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La scelta per il riprocessamento in Italia

26 Marzo 2007 di Amministratore

Daniele Rovai ci ha mandato un documento da cui poter prenderer spunto per un dibattito sul riprocessamento del combustibile nucleare esausto italiano. Si inviano i lettori a discutere sull’ argomento e alla lettura dell’articolo qui sotto riportato.

Il riprocessamento, una scelta sbagliata? - di D. Rovai (marzo 2007)

235 tonnellate di ossido di uranio mischiato a plutonio 141, stronzio 90, cesio 137 e cesio 134, ovvero 1.567 elementi di combustibile nucleare esausto affogato da più di ventanni in piscine ormai obsolete e fuorilegge con un tempo di dimezzamento radioattivo di 24 secoli. Come liberarcene? Mandandolo all’estero, in Francia, e scordarselo per ventanni. Poi quando ritornerà , nel 2025, ci occuperà qualcun altro di questa eredità radioattiva.
L’accordo è per il “riprocessamento“, un’ idea avuta nel 2004 dal governo Berlusconi che autorizza la Sogin, l’azienda che gestisce i nostri depositi di scorie, ad effettuare una gara per trovare l’ azienda adatta; un’ idea che è piaciuta anche al governo Prodi, che a novembre del 2006, ha firmato l’accordo definitivo con la società francese Areva.
Il contratto parla di 277 milioni di euro per l’ invio in Francia ed il solo “riprocessamento“, ma il prezzo non contempla il viaggio di ritorno, né il costo del deposito da costruire in Italia dove ricoverare questo materiale radioattivo. Nessuno sà la cifra esatta dell’ operazione, anche se nel 2003, l’ allora presidente di Sogin, intervistato da un giornalista, parlando del “riprocessamento” disse: “Abbiamo calcolato che se volessimo sottoporre a questo trattamento soltanto il combustibile nucleare residuo, dovremmo spendere, tutto compreso, 1,150 milioni di euro“.

Non sappiamo nemmeno quello che ritornerà , visto che il “riprocessamento” non è un sistema per condizionare le scorie radioattive, ma per recuperare l’ uranio ancora fissile presente nelle barre esauste, mentre le scorie radioattive sono solo una conseguenza del processo. In pratica dovrebbe tornare combustibile tal quale a quello che mandiamo oggi inseme a delle scorie ad altissima carica radioattiva.
Non sembra la soluzione ideale del problema, anche perché, già nel 2001, l’ allora amministratore di Sogin, il professor Renzo De Felice, proponeva lo “stoccaggio a secco“, ovvero l’ inserimento delle barre dentro dei cask di acciaio, capaci di resistere all’impatto con un’ aereo. Una soluzione che veniva, e viene, comunemente usata dalle nazioni nucleari per gestire il loro combustibile esausto al posto del “riprocessamento“, rienuto altamente inquinante e troppo costoso. Una soluzione che sarebbe costata tra i 10 e i 30 milioni di euro più i 300 milioni del costo dell’eventuale deposito. Una scelta, lo “stoccaggio a secco”, preferibile al “riprocessamento” visto che ha pagare saranno le famiglie italiane, con una tassa sulla bolletta elettrica istituita sin dal 2000 per finanziare le cosidette “attività nucleari residue“. Una tassa che da ottobre 2006 a gennaio 2007, in 4 mesi, è stata addirittura triplicata proprio per pagare il “riprocessamento“.

Ma nessuno ne parla e così nessuno si preoccupa. Colpa dei governi che non informano? No. Colpa di noi cittadini che non ci informiamo, preferendo pagare centinaia di milioni di euro ogni anno pur di non prenderci responsabilità , preferendo le bugie alla verità e la tranquillità all’ indignazione, lasciando questa eredità radioattiva ai nostri figli. Per un paese che si crede civile ed industrializzato è una scelta vergognosamente miope, marcatamente egoista e volgarmente stupida.



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  • 46 Commenti a “ La scelta per il riprocessamento in Italia”

    1. Edoardo scrive:

      “Per un paese che si crede civile ed industrializzato è una scelta vergognosamente miope, marcatamente egoista e volgarmente stupida”

      Per La scelta vergognosamente miope, ecc. ecc. che riporti si deve ringraziare il finto e becero ambientalismo che dall’87 ci ha fatto uscire di colpo dal nucleare aumentando i costi ed i rischi. Ribadisco le scemenze di Bersani che vuol smantellare le centrali in fretta (”smantellamento accellerato CHE ESISTE SOLO IN ITALIA!!) senza neanche un sito definitivao per lo stoccaggio delle scorie.

      La repentina uscita dal nucleare in Italia ha portato a questi costi altissimi. Nell’Ue(ma anche nel Mondo) ove quasi tutti i membri hanno il nucleare, i prezzi del combustibile dello smaltimento delle scorie e del decommissioning delle centrali hanno prezzi bassi proprio perchè, facendo funzionare le centrali, si produco utili e si accantonano le quote per la gestione dei rifiuti e lo smantellamento dell’impianto. ALTRIMETI, senza convenienza economica, TUTTI AVREBBERO ABBANDONATO IL NUCLEARE ANCHE PRIMA DI CHERNOBYL!

      Intanto Voglio informare tutti gli amici del forum circa l’articolo pubblicato su LA NAZIONE qualche giorno fa ove si metteva inuce il disastro ambientale al petrolchimico di Gela: aria ed acqua inquinata, tumori superiori del 60% alla media nazionale, bambini nati deformi, ecc. Nell’articolo si dice che, addirittura, l’Eni potrebbe attuare modifiche agli impianti per diminuire l’inquinamento ma siccome costa troppo lasciano tutto così.
      COME VEDI, MENTRE TUTTI TEMONO DI MORIRE PER COLPA DEL NUCLEARE E DI CHI LO PRODUCE, IN REALTA’ E’ IL CARO PETROLIO CHE CI UCCIDE!…. Di gela si sapeva da anni come di Porto Marghera! E Legambiente dov’era? E Green Peace? Ed il WWF e le varie ARPAT….Brutti ipocriti, Vergogna!!

    2. Edoardo scrive:

      P.S. La mia invettiva non era rivolta personalmente a te, Daniele, ma a tutti questi vigliacchi che dell’ambiente hanno fatto solo un paravento per raccattar voti e quattrini. Poi di tanto in tanto vengono fuori che dobbiamo risparmiare (rivolti sempre e solo alle famiglie..e le grandi fabbriche?) e che il sole ed il vento sono il futuro!

    3. Enrico B. scrive:

      Certo, grandi numeri, centinaia di tonnellate…però è anche vero che solo il 3% è HLW. O no?
      Più che altro il discorso, a mio parere, è questo: che senso ha far riprocessare il combustibile, se non lo possiamo riutilizzare??? L’unica risposta che riesco a dare è: farlo riprocessare ai francesi e poi venderglielo.
      Dite che questo paese di matti riuscirà a compiere una operazione tutto sommato così semplice?
      Mah, staremo a vedere…
      Io continuo a porre le mie speranze nei progetti in cui l’italia è fortemente impeganta…l’Iris, l’LFR, il VHTR, la trasmutazione di Casaccia…speriamo in bene.
      Ormai dobbiamo guardare…alla IV generazione (e a pochi altri di gen III+…), sperando in un lampo di stabilità politica!

