Vademecum sul rilancio del nucleare in Italia
26 Aprile 2007 di AmministratoreVincenzo Romanello ci ha mandato un “vademecum” sul rilancio del nucleare nel nostro Paese. Il documento fa sinteticamente il punto della situazione e può essere utile per il pubblico che voglia conoscere i numeri coinvolti nella questione.
Considerazioni sul Rilancio del Nucleare in Italia - di V. Romanello (aprile 2007)
Un impianto nucleare da 1000 MW [1] elettrici produce annualmente un volume di circa 25-30 tonnellate di scorie (già vetrificate), pari a circa 3 metri cubi. Entro 400 anni la radioattività delle scorie si è ridotta all’ 1 % del valore iniziale; le scorie sono inoltre costituite al 95 % da uranio ancora debolmente arricchito (elemento naturale presente in natura anche in concentrazioni molto elevate - come ad esempio nel deposito di Cigar Lake [2], in Canada) e dall’ 1 % di plutonio, elementi questi ultimi che si possono recuperare ed utilizzare come combustibili (solo il 3-4 % è costituito da prodotti di fissione non recuperabili attraverso il riprocessamento del combustibile). L’ uranio è un elemento comune sulla crosta terrestre (come lo stagno o lo zinco, e pagandolo 130 $/Kg le riserve sono sufficienti, ai consumi e con le tecnologie attuali (che si possono molto migliorare!), per 70 anni).
Nell’ acqua di mare ci sono 3 mg di uranio per metro cubo, per un totale di 4,5 miliardi di tonnellate (si ricordi che con le tecnologie attuali 1 tonnellata di uranio può produrre un’ energia pari a 60.000 MWd [3], ossia 1,44 miliardi di KWh, pari all’ energia che consumerebbero nell’ arco dell’ intera vita circa 850 persone!), ovvero si potrebbero risolvere i problemi energetici dell’ umanità per qualche secolo! In Giappone è stato valutato che si può estrarre uranio dall’ acqua di mare ad un costo di 155 €/Kg, che bruciato in un sistema di reattori tipo EPR, produrrebbe energia elettrica ad un costo di 1,97 centesimi di euro per KWh [4].
Un impianto da 1000 MWel consuma annualmente circa 27 tonnellate di uranio arricchito (circa al 3 %), pari a circa 1,41 metri cubi. Per alimentare 10 impianti di questo tipo per 100 anni bisognerebbe stoccare 1410 metri cubi di uranio arricchito, ovvero basterebbe riempire mezzo campo di calcio per un’ altezza di 40 cm [infatti 50 (metà lunghezza, in metri) x 70 (larghezza, in metri) x 0,4 (altezza, in metri) = 1400 metri cubi].
Con un consumo energetico totale annuo in Italia pari a 185 Mtep [5], pari a circa 2.000 GWh, si può calcolare che ogni cittadino consumi circa 36.800 KWh annui. Se tale energia venisse prodotta interamente per via nucleare genererebbe un volume di scorie pari a 0,015 litri, ossia una sfera di scorie vetrificate del diametro di 3,1 cm (per l’ energia consumata in tutta la vita la sfera avrebbe un diametro di circa una decina/dozzina di cm)!
Si riportano di seguito i grammi equivalenti di anidride carbonica emessa nell’ atmosfera per KWh prodotto da diverse fonti (si considerano anche i processi di fabbricazione dell’ impianto, estrazione del combustibile, ecc.):
- Carbone: 1114 g-CO2/KWh
- Petrolio: 854 g-CO2/KWh
- Impianti Fotovoltaici: 39 g-CO2/KWh
- Impianti Eolici: 17 g-CO2/KWh
- Impianti Idroelettrici: 15 g-CO2/KWh
- Impianti Nucleari: 9 g-CO2/KWh
La costruzione di 10 reattori da 1600 MWel del tipo EPR (European Pressurized Reactor, come quelli in costruzione in Finlandia, ad Olkiluoto) consentirebbe di coprire il 40 % del fabbisogno elettrico nazionale, peraltro riducendo le emissioni di anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOx), polveri ed anidride carbonica (CO2) del 32 %.
La costruzione dei 10 EPR costerebbe circa 20 miliardi di euro (pari a circa 40.000 miliardi delle vecchie lire). Si consideri, per confronto, che per le energie alternative (solare, eolico, biomasse, ecc.) sono stati spesi in questi anni (nel periodo 1975-2002) circa 98.902 miliardi delle vecchie lire a fronte di una copertura del fabbisogno elettrico nazionale pari allo 0,5%!
note:
[1] Megawatt: milioni di watt.
[2] Il deposito di Cigar Lake presenta concentrazioni di uranio che arrivano anche al 55 %. In superficie non c’ è traccia degli effetti delle radiazioni.
[3] MegaWatt-day: energia prodotta dalla potenza di 1 MW per 1 giorno, pari quindi a 24.000 KWh.
[4] Considerando una potenza degli impianti di 1600 MWe, costo di impianto (ordini multipli) di 1000 €/KW, tasso di interesse 5 %, tempo di costruzione 4 anni, durata dell’ esercizio 60 anni, burnup 60.000 MWd/T, fattore di utilizzo 85 %, rendimento termodinamico del 36 %.
[5] Mtep: Megatep, ossia milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.
E’ possibile scaricare l’ originale documento Considerazioni sul Rilancio del Nucleare in Italia
(file pdf, 2 pagine, circa 30 kb)
15 Maggio 2007 alle 10:26
Come al solito fate finta di dimenticare i costi del riprocessamento e quelli della conservazione per diversi secoli (altro che anni) delle scorie. E sto parlando del costo completo, incluso quello per il recupero delle zone inquinate (vedi i siti inglesi di riprocessamento).
15 Maggio 2007 alle 10:32 Commento ufficiale dello Staff
Salve pippo
in questo sito c’è sia gente a favore del nucleare sia contro il nucleare.
ogni commento è ben gradito se apporta argomentazioni e mira a dar vita a scontri dialettici.
se lei ha informazioni e precisazione da dire, prego. se poi scrive insulti e ironiche battute, forse ha poco da dire e le piace perder tempo.
saluti.
ps. ho eliminato la frase finale del suo commento.
