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Sardegna - Referendum consultivo popolare regionale sul nucleare (Si 97,13%)

20 Maggio 2011 di Amministratore

In concomitanza con le elezioni amministrative del 15-16 maggio (che hanno interessato diverse località italiane) in Sardegna si è anche votato un “referendum consultivo popolare regionale” sul nucleare.

Il quesito era “Sei contrario all’ installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?” e lo spoglio ha dato questo responso:
- Si 97,13% (848.691 preferenze)
- No 2,86% (25.026 preferenze)
- Schede nulle o bianche 0,01%

Questo “referendum consultivo regionale”, visto lo Statuto speciale per la Sardegna, per essere valido richiedeva il raggiungimento di un quorum (che è stato raggiunto) pari ad un terzo degli aventi diritto al voto.

Promotori di questo referendum consultivo regionale è stato il movimento indipendentista “Sardigna Natzione Indipendentzia” (Sardegna Nazione Indipendenza, in italiano), abbreviato in “SNI”.



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  • 6 Commenti a “ Sardegna - Referendum consultivo popolare regionale sul nucleare (Si 97,13%)”

    1. Renzo Riva scrive:

      Comincio con il dire che Cappellacci antinuclearista ma “scelto/nominato” da Berlusconi a “governatore” della Sardegna la dice lunga sui collaboratori che si è portato in politica.

      Pertanto, caro Berlusconi, va “a dar via ‘e ciapp”.

      Ora veniamo alle note dolenti per tutti noi che dobbiamo mantenere le fabbriche energivore della Sardegna.

      Ricordate ALCOA?
      Si, quell’azienda per la lavorazione dell’alluminio che aveva già deciso d’abbandonare l’Italia per i costi energetici proibitivi?
      Ebbene saprete anche come è andata a finire: tutti i clienti della distribuzione elettrica, ovvero io e voi utenti elettrici, dobbiamo pagare più cara l’energia per permettere allo sgoverno attuale di offrire l’energia elettrica ad ALCOA a prezzi competitivi europei, anche se ad onor del vero tali accordì materialmente li firmò l’allora (eterno pro-tempore) Scajola.

      Ebbene con il risultato sul nucleare votato dai sardi: non solo dei votanti che furono del 97% ma pure dell’intero corpo elettorale per la registrata affluenza alle urne del 59%, pertanto con una maggioranza larga (97*59= 57%), sordi persino alle esigenze di sviluppo del loro territorio; a noi, non clienti di questo governo, ma dei fornitori elettrici che ce ne frega delle esigenze occupazionali dell’isola?

      pubblicaamministrazione.net/connettivita/news/2854/nucleare-...

      Ripeto a Berlusconi: ha visto l’esultanza del suo cagnone Cappellacci che lo ringhia e morde nel sedere?

      Questa Italia va smembrata ed ognuno sul suo territorio faccia la minchia che crede.
      Ovviamente ritornando anche alle vecchie guerre fra i vari Staterelli.

      Per cominciare: staccare tutti i cavi d’alimentazione ELETTRICA alla Sardegna; che vadano a EOLICO visto il grande spreco di risorse dei contribuenti italiani e attualmente sotto la lente degli inquirenti.

      NESSUNO SCONTO A NESSUNO SULL’ISOLA
      MEN CHE MENO SULL’ENERGIA ELETTRICA

      SE VOGLIONO IL RITORNO
      ALLA VITA BUCOLICA E SILVESTRE DELLA PASTORIZIA
      AFFARI LORO

      E NON CI ROMPANO PIÙ I MARRONI CON I DISCORSI
      DELLE AREE SVANTAGGIATE E SOTTOSVILUPPATE

      SI TENGANO STRETTO IL MODELLO DESCRITTO DA GAVINO LEDDA
      CON IL CONSEGUENTE DEGRADO ECONOMICO, MORALE E SOCIALE

      Cappellacci ricordati di Trilussa
      QUANDO SEI NELLA MERDA NON CANTARE

      forumilgiornaledelfriuli.blogspot.com/2010_05_01_archive.htm...