    4. Edoardo scrive:

      D’accordo con Enrico. Senza dimencare anche il progetto M.A.R.S. Tutto italiano.
      Quando decidiamo di esser seri nessuno ci batte, il problema è che molte volte preferiamo tirare a campare.

    5. daniele scrive:

      Grazie Edoardo ed Enrico. Spero che altri si uniscano alla discussione sull’argomento dell’articolo, perché questo è un tema importante.
      Il progetto del riprocessamento all’estero è una decisione che dovrebbe avere il massimo dell’informazione, ma purtroppo non è così.
      Vorrei anche che questo articolo viaggiasse in rete perché dobbiamo riprenderci il nosto diritto ad essere informati. Siamo noi a dover decidere quale strategia adottare, visto che si tratta della nostra sicurezza e dei nostri soldi, non i nostri politici.

      Se veramente non vogliamo essere complici di una scelta così stupida facciamo conoscereil problema della gestione delle nostre scorie radioattive a un sempre maggior numero di persone.

    6. Enrico B. scrive:

      In verità su questo dissento: l’opinione pubblica è fortemente fuorviata da una campagna stampa totalmente falsa e antinucleare.
      Pubblicizzare queste cose significa far aumentare l’avversità dell’opinione pubblica, ma non per motivi reali bensì per la stolta incapacità dei detentori del potere mediatico.
      Piuttosto i comitati “di peso” dovrebbero minacciare la divulgazione delle malversazioni in caso…di malversazioni!
      Perchè in sè riprocessare e rivendere il combustibile non sarebbe stupido. Dopotutto di quella roba, prima o poi, ce ne dovremo liberare.

    7. daniele scrive:

      Sono daccordo con te chenonè facendo la guerra al ttem nucleare si risolvono i problemi.
      Non sono daccordo sul fatto che l’informazione sulla gestione della nostra eredità nucleare non debba essere fatta perché contribuirebbe ad alimentare la campagna antinucleare. La gente deve sapere la situazione attuale; deve sapere le malefatte della SOGIN sotto il generale; dve sapere che il problema non sono le scorie pregresse ma quelli che stiamo producendo con le attività mediche.
      Se la gente viene informata correttamente (non strumentalmente) sulla situazione che ci vede ignobilmente impreparati a gestire le scorie radioattive, vedrai che farà come me, che pure sono antinuclearista ritengo necessario un DEPOSITO PER LE SCORIE RADIOATTIVE.

      Sulla vendita purtroppo sei fuori strada. Se mi dici dove mandarti una mail ti invio l’indirizzo ministeriale del 30 marzo 2006 che dice espressamente che il combustibile riciclato dovrà essere dato ad altro esercente in maniera “onerosa” per Sogin, cioè la Sogin deve pagare qualcuno perché se lo prenda, come ho scritto nell’articolo.

      Ecco perché dico che ci stanno prendendo in giro.

    8. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Credo che riprocessare il combustibile possa essere una scelta intelligente, sia da un punto di vista energetico che ambientale (come più volte ho dimostrato).
      Naturalmente per un paese in una situazione del tutto atipica (anzi, unica al mondo!) come l’Italia questo può essere un serio problema ed un serio pericolo.
      Il nucleare è una tecnologia affidabile, economica ed amica dell’ambiente, ma a certe condizioni. E noi in Italia stiamo scherzando col fuoco.
      Ribadisco che, nucleare o no, abbiamo bisogno di un deposito geologico per le scorie radioattive, che sia assolutamente high-tech e realizzato da gente competente (esistono le tecnologie!).

      Quanto al riprocessamento è giusto che ogni cittadino se ne preoccupi e segua la vicenda, ma attenzione perchè trattasi di un argomento molto tecnico e non facilmente comprensibile al pubblico. Per mio conto del resto ho sempre cercato di spiegare le tematiche del nucleare quanto più comprensibilmente possibile, me ne darete atto…

      Di tecnologie per il riprocessamento ne esistono diversi tipi: dobbiamo vegliare e capire cosa intendono realmente fare. Se si separa l’uranio ed il plutonio la loro ‘pericolosità ‘ (delle scorie residue) diminuisce di dieci volte almeno. Se si eliminano anche gli attinidi minori (nettunio, americio, curio) diventano abbastanza rapidamente inoffensive. Le tecnologie per il riprocessamento sono svariate ed in continua evoluzione (ad esempio: processo Sanex). Si consideri che la radioattività delle scorie si riduce del 99,9% entro 40 anni.
      In definitiva se il riprocessamento fosse fatto come si deve potremmo ottenere del combustibile nucleare (eventualmente da vendere, magari per ammortizzare i costi, almeno in parte) e delle scorie ad alta attività , ma con periodi di dimezzamento relativamente molto brevi, e quindi rapidamente innocue.

      Mi auguro su questo argomento ci sia più chiarezza in futuro.

    9. Enrico B. scrive:

      Come volevasi dimostrare. La mia era un’ipotesi (”vendere il riprocessato”), ora mi confermi che le mie erano solo illusioni. Sono dell’idea che questo paese sia in mano a una cricca di personaggi che del bene comune se ne infischiano allegramente.

      Siamo d’accordo, si dovrebbe fare una ENORME campagna di sensibilizzazione. E andrebbe spiegato alla gente come la Sogin, che in se sarebbe una signora società , è stata svuotata e ridotta a strumento politico.
      Ma prima di partire dal fondo (riprocessamento) io credo si debbano spiegare altre cose basilari:
      1) Il balzo in avanti tra II e III generazione è gigantesco.
      2) Decine di paesi in Europa e fuori usano il nucleare, e non hanno mai avuto problemi. Noi partiamo da zero, verosimilmente oggi potremmo buttarci o sull’EPR o sull’AP-1000, ma sarebbe bene aspettare qualche anno e installare o l’IRIS, o il PBMR/GT-MHR e magari iniziare a produrre idrogeno in modo pulito!
      3) Questo è il punto fondamentale: spiegare alla gente da dove arriva la radioattività . Che il Radon naturale ne causa la metà di quella che assorbiamo quotidianamente, e che, come giustamente dici tu, la componente medica è preponderante.
      3) Il carbonio-14 è radioattivo, e dati i milioni di tonnellate di carbone usati in italia ogni anno, è verosimile che siano alcune decine di migliaia le tonnellate(!!!) di C14 immesse nell’ambiente. (decade in quasi 6000 anni).
      4) Se, come presumibile, instabilità politiche e guerre faranno balzare in alto il prezzo del gas, noi che da esso dipendiamo al 45% (e sempre più: fatevi un giro sul sito della Edison…gran parte dei grossi impianti sta venendo convertita in ciclo combinato o turbogas) avremo problemi spaventosi, data l’incidenza che il combustibile ha sul prezzo finale.