15 Maggio 2007 alle 13:24
Naturalmente, è superfluo dirlo, ma lo ripeto fino alla noia, nei costi considerati c’è sia lo smaltimento sicuro/riprocessamento del combustibile che il ricupero del sito a ‘prato verde’ (chi interessato, prima di ’sparare’ fandonie- per non dir peggio - veda il mio articolo: http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Costi.pdf).
P.S.:
Ma perchè certa gente non usa un minimo la ragione?
19 Maggio 2007 alle 11:31
stimato ing. Romanello
devo farle notore quella che sicuramente è stata una svista nel suo intervento relativo alla co2 prodotta con i pannelli solari, 39 g KWH mi sembrano ( pochini).
pensiamo un attimo a quanta energia serve per costruire il magnifico pannello se non si usa il nucleare servono i fossili, il silicio iperpuro con cui sono costruiti i wafer dei pannelli ha un processo di estrazzione costosissimo, e non c’è la bacchetta magica.
se spendiamo 100 per produrlo avremo indietro solo 7 in termini energetici con, gli altri ovvi svantaggi, per cui il fotovoltaico è la fonte più inquinante che esista
consideriamo pure che il loro rendimento ( e parlimo dei miliori per aplicazioni aereospaziali) dopo un anno è già sceso del 20% e dopo 5 anni il rendimento si attesta a solo il 20%.
secondo voi perchè i satelliti hanno durate limitate e ad esempio nel telescopio Hubble i panneli sono stai sostituiti.
va poi aggunto che polline polvere ecc. abbassano il rendimento in brevissimo tempo e se per caso arriva una bella grandinata il rendimento cala a zero in pochi secondi.
per serieta va aggiunto, infine, chi i pannelli fv danno un contributo irrilevante forniscono solo energia in corrente continua a bassa tensione variabile nella giornata e zero di notte e con le nuvole ed infine serve un survolatore ed un trasformatore trifase per poter mettere in rete questo insignificante apporto di energia.
distintamente
19 Maggio 2007 alle 17:55
Si, probabilmente ha ragione. E’ un dato che ho riportato (probabilmente molto ottimistico e benevolo verso la fonte solare!), ma non ho calcolato.
Il suo ragionamento comunque è sicuramente corretto e convinciente.
Ma non lo dica a me: lo dica agli ‘ambientalisti’, che sostengono il solare AL POSTO (nemmeno AFFIANCO) del nucleare (follia ideologica pura)!!!
Comunque pensi che nonostante la mia ‘prudenza’ verso le fonti alternative vengo accusato di essere troppo di parte verso il nucleare!!!
A Lei i commenti…
23 Maggio 2007 alle 08:15
e in effetti era rivolto a loro, i paladini dell’ambiente, e mi scuso se può aver mal interpretato.
distintamente
25 Maggio 2007 alle 18:59
Riguardo al fotovoltaico, vorrei capire perche’ enti cosi’ autorevoli dicono cose diverse da voi sul tema del EPBT.
iea-pvps-task10.org/IMG/pdf/BenefitsDresden2006.pdf
eupvplatform.org/fileadmin/Documents/Brochure-indicateurs_26...
Qual e’ la verita’?
Grazie
26 Maggio 2007 alle 00:39
Quali sarebbero questi ‘enti autorevoli’, l’Hespul, associazione ambientalista che promuove il solare fotovoltaico come soluzione del problema energetico?
Qual’è la verità ?
C’è bisogno di chiederlo? Se si potessero risolvere tutti i problemi energetici con l’energia solare, perchè nessuno al mondo lo fa? Nemmeno una nazione? Perchè il fotovoltaico copre al massimo dello sforzo e dell’impegno dei governi al più qualche % del fabbisogno?
Ad una persona ragionevole qualche sospetto dovrebbe venire…
28 Maggio 2007 alle 08:56
mi sento in dovere di fare un po’ di chiarimento in merito all’utilizzo dei csì detti pannelli fotovoltaici.
Essi non sono fonti energetiche, non si trovano in natura, come l’idrogeno sono un vettore , un vettore però moooolto scadente. vanno costruiti e per questo serve energia , considerato il bassisimo rendimento e durata è illogico trasmettere l’energia attraverso i pannelli solari, casomai conviene usarla ancor prima come si è sempre fatto.
va considerato ,poi, che gli osannati pannelli per generare energia devono essere polarizati, la gunzione NP altrimenti non entra nemmeno in conduzione con ulteriore riduzuine di efficenza.
Forse costruendoli in germanio o all’arseniuro di gallio renderebbero qualche percentuale in più, ma questi pannelli si usano per aplicazioni spaziali , indovinate il perchè?
l’unici utilizzo come si potranno utilizzare i pannelli e lo si fa è nel caso in cui serva alimentere micro utenze , tecnologiche , in zone lontane dalla rete elettrica o dispersi su montagne , es. ripetitori tv di debole potenza telefonia celulare di debole potenza sistemii di controllo del territorio come sismografi sensori metereologici e per la portata dei fiumi si può illuminare anche qualche cartelo stradale a patto che usi led, e poco altro.
Altro chè risolvere i problemi energrtici di una nazione
Distintamente
28 Maggio 2007 alle 12:12
Non posso che concordare (purtroppo, ma i fatti sono fatti, salvo dimostrazione contaria…).
2 Giugno 2007 alle 15:24
io penso che affinchè l’italia possa competere con i paesi più avanzati della terra sia assolutamente necessario l’uso del nucleare, in quanto senza di esso dipenderemo sempre da paesi come russia,francia,svizzera.
