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L’ Italia dipenderebbe dall’ estero anche con il nucleare?

7 Giugno 2006 di Amministratore

Sul numero di giugno della rivista mensile di divulgazione scientifica “Quark” (la rivista ha infatti preso il nome della trasmissione televisiva di Rai Uno) c’è una risposta di Piero Angela ad alcune domande fatte da un lettore sul nucleare.

Tra le varie osservazioni fatte dal lettore c’è ne una che colpisce più Piero Angela. Secondo il lettore infatti l’ Italia non dispone di know-how e tecnologie per la gestione del nucleare e pertanto ciò esporrebbe l’ Italia a una forte dipendenza da aziende estere (dipendenza che sarebbe più rischiosa e vincolante dell’ attuale dipendenza dagli Stati produttori di petrolio)

Piero Angela (senza entrare nel dibattito “nucleare si, nucleare no”) difende le competenze che sarebbero invece presenti in Italia rispondendo che in Italia c’è ancor oggi un “tessuto di competenze che può essere riattivato” (centrali in sorveglianza, nostri ingegneri all’ estero, giovani che continuano a laurearsi in ingegneria nucleare, industrie tuttora coinvolte nel settore, centrali di altri paesi acquisite dall’ Enel) e che quindi non ci sarebbe il rischio di dipendere dall’ estero per il know-how e tecnologie per la gestione del nucleare.



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  • 40 Commenti a “ L’ Italia dipenderebbe dall’ estero anche con il nucleare?”

    1. marco scrive:

      da quanto ne so, è vero, come il lettore di quark sosteneva, che l’italia è rimasta indietro, tecnologicamente in primis, ma anche per quanto riguarda la formazione e l’istruzione tanto di tecnici quanto di ricercatori, nel settore energia nucleare.
      Questo è conseguenza dello smantellamento delle centrali dopo il referendum, naturalmente.
      Ho letto studi (purtroppo non ricordo dove e come di preciso) nei quali si sostiene che per colmare questo gap l’Italia impiegherebbe alcuni decenni, durante i quali sarebbe effettivamente indispensabile l’aiuto di nazioni più evolute in questo senso.
      E’ vera anche un’altra cosa, tuttavia: sono moltissimi gli italiani che lavorano all’estero e potrebbero riportare nel Paese le proprie conoscenze, sia per accelerare i tempi sia per aiutare nella formazione di una nuova ed oggi quasi inesistente categoria di specialisti.
      Le centrali già presenti sul territorio italiano sono sicuramente obsolete, e non è da escludere che chiedere aiuto a nazioni dalle quali ora acquistiamo energia nucleare sarebbe una mossa non troppo astuta, visti gli interessi in gioco. E’ vero anche però che non è troppo astuto continuare ad acquistarne, con le conseguenze economiche e scientifiche che possiamo immaginare (per non parlare del potere che l’acquisto di energia conferisce ai paesi che la vendono…)
      In conclusione, Angela forse è troppo ottimista, il lettore lo è troppo poco.

    2. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Non sono d’accordo. In Italia continuano a laurearsi ogni anno ingegneri nucleari (quale il sottoscritto, laureatosi nel 2003), la cui preparazione non ha, per quanto mi risulta, molto da invidiare ai loro colleghi europei (nonostante le grosse difficoltà note a tutti).
      Prova ne è il numero di lavori/collaborazioni internazionali in questo settore (che spesso l’opinione pubblica ignora).
      Torno a citare il nostro esempio:
      http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/gcir.htm

    3. marco scrive:

      Caro Vincenzo, sulla qualità dei laureati italiani non si discute, io sono convinto che siano (siamo) tra i migliori al mondo.
      Io stesso a luglio mi laureerò in fisica, indirizzo nucleare, eppure non credo proprio che sare pronto per lavorare in una centrale.
      E non sono neanche convinto che, nonostante la tua preparazione che sicuramente sarà di alto livello, tu stesso ti senta pronto.

      Non sono i laureati che mancano, ma un sistema di insegnamento (insegnamenti, insegnanti, corsi di laurea aggiornati) che riesca a renderli “operativamente adeguati” alla situazione.
      Lì non si tratta di sapere la bethe-bloch o quant’è la sezione d’urto di una reazione o il modello a shell o i diagrammi di feynmann, lì si tratta di far andare un reattore!
      Sui molti italiani all’estero siamo d’accordo invece, in caso si riattivassero le centrali in italia sarebbero utilissimi.

    4. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Voglio raccontarti qualche aneddoto. Mi sono lauraeto in ingegneria nucleare - indirizzo impianti nucleari innovativi - e nel corso dei miei studi ho effettuato anche diverse visite guidate in vari impianti/centrali: Three Mile Island, Trino Vercellese, Ringhals, Darlington, più fabbriche del combustibile, impianti sperimentali, ecc.
      Fra gli esami che ho sostenuto c’era anche Regolazione ed Esercizio degli Impianti Nucleo-Termo-Elettrici: certo non che alla fine di un esame uno sappia andare in una sala controllo ed essere subito operativo, però in un tempo molto ragionevole (dell’ordine dei mesi a detta dei nostri professori), può cominciare a diventare operativo. Del resto è sempre stato così (anche quando il nucleare in Italia c’era), stando a quanto ci dicevano i nostri professori (che nel nucleare a suo tempo ci avevano lavorato). Peraltro a stare in sala di controllo all’inizio non ci si capisce molto, ma se si hanno delle solide basi credo che orientarsi non sia poi un problema tanto formidabile. Del resto ormai i casi più ‘complicati’, tipo gli incidenti, non vengono più gestiti in sala controllo, quanto per lo più in fase progettuale (si parla di ‘periodo di grazia’ - Three Mile Island insegna).
      Ricordo che a Trino Vercellese la nostra guida era un tizio, molto sveglio ed in gamba, addetto alla sala controllo, ma che non era laureato (ad esempio sapeva che in fase di spegnimento la temperatura del reattore doveva scendere di non più di 28 °C/ora, ma ignorava il perchè, sicuramente noto ai progettisti invece - ne so qualcosa perchè sempre nel corso degli studi ho dimensionato un vessel per PWR nel corso di Progetti e Costruzioni Nucleari).
      Insomma, per farla breve, non credo che le conoscenze, specialmente degli ingegneri nucleari, siano poi così teoriche e lontane dalla realtà .
      Non bisogna sottovalutare le forze ancora presenti nel paese (ma non per molto ancora): quello che conta è la volontà politica di affrontare seriamente il problema…O no?

