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Centro Comune di Ricerca CCR di Ispra - giornata porte aperte

29 Maggio 2006 di Amministratore

Una gentile lettrice ci ha inviato un breve resoconto della visita effettuata sabato 13 maggio presso il “Centro Comune di Ricerca - CCR” di Ispra in provincia di Varese (detto anche in inglese “Joint Research Centre - JRC”) in occasione di una giornata “porte aperte” in cui era possibile visitare l’ impianto.

Riportiamo il resoconto:

In occasione del 56° anno della dichiarazione di Schuman, considerata punto di partenza dell’ unione europea, il Centro Comune di Ricerche di Ispra ha organizzato una giornata “Porte Aperte” per sensibilizzare il pubblico sulle ricerche effettuate al suo interno.

L’ organizzazione impeccabile ci ha permesso di lasciare l’ auto nei parcheggi predisposti e di accomodarci sul pullman che ci avrebbe portato all’ ingresso del centro. La fase di accreditamento è stata velocissima ed in un attimo ci siamo trovati al di là del famoso cancello del centro di Ispra.

Il programma della giornata lasciava liberi i visitatori di organizzarsi come meglio preferivano. Le attività erano molteplici e tutte rivolte a far conoscere alla gente comune le svariate tipologie di ricerca svolte nei diversi campi di applicazione. Numerose erano anche le attività per i bambini.

Personalmente ho assistito alla presentazione riguardante la sicurezza dei contenitori alimentari, effettuato visite ai laboratori delle energie rinnovabili, al ciclotrone ed al laboratorio per le verifiche strutturali utile a valutare le resistenze sismiche degli edifici. Ma molto altro era proposto. Oltre ad un tour in pullman nella zona del reattore “Essor”.

Proprio quest’ ultimo mi ha entusiasmato, insieme alla visita al ciclotrone. La visita durava all’ incirca 20-30 minuti. Seduti all’ interno del pullman (ci è stato detto che per ragioni burocratiche era impossibile scendere dal mezzo) ci siamo addentrati nella zona dove un tempo si svolgevano ricerche nucleari. Il primo edificio che abbiamo visto è stato la torre piezometrica per il rifornimento dell’ acqua.
Poco distante appariva il reattore “Essor” e il reattore Ispra 1, fermo dal 1987 anno del referendum. Ci è stato detto che le barre di uranio sono state restituite nel 2000 al Canada, da dove provenivano.
C’è anche un altro reattore (Ispra 2) ma non sono riuscita a scorgerlo tra i boschi ed un altro ancora che non è mai entrato in funzione.

Una parte dell’ isola nucleare è destinata allo stoccaggio delle scorie radioattive.
Gli edifici opportunamente schermati hanno un aspetto spettrale: ormai pochissime persone lavorano all’ interno della zona “Essor”.
Sebbene ci sia il progetto legislativo per creare un sito unico di smaltimento a livello nazionale, il centro ha cominciato a crearne uno proprio all’ interno per garantire la totale messa in sicurezza dei rifiuti.

L’ altra visita che mi ha colpito è stata quella al ciclotrone.
Divisi in piccoli gruppi e dopo una breve panoramica sui tre tipi di radiazioni (alpha, beta e gamma) siamo entrati nella zona che ospita la macchina ed i laboratori.
Subito ci hanno fornito di un dosimetro per monitorare i livelli di radiazione, anche se nei giorni non lavorativi la macchina non è in funzione e quindi erano pari a zero.
Il ciclotrone si trova in una stanza altamente schermata e lo si può notare anche dallo spessore dell’ apertura per accedervi: circa 2,5 metri ed una porta che pesa 70 tonnellate.
La macchina è capace di accelerare protoni, deuteroni e nuclei di elio ad energia variabile fino a 40 MeV. Questo è utile per produrre radioisotopi adatti alla ricerca medica per lo sviluppo di nuovi radio-farmaci. I radio-farmaci sono utilizzati sia in campo diagnostico che terapeutico.
Ad esempio il ciclotrone di Ispra in collaborazione con la “General Electric Healthcare” produce il 18F-FDG, radio-farmaco usato soprattutto per la diagnosi tumorale tramite PET, per la distribuzione commerciale ad ospedali e centri sanitari.
Ma ci sono altri impieghi possibili dei radioisotopi prodotti dal ciclotrone, come i traccianti in materiali bio-medici con lo scopo di studiare, il rilascio metallico da materiali per protesi mediche.

