te illuminante la visita di questo sito:
ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2007/11/areva-commessa...
Please In My Back Yard
17 Giugno 2008 alle 20:25
Caro Daniele,
ti sbagli. La licenza iniziale della NRC è di 40 anni, che viene rinnovata per altri 20.
nrc.gov/reactors/operating/licensing/renewal/overview.html
comunque la data del 2030 è plausibilissima anche perché mi sembra che le centrali USA siano più vecchie di quanto dici tu. Inoltre non è per nulla detto che debbano durare 25, 40, 60 o magari 80 anni: durano finché funzionano in modo efficiente e l’operatore ha interesse a farle durare il più possibile perché sono già ammortizzate. I 40 anni non sono un limite tecnico ma un limite regolatorio ed economico. Poi sostituire tali centrali richiederà meno tempo che costruirle ex-novo perché il sito è già certificato come pure il design del reattore. Lo stesso vale per la Francia e l’Inghilterra
Comunque mi sfuggono le tue conclusioni. Devono rinnovare le centrali e allora?
PS Areva ha anche firmato un contratto per due EPR e un impianto di riprocessamento del combustibile in Cina nel novembre scorso. Valore 8 miliardi di euro
18 Giugno 2008 alle 00:47
NIMBY
Ecco la storia
Dal sito
cinaoggi.it/economia/articoli/2006/dicembre/Westinghouse.htm...
“L’americana Westinghouse vince un contratto per la costruzione di 4 centrali nucleari - 16 dicembre 2006 - Nelle stesse giornate in cui la delegazione americana si incontra per discutere con quella nord coreana a Pechino per futuro delle relazioni tra le due nazioni riguardo alla questione del nucleare, gli Stati Uniti e la Cina sottoscrivono un accordo di intesa per la fornitura di tecnologie da parte di Westinghouse Electric Co. per la costruzione di 4 nuove centrali nucleari. Il memorandum è stato sottoscritto dal rappresentante del governo cinese Ma Kai e da quello americano Samuel Bodman. Westinghouse Electric Co. fornirà un avanzato reattore nucleare denominato AP1000.”
La gara vedeva la partecipazione di AREVA. Ma AREVA ha perso. Sai perché? Perché Madame Lauvergeon, che resterà in carica quale presidente della francese Areva fino al 2011, si era rifiutata di trasmettere parte delle conoscenze tecnologiche alle imprese cinesi, il che no ha fatto Westinghouse-Toshiba, vincitrice della gara.
Come si sà i cinesi copiano tuto!
Non tutto però è perduto per Areva. Nel febbraio 2007, un’anno dopo, la Cina ha ripreso i colloqui con Areva per la costruzione di due nuove reattori a Yangjiang, nella provincia del Guangdong e, ai primi del 2008, la compagnia pubblica cinese di elettricità , CGNPC, China Guandong Nuclear Power Company, ha acquistato due reattori EPR ed il combustibile necessario al loro funzionamento, con un impegno di 8 miliardi di euro.
Fine storia
Il fatto che l’EPR che sta costruendo in FRANCIA sia stato fermato dalla ASN francese ed il fatto che quello che sta costruebndo in Finlandia è in profondo ritardo non credi che dia qualche pensiero ad un’azienda che deve farsi pubblicità per non perdere commesse?
Ripeto per ora scriverà memorandum e stipulerà accordi ma per ora di centrali in costruzione nel mondo c’e ne è solo due.
EGISTO
Mi condeci che devono comunque rottamare? E’ già qualcosa.
E allora? Ma ti sei domandato perché l’Italia è l’unico paese europeo ad essere entratato come nazione nel progetto EPR? Perché gli altri non lo hanno fatto?
La Francia deve dimostrare che può costruire centrali per trovre i soldi per rottamare le sue! E’ l’unica nazione che non ha un mix energetico. Anzi le nazioni sono due. La seconda siamo noi.
Per loro il nucleare è fondamentale!
Ma pensi veramente che AREVA permetta a ENEL di poter costruire una centrale di III generazione?
