Giappone - addio al nucleare in 30 anni
15 Settembre 2012 di AmministratoreIl Giappone ha di recente approvato nuove linee energetiche nazionali che prevedono l’ addio all’ energia nucleare entro i prossimi 30 anni.
Questo cambiamento strategico, voluto dall’ attuale governo presieduto dal premier Yoshohiko Noda, è una conseguenza per quanto accaduto a Fukushima del 2011.
Per il Giappone questa decisione di abbandonare progressivamente la produzione di energia nucleare sarà una sfida non da poco, considerando che attualmente il Giappone è tra i paesi che fa maggiormente ricorso all’ energia elettrica prodotta da centrali elettronucleari.
19 Settembre 2012 alle 16:13
Come per tutti gli altri stati che hanno “deciso” di rinunciare al nucleare, ci credero’ quando lo vedro’.
27 Settembre 2012 alle 17:37
I giornalisti, prima di dare notizie roboanti come quella che da il titolo a questa discussione, dovrebbero informarsi meglio o, almeno, vedere ciò che sta veramente dietro ad illazioni e sparate passeggere. La verità è che nonostante che Il governo giapponese, nonostante l’annuncio del 15/09 u.s. relativo alla progressiva fine della produzione nucleare entro i prossimi 30 anni, ha fatto sapere poco dopo che non ha intenzione di revocare la licenza per la costruzione di tre nuovi reattori già in cantiere. “Non pensiamo di ritirare il permesso già accordato dal ministero”, ha dichiarato il ministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, Yukio Edano. Due dei tre reattori in questione sono in costruzione ad Aomori, nel nord del paese, dove il ministro è stato ieri in visita. Edano ha comunque precisato che, una volta costruiti, l’attività dei tre reattori sarà sottoposta all’approvazione di un’apposita Commissione creata dal governo per il controllo dell’industria nucleare. La notizia è stata pubblicata sia dal Corriere e poi da La Stampa il 16 settembre scorso.
Addirittura (questo in pochi lo hanno sottolineato) il governo nipponico ha sì confermato l’uscita dal nucleare, ma posticipandola al 2040 o comunque a quando le tecnologie per l’utilizzo delle rinnovabili e/o combustibili fossi permettano l’accantonamento definitivo dell’energia da atomo: Gli ambientalisti sono subito insorti perché a queste condizioni vuol dire che il Giappone non abbandonerà MAI l’energia nucleare: lo confermano i tre reattori di cui sopra, impianti da 1350 MW (ABWR Hitachi) che rimpiazzeranno i vecchi reattori di taglia da 480 Mw a 780 MW)
Non prendiamoci in giro, il Giappone, essendo privo di giacimenti di combustibili fossili come l’Italia, senza il nucleare si ridurrebbe come noi se non peggio, con un bolletta del luce e gas altissima, dipendente in tutto e per tutto dai fornitori esteri di gas, petrolio e carbone– tra i quali l’odiata Cina che ha in cantiere 26 nuovi reattori – con risultati drammatici per quel che riguarda l’industria manifatturiere a non del paese . I giapponesi lo sanno benissimo ma devono ancora far passare la paura del dopo Fukushima. Solo noi italiani ci facciamo prendere in giro da tanti ambientalioti in malafede…intanto Il 16 luglio gli abitanti della regione hanno potuto finalmente riprendere la più tipica delle abitudini estive: un bagno al mare.
Per la prima volta dall’incidente nella centrale nucleare, infatti, una spiaggia della zona è stata aperta al pubblico: quella di Nakoso, nella città di Iwaki, a circa 65 chilometri a sud della centrale. L’evento, nel pieno della calda estate giapponese, è stato festeggiato da oltre 1000 bagnanti che si sono riversati festosi sulla sabbia.
28 Settembre 2012 alle 09:54
Mi spiace degli errori di ortografia dovuti alla fretta e al fatto che ero in treno con un PC portatile; L’ultimo pezzo in grassetto di riferisce alla spiaggia a 65 km dal sito di Fukushima.
24 Ottobre 2012 alle 19:33
Commenti a questo, please:
world-nuclear-news.org/RS_Hydrogen_solution_for_Japanese_rea...
”
Many nuclear operators installed systems to manage hydrogen after the
partial core melt at Three Mile Island in 1979. Unfortunately, this was not
the case in Japan.
