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In arrivo norme per rendere concreta e rapida la svolta nucleare dell’ Italia?

14 Giugno 2008 di Amministratore

L’ Adnkronos ha lanciato una notizia questa sera 14 giugno riportando alcune interessanti indiscrezioni: nel Consiglio dei Ministri di mercoledì pomeriggio 18 giugno, “insieme al pacchetto che anticipa la Finanziaria, ci saranno anche norme ad hoc per rendere concreta e rapida la svolta dell’Italia sull’atomo“.

Nell’ articolo viene detto che probabilmente tra le norme per rilanciare il nucleare in Italia ci saranno:
- incentivi economici per quei territori che accettano di ospitare impianti nucleari
- procedura semplificata per la materia

Ma l’ Adnkronos ricorda anche di un altro fatto: venerdì 20 giugno si riunirà in seduta plenaria il “gruppo di lavoro” creato dal precedente Ministero per lo Sviluppo Economico Bersani per definire i criteri di scelta del sito nazionale per i rifiuti radioattivi (Decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico del 25 febbraio 2008).

Ci si chiede a questo punto se il lavoro finora svolto dal “gruppo di lavoro” debba ripartire da zero visto che fino ad oggi si ragionava tenendo conto che l’ Italia non aveva più attive le centrali nucleari: in caso di nuove centrali nucleari è ovvio che sarà necessario un deposito di dimensioni più ampie.



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  • 21 Commenti a “ In arrivo norme per rendere concreta e rapida la svolta nucleare dell’ Italia?”

    1. PIMBY scrive:

      Analizziamo la notizia punto per punto.

      - Incentivi economici per quei territori che accettano di ospitare impianti nucleari
      Mi sembra una cosa ovvia: si tratta di tenere nella giusta considerazione il fatto che una comunità si fa carico del bene di una collettività più vasta (e la cui vastità è proporzionale alla potenza elettrica netta messa a disposizione della rete).

      - Procedura semplificata per la materia
      Questa è la parte più interessante, dal momento che si ripercuote sui tempi di costruzione delle centrali. Staremo a vedere come verranno scrite queste norme, e se saranno applicabili.

      Gruppo di Lavoro per il deposito nazionale
      Se tale GdL, come compare nella notizia Adnkronos, deve occuparsi non della scelta del sito, ma solo dei criteri per arrivare a tale scelta, non credo che sia necessario procedere ad azzerare tutto per l’ennesima volta (la quinta!).

      Please In My Back Yard

    2. daniele scrive:

      INCENTIVI ECONOMICI
      Ero un ragazzo ai tempi di CAORSO. Avevo solo pochi anni quando hanno costruito l’EUREX a Saluggia. Non ero nemmeno nato quando hanno costruito a Rotondella, in Basilicata, quella cattedrale nel deserto chiamata ITREC.
      Sono sicuro che sa bene di cosa parlo e del perché furono costruite istallazioni nucleari in quei posti.
      Qualche mese fà sono stato a SALUGGIA e a novembre del 2007 mi sono fatto 11 ore di treno per vedere TERZO CAVONE, SCANZANO IONICO e ROTONDELLA e cercare di capire. Campagna, agricoltura, bassa densità abitativa, bassa scolarizzione. Si chiama elemosina come quella che fà l’Agip in Val D’Agri.
      Ma nel 2008 le cose sono cambiate e quando si tratterà di spiegare alle persone che nel loro comune si costruirà una cittadella di 60 ettari, depositi per il combustibile e che arriveranno i camion con il combustibile fabbricato (lei conosce FABBRICAZIONI NUCLEARI immagino) a qualche centinaio di chilometri voglio vedere il sindaco parlare di incentivi!

      PROCEDURA SEMPLIFICATA
      Ma lei sà quali sono i passaggi che si devono rispettare per costruire un’impianto nucleare? ma lei crede che un paese che per 30 anni non ha più voluto parlare di nucleare possa realizzare norme e regolamenti per la realizzazione di un’industria nucleare?

      GDL
      Lei pensa veramente che se partisse un piano nucleare con i tempi dati da politico di turno si riesca a costruire un Deposito per le scorie di II, uno (presso le centrali) per le scorie di III e per lo stoccaggio a secco del combustibile?