    5. marco scrive:

      Benissimo, ti ringrazio dell’infarinata, non credevo che i corsi di ingegneria nucl. fossero così dentro alle nuove tecnologie.
      Mancano le tecnologie però, in italia.
      Se vuoi la mia opinione, forse sì, il discorso si dovrebbe riaprire, ma non ne sono convinto al 100%.
      Al 99 sì.

    6. domenico scrive:

      è appena il caso di far notare che in italia ci sono due centrali che potrebbero esserte attivate in breve tempo, se non altro per dare un segnale forte ai nostri fornitori di ” combustibili”.

      mi pare gionto il momento delle scelte impopolari, almeno in principio, vale a dire ” anche con retorica” gurdare all’interesse generale e non a quello porticolare, e chi ha orecchie per intendere?

      del resto la famosa coperta è sempre più piccola e di questo passo ci copriremo solo le vergogne?

    7. DANIELE scrive:

      Ma in che italia vivo? Vorrei chiedere a chi ripropone il nucleare di risponderer a questa domanda: SAPETE COSA E’ IL PLUTONIO E COME SI E’ ARRIVATI A PRODURLO? PERCHè ANCORA NON SI SA’ COME STOCCARE I RIFIUTI RADIOATTIVI DI III CATEGORIA?
      Prego rispondere

    8. Vincenzo Romanello scrive:

      Risposte di chi ripropone il nucleare:

      A) L’Italia in cui viviamo oggi, proprio grazie all’uscita dal nucleare, energeticamente parlando, è il ‘paese di pulcinella’ (e mi sembra i dati in merito siano chiarissimi e al di sopra di ogni sospetto…)

      B) Sappiamo benissimo cosa sia il plutonio, perciò non ci fa paura e pensiamo sia una risorsa se saputo utilizzare (c’è una vagonata di ottima letteratura in merito: http://www.fas.org/sgp/othergov/doe/lanl/pubs/number26.htm

      etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10152003-181233/unrest...

      etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10152003-181233/unrest... )

      C) Non è affatto vero che i rifiuti non si sa come stoccarli (es.: www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/La%20sistemazione%20in%20sicur... )

      In conclusione, basterebbe dare retta ai tecnici, non a coloro che ‘improvvisano’… O no?

    9. DANIELE scrive:

      Ti ringrazio per l’ottima letterature che mi hai fornito. Le ho scaricate è durante il fine settimana le leggerò, sopratutto il pdf sulla gestione delle scorie.

      Ma vorrei che invece di mandarmi a vedere dei siti mi rispondessi direttamente:
      1) dimmi dove sono i famosi depositi geologici, perchè non capisco come mai la Francia spedisca il combustibile irraggiato in Russia se il deposito esiste.

      2) fammi un esempio di utilizo pacifico del plutonio. Non parlarmi di mox però (tanto tu sai cosa è il mox).

      Resto in attesa.
      Grazie

    10. Vincenzo Romanello scrive:

      Cerco di risponderti sinteticamente ma compiutamente (anche se è praticamente impossibile, donde la necessità , per chi interessato, di approfondire la tematica leggendo la letteratura scientifica sull’argomento, di cui i link sopra elencati rappresentano un esempio).

      Comunque:

      1) La Francia è uno di quei paesi che ritengono il plutonio sia una risorsa, non un rifiuto: perciò non lo smaltiscono, ma lo ricuperano attraverso il riprocessamento. In un convegno tenutosi ad Oak Ridge l’anno scorso (cui ho partecipato, unico rappresentante di una istituzione italiana!) essi dimostravano come in futuro ci sarà carenza di plutonio, che sarebbe un buon combustibile, a fronte di una crescita della domanda di energia sempre più preoccupante ( http://www.nea.fr/html/science/meetings/ARWIF2004/02.pdf ).
      Altri paesi invece, quali USA o Svezia, hanno optato per lo smaltimento in siti geologici: trattasi di una soluzione comunque valida e hi-tech, anche se forse meno buona rispetto alla precedente.

      2) L’unico utilizzo pacifico del plutonio oggi si ha nei MOX: non capisco l’avversione per questo tipo di tecnologia. Il fatto di riciclare il plutonio è un grande vantaggio ambientale ed energetico: la radiotossicità delle scorie (e quindi i tempi di ritorno ai livelli di miniera - LOMBT) diminuiscono grandemente, col vantaggio di produrre energia senza alcuna emissione serra.
      Fra i link che ho segnalato poi ci sono interessanti proposte per il futuro: ad esempio bruciare il plutonio derivante dagli LWR per fertilizzare il torio (che abbonda e produce scorie ‘meno problematiche’) e produrre idrogeno per l’autotrazione attraverso la termolisi dell’acqua ad alta temperatura (processo I-S). I reattori ad alta temperatura sembrano essere molto promettenti in tal senso (ma naturalmente è richiesto un certo sforzo nella ricerca…).
      Bruciando gli elementi transuranici (e le ricerche forniscono interessanti prospettive in tal senso!) si ha un aumento dell’attività dei prodotti di fissione, che però diventano inoffensivi in tempi relativamente brevi.

      Per concludere voglio instancabilmente continuare a ricordare una figura di merito: se un uomo consumasse nell’arco della sua intera vita la sola energia nucleare per tutti i suoi bisogni, produrrebbe un volume di scorie (già vetrificate!) inferiore ad una lattina di birra da 33cl (ovvero una sfera del diametro di 8,3 cm!!!).

