Il Sole 24 Ore - Energia - Ignitor bada al sodo: risultati entro 5 anni
22 Gennaio 2008 di AmministratoreUn’ ulteriore articolo del supplemento “Energia - Rapporti†che si aveva martedì 15 gennaio con “Il Sole 24 Ore†e che merita menzione è un approfondimento sul progetto Ignitor per la fusione nucleare.
Si trova a pagina 6 (a cura di Elisabetta Durante) ed ha questo titolo:
“L’equipe di Bruno Coppi vuole lavorare nell’ex centrale di Caorso
Ignitor bada al sodo: risultati entro 5 anni”
Seguono ora ampi estratti dall’ articolo:
La verità è che una soluzione definitiva del problema energetico non esiste ancora: e proprio perché il traguardo finale è lontano, bisogna impegnarsi di più, moltiplicare gli sforzi.
(…) le fonti di energia che sono oggi alla nostra portata - quelle tradizionali come quelle alternative - sono tutte soluzioni parziali; una fonte inesauribile di energia potrebbe venire solo dalla fusione nucleare, ma allora prepariamoci a un salto tecnologico grande quanto dalla Terra al Sole.
E non si tratta solo di una metafora, dato che proprio la fusione nucleare è ciò tiene costantemente accesa la nostra stella; riprodurla sul nostro pianeta cambierebbe le nostre sorti, ma è un’impresa tremendamente difficile.
Complicatissimo è accendere il plasma, perché la miscela di deuterio e trizio deve raggiungere almeno i cento milioni di gradi (sei volte la temperatura del Sole) e restarci per un temp sufficientemente lungo. Per arrivare a questo risultato, tutte le grandi potenze sono disposte a spendere decine di miliardi su macchine che si chiamano tokamak, stellarator, Jt60 e progetti come Jet, Tore Supra, Ftu, Tftr, Iter e Ignitor.
Sviluppato al Mit di Boston dal gruppo di Bruno Coppi, Ignitor avrebbe il pregio di realizzare in tempi accettabili e a costi relativamente contenuti una macchina in grado di provare la fattibilità della fusione termonucleare controllata, senza affrontare gli oneri e le incognite di un megaprogetto come Iter.
Ma tra Ignitor e Iter non c’è solo una differenza di costi e dimensioni. Ignitor, infatti, è stato concepito per esplorare vari regimi di plasma, fino all’accensione, che è un traguardo esplicitamente previsto dal progetto: progetto ormai definitivo, dopo essere stato ottimizzato negli anni sulla base di risultati sperimentali (confermati anche da macchine come l’Alcator del Mit, il Frascati Torus dell’ Enea e il Large helical device, principale esperimento giapponese in materia).
Come tiene a precisare Coppi, Usa e Russia hanno sottoscritto un impegno a collaborare su Ignitor, che promette di ottenere cento Mw di potenza di fusione e una serie di vantaggi anche in termini di sicurezza. Inizialmente Ignitor, infatti, non produrrebbe neutroni: solo in una seconda fase è prevista l’immissione di deuterio e di trizio, in quantità non superiore ai tre grammi. Il progetto Ignitor, sviluppato inizialmente da un consorzio industriale costituito da Ansaldo Ricerche, Fiat e Asea Brown Boveri con la supervisione dell’ Enea, è continuato nell’ambito di questo stesso ente e del Mit. La Fiat ha abbandonato il campo, ma si vanno concretizzando altre collaborazioni industriali: il gruppo di Coppi ne ha appena avviata una con la genovese Columbus super-conductors, che ha agganciato attraverso l’università inglese di Cambridge.
Per quanto riguarda l’ impegno finanziario, i prototipi dei vari componenti e i test eseguiti sui materiali consentono di fare una stima abbastanza precisa del costo del nocciolo (la parte più innovativa del reattore), che si aggirerebbe sui 70 milioni. Per il resto, molto dipenderebbe dalle caratteristiche del sito: per questa ragione, la scelta dei promotori si è spostata dal centro Terna-Enel di Rondissone al polo Sogin di Caorso (sede di una centrale nucleare in dismissione), dotato di strutture e personale tecnico in grado di garantire tempi di realizzazione compresi tra i tre e i cinque anni.