Alla fine del giro abbiamo ridato i dosimetri per verificare la nostra esposizione alle radiazioni, che è stata nulla. La visita comunque era vietata a donne incinta e minorenni.

Il personale del centro ricerche è stato veramente affabile e disponibile, e dopo numerose altre visite ai laboratori, stanchi ma soddisfatti, abbiamo ripreso i pullman per raggiungere le nostre auto.



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  • 14 Commenti a “ Centro Comune di Ricerca CCR di Ispra - giornata porte aperte”

    1. Enrico D'Urso scrive:

      radon ed ispra non possono essere correlati in alcun modo

      per le scorie, io ho FN a pochi km da me e non ne sono minimamente preoccupato

    2. Renzo Riva scrive:

      Cara Signora Vanessa,
      Dispiace che lei non fosse a Piombino Venerdì 4 giugno di sera al convegno del prof. Franco Battaglia e dall’ing. Ugo Spezia.
      In particolare la relazione di Ugo Spezia era tutta incentrata sul ciclo del combustibile con particolare trattazione dei residui e delle scorie.
      Comunque le suggerisco la lettura

      http://www.museoenergia.it/museo.php?stanza=4&ppost=321
      http://www.21mosecolo.it/sitonew/downloads/catalogo.pdf
      CHERNOBYL
      20 ANNI DOPO IL DISASTRO
      208 pagine Euro 15,00
      ISBN 88-87731-31-4

      meteoclima.net/it15/index.php?option=com_content&view=ca...

      21mosecolo.it/sitonew/xx21mo/xx21mopoplibri.php?D1=38

      Poi se vuole rendersi conto del dibatto fra i favorevoli all’elettronucleare ed i contrari segua:

      telenuovo.it/index.cfm/hurl/contenuto=170890/archivio_dirett...

      da questo collegamento seguirete la trasmissione alla quale l’ing. Prinzi ed io abbiamo partecipato ieri sera.

    3. Renzo Riva scrive:

      Dimenticavo:
      meteoclima.net/it15/index.php?option=com_content&view=ca...

    4. Pietruccio scrive:

      Sulla trasmissione di Telenuovo a cui partecipava anche Renzo Riva (che ha dovuto sopportare quelle due ore di cavolate sparate a profusione dagli antinucleari presenti) vorrei solo precisare qualcosa che secondo me non c’è stato il tempo di chiarire:

      - Il giornalista moderatore non si capacitava del fatto che uno scienziato dice una cosa e un’altro scienziato possa dire l’opposto. Il fatto è che si continua a confondere ciò che viene definito “scientifico” con quello che dice uno “scienziato”. Ma non è affatto così. Scientifico vuol dire che si basa su esperimenti (naturalmente non è necessario che siano esperimenti diretti, a una certa affermazione ci si può arrivare anche con ragionamenti, purchè siano logicamente corretti, e con l’uso della matematica, ma sempre a partire da “leggi” che siano confermate da esperimenti). E’ prassi comune, invece, ritenere che sia “scientifico” e “vero” ciò che viene affermato da qualcuno di importante, da una qualche “autorià” in un certo campo: non c’è niente di più antiscientifico. E l’Italia è prevalentemente antiscientifica. Gli ambientalisti in particolare sparano affermazioni gratuite a ripetizione spacciandole per “scientifiche” o “vere” (fra il resto con un atteggiamento di supponenza assolutamente indisponente, convinti come sono della loro superiorità morale) solo perchè le ha affermate qualche persona, spesso poco intelligente, che loro riconoscono come autorità “scientifica” o perchè hanno preso dei dati di una qualche ricerca che di per se, nella spaventosa complessità dei processi naturali, non significano niente ma vengono gonfiati di significato in quanto l’informazione viene abilmente manipolata. E il fatto paradossale sta proprio qui: che quelli che che continuano a fare appello (impropriamente) dell’appellativo scientifico, non solo sono quanto di più antiscientifico ci sia ma raccolgono il consenso proprio perchè fanno leva sui sentimenti peggiori dell’uomo, cioè sui pregiudizi e sull’irrazionalità. Sostanzialmente è la loro posizione dogmatica e il fatto che propongono sostanzialmente della “magia” (chiamandola “scienza” perchè è di moda) che fa la loro fortuna.