    11. DANIELE scrive:

      Rispondo alle tue domande

      · La Francia manda in Russia il combustibile irraggiato con la scusa che non è rifiuto ma, appunto, combustibile. In Russia lo riprocessano senza controllo alcuno ed è la regione più inquinata del mondo. Basta che tu guardi le cronache che Giorgio Forconi ha fatto per Report (le puoi anche scaricare dal loro sito: “report.rai.it”
      · Certo saprai che le barre irraggiate devono stare anni in piscina per “raffreddarsi” e che la Francia le ha parcheggiate nel suo centro di riprocessamento a Le Huge.
      · Certo saprai che il plutonio usato nel mox è una piccola percentuale di quello riciclato col riprocessamento e che fabbricare mox costa molto di più che procurarsi “uranio fresco”.
      · Certo saprai che per ottenere 1 tonnellata di “yellow cake” si lascia in miniera 500 tonnellate di materiale di scarto.

      Se mi sai indicare dove è il deposito geologico HIG TECH, vado a visitarlo. Peccato che l’unico che dovrebbe essere aperto nel 2020 è in America, alle Yucca Mountain dove c’è in atto un controllo per esami taroccati.

      Certo, tutti i nuclearisti dicono che prima o poi una soluzione si troverà .

      Mi dispiace ma mi sa che i radicali non siano gli antinuclearisti ma coloro che pensano “High Tech” come te.

      Resto in attesa delle tue risposte.

    12. marco scrive:

      Scusatemi se m’intrometto.
      Daniele, io credo che ciò che non hai ben afferrato del problema energetico sia di raggio molto più ampio di come te lo figuri.
      Mi spiego, qui il problema non sta nel decidere per un sì o per un no all’utilizzo di energia nucleare, interessandosi o disinteressandosi di conseguenza a tutte le altre fonti energetiche possibili.
      La gravità della situazione mondiale non credo ci conceda il lusso di prendere decisioni in merito: se c’è anche una minima possibilità di riuscita, allora la strada, qualunque essa sia, va tentata. E vanno tentate tutte le strade, poichè tralasciarne una piuttosto che un’altra potrebbe esserci fatale.
      E’ per questo che il nucleare deve venir considerato alla stregua di tutte le altre fonti energetiche, analizzato con equilibrio e lungimiranza.
      Dire sì o no in maniera secca è un errore, più sensato sarebbe analizzare vantaggi e svantaggi e dedicarsi alla amplificazione dei primi ed alla riduzione dei secondi.
      Discorso che vale per l’eolico, per il fotovoltaico, per l’idroelettrico, per il biologico, per la fusione a caldo, eventualmente a freddo (pare che anche lì qualche passo in avanti si sia fatto, anche se siamo ancora lontanissimi dalla produzione di energia) e per TUTTE le fonti possibili di energia.
      I nuclearisti, come li chiami, perlomeno coloro tra essi che abbiano cervello, conoscono i problemi in gioco, sollo sperano o tentano di risolverli.
      Io non so se tutti i problemi verranno risolti, ma questo ti pare un motivo sufficiente per non tentare di farlo?

    13. DANIELE scrive:

      Il problema del nucleare è che gli scienziati appena hanno scoperto questa meravigliosa energia non potevano perder tempo ad analizzare i problemi delle conseguenze che questa attività poteva portare.
      Pensa che la tecnologia dei reattori ad acqua è quella che si è sviluppata perché la più adatta a potr fabbricare un motore atomico per sommergibili (il famoso nautilus americano).
      Un altro problema è che l’energia prodotta dalla fissione ha bisogno di un mercato protetto perché non può competere in un mercato libero con quella prodotta tradizionalmente. Certo se nei conti che si fanno si lascia da parte i soldi che serviranno a smantellarla e quelli per gestire le scorie ecco che appare come la soluzione di tutti i problemi.
      Vedete una centrale nucleare non è che quando si decide di chiuderla, come diciamo a Firenze, “si tire giù il bandone”, si vendoni imacchinari e si demolisce tutto. No! La centrale deve essere tagliata a pezzetti, ridotta di volume, condizionata e inserita in cask particolari che devono essere sistemati da qualche parte perché la loro pericolosità scomparirà tra migliaia di anni. Ma voi sapete cosa vuol dire fare il decommissioning? Che vuol dire smantellare il “Vasel” che contiene il nocciolo del reattore? Purtroppo non lo sanno nemmeno coloro che dovrebbero farlo perché tutte gli sforzi, dagli anni 60 in poi sono stati verso la costrizione e non verso lo smantellamento e l’esempio del pacchetto di sigarette è emblematico di come ci si è posto il problema. Eppure in 30 anni di funzionamento di 441 centrali siamo sommersi da scorie radioattive.

      Se voi avete la possibilità perché non chiedete e vi informate sullo stato dell’arte per quanto riguarda il decommissioning e i depositi geologici?

      Io sono qua, pronto a ricredermi.

    14. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Ma no, sono tutte fandonie.

      La verità è che l’industria nucleare è l’unica ad essersi occupata sin dall’inizio dello smaltimento delle scorie e dello smantellamento della centrale (al contrario di tutte le altre!).

      Ed è una balla colossale che non si sa come condizionare le scorie: insisto, date uno sguardo al mio articolo (di cui sopra), e ne avrete una prima idea (anche se naturalmente non autocontenuta ed esaustiva, ma la letteratura in merito abbonda!).

      Ed è una balla ancora più grossa che il nucleare non è competitivo: per fugare ogni dubbio sto preparando un articolo in merito dove, conti alla mano, posso dimostrare che potremmo produrre energia nucleare a circa 3,5 eurocents/KWh (ed il calcolo, come vedrete, è molto cautelativo!).
      E’ assai probabile che si possa produrre il KWh a 2,5 eurocents/KWh, e forse anche meno (!).

      E attenzione: in tale calcolo SONO INCLUSI i costi di smaltimento delle scorie e ricupero del sito fino alla situazione di ‘green field’ (cosa unica nel mondo industriale)!