    10. Edoardo scrive:

      In Italia ci sono quasi 200 siti idonei per lo stoccaggio (le regioni con più siti sfuttabili sono la Toscana, ove io e Daniele abitiamo e la Puglia). C’è però l’enorme ignoranza e paura creata attorno al nucleare che blocca qualsiasi tipo di interveneto e/o iniziativa quando magari sono i petrochimici e le aziende chimiche che sotto sotto sono più pericolose delle centrali nucleari e dei depositi di scorie (rif. Gela, Priolo, Porto Marghera, ecc.)
      Il metano è uno dei gas serra più temibili e, una volta combusto, meno inquinante ma pur sempre dannoso per l’ambiente. Mi sembra di esser tornato ai primi anni ‘90 quando la benzina con piombo fu sostituita con la verde (senza piombo) la quale inquinava meno ma, contenendo il benzene, era 10 volte più cancerogena della prima. Eppure tutti andiamo tranquillamente in auto senza farci tanti problemi.

    11. daniele scrive:

      Vi ringrazio per l’attenzione. Sono daccordo ci vuole un deposito, ma non geologico, di superficie pensando, però, al futuro e non al passato. L’eredità nucleare è un falso problema; il vero problema è lo stoccaggio di prodotti e delle macchine di medicina nucleare, le lastre che vengono usate per controllare le strutture degli aerei, insomma tutte le attività nucleari che si svolgono in una nazione industrializzata.

      Ma adesso, e approfitto del contributo dell’ing. Romanello, vi chiedo di aiutarmi a far conoscere e a bloccare un’operazione sbagliata.

      Non dovete credere a me, ma ai fatti. Ditemi come posso inviarvi l’indirizzo govrnativo che dice espressamente che il COMBUSTIBILE RECUPERATO DOVRA’ ESSERE CEDUTO AD ALTRO ESERCENTE IN MANIERA ONEROSA PER SOGIN.
      Ditemi dove spedirvi l’accordo italo francese che sottolinea questo evento.

      IL RIPROCESSMENTO DEL COMBUSTIBILE E’ UN ERRORE CHE CI RITROVEREMO NEL NOSTRO PROSSIMO FUTURO. PENSATE NEL 2025 QUANTI ANNI AVRETE, QUANTI NE AVRANNO I VOSTRI FIGLI e chiedetevi, come me, perché devo chiedere a loro di risolvere un problema mio.

      Non si vende nulla; dovremo pagare perché qualcuno si prenda l’uranio ed il plutonio recuperato.

      Ing. Romanello se può si informi su questa operazione, ma sappia che entro il 7 aprile dovremo confermarla. Già il comune di Caorso stà chiedendo perché l’accordo non è ancora stato ratificato; già un’esponente leghista ha fatto un’interrogazione, esattamente il 15 marzo 200,7 chidendo al governo di sbrigarsi.

      Il fatto è che la nuova dirigenza SOGIN sà che è un’operazione inutile. Avete letto il mio articolo! Lo stoccaggio a secco era già stato deciso nel 2000 ma la politica incosciente del governo Berlusconi e di Jean ha fatto si che si tornasse al riprocessamento per togliersi il problema.

      Per favore, prendete le voste info e aiutatemi. Non ha senso pagare 277 milioni dieuro e ritrovarsi il problema in casa.

      Un’ultima cosa. Noi mandiamo il nostr ocombustibile a riprocessare. Ma se la ricarica del reattore, a causa l’avvenelamento della reazione, prevede la sostituzione di solo 1/3 delle barre,vuol dire che i 2/3 sono barre non esauste. Ma allora in quelle tonnellate di combustibile, visto che Caorso è stato fermato durante la ricarica, che cosa contengonno? Sono tutto combustibile esausto oppure una parte è composta da uranio fissile che non è riprocessabile?

      Mi accorgo dalle vostre risposte che anche voi non conoscete bene la questione. Per favore informatevi, oppure domandatemi cosa vi serve.

      Nessuno ne parla, ma hanno triplicato l’aliquota nucleare per questa operazione. La bolletta è aumentata, non lo dico io ma la delibera n. 321/06 dell’Autorità pr l’Energia ed il Gas. Andate a leggerla e leggete il “comunicato stampa” allegato; andate a leggere la tabella dove c’é scritto quanto è l’aliquota. Io ho tutto, vi posso spedire tutto con le sottolineature.

      E’ in gioco il nostro futuro, i nostri soldi e la nostra etica civile.

    12. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Le barre da riprocessare sono solo quelle esauste, che contengono ancora il 95% di uranio, l’1% di plutonio, lo 0,1% di attinidi minori, ed il 3-4% di prodotti di fissione.

      Quelle fresche contengono ossido di uranio (debolmente, 2-3%) arricchito, sostanza relativamente innocua (almeno da un punto di vista radiologico l’uranio comincia a divenire pericoloso per arricchimenti superiori al 20% circa, mai incontrati nei reattori commerciali per la produzione energetica!).

      Purtroppo (o per fortuna, a seconda di come la si veda) io sono solo un tecnico, non un politico.
      Non capisco il motivo per il quale dobbiamo cedere il combustibile riprocessato con un onere: lo trovo incomprensibile! Forse c’è qualcosa che non so!
      E’ come dare qualche tonnellata di benzina ottima per l’autotrazione a qualcuno, insistendo per pagare noi affinchè se la prenda! Pazzie italiane, derivanti dalla disennata rinuncia (mai decisa da nessuno, ma applicata di fatto per calcolo politico!) all’utilizzo dell’energia nucleare!

      Abbiamo l’obbligo di non lasciare i nostri ‘problemi’ ai nostri figli, nipoti, o pronipoti, ma abbiamo ancor più l’obbligo di assicurare loro un futuro di livello per lo meno pari al nostro! E questo senza energia nucleare dubito si potrà fare…
      Spero che la gente se ne accorga finchè fa in tempo (e non ne ha molto ancora!)…

    13. daniele scrive:

      Ing. Romanello mi dica dove inviarle il documento di indirizzo del ministro Scaiola oppure l’accordo fatto a Lucca! Lo Legga e poi mi dirà .

      Si rende conto che ci ritornerà qualche scoria vetrificata e tanto “carburante” da dare via “onerosamente”?

      Chiedo al web master di dirmi come fare a inserire il pdf del documento.

      Bisogna che l’informazione circoli perché i tecnici ci diano le risposte.

      Per favore non permettiamo un’operazione così maldestra.

      Adesso non è il momento di discutere pro o contro il nuclare, adesso dobbiamo sapere TUTTO SU QUESTA OPERAZIONE CHE PAGHEREMO NOI CON L’ALIQUOTA NUCLEARE TRIPLICATA ( da 0,06 cente a chilovattora a 0,16 cents a chilovattora). Addirittura nel periodo gennaio - marzo l’elettricità all’ACQUIRENTE UNICO è costata meno ma non hanno abbassato il prezzo lasciandolo invariato. E’ tutto scritto nella delibera 321/06 e nel “comunicato stampa” allegato! LEGGETELO.

      LEGGETELO e ditemi che sbaglio! Sarei la persona più contenta di questo mondo.

      Chiedo al web master se mi dà la possibilità di caricare le carte che ho perché la gente le legga e mi dia delle risposte.