      - Il principio di precauzione io ritengo sia una cosa giusta. Quando non si conosce qualcosa è necessaria la dovuta prudenza. Cosa contesto agli ambientaliti su questo punto? Il fatto che rigirano la frittata come gli pare a loro, cioè che non esiste un nesso logico corretto fra il citato principio di precauzione e l’affermazione che vanno a fare dopo. Insomma, in modo paradossale, ma tanto per farmi capire, fanno discorsi del tipo: “per il principio di precauzione devi darmi un milione di euro”. Troppo comodo. In particolare per il principio di precauzione, secondo loro non si può fare il nucleare (perchè forse, potrebbe, fra centomila anni…) ma, siccome la cosa porta lauti guadagni ai loro amici, non serve nessuna precauzione nel lanciarsi in un progetto folle come quello di investire tutto sulle rinnovabili nonostante il rischio enorme di produrre un crack economico in tempi abbastanza brevi con tutte le conseguenze che la miseria e un’economia biccheggiante porta con se. Io non riesco a capire come sia normale per tutti che un’economia mondiale che non funziona e che produce molte decine di milioni di morti all’anno (oltre a centinaia di milioni di malattie gravi, sopprusi e sofferenze di ogni genere - sempre all’anno) venga vista come una cosa normale (anzi qualcosa da favorire anche qui da noi con una “decrescita felice e attiva”!?) mentre se c’è un qualche rischio o inconveniente, o nei casi più gravi un incidente di qualche genere, su una qualche attività che sta antipatica, allora tutti si spaventano e sono realmente allarmati… nel caso del nucleare poi, quello delle centrali atomiche per la produzione di energia elettrica, qui in occidente incidenti che abbiano coinvolto la popolazione non ce ne sono stati, né danni di qualche genere, ma qui tutti lo percepiscono come qualcosa di pericoloso (… e qui tutti sentono la necessità del principio di precauzione… e se i morti non ci sono allora si inventano, ecc…)

      Mah… il mondo è proprio tutto alla rovescia… e soprattutto siamo molto più indietro di quanto pensiamo. Il medioevo non è certo ancora finito.

    5. Enrico D'Urso scrive:

      i 2589mc di scorie non sono prima di tutto un cibo di 50m di lato, ma una superficie di 50m di lato ed alto 1m, devi fare la radice cubica, non quella quadrata :D
      si tratta infatti di un cubo di 13.7m di lato

      poi, di quelle scorie, gran parte sono sicuramente ancora da supercompattare, quindi si risparmia ancora un sacco di spazio, se ci sono resine del reattore quelle sono da “bruciare” e poi da stoccare le ceneri (messo bruciare fra virgolette perche e una combustione ma differente), se poi sono liquidi sono da estrarre l-acqua e compattare tutto il residuo. il numero di 2589 e un numero abbastanza inutile senza sapere altro, potrebbe anche essere 25.000 ma correresti piu pericoli con 5cmc di una fonte radiografica industriale non smaltita correttamente (successo in brasile una ventina di anni fa, qualche morto e decine di persone con sindrome da esplosizione acuta da radiazioni)