      Ho dimostrato anche che se il prezzo dell’uranio aumentasse da quello attuale (pari a 1633 $/Kg) al TRIPLO (!), l’incidenza sul prezzo dell’energia prodotta sarebbe inferiore al 40% !!!

      Presto pubblicherò un articolo dove ci sono le dimostrazioni MATEMATICHE di quanto dico.

      Mi rendo conto però che qualunque motivazione io apporti sarà del tutto inutile per chi ha già deciso, indipendentemente da qualsivoglia argomentazione. Lo faccio per dovere di informazione verso chi voglia capire la tematica senza posizioni preconcette…

    15. Avv. Rag. Truff. Carlo Bombonati scrive:

      Ing. Vincenzo Romanello scrive:
      8 Giugno 2006 alle 10:54

      “Non sono d’accordo. In Italia continuano a laurearsi ogni anno ingegneri nucleari (quale il sottoscritto, laureatosi nel 2003), la cui preparazione non ha, per quanto mi risulta, molto da invidiare ai loro colleghi europei (nonostante le grosse difficoltà note a tutti).”

      Il punto non sono i laureati.
      Con tutto il rispetto ma se ora prendessero un manipolo di laureati e gli dicessero “costruiteci un reattore” io comincerei perlomeno a diventare nervoso.
      Il problema sono gli esperti, la gente che ci ha messo le mani e sa come girano veramente le cose. Sono quelli che scarseggiano o che, come dice giustamente Marco, si potrebbero recuperare dall’estero.
      Comunque non è certo questo il vero problema.

      “Presto pubblicherò un articolo dove ci sono le dimostrazioni MATEMATICHE di quanto dico.”

      Guarda c’è gente che ha dato la dimostrazione MATEMATICA che l’aumento globale della temperatura dipende dalla diminuizione del numero di pirati.
      Che ne dici? Ci fidiamo?

      “Per concludere voglio instancabilmente continuare a ricordare una figura di merito: se un uomo consumasse nell’arco della sua intera vita la sola energia nucleare per tutti i suoi bisogni, produrrebbe un volume di scorie (già vetrificate!) inferiore ad una lattina di birra da 33cl (ovvero una sfera del diametro di 8,3 cm!!!).”

      Queste sono le cose che mi fanno innervosire. Ma è ma possibile (”o porco d’un cane”) che si debba sempre e solo tirare tirare grasse secchiate d’acqua (pesante) al proprio mulino a colpi di demagogia?
      Per un calcolo del genere:
      quanto sono le stime d’errore? almeno un confidence level?
      com’è calcolata la vita media di un uomo?
      come sono calcolati i suoi consumi?
      si tiene conto che i consumi aumentano? (domanda retorica)
      sono considerati anche i consumi delle fabbriche (che fabbricano quegli oggetti necessari ai bisogni umani)?
      e se quell’uomo consumasse solo energia prodotta da una centrale a carbone, quali sarebbero le dimensioni delle scorie? e se fosse energia solare? e se fosse energia a fusione?
      la paluozza dell’allegria tiene conto anche del decommissioning? dei costi che non si prevedevano? dei materiali attivati?

      Domanda finale e poi smetto: quanti reattori decommissionati sono ora “green fields”?

    16. DANIELE.41 scrive:

      Vorrei solo far presente che la Francia osannata da chi crede, come se fosse un dogma, che il nucleare sia la soluzione finale del problema energetico produce l’energia elettrica con il nucleare e se la ricompra in un mercato chiuso e monopolista. In un mercato aperto e concorrenziale la realizzazione di energia elettricada fonte nucleare non sarebbe concorrenziale. E adesso la Francia stà cercando aiuti daparte di tutta europa perchè dovra rottamare le sue centrali!

      Ha ragione l’avvocato. Smettiamola di parlare per slogan. Le lattine, almeno, si riciclano ma le lattine nucleari no!

    17. domenico scrive:

      il nuleare non sarebbe competitivo quale fonte energetica dunque lo sarebbe?

      il petrolio questo inverno arriverà a 100 $ al barile

      il gas con i rubinetti in Russia Algeria e altri,senza contare che non hanno lascito costruire nemmeno i rigasificatori

      il carbone fa un po di fumo ma niente di grave peccato che si stanno sciogliendo i ghiacci dei poli

      l’idrogeno, in effetti ci sono imponenti giacimenti di questo combustibile però lo tengono segreto chissà perchè?

      i pannelli solari fotovoltaici, d’inverno non c’è il sole e poi il silicio iperpuro costa niente anche in termini energetici per estralo dulcis in fondo producono corrente continua e non alternata

      la legna gia la usiamo per fortuna che c’è

      forza muscolare bell’idea

    18. Giorgio scrive:

      Interessanti argomenti.
      Vivo da sempre in una cittadina che di reattori nucleari ne ha avuti almeno 3. Ovviamente ci lavoravano fior di tecnici Italiani ( ci lavorano ancora a dire il vero) quindi il know-how non manca di certo. Non mi piacciono i nuclearisti che “vedono tutto facile” quando invece non lo e’ e non mi piacciono gli antinuclaeristi che vogliono tenere i piedini belli caldi ma hanno la puzza sotto il naso. I reattori nucleari , e ne sono convinto, funzionerebbero alla grande e con estrema sicurezza solo ad una condizione: che la politica scellerata a cui siamo ormai abituati se ne stia fuori dalle scatole. Solo i tecnici devono occuparsi dei reattori. Se il politicantulo del sabato mattina comincia a metterci il naso…siamo fritti. In fatto di energia siamo ormai alla frutta e voglio vedere quanti sono disposti a fare delle SERIE rinunce alle abitudini ormai acquisite.
      Cosa fara’ il Rag. Rossi che abita al settimo piano di una citta’ qualsiasi? Scendera’ alla mattina alle 06.00, prima del lavoro, per andare a procurarsi la legna per scaldarsi il pranzo o la cena e tenere i 18° nel suo miniappartamento da 150 mq.? Non credo propio….e dato, come e’ stato ben chiarito dai lettori precendenti, che altre energie “toste” non ve ne sono, a parte la geotermica non ancora sfruttata come si deve, non vedo altra soluzione possibile a breve termine. Se e’ vero, come ho avuto modo di sentire a Parigi un mese fa, che la Francia pensa di ridurre drasticamente la fornitura elettrica (da reattori) al nostro Paese, voglio proprio vedere quante teste salteranno…..