      CONCLUSIONE
      PIMBY la Francia, l’Inghilterra, la Germania e forse la Spagna, cioè nazioni che hanno esperienza nucleare possono pensare di rivalutare quest’opzione. Noi dovremmo ripartire da capo ed un’industria non si crea in 10 anni!
      Piuttosto perché non ci domandiamo cosa c’é dietro a questa rinascita virtuale italiana per il nucleare? Volontà politica di offrire un servizio al popolo (energia meno cara)? Una visione lungimirante della politica per il bene del paese?
      Non mi sembra proprio!
      Ma se parlare di rilancio del nucleare, così come ne stanno parlando politici ed industriali italiani, non è praticabile e se non cé una politica lungimirante che vuole fare il bene della res publica, qualcuno mi dice perché si parla tanto a vanvera di rinascita nucleare per l’Italia?

    3. Enrico B. scrive:

      Daniele, sei inguardabile nella tua miopia!

      Ma dietro a TUTTE le altre fonti che non siano gas, petrolio e carbone cosa c’e non il VUOTO TOTALE?
      Neanche quelle industrie si improvvisano, difatti continuiamo a comprare quelle tecnologie all’estero, e continueremo a farlo per anni.

      Pero’ per il nucleare, no. Non sia mai!

    4. Edoardo scrive:

      Daniele:

      forse dimentichi che l’Ansaldo (non ti dico l’Enel se non tiri fuori lo solita storia Mochovce centrale slovacca) ha costruito buona parte dei reattori di Cernavoda.
      Inoltre c’è anche la Camozzi, l’Enea, ed altri (la stessa Enel comunque ha nel settore nucleare già più di 3000 addetti vedi questo forum)

      Inoltre, i veri affaristi restano quelli che ci stanno vendendo il petrolio a 130 dollari il barile e la benzina/diesel a 1,50 euro…facendci pagare CARA anche la loro tecnologia.
      Tu vedi il losco e l’inutile solo quando si parla di nucleare. Ormai i tuoi interventi sono scontati.

    5. daniele scrive:

      Edoardo Enel è rientrata nel nucleare solo nel 2005 acquisendo la SE Slovacca ed i suoi vecchi reattori. Non mi puoi dire che in soli 3 anni ha acquisito un’esperienza tale da poter costruire gli EPR in Italia. Se la stessa AREVA ha problemi a costruirne due come puoi pensare che l’Enel ne possa costruire ben 5! Se anche lo potesse le mancherebberop i soldi. Si parla di 20 miliardi di euro. E ENEL è indebitata sino al collo ed il fatto che riesca a pagare la rata del “mutuo” è dovuto al fatto che in Italia ha il monopolio della vendita di energia elettrica alla famiglie.
      Lo stato italiano nonha certo i soldi per far partire un’industria nucleare, che vorrebbe dire trovare non 20 miliard idi euro per costruire le 5 centrali; ma molti di più per creare l’industria che alimenti le centrali.
      Le banche sino ad ora non hanno certo investito miliardi di euro nel nucleare. E il fatto che con i mutui sub prome il sistema bancario mondiale sia in rosso la dice lunga sulla possibilità di finanziare una rinascita nucleare.

      Edoardo, ma di cosa stiamo parlando?

      Ma quale losco! Ma quale affarismo! Semplicemente non abbiamo i soldi per farlo. Ne le capacità industriali e politiche.

    6. Edoardo scrive:

      Anche qui sbagli Daniele.

      Per i soldi c’è già chi si propone. Edison, come Ansaldo Eni ed Enel hanno proposto la soluzione finlandese un cosnsorzio fra produttori erogatori e consumatori capacissimo di sostenere costi fissi e variabili dell’operazione.
      Lo stesso AD Enel Conti ha affermato (Repubblica del 12/06/08) che l’Enel ha i fondi per la costruzione non solo delle centrali ma anche di per tutto il ciclo produttivo: quello che manca è la decisione politica.
      Dal 2004 già Alberto Nagel, direttore di Mediobanca, affermava che in caso di ripresa dell’atomo sarebbe favorevolissimo a finanziare centrali, depositi e officine per il combustibile (ovviamnete ex novo niente riattivazione del vecchio)
      Come vedi che vuol investire c’è ma è sempre l’ostacolo politico che (per il momento) impedisce di agire.

      Saluti.

    7. daniele scrive:

      IL CONSORZIO

      Stai arrivando a capire!
      Se sarà sarà un COnsorzio tra GRANDI CONSUMATORI ENERGETICI / POSSESSORE DELL’IMPIANTO (stessi industriali) / BANCHE (che sono le proprietarie delle industrie).
      Un piccolo circolo privato che vedrà gli onori a loro e gli oneri (problemi, guasti, sistemazione scorie) a noi popolo bue.

      ENEL
      Lo dice il SOLE 24 ORE che ENEL è indebitata.