      Grazie

    14. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Mi rendo conto della tematica: ho già detto che mi sembra assurda. Carichi i documenti sul sito nell’interesse di tutti: appena possibile li visionerò ed esprimerò un giudizio.
      Bisogna vedere cosa ci torna indietro e con che modalità . Non è detto sia un problema. Il combustibile è una ricchezza: potremo decidere di bruciarlo nei nostri reattori (se avremo cervello), o cambiare politica e decidere di venderlo (come si farebbe con un pò di benzina che (!!!) non ci serve!). Quanto alle scorie vetrificate bisogna capire di cosa si tratta. In linea di principio non dovremmo preoccuparci, ma avere delle scorie vetrificate senza un sito opportuno non è auspicabile.
      Il problema, quale che sia la posizione assunta, deve essere affrontato con freddezza e perizia, senza sottovalutarlo ne sopravvalutarlo. Cerchiamo di dimostare di essere una nazione avanzata: non per sottostimare il problema, che è serio e merita molta attenzione, ma di andare nel panico per un pò di scorie vetrificate che ci torneranno indietro fra vent’anni non è il caso… O no?

    15. daniele scrive:

      Ingegnere il mio non è panico, è indignazione.
      Mi aumentano la bolletta elettrica per pagare una soluzione incredibilmente stupida. Poi dovrmo pagare ancora per dar via il combustibile. Non ha senso.

      Però non può dirmi che le scorie vetrificate senza un deposito sono un problema e poi dure che ci sono vent’anni di tempo… qualcosa inventeremo!

      Purtroppo non sò come caricare i file. Ma le posso dare l’indirizzo dove reperire il “comunicato stampa” a cui faccio riferimento.

      http://www.autorita.energia.it/com_stampa/index.htm

      bisogna poi scegliere 2006 e scaricare il file con data 29.12.06

      vedrà che aperto il pdf ci sarà anche il collegamento alla delibera 321/06.

      Per quanto riguarda il contratto di riprocessamento le dò l’indirizzo dove scaricarlo

      scanziamolescorie.org/index.php?option=com_content&task=...

      Lo legga e mi faccia sapere. Per me ci sono molte zone grigie.

      Adesso stà a lei voler sapere come stanno le cose e dirmi la sua opinione da persona introdotta nel settore. L’invito è per tutti chiaramente

      A presto

    16. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      daniele: ho dovuto eliminare nel finale del tuo ultimo intervento un link (riguardante un decreto) perchè stranamente creava un problema al database. mi spiace ma non ho potuto fare altrimenti. saluti.

    17. daniele scrive:

      Ecco il link al ministero delle attività produttiva con l’indirizzo pr Sogin.

      sviluppoeconomico.gov.it/organigramma/documento.php?id=3525&...

      Vediamo se và .

      Grazie

    18. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      ok, daniele. tutto ok adesso!

    19. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Ho dato uno sguardo ai link.
      Di tecnico ho trovato ben poco. L’Italia sta cercando di chiudere i conti col passato, e probabilmente la via del riprocessamento ha un senso (si ricupera il 96-97% del materiale, lo scarto è costituito solo dal 3-4% di prodotti di fissione vetrificati).
      Continuo a non capire il senso della dicitura “…a titolo oneroso per Sogin S.p.A.”; perchè non potremmo invece vendere il combustibile come si farebbe per la benzina? Forse c’è un motivo non indicato, ma alla luce dei documenti in oggetto mi appare incomprensibile tale scelta.
      Si dice inoltre che lo stato italiano si impegna nel frattempo a realizzare un deposito opportuno per le scorie vetrificate: spero si faccia veramente (e ritengo che dovrebbe essere un deposito geologico, non di superficie).
      Quanto alle scorie che ci torneranno non credo siano particolarmente pericolose, dato lo stato di vetrificazione, ma fino ad allora dovremo senz’altro aver deciso seriamente per un deposito nazionale…

    20. daniele scrive:

      Sà cosa mi indigna ingegnere? Che nessuno sà cosa sta succedendo, nemmeno gli addetti ai lavori. Eppure ci sono fior fior di ingegneri in APAT, in SOGIN, nelle UNIVERSITA’. Cosa vuol dire questo? Che la decisione di inviare al riprocessamento è una bufala per poter “mandar via” per un pò di tempo il combustibile e lasciare che risolvano il problema i nostri figli? Una scappatoia politica?

      Mi sembra di risentire, da parte dei politici, le storie degli ingegneri nucleari tutti orientati verso il futuro pensando che, tanto, prima o poi la scienza avrebbe inventato il sistema di risolvere il problema delle scorie… quindi perché preoccuparci. Capisco i nostri politici (tutti) che sono dei pezzenti per come ci trattano, ma dagli ingegneri mi aspetto soluzioni basate su dati scientifici inoppugnabili.

      Non voglio polemizzare ma sapere che è stato deciso di fare un’operazione senza senso, perché il riprocessamento non è un sistema per condizionare rifiuti, fatta pagare alle famiglie aumentando la bolletta elettrica (anche se si dice il contrario), solo perché i politici di turno (tutti), compresi i sindaci del nord, possano dire ai loro elettori: “avete visto? Il problema non esiste più″, mentendo, e incassare voti.

      Forse sarebbe ora che qualche ingegnere, qualche tecnico chiedesse informazioni su questa operazione per non farmi pensare che il problema delle scorie in fondo… non è il problema.

    21. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Probabilmente i politici prendono molte decisioni in ‘ombra’, e poi si vantano delle soluzioni parziali (o non soluzioni adottate). Ma noi siamo tecnici, non politici. A dover vegliare, ed, eventualmente, dover mandare a casa certa gente sono i cittadini (seppur su certe questioni con l’aiuto dei tecnici, cittadini a loro volta!). Mi sembra lineare.

      Ciò detto mi permetto di insistere: il problema delle scorie non esiste, perchè esistono già le tecnologie per risoverlo eccellentemente. Bisogna prenderne atto. Anche il riprocessamento è una scelta intelligente (per i motivi che ho accennato: infatti la Francia lo adotta da anni). Naturalmente tutto ciò è vero se c’è la volontà politica di fare i passi giusti, altrimenti un problema gestibile con successo può diventare ingovernabile…

    22. Edoardo scrive:

      Personalmente auspico che, prima o poi, la questione nucleare sia affrontata consultando tecnici ed ingegneri. Da più di vent’anni a questa parte invece, tale delicato e difficile argomento è stato gestito (male!) da poltici, giornalisti, chimici generici ed ambientalisti ottusi!
      Fino a qualche anno fa ed un po’ anche oggi, appena si tenta di ridiscutere di energia nucleare, il soliti noti sopra citati abbuiano tutto ribadendo questioni vecchie e risolte (costi, scorie, approvviginamenti, ecc.) che già strillavano a destra e a manca dall’86 (dopo Chernobyl)
      Concludo trovandomi pienamente d’accordo con l’Ing. Romanello e trovo che, se antinuclearisti come Daniele finalmente rendendosi conto delle boiate fatte negli anni dai politci, reclamano un intervento dei veri “addetti ai lavori” si può affermare che, alla buon’ora, qualcosa sta migliorando!
      CordialitÃ

    23. daniele scrive:

      Mi sembra chiaro che soltanto chi ha costruito posso distruggere. Certo è come dire ad un cacciatore di smontare il suo fucile più prezioso e buttarlo via, ma durante le mie ricerche ho potuto constatare come, per esempio, un nuclearista convinto come il dottor Piero Risoluti, che nei suoi libri dichiara apertamente che la scelta fatta era sbagliata, e come direttore della task force Enea ha svolto un possente lavoro, dal 1995 al 2000, per lo studio del deposito ingegneristico per le scorie.

