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ENEA - Rapporto Energia e Ambiente 2007

5 Agosto 2008 di Amministratore

Il 31 luglio a Roma è stato presentato il “Rapporto Energia e Ambiente 2007” dell’ Enea.

Il Prof. Luigi Paganetto (Presidente dell’ ENEA) introducendo i lavori per la presentazione del “Rapporto Energia e Ambiente 2007″ ha affermato che l’ ENEA, nel rapporto di quest’ anno, ha messo in evidenza l’ insufficienza ad oggi dell’ investimento in ricerca e sviluppo per il settore energetico-ambientale, soprattutto nel confronto con i principali Paesi europei.
Secondo Paganetto quindi solo investendo di più in ricerca si potrà partecipare con successo alla gara tecnologica che si è aperta in Europa su fonti rinnovabili, efficienza energetica e nucleare per realizzare l’ innovazione necessaria a procedere a “emissioni zero” e raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto.

Il “Rapporto Energia e Ambiente 2007″ afferma tra le altre cose che si dovrebbe puntare maggiormente sulle fonti energetiche rinnovabili e sul nucleare, sull’ efficienza energetica, sui sistema di cattura e contenimento di CO2.



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  • 19 Commenti a “ ENEA - Rapporto Energia e Ambiente 2007”

    1. Uniamoilcentrosinistra scrive:

      Salve, vi segnaliamo la seguente petizione:

      www.firmiamo.it/uniamoilcentrosinistra

      Uniamo il centrosinistra!

    2. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      Salve

      grazie per la segnalazione, ma cerchiamo di rimanere in tema con l’argomento …altrimenti più che segnalazione rischia di esser considerata spam.

      Saluti.

    3. abbi scrive:

      sistema di cattura e contenimento di CO2.

      Se ne parla sempre al presente… ma è qualcosa di applicabile già adesso oppure è solo una sperimentazione o addirittura solo un’idea?

      Non mi risulta, per esempio, che sia stato usato nella centrale di Civitavecchia appena riconvertita a carbone.

    4. PIMBY scrive:

      Per abbi

      progettosienergia.com/wp-content/uploads/2008/05/20080524_-d...

    5. arturo scrive:

      perdonerete se magari rispolvero argomenti già trattati nel segnalare questo vecchio articolo che ho trovato in merito all’inquinamento delle centrali turbogas, per me è stato molto istruttivo:

      http://www.elettrosmog.com/veroli/articolo.pdf

      appare evidente quanto sia lontana dalla realtà l’idealità con la quale si spacciano queste soluzioni, pregevolissime beninteso, ma non ideali!
      mi viene in mente Grillo che respira a pieni polmoni i gas di scarico prodotti da un’auto ad idrogeno, forse si era fatto installare preventivamente un catalizzatore o, bontà sua, viveva in una salutare ignoranza.

      arturo

    6. Edoardo scrive:

      Per Arturo:

      grazie per il link. Articolo molto interessante.

      Saluti.

    7. frenk scrive:

      epistola a Sgarbi .
      la regione siciliana non da i permessi per l’eolico
      a causa delle linee sature ma se supponiamo l’eolico
      che si dovrebbe fare a gela produrrebbe idrogeno
      per il polo industriale di Siracusa e Gela sarebbe un affare per
      tutti nessuno escluso : infatti il petrolchimico utilizza
      petrolio per trasformarlo in idrogeno danneggia
      operai e popolazione locale mentre l’idrogeno prodotto
      dall’eolico è ad impatto ambientale zero …
      infatti l’energia prodotta non è bruciando petrolio ma
      catturando energia dal vento ed infine trasformata per
      elettrolisi in idrogeno : elettrolisi - la reazione chimica produce
      ossigeno ed idrogeno, infine l’idrogeno bruciato viene
      trasformato in vapore d’acqua —
      per trasportare l’idrogeno basterebbe un idronodotto
      ed a realizzarlo non è un arca di scienze nè costerebbe
      una spesa eccessiva .
      aiutiamo a spezzare il clima torrido che ha distrutto un terzo delle foreste del sud .
      non bruciamo carbone o petrolio che uccidono e danneggiano un intera
      popolazione e gli stessi operai che vi lavorano per non parlare
      dei danni provocati dalle temperature impazzite che possono provocare terremoti
      ed uragani o maremoti come gli ultimi successi in Cina ed Indocina .
      infine l’idrogeno potrebbe essere usato per le navi da
      pesca e quindi pescare senza inquinare con un prezzo piu basso
      del petrolio . Vorrei segnalare anche la zona che va dalla piana di Catania
      ad agnone bagni si può realizzare un’altro parco eolico in grado di
      soddisfare un milione di persone ?
      insomma caro Sgarbi sfruttiamo il vento non è giusto che i petrolchimici
      inquinano l’aria bruciando petrolio per trasformarlo in idrogeno catturiamolo
      dal vento .
      che le barche canninino a idrogeno salviamo i mari dal petrolchimico che
      butta tonnellate di rifiuti tossici in aria ed in mare .
      non buttiamo via al vento tanta energia ricordati
      caro sgarbi che l’eolico non inquina e non produce
      danni alla salute come il carbone , petrolio o le scorie radiattive .
      ecco la mia classifica energetica che gli italiani dovrebbero perseguire :
      eolico 1 posto
      idroelettrico 2 posto
      nucleare e metano fotovoltaico solare biomasse 3 posto
      carbone e petrolio ultimo posto .
      eolico uguale ricchezza e salute ,
      perdonatemi se vado fuori argomento ma di sgarbi che
      dicono no all’eolico ce ne sono milioni di persone
      disinformate e pericolose per la sicureza ambientale,
      infatti sconoscono che il nucleare a causa delle scorie
      radiattive a lungo termine è un serio problema ambientale
      per i nostri figli , mentre il carbone ed il petrolio
      sono un pericolo a breve termine per le temperature
      impazzite , i mutamenti climatici , uragani e terremoti
      insomma l’eolico è l’energia a minor impatto ambientale .

    8. Edoardo scrive:

      che il nucleare a causa delle scorie
      radiattive a lungo termine è un serio problema ambientale
      per i nostri figli

      Falso. Controlla nel forum troverai un’infinità di doumenti, prove e testi scientifici che spiegano come il confinamento delle scorie nucleari sia possibile e fattibile. (che noi a dire e ridire le solite cose!)
      Per esempio, i finlandesi stanno già concledendo il loro deposito geologico che entrerà in servizio nel 2012 (www.posiva.org)
      Per i reattori “bruciascorie” la ricerca è già avanti e fra 10 anni potranno essere sfruttati per la produzione di elettricità.

    9. Edoardo scrive:

      P.S. = anche lasciare un mondo con poca energia o intermittente è una pesante eredità per i nostri figli…altro che scorie! nON FACCIAMO CON L’ENERGIA QUELLO CHE E’ STATO FATTO CON LE PENSIONI: c’è gente che è andata in pensione a 35 anni e becca 1300 euro al mese e quelli come me che andranno fra vent’anni con il 50% dell’ultima busta! a QUELLI CHE C’ERANO PRIMI ABBONDANZA E PRIVILEGI, a quelli che verrano niente o quasi.
      Noi abbiamo beneficato per anni di tanta energia e a prezzi accessibili. Il nucleare non è la soluzione ma senza il nucleare ci sogneremo l’enegia elettrica in abbondanza e a prezzi accessibili.
      Bisogna diversificare e nel mix energetico l’atomo non può essere escliso.
      Il vero dramma è che oggi ci sono tanti illusi (o mistificatori) che dicono che SOLO vento e sole ci salveranno…il brutto è che la gente poco informata gli crede.

    10. Edoardo scrive:

      errore di battitura: PRIMI sta per PRIMA.

      Saluti.

    11. Egisto scrive:

      Vorrei segnalare anche la zona che va dalla piana di Catania
      ad agnone bagni si può realizzare un’altro parco eolico in grado di
      soddisfare un milione di persone ?

      E perché solo un milione e non, che so io, un miliardo? Prima di tutti un parco eolico (che non è un parco ma una centrale anemoelettrica) produce energia elettrica, che si può misurare in molti modi diversi ma le persone non sono sfortunatamente tra queste unità di misura. Se un impianto eolico da 100 MW (lo ipotizzo io ma anche se sono 300 la sostanza non cambia) produce 180 GWh e “soddisfa un milione di persone” una centrale nucleare da 1600 MW produce 12.800 GWh ovvero soddisfa i bisogni di 71 milioni di persone, usando questi ragionamenti del menga. Ma allora dove è il problema energetico?