26 Gennaio 2008 alle 15:28
A pensare male di “fisici laureati” si rischa di fare peccato (mia edizione di una affermazione di Andreotti) ma non è detto che non la si azzecchi. Rischio di commetterlo anche io il peccato avendo letto certi articoli di Carlo Rubbia sulle miracolose proprietà del miscanthus come biocombustibile e rischio di commetterlo ora leggendo le miscroscopiche ( a confronto ) cifre in gioco per il progetto sull’Ignitor corredate dalla precisazione sul fatto che, per l’attuazione di Ignitor, verrebbe utile la diroccata centrale di Caorso. Se nella fusione non ci sarà radioattività non sarà una vera fusione nucleare ovvero sarà al più un esperimento distante decenni o secoli dalla realizzazione di un impianto nucleare della potenza di bilioni ovvero miliardi di watt come deve essere una centrale elettronucleare di utilità pratica. Cosa c’entra Caorso, allora ? Se mi date un milione di euro puliti vi trovo il terreno vicino a casa mia… E dovremo allora dare il nobel dell’imbecillità a intere generazioni di fisici che non hanno percepito la grande luce del cervello del prof. Coppi e che, per questo, se non ci penserà lui, non vedranno mai, miseri microMosè falliti, la terra promessa della fusione nucleare economicamente redditizia ?
28 Gennaio 2008 alle 17:25
Caro Giampaolo,
Ammetto di non aver colto la tesi che cerchi di sostenere nel tuo intervento. Tuttavia mi pare di ravvedere nelle tue parole un certo astio nei confronti del progetto “Ignitor”.
Prima di cassarlo pero’ ti inviterei a controllare chi e’ “Bruno Coppi” (http://web.mit.edu/physics/facultyandstaff/faculty/bruno_coppi.html), cos’e’ l’istituzione per il quale lavora (http://web.mit.edu/) e chi sono i patner industriali che sostengono il progetto (Ansaldo ed ENEA ad esempio).
Inoltre ti inviterei a leggerti qualche articolo sull’argomento.
Posso consigliarti:
1) B. Coppi, “Accretion theory of ’spontaneous’ rotation in toroidal plasmas,” Nucl Fusion 42, 1: 1-4 (2002).
2) B. Coppi, A. Airoldi, F. Bombarda, et al. “Optimal regimes for ignition and the Ignitor experiment,” Nucl Fusion 41, 9: 1253-1257 (2001).
Se hai dubbi o domande non esitare a chiedere!
Distinti Saluti,
Mario
28 Gennaio 2008 alle 20:18
Caro Mario
la punta di astio polemico che tu individui nel mio intervento è solo un riflesso pavloviano [ ] ossia non è legata ad altro che all’associazione Ignitor-Caorso e non è una critica al progetto Ignitor in sé di cui ignoro tutto e sulla cui validità dunque non dovrei che astenermi. Mi sentirei in terribile colpa ad attaccare una iniziativa forse buonissima anche se non tanto convincente da conquistarsi l’approvazione dell’intera comunità scientifica dei competenti in materia. Provo ad analizzare le ragioni di dubbio che, a prescindere da qualsiasi considerazioni di sostanza, mi fanno alzare le antenne e sospettare una finalità “politico-propagandistica” della proposta.
1) Certe tinte di orgoglio nazionalistico: B.Coppi potrebbe essere di qualunque nazionalità e sarei pronto a finanziarlo comunque se fossi convinto, almeno fidandomi di competenti di mia fiducia, che la sua proposta meriti il finanziamento richiesto e se io fossi… un industrialotto italiano e mecenate, desideroso di passare alla storia per aver finanziato qualcosa di più rilevante che il primato della mia barca in una regata velica o nella conquista del polo sud in solitaria.