Pensaci
18 Giugno 2008 alle 08:42
Caro Daniele,
tu hai detto che di centrali ordinate da clienti estere ne ha solo una, il che non è vero perché i cinesi e loro centrali le hanno ordinate e il contratto è firmato. Le parole hanno un senso.
hai detto che le centrali USA sono state costruite per lavorare 25 anni il che non è vero.
La Francia, come gli altri paesi, i soldi per costruire le nuove centrali li trova non vendendo centrali all’estero ma vendendo l’ELETTRICITÀ’ che tali centrali produrranno. Hai idea di come funziona un progetto di una centrale per produrre energia? Hai mai sentito parlare di banche e finanziamenti?
Hai detto che AREVA sta millantando di avere contratti? potresti essere più specifico e dire quali progetti sono millantati? quello con il Brasile? quello con la Cina?
Hai detto che l’Italia è entrata come nazione nel progetto EPR? anche qua se le parole hanno un senso mi spieghi che partecipazione ha lo Stato italiano nell’EPR? A me risulta solo il 12,5% di ENEL in Flamanville. ENEL è una public company con una quota di minoranza posseduta dal tesoro e non rappresenta la nazione italiana, fortunatamente. I soldi per Flamanville se li è trovati vendendo elettricità e collocando bond sul mercato.
Il business principale di AREVA è il ciclo del combustibile nucleare che include il front-end (estrazione, conversione e arricchimento), costruzione dei reattori e back-end (riprocessamento, vitrificazione). Poi molto importante è anche la costruzione di linee di trasmissione. Sia il front-end che le linee di trasmissione superano come vendite la costruzione di reattori.
18 Giugno 2008 alle 15:07
Caro Daniele,
potresti argomentare meglio la tua affermazione “pensi veramente che AREVA permetta a ENEL di poter costruire una centrale di III generazione?”
Devo concludere che se per disgrazia ENEL scegliesse la Westinghouse o la AECL Atomic Anne ci manda la force de frappe? E se lo facesse la Edison?
Saluti
20 Giugno 2008 alle 22:41
EGISTO - CINA E FRANCIA
Enel è partecipata dallo stato Italiano direttamente e indirettamente tramite la Cassa Depositi e Prestiti. E’ il maggior azionista dell’azienda. Infatti decide le nomine del Cda.
La storia di AREVA in Cina dovrebbe farti capire che AREVA non fornirà la sua tecnologia a nessuno. Infatti l’Italia è l’unico paese europeo, attraverso la partecipazione delkl’azionda parastatale Enel, ad aver aderito a questo progetto.
Proprio oggi il magazine del Corriere della Sera ha pubblicato un reportage sull’atomo discreto. Ecco come si descrive il contratto Cinese
“Ben più dura, sussurrano gli esoerti, sarebbe stata la trattativa con i Cinesi, che oltre all’impianto vogliono il know how: prendono i primi reattori, imparano tutto quello che c’é da imparare e quelli successivi se li costruiscono da soli…
Hanno preteso il technology transfer sennò non compravano. Westinghoise ha accettato, Areva si era rifiutata ma poi a ceduto: pare abbia venduto l’EPR a un prezzo inferiore di quello fatto ai finlandesi”.
Sempre dal reportage leggo che l’impianto ai Finlandesi è stato offerto a 3,2 miliardi di euro chiavi in mano (ritardi e spese successive a carico di Areva).
Come vedi pur di chiudere il contratto… Sai bene che l’EPR finlandese già costa più di 3,5 miliardi.
Ho fatto il rappresentante per due anni e posso assicurarti che molte volte pur di chiudere…
Egitto, India… per adesso sta costruendo solo due reattori e uno gli sta costando più di quanto lo ha venduto. Ma si sa dopo 25 anni che non si costruisce una centrale qualche intoppo di giovrntù c’é. Certo se vendi a 3,5 quello che ti costa 5…
Egisto le banche europee da adeso in poi quello che guadagneranno lo useranno per ripiananre i debiti dei sub prime. Oggi il nucleare se lo possono permette grandi economie come quella USA, INDIANA, CINESE e RUSSA.
La FRANCIA deve bere o affogare. l’ITALIA non ha necessità alcuna di entrare in questo ginepraio. Non ha i soldi per farlo, non ha la tecnologia per farlo.