      In secondo luogo un impianto eolico (per quanto grande sia) non soddisfa i bisogni né di una né di un milione di persone perché queste hanno bisogno di elettricità anche quando non c’è vento ( e magari non ne hanno bisogno quando il vento c’è). Al limite potremmo dire che un impianto eolico abbinato ad una centrale a ciclo combinato a gas metano pronta ad intervenire di riserva può soddisfare dei bisogni, ma in tal caso sarebbe scoperto il bluff di questi signori, ecologisti a parole, apologeti del CH4 a fatti.

    12. Edoardo scrive:

      Affinchè “ci sia luce” è importante avere potenza più che energia; solito esempio detto e ridetto nel forum:

      se ad una lampadina di 100 W gli fornisco 1 Kw di energia con la potenza di 100 W, la lampada si accende. Se gli fornisco il solito Kw di energia ma con la misera potenza di 1 W (esempio: il sole non brillae il vento non soffia) la lampadina non si accende e spreco solo corrente.

      eolico uguale ricchezza e salute ,
      … Bello slogan. Prova a proporlo a legambiente!

    13. Egisto scrive:

      eolico uguale ricchezza e salute
      sulla salute non mi pronuncio, ma che l’eolico porti ricchezza è verissimo. Naturalmente a chi gestisce gli impianti, non certo alla collettività che paga gli incentivi.

    14. Pietruccio scrive:

      Ho letto l’articolo

      qualenergia.it:80/view.php?id=689&contenuto=Articolo

      e così, tanto per incazzarmi un po’, ho fatto due conticini:

      l’articolo ha un tono da superesaltazione da record in quanto quelli dei pannelli, secondo il trend medio, stanno per installare ben 140 MWp nel solo 2008 !!!

      Allora, facciamo un po’ di comparazioni:

      1 EPR fornirebbe 1600 MW per, diciamo, 8000 ore l’anno per un totale di 12.8 TWh/anno

      140 MWp fornirebbero, lavorando diciamo 1300 ore all’anno, 0.182 TWh/anno

      quindi, continuando su questo passo e a questi ritmi da record, in “solo” 12.8/0.182 = 70 anni circa, il FV potrà fornire quello che fornisce 1 EPR, occupando una superficie netta di 77 km quadrati; i proprietari avranno speso circa 70 miliardi di € e allo stato toccherebbe sborsare 5.8 miliardi all’anno di € di incentivi per produrre energia elettrica per 0.5 miliardi di € con un REGALO netto di 5.3 miliardi di € ai signori del FV, ai loro amici, agli amici degli amici ecc … per una gabella di circa 100 € che dovranno sborsare i cittadini normali come me, che nel frattempo resteranno pure senza energia.

    15. Egisto scrive:

      Caro Pietruccio,
      purtroppo i tuoi dati sono ottimistici. Visto che dall’articolo in questione si evince che lo sviluppo del fotovoltaico sta avvenendo in gran parte al nord è facile che la produzione si attesti più vicino alle 1000-1100 ore equivalenti che alle 1300 che sono la media nazionale. Tra un po’ arriveranno anche con le torri eoliche in pianura padana, tanto paga pantalone.

    16. Pietruccio scrive:

      Si potrebbe poi considerare il fatto che i pannelli “vivranno” probabilmente dai 20 ai 30 anni il che significa che non potremo avere una quantità di kWp installati superiore al prodotto della produzione * la vita media. Ad esempio, con una produzione di 140 MWp/anno e una vita media di 25 anni al massimo in Italia si potrebbero avere 140*25 = 3500 MWp (poco più la potenza di 2 centrali atomiche EPR) ma con un funzionamento equivalente a, diciamo (tenendo conto della considerazione di Egisto) 1100 ore l’anno per una produzione di 3500MW*1100h = 3.9 TWh (contro i 12.8 di 1 EPR) cioè meno di un terzo di una centrale atomica. Per avere più FV o aumenta la capacità produttiva (in termini di kWp) di pannelli o aumenta la vita utile.

      Una seconda considerazione è che produrre 140 MWp/anno significa produrre circa 1.1 km-quadrati di pannelli all’anno, e a partire da 25 anni dopo, doverne smaltire altrettanti. Si comincia a parlare di cifre, superfici e volumi consistenti. Quanto inquina la produzione di pannelli? Dove vengono messe e come vengono smaltite le scorie pericolose per la salute derivanti da quelle produzioni? E fra 100.000 anni? E tutti quei km quadri di materiali all’anno dove li mettiamo? Alla fine, per fare un confronto serio, bisogna sapere quanto inquina ogni kWh prodotto con le diverse fonti, chissà che non risulti che la meno inquinante non è proprio il nucleare? (una centrale da 1600 MW produce circa 3 mc all’anno).