      Io stesso sono daccordo che un deposito serva, ma non solo per ricoverare le scorie dello smantellamento, ma per gestire le scorie radioattive che da ieri produciamo con il nostro sviluppo tecnologico. Le scorie da smantellamento sono importanti, ma non sono il problema.

      Detto questo sono sempre dell’idea che la via nucleare sia sbagliata, ma sono consapevole che molti usano questa totem per nascondere gli altri veleni che giornalmente ci stanno uccidendo (vedi l’ultima inchiesta dell’ESPRESSO)

      Sul riprocessamento vorrei che la maggior parte della gente iniziasse ad interessarsi al problema. Internet è una miniera per sapere come stiamo.

      Ripeto la mia idea. Nuclearisti e non possono ritorvarsi insieme su una battaglia: informazioni trasparenti e comportamenti corretti, poi la maggioranza deciderà .

      Grazie

    24. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      “Nuclearisti e non possono ritorvarsi insieme su una battaglia: informazioni trasparenti e comportamenti corretti, poi la maggioranza deciderà .”

      Non posso che sottoscrivere in pieno. Tuttavia ho difficoltà ad immaginare come la popolazione possa decidere capendo veramente cosa sta facendo su tematiche estremamente complesse e delicate (quanti avvocati, dentisti, salumieri, muratori, pensionate, ecc. sanno cos’è la radiotossicità delle scorie? Quanti sanno cos’è un ECCS? Come si può decidere liberamente se si ignorano certe cose? Non c’è il rischio che l’opinione pubblica venga facilmente ed ampiamente strumentalizzata, obbligandola a decidere su cose che non capisce?).

      Forse il nucleare non è la strada ottima (è indiscutibile), ma rimango in attesa di opzioni migliori e realmente praticabili (perchè sospetto fortemente che non esistano, ma che qualcuno mi corregga se sbaglio!)…

    25. Edoardo scrive:

      Ma come si può informare la gente se si cerca sempre di evitare la vera discussione sull’argomento!. Fateci caso: si parla ai telegiornali di nucleare solo quando si tratta la questione iraniana, il caso del polonio alla spia russa, qualche banalissimo inconveniente ad una centrale (il quale, si trattasse anche di una lampadina fulminata, viene ingigantito enormemente) ecc.
      Si cerca sempre di trattare l’argomento in maniera catastrofica! Per forza il comune cittadino viene spaventato e dice sempre NO. Come a Scansano…E intanto si continua a lasciare rifiuti pericolosi in piscine non più adatte come quelle dei vecchi impianti di Eurex ed Avogadro. Il vero ambientalista (non quello stupido ed ipocrita) dovrebbe essere il primo a battersi per un deposito definitivo geologico (a parer mio migliore) o di superficie!…Vogliamo informare e discutere?…Bene abbandoniamo tabù vecchi di vent’anni e cominciamo a riparlare seriamente dell’argomento con tecnici ed ingegneri e non con i soliti fessacchiotti tipo Pecoraro Scanio, Bersani (laureto in filosofia) ed Altero Matteoli (che a malapena sa parlare!)

    26. enrico73 scrive:

      Salve a tutti,
      non credo di poter aggiungere molto a quanto di autorevole e condivisibile detto sull’argomento in discussione.
      Il riprocessamento è una fase del ciclo del “combustibile” nucleare (in particolare della sua parte calda) tecnologicamente molto complessa (e costosa) e molto delicata, in quanto si opera in condizioni di elevata radioattività , dovendo rimuovere l’incamiciatura delle barre , notoriamente proprio una delle barriere per il contenimento dei radionuclidi.
      La scelta della sua realizzazione è legata a motivazioni di carattere tecnico (recupero del prezioso fissile) ed economico; questi aspetti possono avere la loro influenza solo in quei paesi che hanno deciso di avvalersi dell’energia nucleare per soddisfare il fabbisogno elettrico e hanno conseguentemente la possibilità di realizzare economie di scala.
      Peraltro vi sono paesi (come gli USA , se no sbaglio) che vi hanno rinunciato per l’eccessivo costo e complessità preferendo il condizionamento definitivo delle scorie da destinare ad un deposito.
      Risulta quindi incomprensibile (almeno tecnicamente) perchè un paese come l’Italia che ha abbandonato l’opzione nucleare (in conseguenza di un referendum ma forse anche , e soprattutto, per il scarso coraggio del mondo industriale ed imprenditoriale) decida di avviare le scorie residue al riprocessamento all’estero, giustamente oneroso .
      Non solo si trasferisce ingente denaro pubblico ad un altro paese ma si rinuncia ulteriormente ad utilizzarlo per finanziare le attività di condizionamento (vetrificazione e/o cementazione) direttamente in Italia, in modo da accumulare esperienza e competenza in materia. Avendo ben chiaro che lo scopo ultimo è lo stoccaggio definitivo nel deposito nazionale (di superficie o geologico).
      E creando magari le condizioni per un futuro business arrivando noi a condizionare magari le scorie dei francesi, guadagnandoci anche sopra (scusate l’eresia ).
      Mi auguro che la scelta della cessione a titolo oneroso dell’uranio e del plutonio a fine riprocessamento sia un “errore” di battitura del testo; noi tutti credo per il 2020 - 2025 contiamo di esserci e, se non possiamo più bloccare il riprocessamento, cercheremo almeno di evitare la scempiaggine della cessione a tirolo oneroso (non per Sogin ma per noi !) del fissile recuperato e ci batteremo per la nascita del deposito unico nazionale.

    27. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Se gli USA hanno scelto la via del deposito geologico è per lo più una questione politica, non propriamente tecnica. Del resto ho partecipato ad un convegno negli USA in merito all’argomento delle scorie, e ho capito che gli statunitensi hanno un approccio diverso da quello europeo (direi più pragmatico). Loro si preoccupano principalmente dei volumi occupati dalle scorie, non della radiotossicità (approccio di tipo francese, a mio modo di vedere più corretto). Ribadisco che il riprocessamento può essere vantaggioso sia da un punto di vista ambientale che energetico (seppellire il plutonio, per quanto possa essere molto affidabile, non mi pare oggettivamente una buona scelta, e i francesi, da lungimiranti qual sono, lo hanno capito bene!).

    28. Stefano Panebianco scrive:

      Salve a tutti
      ,
      volevo commentare le affermazioni dell’Ing. Romanello che testualmente afferma:
      “il problema delle scorie non esiste, perchè esistono già le tecnologie per risoverlo eccellentemente. Bisogna prenderne atto.”

