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La vicenda della “lista dei siti idonei ad ospitare una centrale nucleare” - breve analisi degli eventi

27 Maggio 2008 di Amministratore

L’ 11 aprile (quindi qualche giorno prima delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008) su alcuni quotidiani cartacei (Repubblica, Il Sole 24 Ore…) fu riportata una lista di localitĂ  che secondo un recente studio sarebbero idonee ad ospitare una centrale nucleare in Italia.

La lista fu comunicata ai giornali dall’ uscente Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e la presentò come uno studio commissionato dal Popolo delle LibertĂ .

I giornali riportarono tale notizia senza verificare meglio… Ed infatti cercando in questi giorni un po’ tra vari articoli (cartacei e nel web), i fatti non starebbero proprio così in quanto questa “lista” avrebbe una genesi diversa. Ed alcuni aspetti di questa vicenda sono raccontati nel sito “Moliseconomy” e brevemente qui li riassumiamo:
- 13 marzo 2008: sul Corriere della Sera l’ Onorevole Guido Possa (uno dei responsabili per la politica energetica per il PDL) rilascia dichiarazioni a favore del nucleare e il sostegno ad un ritorno del nucleare tramite decisioni “bipartisan”
- 20 marzo 2008: Fabio Roggiolani (consigliere regionale toscano dei Verdi e candidato in Toscana per la Sinistra Arcobaleno alla Camera dei Deputati) nel corso di un’ iniziativa sull’ energia tenutasi a Firenze dichara che esponenti del PD sarebbero favorevoli ad un nucleare “bipartisan” e inoltre lo stesso Roggiolani rende nota una lista di eventuali siti idonei ad ospitare una centrale nucleare.

E tale lista sarebbe stata “provocatoriamente” stilata sulla base di una ricerca commissionata (dallo stesso Fabio Roggiolani) a Francesco Meneguzzo (ricercatore dell’ Istituto di Biometereologia Ibimet di Firenze del CNR) che ha valutato la popolositĂ , il rischio sismico e il rischio alluvionale.

L’ elenco dei siti è questo:
Trino (Vicenza), Fossano (Cuneo), Caorso (Piacenza), Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venezia), Ravenna, Scarlino (Grosseto), San Benedetto (Ascoli Piceno), Latina, Garigliano (Caserta), Termoli (Campobasso), Mola (Bari), Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento) e Oristano.

Pertanto tale lista NON sarebbe un documento “ufficiale” e sarebbe piĂą che altro nata durante il clima della campagna elettorale. Tuttavia visto l’ interesse che ha generato tale evento, abbiamo provato a contattare (via mail) direttamente Francesco Meneguzzo del CNR per avere maggiori informazioni su come è stato condotta la ricerca ma purtroppo non abbiamo ricevuto risposta.
Abbiamo però trovato sul sito “Ecquologia” una breve relazione di Francesco Meneguzzo e che riportiamo qui di seguito:

————-

Breve nota sull’ipotesi di sviluppo del nucleare italiano (20 marzo 2008)
La presente nota è redatta da Francesco Meneguzzo, esperto di energia, e da un team di esperti e specialisti, tra cui responsabili delle politiche nazionali sull’energia e l’ambiente.

1 - I SITI CANDIDATI A OSPITARE CENTRALI NUCLEARI

A fronte della richiesta di verifica della compatibilitĂ  dei siti candidati a ospitare centrali nucleari in Italia, sette di grande dimensione (di potenza intorno a 1200 MW) ovvero dieci di taglia piĂą piccola (dell’ordine di 800 MW), si prende atto per prima cosa dei dodici siti afferenti alle centrali piĂą grandi, e dei quindici siti afferenti alle centrali piĂą piccole.

La verifica preliminare di compatibilitĂ  - in linea di principio - con i criteri della estraneitĂ  rispetto alle aree densamente popolate, del rischio sismico e dei rischi alluvionale e franoso, fornisce esito positivo: tutti i siti sopra menzionati si trovano in aree “compatibili”.

