Il DOE stanzia 7,3 milioni di dollari per la ricerca e lo sviluppo della tecnologia nucleare “Deep-Burn”
30 Luglio 2008 di AmministratoreVincenzo Romanello ci ha mandato un breve resoconto (con alcune aggiunte esplivative) in italiano dell’ articolo “US DOE Awards $7.3 million for Deep-Burn Nuclear Technology Research & Development” apparso qualche giorno fa sul sito “Green Car Congress” in lingua inglese e relativo alla tecnologia nucleare “Deep-Burn” (”bruciamento in profonditĂ “) .
Segue resoconto.
Il Dipartimento Statunitense per l’ Energia (DOE) ha selezionato i team dell’ Idaho National Laboratory (INL) e dell’ Argonne National Laboratory (ANL) per l’ avanzamento degli studi della tecnologia “Deep-Burn” (ovvero del bruciamento “in profondità ”) secondo cui il plutonio e gli altri transuranici vengono distrutti mentre producono energia (per fissione). Tali attività di ricerca e sviluppo sono indirizzate a stabilire i fondamenti tecnologici del reattore VHTR (Very High Temperature Reactor), ossia uno dei reattori investigati dal DOE nell’ ambito della Generation IV Initiative. I due laboratori riceveranno un totale di 7,3 milioni di dollari di finanziamento, ed avranno come partners università , altri laboratori ed industrie.
L’ idea è quella di utilizzare il combustibile TRISO (TRIstructural ISOtropic) per il bruciamento delle scorie, oltre che per la produzione di energia elettrica e dell’ idrogeno. Tale tipo di combustibile può essere sia stoccato nei depositi geologici che riciclato nei reattori veloci. Alcuni lavori preliminari hanno dimostrato che la grande quantità di energia che si può estarre dal combustibile TRISO nella filosofia Deep-Burn può controbilanciare (del tutto o in parte) i costi di riprocessamento del combustibile LWR. Al fine di sviluppare tale tecnologia il DOE intende risolvere i problemi ancora aperti della fabbricazione e della performance del combustibile caricato a TRU (elementi transuranici, ossia prodotti radioattivi a lunga vita).
La missione primaria di questo tipo di reattori rimane la generazione di calore ad altissima temperatura per la generazione di energia elettrica (dati i migliori rendimenti termodinamici); un obiettivo ulteriore è quello di verificare la fattibilità dell’uso di tali macchine nell’ottica dell’incenerimento dei TRU.