      Vorrei ricordare che in Francia (dove lavoro da tempo come fisico nucleare), che Romanello cita correttamente a proposito del riprocessamento, il “problema delle scorie” esiste ancora, eccome!!! Non per nulla è oggetto di una legge (loi Bataille del dicembre 1991) che ne inquadra la’attività di ricerca e sviluppo stabilendone i tempi “minimi” (15 anni, e l’anno scorso infatti il parlamento ha deciso che è troppo presto per decidere…!!!), i possibili modi di trattamento (separazione e trasmutazione, stoccaggio geologico profondo, condizionamento e posa temporanea di lunga durata) e i centri deputati a pilotare tali ricerche (CEA dove lavoro, e ANDRA). Da anni qui lavoriamo in questo quadro ed è vero che i risultati raggiunti, soprattutto sulla separazione ed il condizionamento, sono enormi. Rimangono pero’ molti punti interrogativi sulla “fattibilità ” tecnica su scala industrale e soprattutto sulla convenienza economica (per EDF) della separazione (oggi ancora allo stato di “pilot”), dello stoccaggio geologico (per il quale la scelta del sito pare ancora non univoca) e ancora di più per tutto cio’ che riguarda la trasmutazione degli attinidi minori (sulla quale lavoro!).
      Sono sicuro di non dire nulla di nuovo a Romanello ma ci tenevo a relativizzare il suo giudizio un po’ rapido sulla gestione delle scorie. Si tratta di una problematica di enorme complessità sulla quale lavorano in tutto il mondo migliaia di scienziati e, almeno per ora, non ci sono soluzioni miracolo che permettano di affermare che il problema non esista più!

      Per quanto riguarda il riprocessamento mi permetto solo una battuta. Areva e la Francia intera ringraziano sentitamente l’Italia che, presa dai sensi di colpa e desiderosa di dimenticare per sempre il “vergognoso passato nucleare” (come se, per esempio, il nucleare medico esistente non facesse scorie!!!), paga perchè qualcuno gli pigli in prestito qualche centinaio di tonnellate di combustibile usato, ci faccia un pacco di soldi col riprocessamento e lo rispedisca indietro (e tornerà in Italia anche perchè la suddetta loi Bataille vieta lo stoccaggio in Francia di scorie importate, anche per causa riprocessamento) con una radiotossicità uguale, vedi superiore, a quella odierna. Qui stiamo ancora ridendo…!!!

      Bon courage!

    29. daniele scrive:

      Leggo con piacere i commenti del dottor Romanello, di Enrico 73 e del dott. Panebianco.
      Non vi nascondo che è un buon risveglio pasquale!
      Anche se io non reputo la scelta nucleare il futuro sottoscrivo tutti i vostri commenti e sarei il primo a dare il mio contributo per la realizzazione del deposito nazionale, perché ha ragione il dott Panebianco: le scorie sono il risultato di un’attivtà necessaria e devono essere ricoverate nel la maniera più sicura possibile. Certo se lo costruissero nella mia regione non sarei contento, ma, come per i rifiuti, se li facciamo dobbiamo raccoglierli e sistemarli.

      Ma adesso, ringrazio il dott. Panebianco, dobbiamo fare qualcosa perché questa operazione non avvenga. Sò da fonti sicure che ancora il contratto non è stato formalizzato perché si stà discutendo di penali. Il sindaco di Caorso stà già battendo i piedi, i leghisti stanno già facendo interrogazioni. I nostri politici pensano di risolvere così il problema. Mi fà male sentir ridere il dottor Panebianco, ma è la realtà ! Stò male ma lo ringrazio per la sua schiettezza.

      Vorrei chiedere al dott Panebianco se è possibile contattarlo per chiedergli un’intervista o un commento su questa storia, ma chiedo a voi tutti di fare tutte le pressioni possibili, secondo le vostre possibilità , perché questa carognata non venga fatta.

      Grazie comunque per la vostra disponibilità che mi fà sperare.

      Daniele

    30. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Premesso che qualunque problema tecnico presenta una sua complessità (più o meno grande) e non deve essere preso alla leggera, credo non si debba fare del terrorismo gratuito dicendo che il problema alla risoluzione delle scorie non esiste. Certo non è semplice ed è senz’altro ‘delicato’, ma le soluzioni tecniche esistono eccome, e per lo più la tecnologia in questo settore (come citato giustamente dallo stesso dott. Panebianco) sta facendo rapidamente passi da gigante.
      Le famose scorie sono costituite almeno al 95% da uranio (quello presente in natura ed estratto dalle miniere, relativamente abbondante anche nel granito che molti tengono orgogliosamente in casa). Questo è un fatto, non un’opinione.
      Tolto dalle scorie il plutonio (che è un combustibile, ed i Francesi lo hanno capito al contrario di altri!!!) la radiotossicità delle scorie diminuisce significativamente. Per lo più uno studio francese dimostra che di plutonio in futuro ce ne sarà troppo poco rispetto ai bisogni (lavoro presentato ad Oak Ridge nel 2005, della EDF se non erro, di cui se vi interessa posso darvi gli estremi).
      Anche la scelta del deposito geologico è del tutto affidabile oramai (molti lavori tecnici sembrano dimostrarlo).
      La volontà politica di attuare le scelte giuste è un’altra cosa, dalla quale prescindo, essendo un tecnico e non un politico…
      Del resto voglio ricordare che al mondo ci sono oltre 400 reattori nucleari in funzione (contando solo quelli civili!), ma da nessuna parte qualcuno le scorie se le mangia o le tiene sotto il letto (che io sappia, correggetemi se sbaglio)!

      Capisco l’ilarità dei Francesi in merito alla questione, ma continuo a ripetere che si tratta di effetti di rimbalzo di una sconsiderata e scomposta uscita de facto (perchè mai decisa veramente da nessuno!) dal nucleare italiano.
      Non comprendo bene il discorso della radiotossicità delle nostre scorie: certo fra 20 anni non sarà diminuita praticamente di niente, ma non sarà certo aumentata (come potrebbe?)…

    31. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      prendendo spunto da un precedentye intervento di daniele in cui chiedeva come contattare un altro utente, invito voi tutti a registrarvi anche sul forum http://www.nuclearmeeting.com (meglio se usando lo stesso nome che usate qui su archivionucleare.com) in modo che se volete potete anche contattarvi via messaggio privato.
      un saluti e tutti.

    32. Enrico B. scrive:

      Certo non sono un tecnico o uno scienziato, ma se non sbaglio il 3% delle scorie è High Level Waste, e di questo solo il 3% è rappresentato da attinidi minori.
      Quindi stiamo parlando dello 0,09% del totale.
      Per quel che ho capito, è questa quantità la vera bestia nera del nucleare (partendo dal presupposto che il resto venga riciclato, operazione tutt’altro che semplice ma non impossibile).

      0,09% di 100 tonnellate fa 90 kg, con densità superiore ai 10 kg/dm3 significa un cubo di circa 20 cm di lato.

      Chiedo al dott. Panebianco, fatto salvo che questo materiale è altamente inqunante, mi si vuole far credere (non da lei ovviamente) che non si riesce a trattare un cubetto del genere???

      PS: i miei conti potrebbero essere errati, attendo commenti. Ma onestamente non penso di essere molto distante dalla realtà dei fatti.

    33. daniele scrive:

      Ringrazio tutti per l’attenzione. Mi sembra che il ritrattamento del combustibile sia un’argomento caldo. Però vorrei aver notizie chiare e certe.

      L’ing. Romanello parla di 90% di materiale energetico recuperato e 10% di scorie vetrificate. Edoardo tu parli invece di 3% di scorie da ritrattamento e dici che un 3% di queste scorie è rifiuto (0,09%) ed il resto ritrattabile. Vuoi dire che di quel 10% di scorie prodotte dal riprocessamento un ulteriore 3% è ritrattabile? Se mi date una risposta precisa ve ne sono grato.