      informazione, e questo il dato dolente, ultimamente c’e la notizia che cota ha cambiato idea ed ora e a favore del nucleare, ma questi due articoli
      zero321.it/index.php/component/content/2597?task=view
      diariodelweb.it/Articolo/Italia/?d=20100221&id=129940
      mostrano la coerenza di propositi ed azioni. come poi puoi informare la popolazione, che di norma e stupida, su argomenti cosi complicati? te puoi capire, il tuoi vicino puo capire, ma il tuo palazzo? o fai informazione ad personam, oppure l’informazione generalizzata e alquanto sprecata……
      come fai questo foglietto da distribuire? che ci metti sopra? poi arriva greenpeace che si inventa qualcosa cosa e getta la popolazione nella paura piu che totale.

      la radioattivita, se non c’e una fonte neutronica, non si trasferisce per contatto o irraggiamento. se te ti metti sotto il cuscino una fonte di cesio che picchia duro ma sigillata e ci dormi per tutta la vita, morirai per avvelenamento da radiazioni, ma non troverai mai atomi di cesio per la tua casa, MAI. confondi pero le radiazioni con la radioattivita, un raggio gamma trapassa il piombo e quindi lo devi schermare, un alfa e beta si schermano molto meglio, ma non e che la radioattivita trapassa, sono le radiazioni che trapassano.

      per il nichel cmq ci sono solo problemi di stoccamento, e un materiale a meta strada fra non radiologicamente significativo e significativo (uno 100 anni e l’altro ordine dei 50.000 anni), per il cobalto invece dopo pochi anni non ce ne sono che tracce.

    6. Renzo Riva scrive:

      Pietruccio,
      Attenzione al “Principio di precauzione”

      21mosecolo.it/sitonew/xx21mo/xx21mopoplibri.php?D1=7

      lupodalpelogrigio.it/dmdocuments/Sul%20Principio%20di%20Prec...

      Appena trovo dove ho archiviato il file in .pdf di tutto il libro te lo invio.

      Mandi

    7. Enrico D'Urso scrive:

      @riva

      stai buono

      @vanessa

      mi sa che mi sono spiegato male. la radioattività non si trasferisce, se te (riprendo prima) hai una scatolina non schermata di cesio ma ermetica, questa ti dà una notevole dose (se ci sei vicino naturalmente) ma non troverai un atomo di cesio per tutta la zona. se invece hai una fonte neutronica, questa ti cambia gli atomi, da Fe54 stabile diventi Fe55 che è radioattivo, questo è l’unico modo in cui una fonte radioattiva fa diventare radioattivo qualcos’altro, altrimenti contamini (sporchi) tutto il resto, ma tolto lo sporco è tutto lindo e pulito (senza radioattività, eccezzion fatta per quella naturalmente presente).

      una sostanza radioattiva produce SEMPRE radioattività, ma radioisotopo (un isotopo di un atomo che è radioattivo), radioattività, dose, radiazione, sono tutti concetti differenti, legati fra di loro, ma differenti. un atomo stabile sotto irraggiamento neutronico invece diventa radioattivo perchè gli aumenti il numero di neutroni e quindi deve andare ad un livello più stabile del nucleo.

      l’idea dei volantini non è inattuabile, ma difficile…….non puoi spiegare con un volantino un corso di radioprotezione universitario (ah se fosse così!!!!!!), se semplifichi troppo sei troppo nel vago e quel vago è girabile come uno vuole. diceva un matematico, datemi 4 variabili e vi creo al calcolatore un elefante, datemene 5 e gli faccio muovere la proboscide. il fatto degli incidenti ad esempio, si dice e si ripete che ci sono 100 incidenti in francia, questo è vero e falso contemporaneamente, ci sono 100 EVENTI INES, se poi cataloghi anche lo scram (arresto veloce) del reattore perchè una valvola ti ha dato falso positivo e non ci sono state conseguenze per nessuno (INES 0), eccetto danno economico per EdF e via discorrendo…….allora ce ne sono 100, ma se si segue la catalogazione IAEA allora in francia l’ultimo è di un decennio fa e ad un reattore militare se non ricordo male, visto che fino al livello 3 sono deviazioni dal normale funzionamento, dal 4 sono veri incidenti, ma il 4 e parzialmente il 5 non hanno conseguenza alcuna sulla popolazione.