Non penso inoltre che le altre forme di energia possano realmente soddisfare le esigenze della popolazione italiana(più di 59 milioni di persone) e quindi penso, e mi auguro, che quest’anno o l’anno prossimo ci sia un nuovo referendum sul nucleare in cui quasi sicuramente la maggioranza degli italiani si dichiarerà favorevole.
distinti saluti
3 Giugno 2007 alle 22:59
E’ triste destino dei ben informati su un dato argomento quello di ripetersi fino alla noia. Del resto decenni di disinformazione hanno prodotto questi risultati.
Non c’è affatto bisogno di un nuovo referendum sul nucleare: quelli dell’87 non erano certo abrogativi e non impedirebbero di accendere un impianto nucleare domani. Questo fatto, in molti, non lo sanno (me ne accorgo dai discorsi che sento).
Il fatto è che per anni sono state dette menzogne in merito, ed ora la gente ne è convinta (secondo lo schema, ormai collaudato, secondo il quale ripetendo mille volte una menzogna se ne fa una verità agli occhi dell’opinione pubblica, lasciata di fatto allo sbando).
Riporto di seguito un brano di una mia intervista in cui spiego sinteticamente la tematica (l’intervista intera la si trova qui: tecnosophia.org/rassegna_stampa/2006_06_romanello.htm)
“Innanzitutto vorrei spendere due parole di chiarimento sul referendum, poiché sento spesso molte inesattezze e teorie fantasiose in merito. Il referendum del 8-9 novembre 1987 non era abrogativo, ovvero non poneva il quesito “nucleare si, nucleare noâ€, perché non poteva esserlo: la nostra costituzione vieta infatti i referendum abrogativi in materia di fisco e norme comunitarie, e trent’anni prima i capi di stato dei sei paesi della nascente Comunità Europea – fra cui l’Italia – avevano istituto l’Euratom con gli atti di Roma e si erano impegnati solennemente a sviluppare una ‘potente industria nucleare’. Riporto di seguito il testo dei referendum:
1- Volete che venga abrogata la norma che consente al CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) di decidere sulla localizzazione delle centrali nel caso in cui gli enti locali non decidono entro tempi stabiliti?
2- Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone?
3- Volete che venga abrogata la norma che consente all’ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all’estero?
I quesiti sono talmente intricati che anche un ingegnere nucleare non riuscirebbe a rispondere con tanta facilità : risulta evidente però che con essi il nucleare nel nostro paese in realtà non è mai stato abolito (come si sente falsamente dire tanto spesso!). All’ atto pratico, con le tre domande si chiedeva di cancellare alcune disposizioni di legge concepite per rendere più facili e rapidi gli insediamenti energetici (non necessariamente nucleari, ma anche a carbone!): la prima era stata creata per evitare che il sindaco di un piccolo paese di duemila abitanti dove era previsto l’insediamento di una centrale nucleare potesse opporsi ad oltranza, mentre la seconda era la cosiddetta “monetizzazione del rischio†per i comuni che ospitavano impianti di produzione di energia (fatto molto ingiusto a mio avviso, poiché è giusto invece che se un comune accetta di ospitare sul proprio territorio un impianto di un certo tipo di cui beneficia tutto il paese, è giusto che ne abbia un adeguato compenso!).
Si arrivò ad una moratoria di cinque anni, che per una interpretazione del tutto politica permane fino ad oggi. In seguito lo stesso onorevole Andreotti ebbe a dire:â€â€¦se oggi andiamo a rileggere gli atti delle polemiche parlamentari attorno a questo problema, c’è da arrossire collettivamente non solo per la mancanza di senso scientifico di alcune posizioni di allora, ma anche per la miopia delle decisioni preseâ€. Come ha ripetutamente ricordato l’Ing. Fornaciari vale la pena di ricordare quanto scriveva 65 anni fa Paul Valery nel suo Saggio Sguardi sul mondo attuale: â€La politica fu in primo luogo l’arte di impedire alla gente di immischiarsi in ciò che la riguarda. In un’epoca successiva si aggiunse l’arte di costringerla a decidere su ciò che non capisceâ€.”
11 Giugno 2007 alle 22:05
Caro Romanello,
concordo su ogni singola riga, su ogni singolo argomento che lei presenta con passione e con valide argomentazioni logiche e tecniche.
Eppure dobbiamo tutti riconoscere che la ragione NON BASTA, NON CONTA, almeno NON IN ITALIA, almeno non ora.
In questi ultimi 20 anni ho pensato e ripensato alle motivazioni che ci hanno fatto uscire dal nucleare ad una velocità assolutamente sospetta giacché è assolutamente vero che
1) i tre referendum non chiedevano agli italiani di indicare una posizione netta NUCLEARE SI NUCLEARE NO;
2) i tre referendum erano difficili da capire ma, se analizziamo bene i risultati (vedi sotto), sembra che gli italiani li abbiano capiti abbastanza bene dato che espressero un gradimento diverso per ciascuno dei tre quesiti;
MA ANCORA DI PIU!!!
3) essendo un nuclearista convinto e trattandosi di un referendum abrogativo capii che, data la situazione del momento, l’unico modo per tentare di vincerlo, quel referendum, era l’astensione… e, come molti, io non andai a votare.
FACENDO DUE CONTI SUI RISULTATI DI QUEL REFERENDUM possiamo affermare che, tra tutti gli italiani che avevano diritto ad esprimere un parere SOLO UNA MAGGIORANZA RELATIVA ESPRESSE UN CHIARO PARERE CONTRARIO:
1° referendum: il CIPE sulla localizzazione delle centrali
sul totale degli aventi diritto (45.869.897)
il 35% non andò a votare
il 46% votò SI all’abrogazione
l’11% votò NO all’abrogazione
un significativo 8% andò a votare ma non espresse un parere (annullando la scheda o votando scheda bianca).
I risultati che allora ed ancora oggi vengono riportati ci parlano di uno schiacciante 80,6% contrario al nucleare. Ma un’analisi più attenta ci indica che solo il 46% espresse una chiara opinione mentre il restante 54% espresse perplessità , disinteresse, incertezza o disaccordo.