      Il nucleare va gestito solo da tecnici e non dai politici che a dirla tutta ci hanno stramartellato i santi dicotiledoni.

    19. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Non posso che sottoscrivere il commento di Giorgio.

      Naturalmente nessuna via è ‘facile’, ed c’è sempre come ho detto un lato luminoso ed uno scuro di ogni scelta. Quello che ho sempre voluto stressare è che il alto scuro del nucleare, seppur ben presente, non è poi così scuro come vuol farsi intendere ( e quello luminoso è ben più luminoso di quel che si pensi invece).

      Ciò detto i problemi ci sono: le nuove tecnologie però, in prospettiva, possono fare ancora molto…

    20. A.Sem. scrive:

      Salve,
      sono uno studente di liceo scientifico interessato a proseguire gli studi universitari nel campo nucleare, vorrei chiedere se qualcuno potrebbe consigliarmi qualche lettura tecnica a tal proposito.(mi riferisco soprattutto agli ingegnerei che qui scrivono, avendo superato quel tipo di corso di studi).
      grazie molte anticipatamente!

    21. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Posso consigliare un qualche testo di fisica nucleare (magari in italiano): io cominciai così, nella biblioteca comunale…
      Ci sono poi numerosi siti che introducono alla tematica.
      Sarebbe molto opportuno inoltre scegliere la sede universitaria più opportuna in base ai propri interessi/predisposizioni (per non trovarsi male in seguito)…

    22. A.Sem. scrive:

      Grazie per l’interessamento innanzitutto.
      Potrebbe allora trovare qualche titolo ed autore in modo da trovarli piu facilmente, magari in un negozio on line.
      Riguardo la sede unuversitaria, pensavo a Roma LaSapienza, cosa ne pensa?
      Grazie ancora.

    23. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Francamente di titoli in italiano non ne ricordo (è passato molto tempo da quando studiavo libri italiani): molta buona letteratura è in inglese.

      Esistono però dei bei libri di testo di Amaldi per i licei scientifici (un pò di cose si trovano sul terzo volume in particolare).
      Trattasi sempre di testi molto tecnici comunque… La cosa migliore è scartabellare in qualche vecchia biblioteca, spesso si trovano cose interessanti ed inaspettate…

      Quanto alla sede La Sapienza mi sembra di tutto rispetto, ma naturalmente la scelta deve tener conto di una serie di fattori (interessi personali, se più orientati verso la scienza pura, in tal caso ci si dovrebbe orientare verso studi di fisica, o verso le applicazioni, in tal caso ingegneria, e ancora vicinanza della sede, ecc. ecc.)

    24. vincenzo d. scrive:

      Egregio ing. Romanello,
      è disperante voler tentare di convincere con argomentazioni fattuali e tecnico-scientifiche persone ideologicamente bloccate, cioè disponibili ad accogliere solo argomenti che sono conformi alle proprie idee, ad usare solo dati che ritengono utili a renderle plausibili o per spaventare le persone non in grado di compiere verifiche e quindi farle idonee ad essere imbarcate nel proprio gregge, leggi: partiti opportunisti e speculanti sulle emozioni. Forse costoro potranno cambiare opinione solo con i fatti: black out in serie, petrolio a 200 dollari, effetto serra soffocante, ricatti islamici, gassificatori senza navi in attracco, viaggi aerei razionati, case riscaldate a 16 gradi ecc. Ma allora per il nostro Paese sarà troppo tardi. Andremo a piatire dai nostri vicini un po’ di kilowatt per far funzionare almeno gli ospedali e naturalmente la televisione. E’ una vocazione irresponsabile al servaggio e alla subalternità che ci trasciniamo dietro ed alla quale da sempre pensiamo di porre rimedio con la retorica, la demogogia e la vittoria del campionato mondiale di calcio.

    25. Giorgio scrive:

      2020…non un anno di piu’. La Natura pensera’ a sistemare le follie umane. Ho peregrinato per meta’ del pianeta, questa estate, e ne ho viste di tutti colori. Non v’e’ da sperare nulla di buono. Mi auguro che la benzina vada a 600$/barile e che nemmeno i nostri “amati” rossi non possano permettersela. Come ridero’ a crepapelle. Vadano da Putin a farsi fare il “pieno” di gas o chiedano aiuti consistenti a Fidel ed ai Coreani del Nord.
      Quando questi gli mostreranno il dito medio alzato, forse si rivolgeranno al “santo” per eccellenza: il tappo Iraniano che crede di essere il novello Maometto. Detto in gergo partenopeo…Mo’ometto…rint’a sacca. Mala Tempora…amici cari.
      Avanti col Nucleare ma solo gestito da persone corrette ed affidabili….non certo dal “Tre palle, cento lire!”..alias Mortadella…oppure dal “Scisciaa’ di furmig..” alias “Il Secco Piemontese”…e non si parla certo di vino.
      Viva l’atomo e tutti i suoi amici elettroni!

    26. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      In riferimento agli ultimi due commenti: gentili signori, non posso naturalmente che sottoscrivere quello che dite, mi rendo perfettamente conto della tematica…

      E purtroppo sono molto preoccupato, non tanto come ingegnere nucleare, quanto come CITTADINO italiano, e, più in generale, del mondo…

      So che tutte le mie argomentazioni tecniche e fattuali non scalfiranno e l’integralismo ambientale di molti, ma non posso comunque stare zitto.

      E’ mio dovere rendere noto al massimo numero di persone quale sia la verità nuda e cruda (e questa ripeto, senza falsi catastrofismi, comincia seriamente a preoccuparmi!), perchè la responsabilità dell’azione ce l’ha chi può agire, non credete?