      come fai a mettere in un volantino SOLO QUESTO FATTO????? IMPOSSIBILE. poi si dice che in europa ci sono solo 2 reattori in costruzione, si, ma che stati consideri come europa? perchè la slovacchia ne ha altri 2 in costruzione, la repubblica ceca e la romania ne hanno 2 in procinto ognuno mentre la svizzera sta valutando 4 proposte (ma si sa già che ne accetterà solo 3), la russia ne ha, a seconda delle fonti, da 8 (li contano tutte le fonti) a 11 (contando reattori riportati solo in una fonte) in costruzione.

      concetto di dose e danno biologico, per dosi alte, tipo quelle radioterapiche, ci sono evidenze statistiche fra danni (morti) e dose, ma per dosi basse si hanno speculazioni anche opposte, zone con dose ambientale normale (2-3mSv/y) hanno incodenze tumorali inferiori a popolazioni che vivono in zone con dose di 1mSv, ma sono speculazioni visto che gli errori sono troppo ampi per dire qualcosa di certo, il NLT (not linear thereshold) è usato solo a fini radioprotezionistici e non come vero discriminante per calcolare le malattie, ed anzi, i lavoratori nucleari di nazioni con grandi industrie nucleari, riscontrano anche incidenze tumorali inferiori a quelle del resto della popolazione per il fatto che sono costantemente monitorati e si fanno sempre check up completi, cosa che avrebbe costi pazzeschi se fosse fatto su tutta la popolazione.

      come fai a spiegare queste poche cose in un volantino? anche un solo aspetto, con appropriate referenze, viene lunghissimo, e mettere un volantino con: il nucleare non fa male lascia il tempo che trova; mentre uno con: il nucleare fa male ed una bella immagine fa subito presa.

    8. Enrico D'Urso scrive:

      no, laureando di fisica, ma ho fatto uno stage presso la centrale di trino e, con le dovute cautele, sono tutti uguali i siti nucleari nel mondo e tutti producono gli stessi rifiuti e nelle stesse quantità.

      nichel e cobalto sono assolutamente artificiali, date le loro vite di dimezzamento e risalendo le famiglie di decadimento, sono unicamente elementi artificiali, visto che dalle famiglie di decadimento (uranio238, uranio235, torio232) non si raggiungono mai questi elementi ma si finisce sempre al piombo.

      se è per questo, io ho dei documenti che elencano tutte le quantità di radioisotopi presenti nel complesso di trino, ma eccetto i dati che ho messo nell’articolo non credo proprio di poter pubblicare su internet alcunchè visto che sono si documenti pubblici, ma non credo siano di visione tramite mezzo internet ma solo sotto richiesta. già ad oggi però oltre il 95% dell’attività di tutto quello che è dentro la centrale è data da isotopi del nichel, mentre ad esempio nelle resine per purificare l’acqua del circuito primario ed in altro ci sono cesio e tracce di praticamente tutta la tavola periodica.