2° referendum Compenso ai comuni che ospitano centrali
il 35% non andò a votare
il 45% votò SI all’abrogazione
l’11,5% votò NO all’abrogazione
l’ 8,5% andò a votare ma non espresse un parere
I risultati sul secondo referendum sono simili a quelli del primo. Anche in questo caso solo il 45% degli Italiani espresse un parere chiaramente avverso.
Sul terzo referendum, quello che impediva all’ENEL di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all’estero il risultato fu (a mio modo di vedere) abbastanza sorprendente in quanto la domanda, considerando che ENEL stava in quel periodo investendo una barca di soldi a Creys Melville con EDF sul progetto Superphoenix, poteva essere interpretata nel modo seguente: “Volete voi buttare via un sacco di soldi?”
In questo caso gli italiani risposero in maniera affermativa solo nella misura del 40%
il 16% disse di no
il 9% votò cheda bianca o nulla
il 35% non andò a votare.
HO SEMPRE SOSTENUTO (ALLORA ED OGGI) CHE LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI SA RAGIONARE E CHE, IN MAGGIORANZA, NON E’ AVVERSO AL NUCLEARE o ALMENO NON NE FA UNA QUESTIONE DI PRINCIPIO.
Ma allora… perché da un giorno all’altro la nostra classe politica abbandonò una tecnologia che, solo pochi anni prima, ci aveva visto primeggiare in tutto il mondo sia dal punto di vista scientifico (vi basta Enrico Fermi?) che tecnologico?
Io un abbozzo di risposta ce l’ho e ve la propongo.
Vi ricordate gli ultimi anni 80 ed i primi anni 90?
Vi ricordate tangentopoli e mani pulite?
La classe politica di allora ebbe semplicemente una gran paura.
Paura di aver distribuito commesse in cambio di GRANDI, ENORMI mazzette invece che di impianti correttamente progettati.
Paura di mettere in esercizio quegli impianti.
Paura.
Presero la palla al balzo e, ovviamnente senza alcuna colpa, bruciarono in un momento il lavoro di tecnici e di scienziati dei 30 anni precedenti.
E bruciarono una parte importante del nostro futuro.
Alcuni di quegli uomini furono spazzati via da “mani pulite”.
Molti altri, invece, sono ancora al loro posto, in parlamento e ricoprono ancora incarichi istituzionali importanti.
E NOI SIAMO ANCORA QUI.
COME IL VECCHIO CINESE
MI SONO ACCUCCIATO - SILENZIOSO - SULLA RIVA DEL GRANDE FIUME
E STO ASPETTANDO CHE PASSI IL CADAVERE DEL MIO NEMICO…
SENTO CHE IL TEMPO POTREBBE ESSERE VICINO.
12 Giugno 2007 alle 12:29
D’accordissimo su quanto affermato da Massimo.
Il famoso processo per tangenti all’ex amministratore Enel (PSI) Bitetto?
Un articolo del Corriere dell’epoca (l’ho visto nel documetario “Gli anni dell’Atomo”) spiega come Craxi preferì affossare il nucleare e buttarsi sulle forniture di gas russe ed algerine: su quelle si poteva “raccattare” più tangenti.
Ringrazio Massimo per i dettagli sul voto del referendum.
Saluti.
12 Giugno 2007 alle 13:20
Ringrazio tutti per gli ottimi interventi, di livello e costruttivi.
Già : il nucleare in Italia non lo abbiamo non certo perchè i cittadini (peraltro pesantemente disinformati ed impauriti ad arte!) non lo hanno voluto, ne per problemi tecnici o economici. Si tratta di una mera questione di tangenti! L’italiano medio dovrebbe saperlo, invece di continuare ad essere contrario al nucleare senza sapere nemmeno perchè, solo perchè ‘va di moda’ (e fa comodo - molto comodo! - a pochi - molto pochi! -), senza nemmeno sapere quant’è un Curie (e spessissimo, nemmeno cos’è!!!).
Non siete d’accordo? Temo però che questo ‘trend’ difficilmente si potrà correggere, con grande danno per tutti (che siano informati o no)…
P.S.:
Ho visto il documentario di Adriano Forti “Gli anni dell’atomo”: è il migliore sull’argomento che si sia mai visto, e che in tv molto difficilmente vedrete…
12 Giugno 2007 alle 13:20
Ringrazio tutti per gli ottimi interventi, di livello e costruttivi.
Già : il nucleare in Italia non lo abbiamo non certo perchè i cittadini (peraltro pesantemente disinformati ed impauriti ad arte!) non lo hanno voluto, ne per problemi tecnici o economici. Si tratta di una mera questione di tangenti! L’italiano medio dovrebbe saperlo, invece di continuare ad essere contrario al nucleare senza sapere nemmeno perchè, solo perchè ‘va di moda’ (e fa comodo - molto comodo! - a pochi - molto pochi! -), senza nemmeno sapere quant’è un Curie (e spessissimo, nemmeno cos’è!!!).
Non siete d’accordo? Temo però che questo ‘trend’ difficilmente si potrà correggere, con grande danno per tutti (che siano informati o no)…
P.S.:
Ho visto il documentario di Adriano Forti “Gli anni dell’atomo”: è il migliore sull’argomento che si sia mai visto, e che in tv molto difficilmente vedrete…
27 Giugno 2007 alle 15:14
Ho letto il testo sui veri costi dell’energia nucleare. Sono un professore a contratto presso l’Università di Urbini Sogesta con l’incarico del corso “Gestione delle Risorse Energetiche” Gradirei conoscere l’indirizzo di posta elettronica del Prof Romanello per mmettermi in contatto con Lui.
6 Luglio 2007 alle 10:34
Per chi voglia contattarmi sono disponibile all’indirizzo: vincenzoromanello(chiocciola)tiscali.it
9 Luglio 2007 alle 11:19
Sono uno studente di ingegneria ambientale specializzato in gestione delle risorse energetiche e non posso che complimentarmi con tutti per la qualità dei commenti postati.
