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Ma in Italia c’è una vera emergenza gas?

7 Febbraio 2006 di Amministratore

Negli ultimi tempi si è discusso sulla dipendenza energetica dell’ Italia e sulle conseguenze della “guerra del gas” tra Russia e Ucraina. In merito a ciò, nei giorni passati ci erano pervenute alcune indicazioni da parte di alcuni adetti ai lavori e che solo ora hanno trovato riscontro da alcune frasi dette anche dallo stesso Ministro delle Attività Produttive Cluadio Scajola durante la presentazione del “Rapporto energia e ambiente 2005″ dell’ Enea e riportate sul giornale “Libero” del 3 febbraio in un articolo di Nino Sunseri.

Ma andiamo con ordine.
Alcune segnalazioni pervenuteci nel mese di gennaio ci comunicavano che le conseguenze della “guerra del gas” raccontate dalla maggior mass media erano poco veritiere e nascondevano probabilmente la volontà di grossi gruppi economici italiani per portare avanti due distinti progetti:
- creare una situazione per sbloccare nuove centrali a gas e la costruzione dei famosi rigassificatori (il “rigassificatore” è un impianto in grado di trasformare il gas liquido in gas allo stato gassoso, in questo modo l’ Italia potrebbe importare gas liquido anche da altri stati. Attualmente invece l’Italia invece importa principalmente gas mediante conduttura da paesi scandinavi, Russia, Nord Africa)
- rilancio del nucleare

Contemporaneamente è stato sempre stato poco o per niente evidenziato che:
- le riduzioni di gas si verificano normalmente ogni anno e c’è stato solamente un aumento di tale quote di riduzione
- i Paesi da cui importiamo il gas hanno un’ economia che si basa proprio sulle esportazioni di gas: se tali paesi smettessero di esportare gas in Italia, la prima vittima di tale scelta sarebbe proprio l’economia di questi stessi paesi.

Dette queste premesse, vediamo cosa ha detto il Ministro delle Attività Produttive Cluadio Scajola durante la presentazione del “Rapporto energia e ambiente 2005″ dell’Enea. Scajola avrebbe detto che la riduzione della disponibilità di gas non è stata determinata tanto dalla “guerra del gas” tra Ucraina e Russia, ma dai produttori italiani di energia elettrica, che hanno aumentato la quota di energia elettrica venduta all’ estero.
Infatti l’Italia vende una parte dell’ energia elettrica all’estero. Cosa che molti forse non sanno, ma che è “normale” in un mercato globalizzato.

Sempre nel medesimo articolo di Nino Sunseri sul giornale “Libero” del 3 febbraio, sono riportate anche le parole di Giulio Sapelli (ricercatore della Fondazione Mattei) secondo cui “parlare di una emergenza gas in Italia legata alla mancanza di forniture dalla Russia è una tesi infondata che crea allarmismo“.
E basta fare dei piccoli conti per far capire: in totale i consumi massimi in questi giorni sono stati di 450 milioni di metri cubi di gas. I metri cubi richiesti giornalmente alla Russia sono circa 75 milioni e in questi giorni dalla Russia (a fronte dei 74 milioni di metri cubi di gas richiesto) sono mancati all’ appello 5-6 milioni di metri cubi. Contemporaneamente ben 30 milioni di metri cubi al giorno sono utilizzati per produrre energia venduta poi all’estero.

In breve: i produttori italiani di energia elettrica hanno approffittato del grande freddo per vendere all’estero ad alto prezzo l’energia prodotta in Italia, facendo ottimi guadagni e sfruttando i picchi di domanda principalmente della Germania e della Francia.

AGGIORNAMENTI
Oggi 7 febbraio verso mezzogiorno le agenzie di stampa (Ansa, Reuters…) hanno comunciato che proprio oggi si à registrata una delle maggiori riduzioni di gas proveniente dalla Russia: mancano 8,5 milioni di metri cubi.
L’ 11 febbraio si à avuta una mancata consegna di 12 milioni di metri cubi di gas.



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