      in ogni caso potrebbe semplicemente fare richiesta presso ispra, se non ha un valido motivo non daranno più di qualche carta o altro, se se ha valido motivo potrebbero anche rilasciare tutti i faldoni per una consultazione (ma non credo che sia il suo caso, essendo studiosa di lettere è difficile, io facendoci la tesi sopra sono anche andato a consultare i libri del ciclo del combustibile). in ogni caso, oltre a cobalto e nichel, si può riscontrare altro in cosa?
      spè, la quantità di SCORIE importa relativamente, la quantità di RADIONUCLIDI importa, se te hai 1000mc di scorie con 5g di Co60 e 10mc con 1g di Co60, sono molto più pericolose le seconde perchè la densità di cobalto per unità di scoria è molto maggiore, ma in ogni caso devi andarti a calcolare la pericolosità…….1g di uranio o uno di F18 hanno radiotossicità molto differenti……ma di una decina di ordini di grandezza (considerare 1€ ed un miliardo di €, all’incirca), in definitiva, parlare di 1 milione di metri cubi di scorie nucleari vuol dir nulla, visto che puoi dimezzarle solo considerando che molte saranno rilasciate senza vincoli radiologici o compresse (volumi diminuiti), è il sapere DI COSA SONO FATTE che importa…un solo elemento di combustibile esausto da mezza tonnellata ti dà infinitamente più dose di tutti i rifiuti radiologici normali contenuti dentro le stesse centrali nucleari visto che dentro l’elemento di combustibile ci sono sia elementi molto radiotossici che a concentrazioni molto elevate……

      mi sa che ti sto impapocchiando il cervello ^_^
      a chi le capisce le cose sono tutte cose semplici, avvicinarsi senza strumento alcuno è ostico…..

    9. Enrico D'Urso scrive:

      ERRATA CORRIGE:

      se è per questo, io ho dei documenti che elencano tutte le quantità di radioisotopi presenti nel complesso di trino, ma eccetto i dati che ho messo nella tesi non credo proprio di poter pubblicare su internet alcunchè

      cmq ricordati, non deve spaventare la quantità ma la composizione, è quella che devi andare a guardare come prima cosa, POI guardi la quantità per classificarle, comprimendo scorie di basso livello puoi farle diventare scorie di livello intermedio, così hai maggiori regole da seguire ma minori spazi occupati e quindi minori costi finali e maggiori sicurezze visto che devi controllare meno materiali

    10. Enrico D'Urso scrive:

      non è detto che possano saperla solo gli addetti ai lavori, io la so per quanto riguarda il complesso della centrale dove ho fatto lo stage (a sommi capi, ma molto più dettagliatamente rispetto a quanto sa il 99% della gente).

      i controlli sui terreni ci sono in tutti i siti nucleari italiani, per esempio a trino alcune centraline o posti per la monitorazione arrivano fino a casale ed oltre (guarda sulla cartina la distanza per renderti conto dell’estensione della zona controllata), si fanno controlli periodici su terreni ed alimenti ed altro. ora sono solamente pro-forma, visto che non è acceso nulla ed anche in caso di rilascio accidentale di tutta l’acqua contenuta dentro una cisterna (è un caso di incidente preso in esame, molte tipologie di incidente sono escluse a priori) si rilasciano meno radionuclidi (dose) rispetto a quanto sarebbe consentito per legge in un giorno. quindi se ti capita di rilasciare per incidente tutto un serbatoio lo classifichi come incidente e gli dai un numerino INES (e da quel numerino vedi se è veramente incidente o meno), ma come effetti sanitari è all’incirca come versare un pò di latte per terra che non succede nulla……visto che rilasci meno di quello che ti è consentito di fare al massimo.

      ritornando sui controlli, si fanno controlli periodici con varie scadenze su terreni, alimenti ed altro. se vuoi avere i risultati puoi chiedere all’ARPA, in italia non esiste la rete di monitoraggio francese, che tutti i dati vengono immessi in rete in tempo reale per tutte le centraline attorno a tutte le centrali o i siti nucleari in genere. questo si che sarebbe un ottimo metodo di trasparenza, però come lessi da qualche parte in alcuni forum: se tutti questi (sfilza di presunti incidenti nucleari, alcuni ad esempio capitati ai porti atlantici della sardegna) sono incidenti noti, pensa te quanti ne hanno tenuti nascosti!!!!. alle volte la troppa trasparenza è quasi peggiore della assoluta omertà.
      parlando di rete di monitoraggio, a caorso scoprirono colla loro rete di monitoraggio uno scarico illegale di una fonte radiografica industriale (quindi cesio) a qualche decina di km di distanza, visto che era stata smaltita in una fonderia e nei reflui della fonderia c’erano tracce di cesio. senza la centrale non si sarebbe mai saputo, quale ente avrebbe i soldi per fare controlli a così brevi scadenze gli uni dagli altri tutto attorno a sè?