      Nella tornata elettorale che vide brunetta candidato sindaco a Venezia, Formigoni, Polverini, Zaia e compagnia cantante del Pdl per le presidenze regionali (governatori impropriamente detti) nonché i candidati sindaci
      del PdL della recente tornata amministrativa, Moratti una per tutti, tutti si sono sperticati nel loro “atto di fede” antinucleare.

      Che razza di beoti si è incamerato Silvio Berlusconi?

      L’unico che si trasse da quest’impiccio con signorilità fu Stefano Caldoro in Campania che disse d’affidarsi ai tecnici ed alle loro indicazioni.

    2. alessio scrive:

      Caro sig. Riva,
      faccio parte di quella esigua minoranza di sardi che ha votato NO al nucleare.
      Per formarmi un opinione sull’argomento molto hanno contribuito anche gli argomenti tecnici molto ben trattati sulle pagine di questo sito.

      Spiace tuttavia trovare accanto a tanta competenza anche insulti gratuiti di cui davvero non si sente l’esigenza.
      Vede, i conterranei di Gavino Ledda, oltre a saper fare del buon pecorino e del buon cannonau, si intendono anche di educazione civica, e quando il 97% dei votanti si esprime per il SI le chiacchere stanno a zero: chi voleva che vincesse il NO avrebbe dovuto essere in grado di convincere il corpo elettorale. Noi bucolici la chiamiamo “democrazia”.

      Sappia che l’Unione Europea ha chiesto all’Italia di recuperare i finanziamenti concessi in difformità dai regolamenti comunitari all’ALCOA, pertanto a pagare non saranno gli italiani, casomai i sulcitani che stanno rimanendo senza lavoro (sulcis: zona della Sardegna sud-occidentale dove opera(va)no le industrie energivore tra cui ALCOA), perchè ALCOA verosimilmente, in virtù della richiesta di restituzione del finanziamento delocalizzerà nel giro di uno-due anni; si tanquillizzi dunque per la sua bolletta, e se come sembra ha a cuore il malgoverno, e lo smembramento dell’Italia, si preoccupi magari di come su al Nord viene gestita la vicenda delle quote latte, tanto per fare un esempio….

      Quello che intendo dire è che l’assistenzialismo e il clientelismo sono una piaga che interessa l’Italia tutta.

      Io ho votato NO, e se il referendum nazionale si farà voterò NO anche in quella circostanza, ma capisco molto bene le ragioni di chi ha votato SI. Mi dispiace ma trovo il suo intervento estremamente semplificatorio, e banalizza questioni annose di vera e propria depredazione dell’isola su cui mi onoro di essere nato e di vivere.
      Ci sono aree della Sardegna avvelenate per sempre da interventi industriali o peggio da poligoni militari dove si sono testati ordigni bellici di ogni genere; e io in tutta sincerità non mi sento di condannare chi esprime totale contrarietà a nuovi interventi di qualunque genere.

      Si fa leva su spauracchi privi di vero fondamento scientifico? Può darsi, ma trovo lo stesso ingeneroso biasimare la popolazione per il tipo di risposta che ha espresso con il referendum.

    3. Cher scrive:

      Riporto un interessante commento, post referendum in Sardegna a cura di un nuovo utente( Von Karman)- post n°24:

      nuclearmeeting.com/forum/showthread.php?tid=229&page=3

      RE: Di chi fidarsi?