21 Giugno 2008 alle 08:49
Allora siamo spacciati!
21 Giugno 2008 alle 09:27
“l’ITALIA non ha necessità alcuna di entrare in questo ginepraio”
Caro Daniele, questo lo dice lei…
“non ha la tecnologia per farlo.”
Anche questo lo dice lei!
Può argomentare le sue posizioni, ricordando che importiamo l’80% del fabbisogno e che abbiamo un costo dell’energia fra i più alti al mondo?
E ancora: capisco tutte le difficoltà e perplessità (che in parte condivido!), ma è possibile pensare che abbiamo costruito la centrale di Trino Vercellese in 4 anni nella prima metà degli anni ‘60 (!!!), esercendola con grande vantaggio e successo, mentre oggi non possiamo? Questo forse vuol dire che invece di progredire abbiamo fatto un balzo indietro di un secolo?
Sinceramente credo di no: ma se mi sbaglio e Lei ha ragione, allora significa che in questi anni l’Italia ha lavorato davvero male, che siamo veramente nei guai, e che la cattiva gestione potremmo pagarla molto cara…
22 Giugno 2008 alle 14:50
ROMANELLO
L’Italia era la terza potenza nucleare nel mondo tra gli anni 60 e ‘70.
Erano anni di ricerca e sperimentazione e lo dimostrano gli impianti costruiti in Italia che vedeva alla fine degli anni ‘70 4 centrali di filiere diverse e dei centri nucleari pilota, come quello dell’EUREX per sperimentare la tecnica del ritrattamento e quello dell’ITREC in Basilicata che doveva studiare il ritrattamento del ciclo del torio(studi abbandonati quasi subito dagli USA che hanno trasformato quella struttura in una cattedrale nel deserto).
Sperimentazione, come dice anche l’ing. Raffaello De Felice in audizione, nel 2001, alla Comm. Bicam. sul ciclo dei rifiuti guidata dal presidente Massimo Scalia
La struttura nucleare che conduceva gli impianti era la Enel -SGN. Questa struttura è stata esternalizzata nel 1988 e nel 1999 come SOGIN ha avuto l’incarico dui smantellare gli impianti. E’ chiaro che chi conduceva gli impianti non ha le capacità tecniche di smantellarli.
Oggi 2008 Aquilani dell’Enel dice che l’Enel sta ricostruendo la sua squadra nucleare. Non parla di Sogin ma di giovani ingegneri che vanno a fare pratica in Francia.
1) Mi spiega perchè nel 1998 il nucleare era una palla al piede e si esternalizza il reparto nucleare perchè è un costo e e dopo 8 anni si dichiara il nucleare un’obbiettivo essenziale per l’azienda?
2) Ma sopratutto perchè non si riparte dalle conoscenze della Sogin che ha ancora molti esperti che hanno contribuito a fare dell’Italia una delle potenze nucleari di quel tempo?
Ecco la mia perplessità .
Nel 1998 il nucleare è un ramo secco che danneggerà l’entrata in borsa (come spiegare al possibile acquirente che ogni anno bisogna spendere 300 miliardi di lire senza alcun ritorno?)
Nel 2005 si esalta l’acquisto di SE dicendo come l’Enel si è riappropiata della stessa potenza nucleare che aveva negli anni ‘70.
3) E’ possibile che l’ENEL si faccia bella senza spiegare perchè non ha sistemato in sicurezza il vecchio nucleare, pur con i miliardi che ha preso come mancato guiadagno?
Lo sai che la nostra bolletta è appesantita dalla tassa nucleare?
Attendo una tua risposta
p.s.
Sto anche attendendo notizie di Mochovce dove lavora il suo amico
23 Giugno 2008 alle 02:57
x Daniele
Le questione che solleva, seppur del tutto legittime, personalmente le imputo in massima parte agli effetti di rimbalzo della catastrofica rinuncia italiana al nucleare (non escludo poi che ci siano state anche delle gestioni ‘allegre’, diciamo così, ma di questo io non ho titolo di parlare).