Mi sembra superfluo aggiungere che sono pienamente d’accordo con Voi,e non potrebbe essere diversamente visto che ogni argomentazione - a differenza di quelle spesso portate dagli ambientalisti - è supportata da dati certi.
Arrivati a questo punto,credo però che sia il caso di iniziare a mettere in moto una vera e massiccia campagna informativa,perchè a mio parere è proprio questo che manca in Italia:la maggior parte della popolazione si riempie le orecchie non di verità certe,ma di dicerie che spesso affondano le radici in credenze sbagliate,fomentate per giunta da una sorta di terrorismo psicologico.
Parola d’ordine è quindi INFORMAZIONE,per cui le POCHE persone che realmente sanno,dovrebbero darsi da fare per provare a illuminare un pò di menti.(come avete iniziato a fare in questa discussione)
Scusate se il discorso può sembrare un pò utopistico,però credo che un’azione energica sia realmente necessaria,perchè il tempo passa e il problema energetico sta diventando sempre più pressante.
Le soluzioni ci sono,ma finchè dovremo battagliare per ogni singola decisione contro schiere di persone disinformate,la battaglia sarà sempre persa,perchè sappiamo bene tutti come una massa di persone urlanti possa bloccare qualsiasi progetto qui in Italia.
Distinti saluti a tutti.
9 Luglio 2007 alle 12:51
Si, non si può che concordare con questo discorso, ma per mio conto ho iniziato questa battaglia dell’informazione ormai fda tempo, con l’unico mezzo disponibile e veramente democratico rimasto: internet. Ci sono una serie di miei documenti tecnico-divulgativi che spiegano la tematica del nucleare nei suoi diversi aspetti: chi ha voglia di sapere può farlo. Quanto ai mass media in passato hanno sempre fatto ‘muro’ verso certi argomenti (per una serie di motivi che ho affrontato ripetutamente in altre sedi), ma il vociferare della gente li sta costringendo sempre più a mutare posizione (anche se è ancora molto dura informare veramente!)…
15 Luglio 2007 alle 08:54
Quando si parla di costi dell’energia nucleare gli ambientalisti, allo scopo di sviare l’attenzione della maggior parte delle persone, si richiamano ai costi necessari per riportare a “prato verde” la zona dove è installato un reattore, al termine della sua vita.
Si tratta di un falso problema, non esiste nessuna necessità di smantellare un reattore che ha terminato la sua vita produttiva per trasportare in altro luogo la parte radioattiva dell’impianto, una volta smantellata.
E’ molto piò logico dedicare una porzione di territorio alla costruzione di più reattori nuclearei, da realizzare a scadenze, ad esempi decennali. Con questa soluzione scompare la necessità di smantellamento, e si avrebbe il vantaggio di utilizzare la parte convenzionale degli impianti, oltretutto facilmente manuntenibile, per tempi lunghi e senza la necessità di ulteriore territorio. Infine, il territorio occupato sarebbe quello degli impianti nucleari per la produzione di calore, che è dell’orine degli ettari. La sorveglianza dei reattori dismessi sarebbe così garantita a costi molto contenuti.
15 Luglio 2007 alle 18:42
Egregio Ing Romanello nel 1987 votai a favore del nucleare (avevo 18 anni) ma purtroppo fui tra i pochi….
Rifarei quella scelta, per quel che ne so io siamo fortemente dipendenti dall’estero come energia e compriamo energia dalla Francia che la produce col nucleare a pochi km da casa nostra. In questa sede volevo pero’ chiederle delucidazioni in merito a due fonti energhetiche, e cioe’:
1)Solare Termodinamico che sta sperimentando Rubbia.Differenze tecniche col fotovoltaico, costi e benefici;
2)Eolico d’alta quota, M’hanno detto che esisterebbe un progetto di un’ingegnere per intercettare i venti ad altissima quota e che sulla carta questa fonte energetica produrrebbe quanto il nucleare. E’ vero?
GRAZIE
16 Luglio 2007 alle 01:19
x Umberto Foli
Non posso che concordare, sarebbe la scelta più sensata. Peraltro nel calcolo dei costi che ho condotto viene espressamente prevista la voce per il ripristino del sito a prato verde (ed è una componenete minima del costo, per motivi che qui non riporto!). Perchè? Perchè abbiamo recepito a ‘piè pari’ la normativa americana, senza porci problemi, secondo la quale a fine vita dell’impianto questo va smantellato. Gli americani possono farlo, hanno un territorio enorme. Noi no. Sarebbe molto più intelligente e logico adoperare il sito per nuove installazioni, ma tant’è: stranezze italiche (sperabilmente da correggere)…
x Mario Pisciotta
1) Non sono la persona più adatta per parlare di solare (meglio leggere gli scritti del Prof. Battaglia). Rispondere alla domanda comunque sarebbe troppo complesso via e-mail. Posso solo dire che certamente il solare non potrà mai dare un contributo significativo al fabbisogno energetico, con nessuna tecnologia (almeno per ora), e l’energia prodotta sarà sempre assolutamente antieconomica: provare per credere…
2) Si, è il progetto KiteGen. Trattasi di un progetto mastodontico, che ha preso finanziamenti per 15 milioni euro. Il suo funzionamento ed economicità è tutta da dimostrare (scusate, ma sulle energie alternative ne ho sentite troppe, e quindi finchè non vedo il primo kWh immesso in rete, e a che prezzo, non ci credo).
Nel frattempo la crisi energetica che sta per colpirci è una cosa molto seria, invece.
Da una recente mail inviatami dall’Ing. Fornaciari:
“…ho l’impressione che non sia stata recepita a dovere la recente notizia di fonte IEA che tra 5 anni ci potrebbe essere una grave crisi energetica. Nelle mie stime (v.all.), basate sulla teoria di Hubbert che l’aveva indicata per il 2000, l’avevo prevista per il 2013/2014. Ora ci viene detto, da fonte autorevole, anche prima. Possibile che nessuno se ne preoccupi?”.