”
”
Areva is to fit all 23 Japanese pressurized water reactors with hydrogen
recombiners that help to prevent the explosive gas building up in emergency
situations.
”
Nel 2012 in giappone nessun reattore ha ricombinatori????????????????
Ma chi cavolo si credevano di essere?
17 Dicembre 2012 alle 14:10
lunedi 17 dicembre 2012
In Giappone vola del +33% il titolo delle centrali nuclearI
Volano alla Borsa di Tokyo i titoli di Tokyo Electric Power (Tepco), che hanno segnato un progresso fino al 33% a 202 yen a seguito della vittoria dei conservatori del Partito liberaldemocratico Lpd alle elezioni della vigilia. Tepco gestisce la centrale nucleare di Fukushima, oggetto del grave incidente seguito allo tsunami del 2011. Gli investitori ritengono che il ritorno al potere dei conservatori dell’Lpd possa significare una politica pro-nucleare nel Paese del Sol Levante con vantaggi per Tepco, a cui è affidato l’approvvigionamento di elettricità della regione della grande Tokyo. In deciso rialzo anche i titoli delle altre società nipponiche attive nelle forniture elettriche come Kansai Electric Power (+17,6%), che rifornisce di elettricità la zona industriale di Osaka.
17 Dicembre 2012 alle 23:26
Come cambiano repentinamente le cose per chi non ragiona!
forumonenergy.com/2012/06/11/prime-ministers-urges-support-f...
connecting-managers.com/magazine/futuro-prossimo/527-cina-nu...
12 Gennaio 2013 alle 15:46
Non capisco come mai l’amministratore del forum non aggiorni la situazione che vi è ora in giappone!!!
Hanno stravinto i conservatori favorevoli al nucleare e ad un progetto di numerose nuove centrali nucleari,mentre il partito antinuclearisti ha conquistato pochissimi seggi.
Ma se l’amministratore del forum tutto questo non è rilevante,allora mi chiedo cosa ci stà a fare qui?
12 Gennaio 2013 alle 20:59
Concordo con Andrea.
La notizia ha fatto il giro del mondo in poche ore, ma sul sito non si dice niente.
Come mai?
11 Febbraio 2013 alle 22:25
Ed ecca cosa ha detto Abe il premier vincitore dalle ultime elezioni di fine 2012:
Riprendere la strada del nucleare e favorire le esportazioni indebolendo lo Yen. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe, appena insediato, detta la linea del neo esecutivo conservatore.
Subito dopo essersi inchinato di fronte all’imperatore Akihito – al quale spetta la nomina del capo dell’esecutivo, dopo la fiducia del parlamento – Abe ha ufficializzato la squadra di governo. L’ex premier Taro Aso, padre del massiccio pacchetto di stimoli all’Economia nel 2008, sarà ministro delle Finanze.
“Sarà un governo che vincerà la crisi per il popolo giapponese – ha detto Abe nella sua prima conferenza stampa – Il Paese sarà più forte perché avrà un’economia forte. Senza la rivitalizzazione dell’economia, non ci potrà essere alcuna riforma finanziaria e nessun futuro per il Giapponeâ€.
I conservatori mancavano da tre anni al potere, abbastanza perché la tensione giocasse un brutto scherzo al vice segretario generale del governo Kazuhiro Sugita, svenuto durante la conferenza stampa.
Ritornano al governo con una maggioranza schiacciante in parlamento: Abe ha ottenuto 328 voti su 478, grazie anche all’appoggio dei nazionalisti. Un’alleanza che impone al governo di affrontare la questione delle isole contese con Cina e Corea del Sud. Questione difficle visto che Pechino, ad esempio, e il principale creditore di Tokyo.
Dalla politica estera a quella interna, i problemi si sommano: il nuovo esecutivo si insedia con un debito pubblico schizzato al 240% del Pil.
Il futuro dell’energia nucleare in Giappone con il nuovo governo Abe
mercoledì 6 febbraio 2013
di Donatello Osti (Non-resident analyst International Peace & Security Institute - IPSI)
La schiacciante vittoria alle elezioni di Dicembre del Partito Liberal Democratico capitanato da Shinzo Abe ha riportato il futuro dell’energia nucleare in Giappone al centro del dibattito domestico e internazionale. Se il precedente governo si era speso per il graduale abbandono dell’energia nucleare, Abe ha dichiarato più volte la volontà di costruire nuovi reattori più sicuri per garantire una maggiore indipendenza energetica al paese.