La distribuzione del rischio sismico è stata valutata sulla base dei dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

La distribuzione del rischio di alluvioni e frane è stata valutata sulla base dei dati del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.

La distribuzione delle aree densamente popolate è stata valutata sulla base di dati geografici liberamente disponibili.

2 - APPROVVIGIONAMENTO DEL MATERIALE FISSILE

A fronte della specifica richiesta di valutazione delle capacitĂ  di approvvigionamento del materiale fissile atto ad alimentare le centrali nucleari, si osserva che l’Italia non dispone di tale materiale, e che i giacimenti principali si trovano in Australia, Russia, Canada.

Al momento, le 438 centrali esistenti nel mondo utilizzano approssimativamente 65000 tonnellate di uranio all’anno mentre la produzione minerale è di circa 40000 tonnellate. La differenza viene fornita con materiale fissile precedentemente stoccato, in gran parte derivante dallo smantellamento di vecchie testate nucleari sovietiche. L’analisi del Energy Watch Group
http://www.energywatchgroup.org/fileadmin/global/pdf/EWG_Uraniumreport_12-2006.pdf
indica che non sarĂ  possibile soddisfare la domanda di uranio con risorse minerali negli anni a venire; si prevede un serio problema di carenza di risorse di uranio minerali nei prossimi anni, specialmente se si aumenterĂ  il numero delle centrali nucleari.

In altre parole, centrali nucleari la cui costruzione e allestimento iniziasse oggi, sarebbero a rischio di trovarsi senza combustibile al momento del loro completamento.

3 - ECONOMICITA’ DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRONUCLEARE

A fronte della specifica richiesta di valutazione della economicitĂ  della produzione elettronucleare, e conseguentemente dei benefici per gli utenti e il sistema-Paese, si osserva che il costo di generazione elettronucleare è attualmente comparabile con quello degli impianti alimentati a gas naturale e alcuni tipi di biomasse, nonchĂ© degli impianti eolici, e superiore a quello dell’idroelettrico, come dimostrano i dati a livello Europeo.

Si può affermare, in particolare, che il costo del nucleare è molto superiore alle alternative esistenti, se si considerano i costi esterni di tipo strategico, ovvero quelli necessari alla difesa delle centrali da attacchi militari o terroristici.

Si osserva altresì, in particolare in base all’esperienza francese, che l’installazione anche di una elevata capacitĂ  di generazione elettronucleare non appare risolutiva per l’indipendenza energetica del Paese: la Francia consuma piĂą petrolio dell’Italia ed è comunque costretta a utilizzare gas naturale, a causa della rigiditĂ  del sistema produttivo di energia elettrica basato sull’uranio.

Infine, il costo del materiale fissile ha mostrato una tendenza al rapido aumento negli ultimi anni. Questo problema è correlato a quello della scarsità di uranio, sopra menzionata.

Il costo del combustibile fissile è tuttora un fattore secondario rispetto al costo totale dell’energia nucleare. E’ tuttavia impossibile prevedere i prezzi dell’uranio sulle scale almeno decennali che sono necessarie per la costruzione di nuove centrali. Pertanto, non si può escludere che gli aumenti dei prezzi rendano non competitive le nuove centrali nucleari prima del loro completamento.



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  • 5 Commenti a “ La vicenda della “lista dei siti idonei ad ospitare una centrale nucleare” - breve analisi degli eventi”

    1. Egisto scrive:

      Fabio Roggiolani, consigliere regionale dei Verdi toscani, ha qualche tempo fa firmato un protocollo d’intesa con la multinazionale Gamesa produttrice di torri eoliche che impegnava i Verdi a sostenere i progetti eolici della Gamesa, anche all’interno di zone protette e parchi nazionali, in cambio di un sostegno economico di 20.000 euro all’anno. E’ stato poi sconfessato dall’esecutivo del partito, evidentemente imbarazzato. L’intera vicenda è raccontata in un’inchiesta del Secolo XIX dell’agosto scorso.
      si impegnava anche a fare “lobbying positivo” a favore dell’eolico ed evidentemente ha messo in atto tale proposito…
      Se andate sul sito ecquologia troverete un’altra curiosa invenzione del Roggiolani, il gas rinnovabile, ovvero una convenzione firmata dal solito con un’azienda produttrice di gas metano in cui una minima quota per contratto (10mc=8 euro)va in un fondo per le energie rinnovabili.
      Nel frattempo trova anche il modo di opporsi alle rinnovabili che funzionano partecipando alla farsesca campagna contro la geotermia sul Monte Amiata…