      Lo dice l’ENEL nei suoi comunicati stampa che è rientrata nel nucleare con l’acquisto di SE. Tu vorresti farmi credere che credi a quello che dice Fulvio Conti? Edoardo non ci credo.
      Lo sanno tutti che lo STATO ITALIANO CON IL DEBITO CHE HA NON PUO INVESTIRE 20 MILIARDI IN CENTRALI NUCLEARI.
      Per quanto riguarda le banhe tu mi porti un’esempio del 2004. Perché non glielo domandi adesso se investirebbe?

      Ma quale ostacolo politico! Il problema è sempre il solito. Non ci sono i soldi (e nemmeno le competenze).

      Ma queste cose le sai anche tu.

    8. alexandros scrive:

      tanto ci sarà l’esercito, dove sarà il problema…cmq il nucleare nel mondo senza gli incentivi statali (vedi USA e Francia) col cavolo che si rende competitivo…

    9. andrea marciani scrive:

      Daniele scrive:
      Un piccolo circolo privato che vedrà gli onori a loro e gli oneri (problemi, guasti, sistemazione scorie) a noi popolo bue.

      Sottoscrivo, ed aggiungo che in Finlandia (come nel casi dei consorzi americani del 2004) il consorzio ha ottenuto finanziamenti dello Stato, variamente occultati, per sostenere la lievitazione dei costi che sono passati dai 3,2 ai 6 miliardi di euro.
      E quello è uno stato solido e serio, vogliamo immaginare cosa succederà qui da noi?

      Tieni presente che per rubare soldi ai cittadini qui da noi non è nemmeno necessario realizzarle le opere, per il ponte sullo stretto sono già stati spesi centinaia di milioni di euro in progetti e prime pietre, che si facciano o no le centrali, gli amici degli amici intascheranno soldi pubblici a iosa, qualche insigne docente universitario si comprerà la villa al mare con le parcelle delle consulenze. poi se non si riuscirà a mettere insieme la solita fantomatica cordata, per rinunciare si potrà sempre dar la colpa alle inevitabili proteste del popolo bue.

    10. andrea marciani scrive:

      Dal 2004 già Alberto Nagel, direttore di Mediobanca, affermava che in caso di ripresa dell’atomo sarebbe favorevolissimo a finanziare centrali, depositi e officine per il combustibile (ovviamnete ex novo niente riattivazione del vecchio)

      Questa è una chicca che illustra in pieno la qualità degli imprenditori del nostro paese:
      Ovunque nel mondo si preferisce riattivare o ricostruire su vecchi insediamenti, sia per risparmiare i costi di decommissioning, sia per accorciare il tempo necessario agli studi ed il rilascio delle autorizzazioni preliminari.

      Da noi no, i vecchi siti restano dove sono, affidati alle cure dello Stato e gravanti sulle tasche dei cittadini, ed al contempo se ne vorrebbero aprire di nuovi, abolendo, per far presto, le procedure cautelative e gli studi d’impatto ambientale (procedura semplificata).
      Di che suscitare il più caloroso consenso tra i cittadini titubanti.

    11. Edoardo scrive:

      Veramente Nagel (intevisto su la Stampa 2003) si riferiva a nuovi impianti sui siti già esistenti dove gioà a suo tempo erano stati effettuati gli appositi studi e che erano idonei ad ospitare una centrale nucleare.

    12. Edoardo scrive:

      Per Daniele:

      Un piccolo circolo privato che vedrà gli onori a loro e gli oneri (problemi, guasti, sistemazione scorie) a noi popolo bue.

      Anche il “popolo bue” (come lo chiamo te) sarà parte integrante di questo consorzio proprio in virtù delle liberizzazioni nel settore dell’energia. Ma sarà il consorzio stesso a farsi carico del ciclo del combustibile, gausti, manutenzioni, ecc.) Altrimenti il consorzio a che servirebbe?
      IL modo di come formare il consorzio (tipo Finlandia) lo stanno già studiando da un anno come il presidente di Edison e il Dott. Zuccoli (A2A) hanno dichiarato ai giornali già dal giugno 2007.