E comunque non ha risposto ai miei quesiti precedenti, che ripeto:
“l’ITALIA non ha necessità alcuna di entrare in questo ginepraioâ€
“non ha la tecnologia per farlo.â€
Io, come sempre, sono anche disposto a crederle: ma può argomentare compiutamente e organicamente (non mi pare l’abbia fatto)?
23 Giugno 2008 alle 08:23
X Daniele,
ENEL non ha comprato nulla da AREVA, ha comprato una quota del 12,5% di Flamanville da EDF per vendere l’elettricità ai suoi clienti in Francia. Se devi vendere elettricità in Francia compri una quota di una centrale nucleare, non certo a carbone.
Poi chi se ne frega se non ci trasferiscono la tecnologia (non eri tu che dicevi che era una tecnologia obsoleta?) basta avere l’energia per accendere le lampadine tra dieci anni.
23 Giugno 2008 alle 08:23
Dimenticavo: Flamanville è ripartita!!!
24 Giugno 2008 alle 19:44
EGISTO
Enel e EPR
Enel è entrata nel progetto EPR per acquisire conoscenza nucleare. Non penso proprio che il mercato francese le interessi. I Francesi le hanno concesso di mettere un piedino nel loro protettissimo mercato elettrico solo perché ENEL (e lo stato Italiano) ha pagato fior di quattrini entrando nel progetto EPR.
Non lo dico io ma Enel in ogni sua dichiarazione
Sull’importazione di energia elettrica dall’estero.
Di solito non uso wikipedia ma stavolta l’ho fatto.
Ecco cosa scrive sul consumo di energia elettrica
“ll fabbisogno nazionale lordo di energia elettrica viene coperto per il 73,0% attraverso centrali termoelettriche che bruciano principalmente combustibili fossili in gran parte importati dall’estero (piccole percentuali - inferiori al 2% - fanno riferimento a biomassa, rifiuti industriali o civili e combustibile nazionale). Un altro 14,5% viene ottenuto da fonti rinnovabili (idroelettrica, geotermica, eolica e fotovoltaica) per un totale di energia elettrica di produzione nazionale lorda di circa 314090 GWh annui (2006). La rimanente parte per coprire il fabbisogno nazionale é importata all’estero nella percentuale già citata del 12,5%.”
I dati sono di Terna per il 2006.
Mi dici per favore in questo minimo 12,5% di energia elettrica acquistata all’estero (penso attraverso il mercato elettrico e la borsa elettrica) quanto c’é di enegia elettrica francese prodotta dal nucleare?
Così smettiamo con gli slogan.
Vedi Egisto io mi sono reso conto che abbiamo scambiato il consumismo per progresso. Questi ci ha portato a trasformare l’attenzione per la sicurezza (penso ai freni che da tamburo si sono trasformati in freni a disco) in esagerazione per la comodità (non ho voglia di stare attento a guidare e mi affido ai congegni. Un bip mi dirà che sono troppo vicino a una macchina. Se vado troppo forte sul bagnato la macchina ridurrà da sola la potenza. Non devo nemmeno più sforzarmi a parcheggiare che ci pensa la macchina.
E l’energia nucleare con il suo messaggio: “usa pure tutta l’elettricità che vuoi tanto con pochi grammi di uranio ne produco a bizzeffe” è la soluzione più comoda che si possa trovare per non rinunciare a niente.
Non pensiamo più. Ci stravacchiamo sulle nostre assurde comodità e vaffanculo a tutto!
Non so se il mio discorso può interessare a qualcuno.
Ma per me il nucleare è la risposta semplice per un’umanità che si è fatta pigra e non ha più la forza di rimettersi in gioco.
Spero di esserti stato utile Egisto.
ING. ROMANELLO
“l’ITALIA non ha necessità alcuna di entrare in questo ginepraioâ€
Ingegnere questo è quello che penso
Non c’é alcun rinascimento nucleare.
India, Cina, Russia e America faranno nuove centrali al posto di quelle che dovranno chiudere.
Queste nazioni spenderanno miliardi di euro per il nucleare, ma molti di più per le rinnovabili.
Ma questi Paesi i soldi li hanno.