      In conclusione, sia chiaro che NON SONO AFFATTO CONTRARIO AL FOTOVOLTAICO, e che aumenti la produzione mi fa solo piacere. Il fatto è che sarebbe una bella notizia se quell’incremento fosse “naturale”, non derivante da forme assurde di incentivazione, fatta regalando i miei soldi a produttori e, sopratutto, a banche (il costo di un pannello si ammortizzerebbe in una decina di anni, il resto sono interessi che vanno alla banca che ha finanziato, la quale non rischia niente perchè se viene una grandinata che distrugge l’impianto il proprietario, comunque, il debito se lo tiene). Io sono, quindi, contrario al sistema di incentivazione, che in questi anni non ha fatto né scendere i prezzi, né ha fatto aumentare l’efficienza, ma sta aumentando in forma vertiginosa i costi che deve sopportare la comunità, in nome di una politica ambientale fatta solo di inutili discorsi.

    17. Egisto scrive:

      Caro Petruccio,

      ci sono fondate ragioni per pensare che pannelli fotovoltaici trattati con una certa cura possano durare ben più di 25 anni (anche fino a 50 anni). Anche se certo lo stesso non vale per gli inverter. D’altronde esiste un deterioramento progressivo delle prestazioni di circa lo 0,5% annuo, che fa sì che dopo una ventina di anni l’efficienza si riduca del 10% ma questo fattore dipende molto dalla qualità costruttiva su cui ora non si può mettere la mano sul fuoco.
      Più che le grandinate per i pannelli fotovoltaici sono da temere i furti e gli atti vandalici. Entrambe le eventualità sono generalmente coperte da assicurazioni, ma ricordiamoci che il debito con la banca rimane tale, anche se i pannelli non producono.
      Che il nucleare sia probabilmente la fonte di energia più pulita e più ecologica perché unisce l’assenza di emissioni con una bassa occupazione del territorio è una realtà che sta cominciando a farsi spazio, soprattutto man mano che la gente si renderà conto che le rinnovabili hanno anche pesanti effetti ambientali negativi e non sono certo tutte rose e fiori. D’altronde sarebbe bastato invece di dar retta alle sirene degli ambientalisti, pensare agli esempi dell’idroelettrico e della geotermia, che perlomeno sono di gran lunga più efficienti rispetto alle “nuove” fonti. Inoltre il nucleare è l’unica fonte in cui ci si preoccupa di chiudere il ciclo ovvero i residui invece di essere dispersi in atmosfera o lasciati sul terreno sono gestiti e controllati.
      Sul piano economico l’Unione europea ha poi commesso l’errore invece di investire soldi in ricerca su nucleare e rinnovabili di dare inizio ad un vasto programma di sviluppo delle rinnovabili che sta portando pochissimi risultati, vasti impatti ambientali con costi altissimi quando gli economisti più avveduti avevano messo in guardia contro questa follia.

    18. Pietruccio scrive:

      Caro Egisto

      ti ringrazio della precisazione. Non è che sai anche come funziona esattamente il sistema degli incentivi (in breve perchè è un periodo che sono u po’ preso e non ho tempo di leggermi le norme). A me interessa sapere quanto dura, nel senso che non ho capito cosa succede quado finisce il mutuo: lo stato (o chi per lui) continua a comprare a prezzi maggiorati o a quel punto il proprietario si trova un ferro abbastanza vecchio che gli copre solo i consumi? Mi pare poi che ci siano due tipi di contratti, uno per uso personale e uno con la vendita al gestore…

    19. Egisto scrive:

      Il Conto Energia dura 20 anni al termine dei quali l’unico beneficio rimane l’energia risparmiata perché autoprodotta. Il mutuo per l’acquisto dell’impianto può terminare anche prima. Lo scambio sul posto (disponibile per impianti fino a 200KWp) è la tariffa personale e prevede due tipi di ricavi: l’incentivo e il minor costo derivante dal non acquisto dell’energia autoprodotta. Se si effettuano inteveni di efficienza energetica le tariffe sono aumentate del 10%. I tempi di ritorno economico di un impianto PV vanno secondo il GSE dai 7 anni di un impianto integrato con interventi di efficienza energetica del Sud Italia ai 13 anni di un impianto non integrato al nord.

      Le informazioni le trovi qui:

      gsel.it/ita/fotovoltaico/pubblicazioni/20080514_ContoEnergia...

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