Posso solo dire che le persone più competenti ed oculate che conosco se ne preoccupano, e molto. E questo fatto è grave. Fra 5 anni, non dite che non lo sapevate…
17 Luglio 2007 alle 23:49
Finché poi avremo piccoli incidenti come quello alla centrale nucleare del Giappone sarà difficile parlare di rilancio del nucleare. Si sentono discorsi come “ma il nucleare non doveva essere sicuro contro i terremoti?”. A me sembra che dopo un terremoto come quello di 6,6 di magnitudine non sia successo praticamente nulla. A volte si spaventa la gente per nulla, incutendo terrori da catastrofe nucleare…
Se fosse successo con i pannelli solari, si sarebbero frantumati tutti, e addio all’energia elettrica…
Boh, non so che dire di fronte a certi discorsi. Lei ingegnere cosa ne pensa degli ultimi piccoli incidenti successi nelle centrali nucleari come anche quella tedesca?
p.s.: ma il forum nuclearmeeting è morto?
18 Luglio 2007 alle 00:57
Guardi, l’incidente alla centrale nucleare giapponese di Kashiwazaki-Kariwa dimostra l’affidabilità dell’opzione nucleare, nonostante i nostri media si affannino a tutti i costi a dimostrare che 2+2=9!
Un incidente che in una città come Roma, o Firenze, o Pisa solo per fare degli esempi sarebbe stato catastrofico, ha portato solo al rilascio di 1 metro cubo (i giornali per fare impressione hanno detto 1000 litri) di acqua (verosimilmente a bassa attività, non essendo acqua del primario).
L’isola nucleare ha retto benissimo (e questo era noto a priori).
Chi di voi non ha visto i TG mostrare un trasformatore esterno e commentare che “il reattore nucleare stava prendendo fuoco” - suscitando, immagino, il terrore nel pubblico che si è aspettato una nuova Chernobyl, ed una fragorosa risata fra i tecnici?
Ma vi rendete conto in che mani siamo? Come può il semplice cittadino avere una visione obiettiva della questione nucleare? Perchè non ci chiediamo a chi conviene tutto questo?
Chi ha un minimo di cognizione sa bene di cosa parlo (e si sta scandalizzando), chi non ce l’ha e vuole saperne di più può guardare qui:
www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Note%20sulla%20Sicurezza%20Nuc...
18 Luglio 2007 alle 20:22
x Mario Pisciotta
Puoi trovare qualcosa sul solare termodinamico sul mio articolo del 3 luglio (legge di Hubbert e carbone pulito) del dove ho preso i dati dalle Scienze e da altre riviste e mi hanno dato valori in linea con quanto previsto da Battaglia (in pratica può dare un contributo ma non è certo risolutivo).
Sul TG2
Ieri mi è toccato sopportare gli sfottò di tutti i miei amici perchè, non so se ci avete fatto caso, ma il TG2 ha addirittura mostrato un “tecnico” giapponese che parlava e che, secondo loro, ammetteva che per la centrale non era stato previsto un sisma di quella portata. Cosa ha capito la gente? Che nel nucleare non si applicano nemmeno i criteli sismici dell’edilizia civile. (Naturalmente non è vero: in campo nucleare si fa riferimento a valori molto più cautelativi)
Notare che, anche se non esiste una corrispondenza diretta, un sisma di magnitudo 6.8 (energia liberata = 10^5 * 10^(1.5*6.8) = 1.6*10^15 J circa, meno di un’atomica di oggi) corrisponde a un nono grado circa della scala Mercalli e si ripete circa 100 volte all’anno nel mondo. Quindi anche per chi non conosce la tecnologia, solo pensare che in un paese sismico come il Giappone….. Il fatto è che se lo dice il TG sembra tutto vero.
19 Luglio 2007 alle 00:12
Se non sbaglio per altro, all’inizio su voceditalia.it venne girata la notizia che si trattava di “acqua pesante”, non so poi se smentita oppure no. Si parla addirittura di decine di barili contenenti materiale radioattivo rovesciati per terra…
Ovviamente poi, tutti giocano sul fatto che la notiza dell’acqua contaminata non sia stata resa immediatamente di dominio pubblico, puntando quindi su complottismi modello “nascondere al pubblico gli incidenti”, incidente che potrebbe per altro accumularsi attraverso la catena alimentare, visto che l’acqua si è riversata in oceano…
Secondo me caro Ingegnere, vogliono dimostrare che 2+2=1029385756, altro ché!!!
Io ci credo seriamente che i tecnici si sono fatti fragorose risate, ma la maggioranza della popolazione, la quale ovviamente viene tenuta all’oscuro dei prodotti chimici prodotti per la fabbricazione di PFV, non è costituita da tecnici, purtroppo…
19 Luglio 2007 alle 00:53
Già l’acqua della centrale. Una vera barzelletta, e vi racconto perchè.
L’acqua tracimata dalla centrale non è quella del circuito primario, ma quella delle piscine del combustibile. Trattasi di acqua distillata e continuamente purificata, ‘inquinata’ da tracce di prodotti radioattivi. E qui viene il bello: la contaminazione è dell’ordine di 50 Bq/litro. Un’ acqua minerale che compriamo al supermercato e beviamo può arrivare a circa 50 000 Bq/litro (si, ha letto bene, 1000 volte!). Le restrittive e prudentissime leggi italiane fissano l’ALI (Annual Limit of Intake) per questa via a 700 000 Bq/anno: significa che se l’acqua fuoriuscita dall’impianto di Kashiwazaki-Kariwa me la bevessi tutta nell’arco dell’anno, avrei ricevuto una dose più di 10 volte inferiore a quella che la prudentissima legge italiana fissa (avrei sicuramente dei problemi di salute, ma legati al fatto che l’acqua è distillata, non radioattiva!).