      cmq ti ho mandato una mail

    11. Enrico D'Urso scrive:

      come tutte le servitù nucleari, si pigliano un sacco di soldi presi dalle bollette

    12. Renzo Riva scrive:

      Cara Vanessa,
      posso solo invitarti a leggere i documenti che ti invio in allegato e, ti prego, non alzare gli occhi al cielo ma guardati da chiunque vuole sfilarti i sudati guadagni.
      Ultimamente sono passato da un piccolo partito, il Nuovo PSI, ad uno piccolissimo: il P.L.I..
      È mia opinione che la maggioranza delle persone che concorrono a qualsiasi elezione siano dei delinquenti politici; coloro che vengono eletti e amministrano i nostri soldi si trasformano poi in criminali economici.
      Ma la verità è che gli italiani sono per la maggior parte delle persone infide con una spiccata propensione alla ricerca dei privilegi quindi dediti al malaffare di tutti i tipi ed in tutte le forme possibili: d’altronde la politica non viene definita l’arte del possibile?
      Ieri mi sono recato a Trieste perché volevo ascoltare il convegno di cui in mattinata avevo letto il comunicato di cui al documento

      2010_07_16_Picc_Sogin.doc

      CON MENIA E CREPALDI
      Sicurezza nucleare Seminario al Savoia
      Si terrà oggi all’hotel Savoia, dalle 14 alle 17.307il seminario “La sicurezza nucleare: un bene comune”. Aprirà i lavori Stefano Saglia, sottosegrario allo Sviluppo economico; seguiranno gli interventi del sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia e di Francesco Mazzuca, commissario di governo della Sogin, società detenuta dal ministero dell’Economia. A seguire Iginio Marson, presidente dell’Istituto Ogs, e Giovanni Fiorentini, direttore di Laboratori nazionali di Legnaro. Chiuderà il vescovo Giampaolo Crepaldi. Tra i temi da affrontare «la sicurezza nucleare» e «la visione etica della Chiesa sullo sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecniche».

      e arrivato all’hotel Savoia ho avuto la sgradita sorpresa che era un’assise chiusa.
      Mi sono allora chiesto: È Cosa Loro oppure Cosa Nostra? Mi sono risposto che è Cosa Nostra alla cui tavolata non siamo ammessi: Neanche i sostenitori del Rilancio Nucleare.
      L’unico ruolo che potremo avere sarà di pagatori di tasse e bollette elettriche che nonostante tutto saranno sempre le più care perché “dobbiamo” e “dovremo” salvaguardare gli appetiti della “classe digerente” di questo disgraziato Paese, chiunque sia al governo e con qualsiasi maggioranza perche fa loro, i politici (sono tutti associati a… mangiare) sono “equosolidali”.
      Dimmi se ti disturbato e prenderò atto di una tua eventuale comunicazione.

      Mandi,
      Renzo Riva
      C.I.R.N. F-VG
      (Comitato Italiano Rilancio Nucleare)
      e
      P.L.I. F-VG
      Energia e Ambiente

    13. Pietruccio scrive:

      Sono comunque convinto, e l’ho detto più volte, che la mancanza di trasparenza e di informazione alla fine nuocia al nucleare: non c’è niente che fa più paura di ciò che non si conosce.

      Credo che se si vuole che la gente accetti serenamente l’energia atomica non si debba aver paura di informare, fornendo apertamente tutte le informazioni che il pubblico giustamente richiede, anche se questo finisce inevitabilmente per dare corda alla propaganda antinucleare.