      Poi ditemi se queste affermazioni sono sbagliate o giuste:
      1) Il ritrattamento non è il sistema per condizionare scorie radioattive e infatti il combustibile esausto non è considerato rifiuto;
      2) il ritrattamento serve per fare altro combustibile;

      Se queste affermazioni sono vere allora ditemi perché:
      l’Italia deve ritrattare il suo combustibile per riavere altro combustibile, da dare via a titolo oneroso (credetemi non c’é errore è cosi!!!!) se non ha centrali?

      Tanto vale mettere le barre nei cask, visto che da stenografici parlamentari e relazioni ufficiali si parlava, già nel 2001, di 10 cask per Trino-Saluggia e 20 per Caorso, cioè 30 cask a 1.100 milioni di euro (2 miliardi di lire circa), cioè 60 miliardi di lire, per “inscatolare” il problema; addirittura c’era la possibilità di mettere i 10 cask all’interno di Trino.

      La mia domanda è semplice:
      Volete aiutarmi a far conoscere, ognuno nel suo campo, questa assurda situazione, che
      farà MALE sia a coloro che vorrebbero una rinascita nucleare in Italia, sia a quelli che sono contro questa rinascita?

    34. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Quel che ho detto e ribadisco è che il combustibile esausto in uscita da un LWR da 1000 MWe è costituito al 94 % da uranio 238, 1 % uranio 235 (quindi una concentrazione ancora superiore a quella dell’uranio naturale, pari allo 0,72 % !!!), 1 % plutonio - tutti elementi combustibili - 0,1 % attinidi minori, e 3-4 % prodotti di fissione (non riutilizzabili).

      Idealmente il riprocessamento dovrebbe recuperare il combustibile prezioso contenuto nel combustibile spento, allegerendo sensibilmente il problema della radiotossicità a lungo termine.

      Sembra un non senso, ma anche se il combustibile ’spento’ è ricco di materiale fissile il reattore non va più (a causa dell’accumulo dei veleni neutronici, dei problemi meccanici del combustibile dopo irraggiamento, ecc.). Esistono infatti metodi migliori per sfruttare le riserve mondiali di uranio (gli LWR furono inventati per la propulsione nucleare dei sottomarini, per il quale scopo sono eccellenti, ma in campo energetico, quanto a sfruttamento delle risorse, si può fare di meglio!).

      Ribadisco che ritrattare il combustibile non è necessariamente un errore a mio modo di vedere, l’errore incomprensibile è quello di considerarlo ‘un rifiuto’ (quando invece potrebbe essere considerato al pari della benzina, più o meno!) e darlo a via titolo ONEROSO ??!!!

    35. Stefano Panebianco scrive:

      Buongiorno,

      mi scuso di rispondere con ritardo a quanti hanno sollecitato un mio intervento. Ci tengo a precisare alcuni punti un po’ tecnici ma che sono necessari per valutare consapevolmente l’argomento oggetto della discussione:

      1. Il combustibile usato è un rifiuto ad alta attività e produttore di calore. In Francia è classificato rifiuto nucleare di tipo C (ossia con attività alpha>1e04Ci/t et attività beta<1e06Ci/t, dove 1Ci=37 GBq). Il fatto che venga ritrattato o meno non ne modifica in alcun modo lo status.

      2. 1.2 t di combustibile usato (tipo UOX1), cioè ottenuto a partire da 1t di uranio iniziale, contiene 955Kg di U, 9.7Kg di Pu, 34Kg di prodotti di fissione (PF) et 0.7Kg di attinidi minori (AM). Quindi è vero che 95% della massa è costituita da elementi fissili riutilizzabili e che “solo” il 5% sono rifiuti inutilizzabili.

      3. L’attività , per tonnellata di UOX1 usato, dopo 4 anni di raffreddamento è di 0.18 TBq dall’uranio, 130 TBq alpha e 4310 TBq beta dal Pu (la beta proviene dal Pu-241), 230 TBq alpha e 4260 TBq beta dagli AM e dai loro discendenti, 21500 TBq beta dai PF. Quindi, sebbene le materie fissili ritrattabili rappresentino la stragrande maggioranza della massa, l’attività proviene essenzialmente da materie non riciclabili. Cio’ significa che il riprocessamento non è un processo che riduce l’attività dei rifiuti. Il suo scopo è solo l’estrazione di materia fissile.

      4. La Francia, assieme a Giappone, Russia e Gran Bretagna, hanno scelto la via del ritrattamento. Germania e Stati Uniti, che avevano intrapreso la stessa attività negli anni 70, hanno per il momento rinuciato per ragioni di convenienza economica. La Francia, grazie alla capacità di ritrattamento di 1600 t/anno dello stabillimento di La Hague (COGEMA) è il principale paese “ritrattatore”. La Francia ritratta all’anno 850 t di UOX usato e stocca temporaneamente in superficie le restanti 350 t. Questo significa che la scelta di riprocessare o meno non è cosi’ scontata (visto che ci sono paesi che non la seguono e pure quelli che lo fanno non ritrattano la totalità nonostante ne abbiano i mezzi tecnici) e, in ogni caso, riguarda paesi produttori di energia nucleare.

      5. In Francia ci sono 3 industrie di ritrattamento. La UP1 di Marcoule (CEA), oggi non più funzionante, ha riciclato combustibili provenienti da reattori grafite-gas per estrarre Pu di qualità militare. La UP2 di La Hague (COGEMA) puo’ ritrattare nominalmente 800 t di UOX all’anno, il che corrisponde al tonnaggio riciclato da EDF. La UP3, sempre a La Hague (COGEMA) ha la stessa capacità ma ritratta solo combustibili stranieri.

      6. Il processo di ritrattamento, chiamato PUREX, ripartisce la radioattività contenuta nel combustibile usato in diversi flussi di materie. Se si prende come riferimento sempre le 1.2 t di UOX, alla fine del Purex si avranno circa 950 Kg di U (corrispondente ad un’efficienza di ritrattamento del 99.85%) e circa 9.67 Kg di Pu (efficienza del 99.88%). Il riprocessamento è quindi una tecnica estremamente efficiente di recupero di materia fissile.

      7. I rifiuti provenienti dal riprocessamento posseggono un’attività alpha corrispondente al 45.3% dell’attività del combustibile usato et un’attività beta corrispondente al 99.97% dell’attività iniziale. Per la maggior parte, si tratta di soluzioni HNO3 1M contenenti tracce di U e Pu, tutti i PF e tutti gli AM. Sono soluzioni molto concentrate corrispondenti a 0.7m3 per 1.2t di combustibile usato e che vengono vetrificate on-line. Si tratta sempre di rifiuti di categoria C, cioè di alta radioattività , che vengono poi stoccati in superficie in attesa di decisione definitiva sullo stoccaggio in profondità . Si tratta del solo materiale che sarà rimandato in Italia dopo il riprocessamento, visto che in Francia non è possibile stoccare rifiuti stranieri. I costi del trasporto, che sono elevati visto il tipo di materia nucleare, son a carico dell’Italia.

      Per concludere, il riprocessamento è un’operazione complessa e costosa che recupera materia fissile e genera rifiuti vetrificati con attività comparabile ai combustibili usati non riprocessati. Il largo costo viene in parte compensato, nei paesi produttori di energia nucleare, dall’alta efficienza di estrazione della materia fissile. Il problema della gestione dei rifiuti vetrificati è identico a quello dei combustibili usati. Se non si puo’/vuole risolvere l’uno, non si risolve nemmeno l’altro.