A questo aggiungete la lettura dell’articolo in merito del Prof. Battaglia (tanto per farvi due risate - o due pianti -a seconda):
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=193495
19 Luglio 2007 alle 08:44
Ho appena letto l’articolo del Prof.Battaglia ed è proprio vero…non ci resta che piangere!E meno male che qualche giornale che riporta notizie vere c’è ancora…
19 Luglio 2007 alle 23:23
Grazie Ingegnere delle puntuali spiegazioni: cercherò di rigirarle quanto prima sul mio blog, più girano queste notizie meno possibilità hanno gli ambientalisti di farla franca con le loro bugie… Anche se probabilmente penseranno esattamente l’opposto, come sempre avviene. Ancora girano notizie di centinaia di migliaia di morti dopo Chernobyl: magari, se l’OMS e il C. Forum dicono che invece i morti si contano a decine (l’aereo distrutto in Brasile ha fatto vittime 5 volte tanto), sono stati pagati dalle industrie…
x Samuel
È proprio per questo motivo (il fatto che non ci resta che piangere), che il professore viene continuamente insultato e Il Giornale considerato carta straccia. Come tutti o tutto ciò che racconta la verità, d’altronde, ovvero ciò che è contrario a quanto raccontano gli ambientalisti. Spero soltanto, nei prossimi 60 (si spera) di vita, di riuscire a scoprire cosa c’è sotto le stupidaggini che raccontano: oramai credo che l’ideologia rossa et similia non basti più come spiegazione…
8 Ottobre 2007 alle 10:54
Salve
rimando l’ing. Romanelli al seguente indirizzo per vedere le prove fatte con l’eolico d’alta quota e ricredersi sulle prospettive concrete di questa tecnologia.
Li può vedere i primi Kw prodotti realmente.
cordiali saluti
sito - http://www.kitegen.com/
volo sperimentale - www.youtube.com/watch?v=QlSHH_djn94
conferenza - video.google.it/videoplay?docid=6569964998326850465
A breve ci saranno i video con le prove fatte a 500 metri di altezza
8 Ottobre 2007 alle 11:10
Per Raimondo
2 domande:
1) io sapevo che a 500/800 il vento è sì più forte ma perdura la discontinuità. rimarrebbe quindi l’intermittenza di tale fonte.
2) Ma strutture così enormi saranno veramente praticabili su scala commerciale?
Cordialit
8 Ottobre 2007 alle 16:32
Ho dato uno sguardo ai link: interessanti sicuramente, ma dubito risolveranno il problema energetico nazionale a breve periodo. Ammesso possa mai farlo, ed è ancora tutto da dimostrare, ci vorrà ancora parecchio tempo affinchè vengano costruiti impianti funzionanti che immettano elettricità in rete a prezzi economici (ho avuto l’impressione, per fare un paragone col nucleare, che abbiano appena scoperto ‘la fissione nucleare’: interessante, ma ci vorrà tempo per le applicazioni).
8 Ottobre 2007 alle 17:11
Ho eseguito una serie di conti per verificare il costo dell’energia elettrica prodotta dai famosi 10.000 tetti fotovoltaici della potenza di 3 kW pciascuno, il costo è di 200 milioni di euro. In un anno produrranno 33 GWh. L’energia è poi pagata 0,40 Euro per 20 anni. Ogni singolo proprietario dell’impianto incasserà. al netto delle spese di manutenzione, 21.000 Euro. In assenza di incentivi a fondo perduto si tratta di una rimessa di danaro con il rischio che una violenta grandinata distrugga i pannelli fotovoltaici che rappresentano il 90% del costo dell’impianto.
Il gestore della rete venderà questa energia a 0,20 euro al kWh, rimettendoci 0,20 Euro a kWh venduto. questi maggiori costi saranno pagati degli utenti o con nuove tasse o con l’aumenteo del costo del kWh.A titolo informativo riporto i prezzi del kWh pagato da utenti industriali e da famiglie in tre stati:
PREZZI DELL’ENERGIA ELETTRICA IN EUROPA
TASSE ESCLUSE (kWh)
Paese Settore civile
1996 2006
Francia 0,1022 0,0921
Germania 0,1320 0,1433
Italia 0,1508 0,1658
Settore industriale
Francia 0,0650 0,0541
Germania 0,0906 0,0946
Italia 0,0638 0,1027
Invece si fa poco per incentivare il solare termico che in Italia è poco utilizzato ed il cui costo è conveniente. Un impianto monofamiliare per l’acqua calda sanitaria costa circa 3.500 Euro installato e lo si ammortizza in circa 3-4 anni.
Neella tabella successiva riporto i mq di pannelli termici installati in alcune nazioni, ogni commento è inutile.
Solare termico installato in Europa
al 2005
Stato m2 ogni 1000 abitanti
Austria 250
Grecia 250
Germania 70
Danimarca 30
Svizzera 45
Italia (compreso il 2006) 11
8 Ottobre 2007 alle 23:39
Kitegen
Ho guardato i siti.
Sinceramente sono molto perplesso. Lì si parla di centrali con potenze dell’ordine del GW che non sono certo uno scherzo. Non mi pare proprio il caso di essere così trionfali.
Per essere convincenti dovreste come minimo dare dei dati di massima a livello non dico di studio di fattibilità ma almeno di ordini di grandezza: forze in gioco, velocità periferiche, momenti, bracci, dimensioni della struttura, precauzioni per la sicurezza in caso di fenomeni atmosferici violenti ecc…
9 Ottobre 2007 alle 08:30
Buongiorno
io sono un informatico, ma prossimamente prometto che chiederò ad un esperto (ricercatore all’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) l’opinione sul tipo di vento e le potenze sfruttabili in relazione all’altezza.
Una sua conferma sulla costanza e abbondanza di questo tipo di fonte rinnovabile dovrebbe essere sufficente per fugare i dubbi sull’opportunità di investire capitali, anche ingenti, in questo settore.
Il fattore tempi lunghi non mi sembra un buon argomento per sollevare obiezioni. Anche per una centrale nucleare i tempi in Italia sarebbero biblici, minimo 15 anni dal momento della decisone politca.
Per quanto riguarda il discorso Ricerca in qualunque campo mi trova completamente favorevole.