L’EUROPA è un’altro discorso.
Qui ognuno ragiona da solo. Non siamo come quei paesi. Loro sono giganti noi europei formichine.
E in quest’europa formichina ci metto anche i nuovi paesi dell’est.
In Europa le uniche nazioni che possono fare nucleare sono la Francia e l’Inghilterra.
La prima per necessità perché deve sostiutire i suoi impianti entro il 2025 e non può aspettare la IV generazione.
Capisce che avendo puntato tutto sul nucleare oggi si trovano a dover spendere centinaia di miliardi di euro per cambiare il parco macchine?
La seconda è messa un pò meglio. Ha centrali vecchie che dovrà sostituire entro il 2015 ma a un mix energetico che le permetterà di costruire qualche centrale e puntare anche sulle rinnovabili (campo che stà già usando).
Spagna, Germania, Belgio, Svizzera non fanno nucleare.
La Finlandia è un discorso a parte. E’ autoctona.
Insomma solo la Francia ha puntato tuto sul nucleare senza differenziarsi.
E ora paga pegno.
E l’Italia ha bisogno del nucleare?
No, ma anche se l’avesse non ha i soldi per costruire un’industria nucleare che prevede fabbriche per il combustibile, centri di riprocessamento, depositi, un piano energetico che calcoli il mix da usare e, in ultimo, le centrali.
Se 5 EPR costano 20 miliardi quanto costerebbe far rìpartire un’industria nucleare?
Lo stato i soldi li ha? No
Enel i soldi li ha? No (lo dice IL SOLE 24 ORE) E’ indebitata e solo perché ha il monopolio di vendita dell’elettricità in Italia che può pagare le rate del debito. Non è forse vero che ha emesso bond per 2 miliardi di euro?
Le banche? Per adesso fanno orecchie da mercante
Ingegnere ma di cosa stiamo parlando?
Se l’Italia entrasse in questo bussiness ne uscirebbe con le ossa rotte e le cure le pagheremmo noi. Io, lei e i 50 milioni e passa di Italiani.
“non ha la tecnologia per farlo.â€
Qui è lei che dovrebbe parlare.
Anzi facciamo così.
Mi dice lei come costruirebbe la centrale EPR L’Enel?
Se ha le capacità mi dice come farebbe?
Diciamo che ci sono i soldi e il posto ed Enel domani può iniziare a costruire.
Come si muove?
Cosa costruisce lei e cosa si fa installare dai francesi, per esempio?
Ammetto la mia ignoranza. Mi illumini!
24 Giugno 2008 alle 21:20
Daniele, non sputi sull’Italia e sulle sue competenze: ci sono fior di tecnici, che quando vanno all’estero si fanno più che rispettare, perchè non dovrebbero farlo in patria? Forse solo perchè qualcuno gli mette i bastoni fra le ruote…
Come abbiamo fatto con Trino Vercellese? Ecco: allo stesso modo…
Come fanno i finlandesi? Ecco: allo stesso modo.
E la lista potrebbe continuare (ma glie la risparmio)…
Oppure dovremmo ammettere che siamo più ‘patate’ di tutti? No! Non sono certo nazionalista, ne campanilista, ma mi consenta di dirlo, siamo un signor popolo! E sputarci addosso così non si può tollerare.
Se lo volessimo, gli EPR li faremmo eccome, e non solo, mi creda. Bisognerebbe volerlo. Ed essere seri. Se poi si vuol fare altro si faccia altro e non parliamone più (ma la responsabilità verso le generazioni future che rimarrano al buio ed al freddo se la prende lei? Perchè io no, non me ne voglia!)…
Ed è inutile dire che la Francia ‘paga pegno’: per ora il pegno lo stiamo pagando solo noi, caro Daniele. E mi corregga se sbaglio, ma questo mi pare sia un fatto!
“Se l’Italia entrasse in questo bussiness ne uscirebbe con le ossa rotte”
OK, immaginiamo che abbia ragione. Allora cosa facciamo? Niente? Stiamo bene? Quanto costa ‘non fare nulla’? Ce lo possiamo permettere? Fraemo le energie alternative, e copriremo tutto con quelle?