    2. Enrico B. scrive:

      Mi dispiace dirlo, ma Meneguzzo fa un bel mix di cose dette da ALTRI, le riporta stile copia e incolla senza valutarle e fa un bel po di errori:

      1) Il combustibile c’e. Ci sono 4,7 milioni di tonnellate, con un consumo annuo di 66500t. Ci sono grosse riserve accumulate in passato, e c’e l’uranio militare fortemente arricchito: con lo smantellamento di alcune bombe (13t mi pare) gli inglesi hanno calcolato di poter fare andare due impianti per 35 anni… Inoltre, paesi come il Kazakistan stanno rapidamente sviluppando la loro capacita’ estrattiva, con tecniche “pulite” come la IDS. E paesi come l’Italia hanno in realta’ piccole ma utili giacimenti di Uranio. Inoltre, c’e il MOX, che prende sempre piu’ piede. E volendo c’e il torio (ma qui ancora non si puo’ fare granche’).

      2) L’energia nucleare e’ assolutamente competitiva. Con tassi d’interesse fino al 12% e’ sostenibile (tassi assurdi!), con tassi pari a 8% e’ in linea coi cicli combinati a gas, col 5% (valore realistico) diventa la piu’ economica fonte a disposizione. Insomma, tutti contro i pescicani e il loro profitto, poi arriva il nucleare e deve dare profitti assurdi senno’ non si e’ contenti.
      Inoltre, il nucleare include nei costi anche i costi di smantellamento e trattamento delle scorie, checche’ ne si dica. E la famosa force de frappe francese (o come si chiama) nasce per l’arsenale atomico, non per le centrali…l’idea che si debbano difendere le centrali nucleari con decine di migliaia di uomini e’ una barzelletta in piena regola.

      3) Indipendenza energetica, e chi la vuole? L’Italia non sara’ mai, con questo sistema, indipendente dal punto di vista energetico. Ma tra la dipendenza supina e la dipendenza con sovranita’ di decidere la propria strategia energetica c’e un abisso. Inoltre, alla faccia di chi dice il contrario, in Italia c’e una discreta (si potrebbe fare meglio e’ vero) cultura del risparmio, che in molti paesi esteri non c’e affatto. La Francia scialaqua una quantita’ impressionante di energia, se non sbaglio produce piu’ en. elettrica…della Germania. C’e evidentemente qualcosa che non va nella loro strategia, ma per noi il nucleare significa RIMPIAZZARE parte dei fossili oggi usati, con benefici di costo e ambientali.
      Fino ad oggi nessuno si e’ preoccupato ne’ di indipendenza ne’ di autonomia…e pero’ se si parla di nucleare questi concetti rispuntano subito…

      4) Costo del combustibile: l’aumento, come si nota qui
      http://www.uxc.com/review/uxc_g_2yr-price.html
      Ha avuto un impennata brusca, e ora sta scendendo. Secondo me (e non solo) e’ tutto legato all’assalto speculativo che si sta portando alle commodities (qualcuno ha visto che e’ successo a oro, argento, palladio e via dicendo?). Ma la cosa simpatica e’ che quello e’ il costo del MINERALE, a cui si aggiungono conversione, arricchimento e fabbricazione. Ebbene, nonostante il minerale sia aumentato di 10 volte in 5 anni…il combustibile vero e proprio e’ aumentato di DUE volte, segno che gia’ all’interno del ciclo del combustibile il minerale non rappresenta la parte preponderante.
      Se poi guardiamo quanto pesa il combustibile sui costi totali di produzione, vediamo che si viaggia sul 5-7% (usando i valori del picco…) del totale. Ossia una frazione marginale, mentre il 75% legato dai costi di costruzione ci dice una cosa fondamentale: il nucleare e’ STRATEGICO perche’ i costi di produzione dell’en. elettrica dipendono fortemente dai costi di costruzione (75%) ed esercizio, mentre il combustibile pesa poco. Quindi, raddoppiando i valori del picco (ossia VENTUPLICANDO i valori del 2001) ci si accorge che l’aumento dei costi di produzione e’ di solo il 7%. Facendo lo stesso col gas si ottiene +76%, e +46% col carbone.
      Ecco perche’ ci serve il nucleare, perche’ e’ strategico.