Per chi ha tempo c’è anche un file audio sempre sul kitegen.
http://download.radioradicale.it/store-5/MP416197.mp3
Per ultimo, i dati, quelli sulle potenze del mobile-kitegen effettuate verso la fine di settembre non sono ancora in internet però ci sono gli articoli scientifici che spiegano con maggiore dettaglio gli “ordini di grandezza”.
E’ sufficente leggere le pagine che partono da questo link: http://www.kitegen.com/tecnologia3.htm
Poichè anche all’estero stanno facendo sperimentazioni analoghe, io sono dell’opinione che sarebbe un delitto per l’Italia perdere il treno, per mancanza di sostegno.
A presto
9 Ottobre 2007 alle 13:56
Rispondo a Raimondo Barbera.
In Italia esistono due centrali fermate: Caorso e Trino Vercellese, in più, Montalto di Castro (2000 MWe) è quasi completa. Le prime due possono essere rimensse in esercizio in due o tre anni, l’ultima può essere completata in 3-4 anni.
Se noi volessimo installare nuove centrali, non dobbiamo ripartire dal chiodo, ma utilizzare i progetti delle centrali nucleari di terza generazione disponibili. Si tratterebe di fare dei contratti con i francesi o gli americani e costruire le centrali su questi progetti. Con la loro collaborazione, In Italia potrebbero essere relizzati molti componenti. Non dobbiamo pensare di ricostruire una eperienza nel nucleare ormai persa. Ma possiamo, partecipando a queste realizzazioni, ripartire da un livello elevato. Sono dell’opinione che in questo modo, oltre a fare una buona esperienza, potremmo realizzare centrali nucleari nel nostro paese in tempi dell’ordine di 5-8 anni.
Se si vuole rispettare Kyoto non c’è altra via del ritorno al nucleare, con almeno 10 centrali.
9 Ottobre 2007 alle 15:35
Kitegen
Vediamo se riusciamo a capirci
Il download di radio radicale non è raggiungibile
Ho guardato gli altri articoli che indicano calcoli complessi sugli effetti del vento, le forze che si possono generare e i vari percorsi ecc… Ma su questo non dubito: se mi dicono che dei tecnici hanno messo a punto un sistema di controllo degli aquiloni ci credo. Il punto per me è un’altro, ed è quello che vedo trascurato: sono le strutture e le condizioni anomale che si possono generare in un’opera di questo genere. Non penserai mica di mettre un monumento di due km di diametro pieno di fili che tirano da tutte le parti su dei cuscinetti a sfere? E le vibrazioni come le controlli? E se lo devi fermare che succede?
Ho, appunto, l’impressione che il tutto sia visto solo dal punto di vista del controllo e dell’aereodinamica. Ma quando si dice che tra il dire e il fare… è perchè nel fare le cose per davvero vengono fuori milioni di imprevisti.
Ad esempio leggo dall’articolo
Introduzione al progetto Kite Wind Generator
Massimo Ippolito
R&D Direction, Sequoia automation di Chieri (TO)
La dimensione massima raggiungibile da un Kite
Wind Generator è oggetto di studio di questo
progetto, ma da delle prime stime sembra possibile
superare i 5.000MW senza incorrere in gravi
problemi di resistenza strutturale e con un diametro
complessivo di poco superiore ai 2.000 metri.
E’ opportuno considerare che 5.000MW sono
l’equivalente tipico di 5 centrali nucleari, il cui costo
Le domande che faccio si riferiscono esattamente alla frase
senza incorrere in gravi problemi di resistenza strutturale e con un diametro complessivo di poco superiore ai 2.000 metri
9 Ottobre 2007 alle 16:35
Il download di radio radicale non è raggiungibile
Posso mandare un’email con il file mp3 che ho scaricato
a chi me lo chiede (la mia email è raimondo.barbera@gmail.com)
tra il dire e il fare
Sono convinto anch’io che tra la ricerca, la sperimentazione e la industraializzazione ci siamo una certa quantità di problemi da risolvere.
Ci vorrà del tempo, probabilmente anni ma questo non è certo un motivo per escludere che questa risorsa sia sfruttabile.
Domanda per Umbero Foli:
quanto può durare il processo del V.I.A. per una centrale in Italia?
L’Enel ha più volte escluso che in Italia si possano costruire centrali nucleari in tempi inferiori ai 10 - 15 anni (soprattutto con questo Governo e soprattutto con questo Ministro dell’ambiente).
I francesi davvero costruirebbero centrali in collaborazione con noi?
Penso piuttosto che preferiscano continuare solo a venderci l’energia elettrica.
Saluti
10 Ottobre 2007 alle 11:05
Se i francesi hanno fatto un contratto con la Libia per la costruzione di una centrale nucleare perchè non dovrebbero collaborare con gli italiani se chiedessimo di farlo? Lo hanno già fatto con il Superphoenix (i lavori cominciarono nel 1976, l’impianto entrò in funzione nel 1981 fu arrestato per problemi alle strutture degli uffici, non al reattore, e fu chiuso, se ben ricordo nel 1997 dal primo ministro Jospin per mere ragioni politiche)
Per i tempi lunghi, purtroppo, la colpa non è della tecnica ma della burocrazia e della politica… come per le scorie: il problema non è tecnico ma politico.
10 Ottobre 2007 alle 11:33
“Ci vorrà del tempo, probabilmente anni ma questo non è certo un motivo per escludere che questa risorsa sia sfruttabile.”
Certo che no, infatti bisogna seguire tutte le strade: ‘non si butta niente’. Tuttavia non si può certo sostenere che ‘abbiamo’ il KiteGen e quindi il nucleare non serve (questo si che sarebbe un delitto ‘energetico’!)
“I francesi davvero costruirebbero centrali in collaborazione con noi?
Penso piuttosto che preferiscano continuare solo a venderci l’energia elettrica.”
Ma non diciamo amenità. Se i francesi si rifiutassero ci rivolgeremmo tranquillamente a altri, e quindi credo proprio che questa possibilità proprio non sussista…