      salve sono sardo, a quanto pare uno dei pochi che non ha espresso contrarietà all’installazione di eventuali centrali nuke nella propria regione.
      Non prenderei ad esempio il risultato del referendum. Faccio l’esempio del polo industriale dove lavoro io, Portovesme, lo stesso dove si trova L’Alcoa citata in precedenza, salvata tramite soldi pubblici con un trucchetto degno dei migliori prestigiatori.
      Lavoro come Ingegnere meccanico nello stabilimento di fianco e posso testimoniare che la maggior parte dei miei colleghi (per la maggior parte ing meccanici e chimici) non ha la minima coscienza della scelta fatta con il voto.
      Si lamentano del nucleare lavorando in uno dei poli industriali con incidenza di tumori più alta d’italia (nessuno ovviamente si azzarda a dire niente a proposito), sono pronti ad imbarcarsi per chiedere tariffe energetiche agevolate ( i tre stabilimenti principali impegnano circa 350 MWe e circa altrettanti termici come vapore di processo) ma nessuno vuole una soluzione che possa risolvere il problema nel lungo periodo.
      Non c’è proprio niente da essere fieri di come la pensano i sardi. Qui la gente non vuole altro che assistenzialismo. Ovviamente non sono un leghista (essendo nato qui) ma forse se incominciassimo a pagarci quello che consumiamo e ad utilizzare solo i soldi derivanti dalle tasse pagate in loco ( senza o con contributi statali ridotti e non a pioggia) probabilmente anche la posizione di molta persone cambierebbe

    4. Renzo Riva scrive:

      @ Alessio

      Non confonda la democrazia con l’oclocrazia e per il resto se la Sardegna facesse stato a sé mi sentirei liberato.
      Ogni comunità paghi le sue scelleratezze.

      Altro discorso sui singoli di cui nutro stima e fiducia.
      Per esempio dell’ing. elettrotecnico Sairu mio insegnante nella classe 3^ C elettronica dell’ITI “A. Malignani” di Udine nell’anno 1966/1967 mentre alla 3^ B insegnante di elettrotecnica era l’ing. Alessandro Ortis, futuro vice-presidente Enel e successivamente autorità AEEG da poco avvicendato.
      Antonino Biddau che abita a Roma, Giampiero Borrelli che vive in Sardegna.

      Ciò non toglie, come suolsi però dire:
      Una rondine non fa prima vera

    5. Francesco scrive:

      @ Alessio

      Però un pochino difficili da capire, lo siete. La mia unica esperienza di Sardegna risale al settembre 2003, quando gli animi erano caldi per la decisione di sistemare rifiuti radioattivi in quel di Capo Caccia. Soggiornavo in una villetta a schiera in Frazione Maristella, vicino Alghero: ambiente degradato, randagismo, raccolta rifiuti a dir poco carente, topi morti sul marciapiede. Ebbi modo in seguito di parlare del problema deposito scorie con un ragazzo locale il quale, con orgoglio, si dichiarava pronto a farsi arrestare pur di impedire lo sciempio della propria terra. Gli chiesi come si conciliasse questa passione ambientale ed attaccamento (positivi, per carità) con il degrado che avevo visto io ed ho sopra descritto. Mi fece spallucce e mi disse che prima o poi qualcuno avrebbe pensato anche a quello, che la Sardegna non ha le risorse per curare il proprio ambiente etc. Mi limitai a ricordare che militanti disposti all’arresto potrebbero anche essere disposti ad un minimo di volontariato.

      Poi vedo che, allo sgombero della Maddalena, i commercianti locali esposero lo striscione “ci mancherete” (!)… Che i Sardi si opposero all’istituzione del Parco Nazionale del Gennargentu (”mica ha bisogno di essere protetto, stà li da sempre e cosi resterà“, mi spiego a proposito un mio collega sardo)… che alle ultime regionali i sardi decisero di passare da Soru (quello del decreto salvacoste e embleticamente colpevole, a detta di un’altra mia collega anche lei sarda, di “governare la Sardegna come un’azienda”) a Capellacci… Capisci che, senza cadere in semplificazioni, c’è di che restare perplessi?

      Pensavo di recarmi ancora in Sardegna per vacanze, ma francamente donare il mio obolo al sistema attuale… mi sembra di non premiare né l’ambiente sardo né gli abitanti che vogliono sinceramente e coerentemente una terra diversa.

      Premesso tutto ciò, anche a me sembra inopportuna l’installazione di centrali in Sardegna. Piuttosto vicino a casa mia :)

    6. davidex scrive:

      La strada da fare è ancora molto lunga, ma l’energia ci serve subito.

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