    13. Egisto scrive:

      La questione dei costi andrebbe approfondita un attimo. Dire che una centrale costa tanto non ha senso al di fuori del contesto di mercato. Con il petrolio abbondantemente sopra i 100 dollari molte cose cambiano: naturalmente aumenta il prezzo dell’elettricità generata con olio e gas e in misura minore anche quella generata con il carbone. Di conseguenza aumentano anche i prezzi di molte materie prime energivore utilizzate per le costruzioni di centrali come il cemento e l’acciaio. Cemento, acciaio e rame costano molto di più rispetto a qualche anno fa il che fa sì che i costi siano esplosi anche per quegli impianti con una struttura front-loaded ( ovvero dove la maggior parte dei costi si sostiene nella costruzione degli impianti) come il nucleare e le rinnovabili. L’eolico adesso costa circa 1.900 €/KW ed è stato ancora più penalizzato perché impiega maggiori quantità di materie prime per MWh prodotto. Se facciamo due conti troviamo che l’EPR di Olkiluoto costerà 3750 €/KW ovvero il doppio di un impianto eolico, solo che produce almeno 4 volte l’energia (fattori di carico del 80% contro il 20%), quindi costa la metà. Naturalmente questi sono conti della serva perché bisognerebbe considerare una moltitudine di altri fattori. Io ho sottomano un rapporto preparato dalla E.On (che costruisce nucleare, eolico, gas e carbone) dal titolo “Carbon, cost and consequences” preparato per rendere edotti i cittadini inglesi dei costi relativi all’implementazione del protocollo di Kyoto.
      Tale rapporto è aggiornato al 30 maggio e tiene conto dei costi del CO2. Ebbene il nucleare costa 40 £ a MWh, il gas CCGT 60, carbone e carbone con sequestro entrambi 70 (i maggiori costi del CCS sono compensati dal carbon credit) eolico onshore 75 e offshore 105.
      Appare evidente come il nucleare ( nel cui costo sono compresi, vale la pena ricordarlo, i costi del decommissioning e dello stoccaggio delle scorie) in un mondo con il petrolio a 130 dollari sia particolarmente economico e come le alternative rinnovabili siano ancora molto lontane dalla competitività, nonostante quanto sostenuto dagli “ambientalisti”.
      Il costo del nucleare pari a 50 €/Mwh è molto superiore a quanto sostenuto da Romanello nel suo documento appunto per questo aumento generalizzato dei costi delle centrali nucleari dovuto all’incremento delle materie prime, non per una questione di metodologia (salvo forse assunzioni meno ottimistiche sui tassi di interesse).

    14. alexandros scrive:

      certo, stando cifre alla mano anch’io sono favorevole e so che l’unica alternativa è il mix energetico al quale contribuirrebbe l’atomica, però poichè nessuno ha la sfera di cristallo e non può essere previsto l’evolversi reale del mercato dell’energia, quanto ci vorrà a costruire “una” centrale nucleare? Due settimane fa in GB c’è stato un blackout (causa una centrale nucleare ed una a carbone) alla richiesta delle motivazioni, queste non sono state fornite. Ora, il problema è questo, qui ci si vuole pure usare l’esercito. Purtroppo siamo in Italia e questa volta non me la sento di lasciar fare perchè le conseguenze potrebbero essere catastrofiche. Nel rapporto non è citato il solare (immagino perchè in GB non sarebbe molto sfruttabile, ma qui sì).

    15. Pietruccio scrive:

      x Egisto

      Post mooolto interessante. Peccato che non c’eri tu oggi al programma di raitre “cominciamo bene estate” di Michele Mirabella dove hanno “massacrato” un povero prof. nuclearista (non ho neanche capito chi era e quanto fosse su quelle posizioni) coi soliti metodi “democratici” che usano loro (gli antinucleari), convinti come sono di salvare il mondo. Non ho visto tutta la trasmissione ma solo la fine, quando il prof. ha osato dire che il nucleare costa meno dell’eolico. Non l’avesse mai fatto!

      Dopo di che hanno promosso il kitegen, con Ippolito (ma sarà parente di quello vero?) in persona, spiegando che ormai, visto che costa un decimo dell’energia atomica, che l’hanno provato (però si sono dimenticati di dire che per ora produce mi pare 2.5 kW o giù di lì) ed è scalabile e quindi per produrre quello che fa una centrale nucleare basta farlo più grande, abbiamo risolto il problema energetico italiano. E’ pulito, è gratis, non fa scorie!

      Sono stati convincenti al punto che mia mamma mi ha guardato e mi ha chiesto che cosa continuo a rompere le scatole col nucleare! Questa sì che si chiama informazione!

      Mio Dio quanto siamo indietro!

    16. PIMBY scrive:

      Per Pietruccio

      Appunto, la solita ecoballa propalata dalla solita politicizzata RAITRE in un programma di quel sopraffino esperto di energia che è Michele Mirabella.
      Però bisogna ammetterlo: sono dei veri professionisti nel far arrivare alla gente i “messaggi” che vogliono loro.