      Chiaramente la cosa significherebbe anche una certa spesa, perchè, come dicevo, non si può neanche pretendere che siano dei tecnici a fornire le informazioni perchè ognuno, secondo me, deve fare il proprio mestiere e per “combattere” ad armi pari con l’agguerrita (e ben foraggiata) propaganda antinucleare sono necessari dei professionisti della comunicazione. Bisognerebbe, poi, fare ricorso anche all’unica forma di diffusione dell’informazione che funziona al giorno d’oggi, che è la pubblicià.

      La differenza rispetto alla propaganda antinucleare è che basterebbe fare semplice informazione senza bisogno di mentire alla grande e sparare cazzate come sono costretti a fare gli antinucleari per mantenere viva la loro superstizione.

      Purtroppo hanno dalla loro che razzismi, pregiudizi, paure e quant’altro di peggio genera la povera mente umana sono una ricetta vincente da millenni per chi ha saputo usarle come leva per raggiungere i propri fini: quindi non è che dico che quella che propongo (trasparenza totale) sia una strada facile.

      Probabilmente oggi come oggi è meglio rimestolare il meno possibile e casomai informare in modo puntuale solo quelle popolazioni che verrebbero interessate da un’eventuale ripresa del nucleare, ma per una nazione che voglia puntare a un ricorso massiccio al nucleare sono convinto che la strada giusta sia quella che dico io.

      E’ anche una questione sociale: non trovo giusto che in uno stato civile ci siano tante persone che vivono nell’angoscia per la paura di qualcosa che non esiste solo perchè per motivi che non capisco (o meglio che non condivido) si lasciano maramaldeggiare dei finti ambientalisti che si muovono fra le coscienze altrui come le truppe di barbari quando piombavano sui villaggi indifesi di ciò che restava dell’impero romano in decomposizione.

    14. Renzo Riva scrive:

      Caro Pietruccio,

      asca.it/regioni-NUCLEARE__VESCOVO_CREPALDI__DIRITTO_INALIENA...

      16-07-2010
      NUCLEARE: VESCOVO CREPALDI, DIRITTO INALIENABILE PER LO SVILUPPO

      (ASCA)- Trieste, 16 lug - ‘‘Per la Chiesa il nucleare e’ un diritto inalienabile per lo sviluppo economico e sociale’‘.

      Lo ha dichiarato l’arcivescovo di Trieste Mons. Giampaolo Crepaldi, oggi a Trieste, durante un incontro organizzato da SOGIN. Crepaldi ha ricordato che ‘’la Santa Sede e’ tra i fondatori dell’Aiea, l’agenzia dell’Onu per l’energia nucleare'’ e quindi cio’ ‘’consente di seguire da vicino e di promuovere per il bene comune, da un lato il processo di disarmo e non la proliferazione nucleare e dall’altro la ricerca e le possibili applicazioni pacifiche della tecnologia nucleare'’.

      ‘’Assicurata la sicurezza degli impianti e dei depositi - ha aggiunto l’arcivescovo - regolati in maniera severa la produzione, la distribuzione e il commercio di energia nucleare, mi sembra vi siano i presupposti per una politica energetica ‘integrata’, che contempli quindi accanto a forme di energie pulita, anche l’energia nucleare'’. ‘’Da questi tre spunti penso di poter concludere che la Dottrina sociale della Chiesa ne’ assolutizza la scelta per l’energia nucleare, sposandola sempre e comunque, ne’ la condanna irrimediabilmente come sbagliata.

      Piuttosto essa la inserisce nella comune responsabilita’ dell’umanita’ a costruire il proprio progresso futuro, nel rispetto non, come spesso si dice, dei diritti dell’ambiente, perche’ l’ambiente naturalisticamente inteso non ha diritti, ma dei diritti degli uomini, compresi i poveri di oggi e di domani e le generazioni future'’ - ha concluso Crepaldi.

      fdm/cam/bra

      (Asca)

      Quante “chiese” si dovranno sponsorizzare per poter fare le centrali elettronucleari in Italia?

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