Mi illumini meglio sul suo pensiero in merito: forse Lei ha ragione ed io sbaglio, ma oggettivamente ho bisogno di più elementi concreti per convincermene, non crede?
24 Giugno 2008 alle 21:22
Per Daniele:
enel.it/attivita/novita_eventi/archivio_novita/epr_flamanvil...
L’accordo prevede, in particolare, l’accesso immediato per Enel alla capacità virtuale di base: quale anticipo della capacità che verrà prodotta dall’impianto di Flamanville, è difatti prevista la disponibilità per Enel di 600 MW a partire dal 2008, con volumi progressivamente crescenti fino a raggiungere 1.200 MW nel 2012. Una capacità virtuale che a partire dal 2012 verrà progressivamente sostituita da capacità proveniente dagli impianti Epr che entreranno in funzione. Questa energia verrà in prevalenza destinata da Enel alla vendita a clienti finali in Francia.
Inoltre, una squadra di tecnici e ingegneri Enel parteciperà a ogni fase della costruzione e alla successiva gestione dell’impianto. Per Enel vuol dire aggiungere alle sue attuali conoscenze nucleari nella filiera russa, maturate con l’acquisizione di Slovenske Elektrarne, e a quelle nella filiera americana, che le derivano dalla acquisizione di Endesa, un impegno diretto nella tecnologia francese
nel loro protettissimo mercato elettrico:
il mercato francese è liberalizzato come quello italiano: se vuoi vai, compri una centrale e rivendi l’energia.
I dati sono di Terna per il 2006
Dati 2007:
Produzione termoelettrica:
78,1% pari 265,5TWh
Idro: 11,5% pari a 39,0 TWh
Eolica e geotermica (fotovoltaico irrilevante): 2,9% 9,8 Twh
Importazione 14,3% pari a 48,5 Twh
Esportazione 0,8% pari a 2,6 Twh
L’importazione dalla Francia è 14,4 Twh, dalla Svizzera 28.700 Twh (parte dell’energia francese passa dalla Svizzera). La quota di nucleare va assunta in base al mix nazionale del paese esportatore, in realtà l’importazione è quasi solo nucleare di cui di notte c’è produzione in eccesso.
26 Giugno 2008 alle 10:15
India, Cina, Russia e America faranno nuove centrali al posto di quelle che dovranno chiudere.
Sulle centrali americane abbiamo già discusso. Per quanto riguarda India e Cina la tua affermazione è curiosa visto che le centrali di questi paesi sono nuovissime. In realtà l’India sta puntando moltissimo sul nucleare e sul ciclo del torio. In Cina ci sono 9 reattori in costruzione.
Queste nazioni spenderanno miliardi di euro per il nucleare, ma molti di più per le rinnovabili.
Balle. Anche se hanno fato qualche cosina con l’eolico il focus strategico rimane sul nucleare ma comunque continueranno ad andare a carbone per molti ancora, purtroppo. Che la Russia poi investa nelle rinnovabili è la prima volta che lo sento.
Spagna, Germania, Belgio, Svizzera non fanno nucleare.
Per la Svizzera il nucleare è strategico. In questi giorni sono partite le procedure per un nuovo reattore. La Merkel ha detto in questi giorni che la decisione di abbandonare il nucleare è stata assolutamente sbagliata. Non ha usato mezzi termini, non ha detto che forse ci si poteva ripensare. Ha detto che i suoi predecessori hanno fatto un colossale errore. Nonostante tutti gli investimenti fatti in rinnovabili.
La Finlandia è un discorso a parte. E’ autoctona.
Il senso di questa frase mi sfugge.
Insomma solo la Francia ha puntato tutto sul nucleare senza differenziarsi.
E ora paga pegno.
E’ vero paga un pegno altissimo. Ha l’elettricità che costa meno in Europa, vende la sua tecnologia in tutto il mondo dagli Stati Uniti alla Cina e al Giappone, crea posti di lavoro e competenze, attira cervelli dal resto dell’Europa. E’ la nazione europea messa meglio come emissioni di CO2. Noi si che siamo stati lungimiranti non quei fessi dei francesi.