    27. Vittorio scrive:

      La situazione è senza dubbio preoccupante però il 2020 mi sembra un pò vicino……… . Non credete sia un pò esagerato? Il fatto del (la benzina non si misura in barili)petrolio a 600$ al barile poi….. . E’ una visione veramente catastrofica ed irreale, alle scuole elementari ci facevano visionare filmati in super8 che davano una stima della durata del petrolio di 20 anni e facevano vedere case con i giaccioli ai lampadari, ne sono passati 18 e le stime dicono che ce ne sia ancora per 35-40 anni non ho mai capito quanto ce ne sia realmente! Le stime di carbone invece mi pare che parlino di quasi 100 anni!
      Il discorso invece è un’altro, il nucleare è oggi l’unica alternativa per la produzione di energia elettrica a costi ragionevoli e senza emissioni di co2 in atmosfera conservando le riserve di idrocarburi per i mezzi di trasporto(almeno fin quando non si troveranno alternative serie, es. idrogeno a basso costo) e per i vari processi industriali in cui si utilizza come materia prima. Bruciare derivati del petrolio per produrre energia elettrica è uno spreco senza limiti. Io inviterei tutte le persone che vivono in Italia a chiedere contratti all’ ENEL da 18 Kw come è consuetudine nel nord europa e vedere cosa succede io ho provato a chiedere 10 Kw e credevano avessi un’opificio.

      Saluti a tutti!

    28. daniele scrive:

      Per Giorgio
      Caro Giorgio mi sembra che il tuo pensiero sia un pensiero ormai comune a voi simil fascisti che diventando rossi dalla rabbia vedete tutto nero (rossi, nero! Capito la battuta?). Mi sà di no! Comunque se pensare al camino eretto e dritto di una centrale che dal suo interno dà energia al mondo ti fà sentire bene (capito a cosa alludo?), pensalo pure. E se pensi che l’energia atomica sia la forza che salverà il mondo ti fà sentire forte e duro, pronto a difendere la tua verità di uomo “corretto ed affidabile” dai “nani” e dalle “mortadelle” non sarò certo io a dirti il contrario! Però se qualche volta tu provassi a mettere da parte l’uomo duro e puro che credi di essere e ad accettarti vedrai che i rapporti con gli altri miglioreranno e, forse, dico forse, riuscirai anche a fare qualcosa… tra uomini ci si capisce!
      Auguri

    29. vincenzo d. scrive:

      Nessuno in Italia nemmeno osa accennare al fatto che, per quanto mi risulta, esistono due siti minerari di giacimenti di uranio, uno dei quali esplorato e con le gallerie già pronte per poter dar corso alle estrazioni. Quando il programma nucleare nazionale non era stato ancora cassato dal referendum popolare dell’ignoranza e del pregiudizio, si pensava che queste miniere dovessero servire da riserva strategica per il rifornimento di emergenza delle nostre centrali. Queste sono state spente e di riavviarle questa classe dirigente che non riesce nemmeno a completare una ferrovia non ci pensa proprio. Il prezzo internazionale dell’uranio negli ultimi tempi è triplicato. Nessuno responsabilizza il popolo e gli dice che per piegarsi alle sue paure questa ricchezza deve restare sepolta?

    30. daniele scrive:

      Caro Vincenzo D. ti voglio informare che il referendum aveva deciso che la popolazione italiana non voleva più il nucleare ma si parlava di moratoria. Infatti la chiusura del nucleare è avvenuta anni dopo con un disegno di legge che chiudeva definitivamente con questo tragico sogno. Dopo il referendum il governo di allora aveva deciso di smattere con il nucleare ma di lasciare il cosidetto presidio, cioè due centrali che dovevano essere Caorso e Montalto per continuare la ricerca e rimanere al passo con gli altri. Una lotta degli ambientalisti e dei deputati del parlamento portò all’annullamento di questa idea che portò anche alla caduta del governo Goria. In pratica dopo pochi mesi quello che doveva essere ianmovibile, il presidio, era cassato e il parlamento votò la legge che pur redatta dalla maggioranza vedeva anche l’opposizione daccordo.
      Devi anche sapere che dopo l’incidente in Usa si decise di ristrutturare le centrali e ch questo avrebbe comportato una grossa spesa. In quel periodo Caorso era ferma per la IV ricarica e per gli alti costi che si dovevano sopportare per sistemarla alle nuove normative non conveniva farla ripartire anche perchè durante l’attività iniziale il reattore era stao spento molte volte perchè si erano verificati dei problemi. Essendo una macchina termica c’è una procedura che dice che ogni centrale può supportare un certo numero di fermate perchè lo scock termico danneggia il reattore. Bene, a Caorso i problemi sorti ida subito prefiguravano che entro 5-6 anni la centrale sarebbe dovuta essere spenta.

      Per quanto riguarda Garigliano devi sapere che la prima centrale nel mondo è stata costruita in USA nel ‘58 e Garigliano è del ‘59. Garigliano è stato un banco prova per gli americani che hanno potuto testare il suo funzionamento tanto che le sorelle costruite dopo presentavano tanti di quei cambiamenti che rendevano la nostra unica. Per di più ai tempi dell’incidente in USA stava arrivando a fine vita.

      Come vedi le cose non sono così semplici.

      Un saluto.

    31. vincenzo d. scrive:

      Non credo si possa onestamente negare che tutte le decisioni della classe politica legate allo sviuppo civile del nucleare, siano passivamente ossequiose dell’orientamento dell’opinione pubblica, che abbandonata alla sua emotività , mal informata e deresponsabilizzata, si è manifestatata in occasione dello sciagurato referendum.
      In Finlandia dopo un processo autorizzativo durato trentasei mesi è in fase di realizzazione un reattore di terza generazione di 1600 megawatt. Partiti i lavori recentemente, sarà pronto nel 2009 insieme al sito geologico per il deposito delle scorie in un isola antistante. Questo sarà il loro quinto reattore, mentre è già in fase di progettazione il sesto. Non si è registrata sui progetti alcun significativo dissenso politico o sociale. Nella classifica PISA del livello di studi matematica e fisici la Finlandia figura al primo posto. Il numero degli abitanti non raggiunge i sei milioni.
      Da noi si mette avanti strumentalmente che il tempo per riavviare Caorso sarebbe di dieci anni! Sarà anche vero. Dove e come è stata documentata questa tempistica? Qualcuno tecnicamente in grado di farlo e ideologicamente non influenzato ne ha potuto verificare la fondatezza?
      Aspetto ancora di leggere qualche suggerimento su cosa fare dei nostri giacimenti di minerali uraniferi. Lasciarli dove sono ed iniziare a costituire in prevenzione un comitato locale che ne blocchi ogni utilizzazione?