      Mi fermo qui, c’e ancora molto da dire, ad esempio sulla sicurezza degli approvvigionamenti (che sono pochi nel tempo, rispetto alle migliaia di rifornimenti necessari per petrolio e carbone) ecc ecc.

    3. Edoardo scrive:

      Solo 4.700.000?….

      Da fonti della IAEA, nucleratourist.com o come su altri articoli, si trovano dati che collimano all’articolo piĂą volte presentato in questo forum nea.fr/html/pub/newsletter/2002/20-2-Nuclear_fuel_resources….

      Supponiamo che un reattore, consumando 90 tonnellate di uranio l’anno, (intendendo tutto l’U238 naturale da cui è ricavato con il processo di arrichimentol’U235 necessario all’impianto). Intendendo che al mondo funzionano 441 reattori supponiamo che questi crescano a 600 nei prossimi 10 anni. Le riserve accertate ammontano (vedi dati sopra) a circa 17.100.000 escludendo quelle disponibili nell’acqua del mare (4 miliardi!)
      Se il consumo annuo di 600 reattori è di 54000 t l’anno per consumare 17 milioni ti ci vogliono circa 320 anni. Tutto ciò se la tecnlogia restasse ferma, ma già con gli EPR si ha un migliore sfruttamento del combustibile e minori scorie…figurati con i reattori di IV generazione!
      inoltre per ottenere la stessa energia di 10 g di uranio ci vogliono 500 tonnellate di petrolio ed 800 di carbone!
      Tralasciando che solo riutilizzando l’uranio presente nelle testate atomiche militari (il famoso progetto “Megatons to Megawatt”) le scorte aumenterebbero di altri 50 anni e se si aumentasse i costi di estrazionie di del 10% le riserve basterebbero per migliaia di anni, ti ricordo che le indagini per individuare nuovi giacimenti di uranio, furono interrotte dal 1986 al 2003 (fonti IAEA).
      Non appena si è ripresa l’attività sono stai scoperti giacimenti vastissimi in Kazahkistan, tanto che questo stato aspira a divenire, entro il 2012, il secondo esportatatore di uranio al pari di Canada e Australia.
      Nei dati che ho riportato questi ultimi giacimenti non sono consideratio perchè scoperti da poco (2004).

      Ormai la balla che l’uranio è poco e finirĂ  è stata sfatata!

    4. Egisto scrive:

      Altri dati:

      Le riserve esistenti di uranio continuano a espandersi. La miniera di Olympic Dam in Australia ha visto aumentare le proprie riserve di 500.000 tU fino a 1.900.000 tU, ovvero quanto basta per mandare tutti i reattori esistenti per 35 anni (E STIAMO PARLANDO DI UNA SOLA MINIERA!!!). Inoltre non l’hanno nemmeno esplorata tutta.

      Le risorse non convenzionali di uranio non sono solo quelle dell’acqua di mare: si può estrarre uranio dai fosfati (giĂ  fatto in Florida e Belgio, amplissime riserve in Marocco) e dalle ceneri di carbone: i cinesi (che hanno alcune miniere di carbone particolarmente ricche di uranio) stanno pensando di estrarre dalle ceneri di una centrale a carbone abbastanza uranio per mandare una centrale nucleare di pari grandezza.

    5. Edoardo scrive:

      Ok Egisto

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