      Please In My Back Yard

    17. andrea marciani scrive:

      Dal 2004 già Alberto Nagel, direttore di Mediobanca, affermava che in caso di ripresa dell’atomo sarebbe favorevolissimo a finanziare centrali, depositi e officine per il combustibile (ovviamnete ex novo niente riattivazione del vecchio)

      Veramente Nagel (intevisto su la Stampa 2003) si riferiva a nuovi impianti sui siti già esistenti dove gioà a suo tempo erano stati effettuati gli appositi studi e che erano idonei ad ospitare una centrale nucleare.

      Scusa, Edoardo, visto che entrambe le citazioni sono tue ti dispiacerebbe chiarirmi il bisticcio?

    18. Edoardo scrive:

      Spiacente errore di battitura: non 2003 ma 2004

      Saluti.

    19. Egisto scrive:

      X Alexandros

      Il solare non l’hanno considerato un po’ perché sono in UK. Comunque un fotovoltaico domestico costo 6000 €/KW per una produzionepari a meno di 1/5 del nucleare. I prezzi si riducono a 4-5000 € per gli impianti su grande scala. Sul solare rubbiesco a concentrazione (da farsi però in Tunisia) non so dirti molto perché gli impianti realizzati sono pochi, però si pensa costi attorno ai 200 €/MWh ovvero 4 volte più del nucleare.

      X Pietruccio

      In realtà i costi dell’eolico in Italia sono molto più alti perché il fattore di carico è del 20% contro il 27% tipico in UK. Naturalmente varia da impianto a impianto, se trovo un posto da 3000 ore equivalenti allora mi costa come il nucleare, sempre che non sia sul cucuzzulo di una montagna dove devo costruire un’autostrada per arrivarci con le pale. Naturalmente in Italia è sempre così.
      Poi devi tener presente una cosa che gli ambientalisti non ti diranno mai: l’elettricità che ti danno le rinnovabili intermittenti non ha lo stesso valore di quella tradizionale. Vale meno per un semplice motivo: se metti una centrale nucleare puoi pensionare un’altra centrale. Se metti l’eolico la centrale vecchia la devi tenere perché in qualche modo devi fare quando non c’è il vento e hai bisogno di una riserva nel caso il vento cessi di soffiare all’improvviso. Queste centrali costano e il costo ricade sulla collettività e tale costo rappresenta il minore valore. Naturalmente dal punto di vista ambientale l’elettricità da rinnovabile ha valore maggiore perché non inquina e non emette CO2.
      Un’eccezione importante sono gli impianti solari termodinamici che stanno progettando nel Nevada: questi sono impianti peaker ovvero destinati a soddisfare la domanda delle ore di punta, in particolare d’estate, che coincide con le ore più assolate, quando l’elettricità costa di più. In tal caso la distanza tra costi e prezzi dell’elettricità si riduce notevolmente. In pratica sono impianti destinata a soddisfare la domanda di aria condizionata che in quegli stati è una necessità.

    20. Loris Groppo scrive:

      Mi immagino la scena :-) . La mamma di Pietruccio che guarda sconsolata il figlio e che, scuotendo la testa, dice tra sè: “…e tu mandali a scuola!â€.
      Tutto nella norma. Situazione che anch’io ho vissuto mille volte da parte di mamma, papà, suoceri (importanti anche quelli!). In effetti per loro, come per la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, vale il principio di autorità. Che non vale nulla in ambito scientifico.
      E’ una realtà culturale di cui bisogna tenere conto e che è necessario gestire. Ciò che purtroppo risulta più sconfortante è il fatto che tale atteggiamento non è prerogativa delle vecchie generazioni, ma risulta ampiamente diffuso anche tra i più giovani, nonché tra fasce sociali culturalmente e socialmente elevate.
      Manca il senso critico, manca la capacità di restare sempre alla sostanza degli argomenti, manca la forza di non lasciarsi abbandonare alla sicurezza che molti riescono a trasmettere grazie alle loro capacità dialettiche ed emozionali.
      E dopo questo pistolotto socio-culturale (che con presunzione vi ho voluto infliggere) torno alla mediocrità della mia vita quotidiana (e di cui sopra).

      Grazie ad Egisto per la sua preziosa sintesi. Si può accedere in qualche modo al rapporto E.On a cui fai riferimento?

    21. Egisto scrive:

      Caro Loris,

      lo trovi qui (naturalmente è in inglese):

      eon-uk.com/generation/carboncostandconsequences.aspx

      Saluti

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