    32. Vittorio scrive:

      Caro Daniele;
      dove trovi queste notizie su Caorso? Ce l’hai con la filiera BWR (la mia preferita) oppure con la magnifica General Electric poiche essa rapresenta l’emblema del capitalismo made in USA?
      Da quanto ho capito non sei al contrario di me, filoamericano però devi comunque ammettere che negli anni ‘50 e ‘60 ma anche dopo, non esistevano tecnologie migliori in tutto il mondo, il reattore PWR di Trino è di progettazione Westighouse sempre americana e quando è stata costruita la centrale non vi erano in Italia società capaci di realizzare il vessel che venne costruito negli USA e poi trasportato in Italia.
      Forse tu preferivi che l’Italia avesse adottato impianti di tipo sovietico!
      Quale è”l’incidente in USA” a cui fai riferimento?
      Forse Three Mile Island ? Sai bene che si trattava di un reattore PWR di progettazione westinghouse e non di un BWR_4 come quello di Caorso quindi che modifiche dovevano apportare? ma scherzi?
      Sul Garigliano mi fai sempre arrabbiare ho visto che hai corretto qualche cosa dopo che ti ho delucidato però restano gravi inesattezze cosa è
      la centrale costruita in USA? forse Dresden_1(BWR_1 GE da 210 MW)? Peccato però che non sia del 1958 ma bensì del 1956 (inizio costruzione 01/05/1956) contratto 1955 prima criticità 15/10/1959, il 1958 non ci entra un bel niente.
      Altro grave errore dresden_1 (se è a questa che ti riferivi visto che è l’unica BWR_1 insieme al garigliano, ci sarebbero anche humboldt bay USA e GKN Dodewaard, Paesi Bassi sempre a circolazione naturale ma di potenza piu modesta ) non è la prima centrale al mondo di tipo BWR il primo impianto è Argonne EBWR (Lemont, Illinois, USA) entrato in funzione nel 1956, prima comunque c’èra stato il prototipo Borax(1954) al qale successivamente venne aggiunta la turbina(1955), questo riforniva di energia elettrica la vicina cittadina di Arco (Idaho, USA) quindi forse è questo che possiamo considerare come prima centrale, fai tu!
      Caorso poi era una centrale all’avanguardia che pur appartenendo alla classe BWR_4 è molto simile a quelle della classe BWR_6 un vero gioiello buttato lì una vergogna che spreco meglio non pensarci!
      Nel mondo ci sono diverse centrali BWR_4 perfettamente funzionanti molte delle quali in europa e Giappone nel quale questa filiera ha trovato terreno fertile, è qui infatti che è entrato in funzione il primo ABWR (che è anche il primo reattore di terza generazione) 2 sono in costruzione e 9 progettati.
      Saluti.

    33. vincenzo d. scrive:

      Una società mineraria australiana ha chiesto di poter esplorare la possibilità di sfruttamento dei giacimenti di uranio nelle Alpi Orobiche. Il Corriere della Sera ha intitolato la notizia: “Allarme rosso in Val Seriana”! ed ha ripreso quindi nel testo dell’articolo gli isterismi di Lega Ambiente e affini. Tutto ciò la dice lunga sul condizionamento negativo dell’opinione pubblica in questo campo.

    34. vincenzo d. scrive:

      Le notizie sullo smantellamento di Caorso che ho trovato su Internet sono ferme ad alcuni proclami trionfalistici di Legambiente dell’anno 2000. Non ho trovato notizie aggiornate. Ho dubbi che quanto ogni tanto si legge nei giornali sulla impossibilità di riavviare la centrale, provvenendo in in generale da redazioni antinucleariste e ideologicamente orientate possano considerarsi attendibili. Come si può fare per chiedere l’istituzione di una Commissione scientifica, possibilmente a maggioranza non italiana (francesi, finlandesi, tedeschi ?) che verifichi se Caorso e Trino Vercellese possano essere riattivate e in quali tempi e con quali costi? L’opposizione che in Parlamento se ne dovrebbe far carico dorme sonni tranquilli, o meglio, insieme al governo recita la giaculatoria stucchevole della decadenza del sistema produttivo.

    35. vittorio scrive:

      Nella centrale di Caorso è stata rimossa la turbina ma a prescindere da questo è passato del tempo da quando è stata fermata, inoltre per adeguarla agli standard odierni bisognerebbe lavorare a ridosso del recipiente a pressione, con dosi di radiazioni considerevoli per gli adetti e tutto questo per un breve vita residua. Certo sarebbbe bello rivederla in funzione ma non credo succederà …. . Per Trino non credo ci sia speranza vista l’età , anche se non fosse stata fermata oggi sarebbe comunque stata chiusa per raggiunti limiti…. .

      Saluti.

    36. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Sottoscrivo: dubito che le centrali nucleari italiane possano essere riattivate con successo e convenienza economica.

      Quello che si può sicuramente fare invece è utilizzare i siti (già qualificatiper ospitare un impianto di quel tipo), per costruire impianti di ultima generazione, con grande vantaggio energetico/economico/ambientale per il nostro Paese.

      Quanto alla commissione scientifica che valuti non credo serva sia straniera : i tecnici italiani (purchè lavorino liberamente e professionalmente) possono svolgere ancora egregiamente il compito (e poi, data l’assurdità delle scelte italiane, conviene ‘lavare in casa i panni sporchi’).

