Dubbi sulla resistenza dei materiali ceramici usati per lo stoccaggio delle scorie?
25 Gennaio 2007 di AmministratoreUn articolo comparso di recente su galileonet riporta le conclusioni di uno studio inglese sulla resistenza dei materiali ceramici usati per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi.
Tale studio avrebbe dimostrato che le simulazioni finora usate per definire la durata degli speciali materiali ceramici da usare per stoccare scorie come il plutonio sarebbe stata sovrastimata.
Il degradamento dei materiali sarebbe più rapido del previsto e questo andrebbe imputato come conseguenza del decadimento radioattivo (in particolare delle particelle alfa emesse dal decadimento del materiale radioattivo).
E tutto ciò porterebbe a ridurre l’ arco di tempo degli speciali materiali ceramici in quanto iniziarebbero a rilascere radiazioni dopo solo circa 1400 anni, anzichè gli oltre duecentomila precedentemente considerati.
Lo studio, fatto da un gruppo di ricercatori dell’ Università di Cambridge, è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Nature”.
25 Gennaio 2007 alle 18:39
I materiali ceramici sono solitamente usati per stoccare le scorie di I e II
categoria (tempo di decadimento massimo 300/500 anni).
Per le scorie di III categoria (tempo di decadimento 250.000/500.000 anni) le più pericolose ma solo il 2/3% del totale di rfiuti prodotti da un reattore vengono, dopo 10 anni di permanenza in piscine presso le centrali e dopo il riprocessameto, “vetrificate” ovvero inglobate in una massa vetrosa speciale. Non certo di vetro normale che, a 250/300 gradi circa cristallizza e si rompe, ma particolari composti trattati con alluminio, zirconio, boro, ecc. che rende questa massa inattacabile ed impermeabile per periodi geologici molto lunghi (es. R7T7 brevetto francese). Alcuni scienziati affermano che la sola “vetrificazione” permetterebbe la conservazione e la sicurezza della scorie per quasi un milione di anni.
Anche in questo caso si vuol sottolineare un problema del nucleare che già da tempo aveva una risposta ben precisa: a seconda del tipo (o categoria) di scorie materiali differenti (ceramica, cemento per I e II vetri speciali per III) oltre a sistema di barrier multiple fatto da caskin rame contro la corrosione, blocchi di cemnto schermati per contenerli ed il tutto in un deposito geologico stabile come salgemma, argilla, sale. La possibilità di stoccare le scorie in sicurezza ce l’hanno detto i “precedenti naturali” come la formazione di reattori spontanei e conservazione per milioni di anni dei residui (Oklo, Gabon/Africa) oppure i giacimenti del Canada ove 4 milioni di tonnellate di uranio naturale (Cigar Lake) sono state conservate ed isolate dall’ambiente circostante, per milioni di anni, da strati di argilla.
27 Gennaio 2007 alle 15:54
Scusate ma rileggendo la mia mail ho scoperto degli errori. Riporto il dettaglio corretto. Scusate ma alle volte, nella furia di scrivere, mi sfugge qualcosa. Grazie.
“…Anche in questo caso si vuol sottolineare un problema del nucleare che già da tempo aveva una risposta ben precisa: a seconda del tipo (o categoria) di scorie SI USANOmateriali differenti per LO STOCCAGGIO (ceramica, cemento per I e II vetri speciali per III) oltre a sistema di barriere multiple fatto da cask in rame contro la corrosione, blocchi di cemento schermati per contenerli ed il tutto in un deposito geologico stabile come salgemma, argilla,” sale