      In due parole, per un paese non produttore di energia nucleare come l’Italia , il ripsocessamento all’estero A TITOLO ONEROSO mi pare una misura antieconomica e semplicemente dilatoria nei confronti del problema complesso della gestione dei rifiuti nucleari.

    36. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      Stefano Panebianco: ho effettuato la correzione richiesta.
      saluti.

    37. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Sottoscrivo l’intervento del dott. Panebianco, mi pare che da un punto di vista tecnico non ci sia molto da aggiungere alla tematica.
      La gestione delle scorie, almeno in Europa, passa anche da considerazioni di radiotossicità per ingestione, e in quell’ottica il riprocessamento può essere vantaggioso (se il combustibile ottenuto si ‘brucia’ o si vende, altrimenti no!).
      Negli USA hanno un approccio più pragmatico (che non sempre del tutto condivido), ovvero si occupano principalmente del volume occupato dalle scorie (che in effetti è minimo).

    38. daniele scrive:

      Due cose

      PRIMA - METTAMOCI DACCORDO
      Romanello dice:
      “Quel che ho detto e ribadisco è che il combustibile esausto in uscita da un LWR da 1000 MWe è costituito al 94 % da uranio 238, 1 % uranio 235 (quindi una concentrazione ancora superiore a quella dell’uranio naturale, pari allo 0,72 % !!!), 1 % plutonio - tutti elementi combustibili - 0,1 % attinidi minori, e 3-4 % prodotti di fissione (non riutilizzabili).”

      Panebianco dice:
      ” 1.2 t di combustibile usato (tipo UOX1), cioè ottenuto a partire da 1t di uranio iniziale, contiene 955Kg di U, 9.7Kg di Pu, 34Kg di prodotti di fissione (PF) et 0.7Kg di attinidi minori (AM). Quindi è vero che 95% della massa è costituita da elementi fissili riutilizzabili e che “solo” il 5% sono rifiuti inutilizzabili.”

      Vorrei capire solo una cosa:
      - perché Romanello parla di Uranio 238, cioè Uranio Impoverito (90%) e di Uranio fissile 235 (1%) e poi scorie, mentre Panebianco parla di 995 Kg di U (che tipo? Io penso fissile), di Plutonio e scorie (PF + AM).
      Sono io che non capisco o uno parla di uranio depleto e l’altro di Uranio fissile?

      -Perché però Panebianco dice giuste le affermazioni di Romanello quando dice «Quindi è vero che 95% della massa è costituita da elementi fissili riutilizzabili e che “solo” il 5% sono rifiuti inutilizzabili.» se poi uno parla di Uranio depleto e l’altro di uranio fissile?

      Per favore ditemi, usando la stessa unità di misura, come stanno le cose o chi ha ragione.

      SUL RIPROCESSAMENTO
      Sul ragionamento di Panebianco niente da ridire:
      “In due parole, per un paese non produttore di energia nucleare come l’Italia , il riprocessamento all’estero A TITOLO ONEROSO mi pare una misura antieconomica e semplicemente dilatoria nei confronti del problema complesso della gestione dei rifiuti nucleari.”
      DOPPIAMENTE ONEROSO, perché dovremo dare via il materiale energetico, che se é il 90% vuol dire riavere esattamente quello che abbiamo mandato.
      Una ragione in più per denunciare questo accordo indegno.
      Ha ragione a ridere Panebianco, siamo comici!

      Una ragione in più per contestare queto accordo senza senso. Purtroppo noi italiani non sappiamo prenderci le nostre responsabilità e quindi a furor di popolo (la NIMBY esiste) manderemo queste poche tonnellate in Francia. Ci diciamo che in questo modo potremo sistemare le cose eliminando temporaneamente il maggior problema, in realtà lasceremo le cose come stanno (tanto c’é tempo). Dottor Panebianco lei riderà , ma stia certo, per usare il suo eufemismo, qualcuno stà piangendo di vergogna
      Dico questo perché la verità non è bianca o nera, ma grigia come grigio è il nostro futuro.

    39. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Come al solito provo a rispondere.

      “Sono io che non capisco o uno parla di uranio depleto e l’altro di Uranio fissile?”
      Io e il dott. Panebianco abbiamo detto la medesima cosa. (ovviamente!).
      Non esiste uranio depleto nelle barre di combustibile estratto da un reattore nucleare: l’uranio che si estrae da un LWR è sempre arricchito (circa all’1% come facevo notare). L’uranio depleto si ottiene solo come ‘coda’ nel processo di arricchimento dell’uranio (e presenta un arricchimento in U235 pari al 0,3-0,4%). L’U di cui parla il dott. Panebianco è costituito dalla miscela isotopica (U235 e U238) di cui parlo io (e nessuno, ripeto, parla di uranio depleto!).

      P.S.:
      Vedete come è complesso spiegare/capire argomenti così tecnici da parte del pubblico non qualificato nel settore? Si può decidere ‘democraticamente’ (pensionati, fiorai, muratori, dentisti, avvocati, ecc.) su queste tematiche?

    40. Enrico B. scrive:

      E’ bene spiegare che l’uranio inserito nel reattore è, mediamente, composto da 3,5% du U-235 e 96,5% di U-238.
      Ciò significa che se si recupera sia il 235 che il 238 dalle scorie si sta recuperando combustibile.
      Nel processo di fissione qualcuno lo spiegherà meglio di me ma sostanzialmente accade che:

      U-235 si fissiona e buonanotte
      U-238 si trasforma in parte in Pu-239 che poi si fissiona (contribuendo per il 30% dell’energia totale sviluppata!)

      Pertanto è importante recuperare anche l’U-238.

      L’uranio depleto, se non ho capito male, contiene solo U-238, e per scopi civili non serve praticamente a nulla.

    41. Stefano Panebianco scrive:

      Sulla composizione isotopica dell’uranio, confermo in toto quanto precisato dall’Ing. Romanello.

    42. enrico73 scrive:

      Salve a tutti,
      penso che abbia ragione Daniele a pretendere un pò più di chiarezza. L’espressione utilizzata dal Dott. Panebianco “Quindi è vero che 95% della massa è costituita da elementi fissili riutilizzabili ….” può effettivamente confondere le idee : di quel 95 % gran parte è costituito da U 238 che è l’isotopo FERTILE non FISSILE, ovvero grazie al fenomeno della cattura dei neutroni si trasforma in PU 239, a sua volta isotopo fissile artificiale (in quantitativi ridotti nei reattori ad acqua leggera, decisamente maggiori nei CANDU e in grandi quantità nei reattori veloci autofertilizzanti). Quindi anche dopo l’arricchimento e il riprocessamento l’ uranio recuperato continua ad essere in gran parte costituito da U238 (e così dev’essere se vogliamo macchine per produrre energia in maniera controllata).

    43. Sergio scrive:

      Josie

      Picchu Evolves Into Pickacu

    44. Maximino scrive:

      Willis

      Pokemon Special Pickacu Edition cheats

    45. Albertina scrive:

      Nellwyn

      Picchu Evolves Into Pickacu

    46. Lorenzo scrive:

      Mary

      Art - community of artists and those devoted to art.

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