    37. vincenzo d. scrive:

      Rispondo a Vittorio.
      > Anche per smantellare è necessario operare vicino al nucleo. Visto che si
      > deve comunque fronteggiare la situazione con le dovute cautele, non
      > sarebbe
      > più razionale farlo con finalità costruttive anziché distruttive?
      >
      > Rispondo all’ing. Romanello
      > Cosa si deve fare per coinvolgere almeno una forza politica in una
      > proposta
      > sul rilancio del nucleare e quindi sulla valorizzazione dei siti di Caorso
      > e
      > di Trino?

    38. Vittorio scrive:

      Considera che prima a poi il reattore dovra essere smantellato comunque… .
      Come diceva l’ing. Romanello si puo sfruttare il sito con tutte le opere civili come le opere di presa e gli edifici gestionali con forte risparmio ma non credo che caorso verra mai riavviata…. .
      La centrale di Trino non devi proprio considerarla, ti immagini le proteste e le manifestazioni se venissero riavviate centrali così vecchie? Ora che l’opinione pubblica è favorevole ad un ritorno al nucleare si rischierebbe di rovinare tutto e di dire addio definitivamente a questo tipo di energia.
      Saluti.

    39. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Rispondo.
      Le centrali nucleari italiane dubito fortemente che possano essere riattivate con convenienza (specialmente Trino Vercellese: ho visitato personalmente il sito, la centrale è stata un gioiello della tecnologia, costruita in tre anni - dal 1961 al 1964 - da 272 MW se non erro, doveva promuovere questa forma di energia nel nostro Paese).

      Inutile piangere sul latte versato: scelte politiche completamente dissenate (e che spesso hanno nascosto interessi inconfessabili), una informazione spessissimo sbilanciata e di parte, ed una profonda ignoranza tecnica del popolo hanno portato a realizzare degli ottimi impianti che poi non sono stati usati.
      E’ stato come comprarsi la ferrari per andare una volta a fare la spesa e poi metterla in garage all’abbandono fino alla rottamazione…

      Scelte dissennate e forsennate per quanto mi riguarda (e comunque i tragici risultati cominciano ad essere sotto gli occhi di tutti!).

      Quanto ad una forza politica che se ne occupi: non mi intendo di politica, sono un tecnico nucleare, ma Forza Italia ha riproposto ripetutamente e con forza l’opzione nucleare (anche se in maniera a mio modo di vedere un pò maldestra). Le elezioni sono andate in un altro modo (Prodi parla di rilanciare il nucleare fra 20 anni, sperando forse che il vento soffi forte e il sole splenda anche la notte!!!)…

      Non so quale sarà il futuro energetico del nostro Paese, ma quello che è matematicamente certo è che propagandare le energie alterantive AL POSTO dell’energia nucleare (e non come aiuto) è una forma di truffa energetica propagandistica…

    40. Giorgio scrive:

      propagandare le energie alterantive AL POSTO dell’energia nucleare (e non come aiuto) è una forma di truffa energetica propagandistica…

      Caro Ing. Romanello
      altro che truffa. E’ una super-mega truffa. Si mette in testa alla gente cio’ che non e’. E questo e’ piu’ deleterio di dieci centrali nucleari mal gestite.
      Vedo che le posizioni di questa estate non si sono modificate di una virgola. Chi e’ pro e’ rimasto pro e chi e’ contro e’ ancora piu’ contro e trova ogni cavillo possibile. Di questo passo staremo tutti al freddo e continueremo a cavillare sui se ed i perche’.
      Tornaimo alla energia “alternativa”. Alternativa a che? Ah si…a quella del petrolio. Ci propongono energie alternative di tipo eolico, tipo pannelli solari, tipo energia fotovoltaica ecc. ecc.
      Ora se io abito in una zona dove non tira vento che faccio? Chiamo Eolo e gli dico di soffiare tutto l’anno perche’ ho bisogno di produrre energia? A rendimenti bassissimi? Poi arrivano gli ambientalisti e dicono che i generatori sono a grande e grave impatto ambientale.No….grazie.
      Pannelli fotovoltaici: buona idea? Non molto: rendimenti bassissimi e costi di installazione e di manutenzione esagerati.
      Si parla di 10mq/Kwh e quindi per produrre almeno 4KW ho bisogno di 40mq. Ho bisogno di un bel numero di batterie (costosissime) ed ho bisogno di un inverter da almeno 5KW (per essere sicuro). Totale per produrre 4 KWh sono necessari almeno 25.000 Euro. Gia’, sono tutti li’ disposti a spendere 20.000 per installare sul tetto della propria casa (e chi vive in appartamento che fa?) una mole di pannelli con il rischio che un piccolo tornado se li prenda in una volta sola. No…messa cosi’ la cosa e’ irrealizzabile. Pannelli di silicio cristallino costosissimi…l’amorfo lo lascio agli altri. Lasciamo stare poi l’inerzia mortale di mamma Enel sull’accoglimento delle domande di allacciamento. Roba da Farisei.
      Bruciare i rifiuti organici? Dovremmo produrre piu’ rifiuti di quanto consumiamo in energia. Bella trovata.
      Che altre energie alternative rimangono? Ah si’..il pedalo’.
      Io penso che l’energia geotermica sia una possibile soluzione. Ogni Paese se la puo’ produrre in modo independente e togliersi dai vincoli internazionali infestati da rigurgiti politici e/o montate ormonali di certi esseri al potere. Tutti possiamo scavare e perforare. Il centro della terra e’ comune a tutti. E’ chiaro che e’ costoso ma io per energia alternativa intendo quella che mi fa lavorare le fabbriche, muovere i treni, illuminare le citta’. Ma quale pannelli solari? Per illuminare Milano o Roma? Ma ci vogliono i MegaWatt. Ed i pannelli fornirebbero questi megawatt? Ma dove? Dobbiamo rifare tutte le linee elettriche e portarle a 24VCC? Ve li immaginate le sezioni dei cavi? Oppure costruire degli inverters da 1MW ciascuno….ma dai…..

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