Il Giappone detiene attualmente il primato mondiale nell’importazione di Gnl, è il secondo importatore di carbone e il terzo importatore netto di petrolio. Prima dell’incidente di Fukushima il paese era il terzo produttore mondiale di energia nucleare; l’energia dell’atomo rappresentava circa il 13% del fabbisogno energetico interno e produceva il 27% di energia elettrica.
Dopo l’11 Marzo del 2011, con la catastrofe naturale e lo tsunami nel Tohoku i consumi giapponesi di Gnl sono cresciuti del 56%, quelli di greggio del 27% e il consumo di olio combustibile è incrementato del 20%.
Lo scenario attuale richiede una ridefinizione programmatica del futuro mix-energetico del paese. Il Primo Ministro, consapevole dello scetticismo di buona parte dell’opinione pubblica a rimettere in moto i reattori nucleari ha sottolineato la necessità di prendere decisioni più trasparenti ed ha creato a tal fine Commissioni di vigilanza e controllo sia governative che indipendenti per implementare nuovi standard di sicurezza. A partire dallo scorso giugno solo i reattori 3 e 4 della Centrale di Ohi sono stati riattivati, gli unici su un totale di 50 nell’intero paese ad aver passato i due ‘stress test’ imposti dall’autorità per la sicurezza nucleare.
In un clima di massima attenzione alla sicurezza nucleare, Abe si è dichiarato fortemente intenzionato a costruire nuovi reattori totalmente diversi da quelli costruiti 40 anni fa. Nonostante le sue parole siano state recepite come una svolta rispetto all’amministrazione politica precedente non sono stati tuttora registrati grossi cambiamenti. E’ tuttavia importante ricordare i punti fondamentali su cui il precedente governo Noda aveva orientato la politica energetica giapponese: la realizzazione di una società nuclearmente indipendente, con l’obiettivo di arrivare a zero-energia nucleare nel 2030 – una rivoluzione energetica ‘green’ con forti investimenti infrastrutturali nelle rinnovabili e la stabilità nell’offerta di energia, da attuarsi grazie all’utilizzo di energia fossile e geo-termica. Il governo non ha mai approvato questo pacchetto di riforme che difatti sono rimaste solo proposte.
Il Piano per l’Energia del 2010, in contrapposizione a quanto avrebbe poi dichiarato Abe prevedeva la costruzione di 12 nuovi reattori nucleari entro il 2020 e l’aumento della percentuale di elettricità prodotta dal nucleare ad oltre il 50% entro il 2030.
Nel breve periodo si prevede la riattivazione di alcuni reattori nucleari – come nel caso di Ohi – una volta che la Commissione per la regolamentazione nucleare abbia confermato la sicurezza di operabilità degli impianti entro i prossimi 3 anni.
Nel lungo periodo il mix-energetico giapponese sarà determinato dalla performance delle fonti di energia rinnovabili che sono state gradualmente introdotte in Giappone dal Luglio 2012 attraverso il cosiddetto ‘Feed in tariff system’. Questo modello in particolare obbliga le utilities energetiche ad acquistare energia da fonti rinnovabili ad un prezzo fisso per un periodo prestabilito di almeno 10 anni.
Il governo Abe ha senz’altro cambiato rotta rispetto alla politica energetica giapponese ma non ancora in maniera così decisiva. Molto probabilmente il Primo Ministro sarà cauto fino alle prossime elezioni della Camera Alta a Giugno 2013. Se i risultati dovessero favorire ulteriormente il partito Liberal Democratico Abe potrebbe premere maggiormente per la costruzione di nuovi reattori, forte anche dei stretti legami tra il suo partito e le potenti lobby industriali.
11 Febbraio 2013 alle 23:03
Bah, chissà che intende con nuovi reattori completamente diversi rispetto a quelli di 40 anni fa’…
Io resto dell’idea che se la nisa avesse fatto il proprio dovere il botto a daichi non ci sarebbe stato.
13 Luglio 2013 alle 21:49
Invece il botto l’hai fatto tu AleD con le tue previsioni di morte del nucleare.
Sei andato a farti dare le carte dalla maga oppure le ha lette nella sua sfera di cristallo?
14 Luglio 2013 alle 14:37
E dove le avresti lette le mie previsioni?