2) Il fatto che sospetti che la sua iniziativa ( felice di venire smentito ) non sembra abbia trovato molti sostenitori internazionali ( soprattutto a confronto di Iter). Ora il punto è che, a mio parere, dovrebbe essere più facile convincere un vero fisico, competente dell’argometo e sensibile alla forza della ragione e della logica piuttosto che un verde fanatico aprioristicamente e pregiudizialmente certo della demonicità della radioattività e di tutte le sue applicazioni militari e civili.
Forse sono troppo condizionato dal credere che la simulazione numerica possa essere sempre usata per avvalorare le proprie proposte con un impegno finanziario modesto rispetto alla costruzione di una vera e propria macchina sperimentale. Certo… l’esperimento è inevitabile ma il consenso, a livello internazionale e dunque il finanziamento dell’esperimento, dovrebbe essere ottenuto dal proponente che abbia convinto con la forza della fisica-matematica, e della simulazione numerica, una consistente frazione di competenti “di peso” ossia quelli capaci di far valere finanziariamente la loro influenza nei paesi in cui hanno credito e giusto potere.
Perché questo non è accaduto con Ignitor ? Eppure la capacità di simulazione numerica di un plasma realistico ovvero la modellizzazione delle turbolenze di quel fluido ribelle e coercibile solo con enormi campi magnetici dovrebbe essere migliorata col passare degli anni. I supercalcolatori hanno ormai potenze ciclopiche confrontate con quelle di solo dieci anni fa e se, nonostante tutto, fossero ancora troppo poco potenti, la prima cosa da fare sarebbe, a parer mio, prepararsi sviluppando software adeguato all’avvento di supercalcolatori in grado di rendere credibile davanti a tutti i competenti la superiorità della proposta Ignitor rispetto a quella che si concretizza con Iter. Il guaio è che la fusione nucleare viene a volte usata come una delle ragioni per cui non ha senso ( contemporaneamente ) darsi da fare per investire nella ricerca direi “classica” della fissione. Certi argomenti, comunque, non appaiono utili nei confronti di coloro che a priori fanno di ogni erba un fascio ossia si oppongono a tutto quanto allontani il mondo dall’ideale bucolico del paradiso terrestre ( dove però la densità di popolazione di due persone, Adamo ed Eva, su non so quanti kmq consentiva la rinuncia alle fonti di natura nucleare ). Sono però azioni disinformative pericolose perché fanno breccia su quanti sono giustamente attenti al prestigio italiano oltre che inclini a credere nella redditività , almeno a lungo termine, della ricerca scientifica-tecnologica. Dunque, a mio parere, sia benedetto ogni sostegno ad ogni proposta scientifica che riscuota credito presso la comunità scientifica internazionale ma… per favore… non salti fuori, poi, che Caorso non può più essere riavviato perchè… c’è l’Ignitor in costruzione e del resto ( stiano tranquilli i difensori dei posti di lavoro ) il personale della centrale “classica”… un centinaio di persone… è disoccupato e nullafacente ma sindacalmente soddisfatto perché percepisce comunque lo stipendio, come lo riceve l’esorbitante marea di spazzini napoletani che ci sono ma ora purtroppo sono mestamente lì a girare i pollici guardando senza far nulla le crescenti montagne di immondizia abbandonata per strada ma… con l’unica consolazione della paga a fine mese…
29 Gennaio 2008 alle 19:13
Con tutto il rispetto per il prof. Coppi, il suo progetto e le istituzioni che intendono sostenerlo, confesso di condividere totalmente le considerazioni di Bottoni. E diciamo pure che il suo raffinato humor è non solo fuori luogo, ma del tutto legittimo.
Infatti, nonostante la mia condizione di contadino con qualche lettura in più, mi sono chiesto anch’io cosa ci sia in questo Ignitor di così straordinario da prospettare risultati comparabili con quelli del megaprogetto ITER, ma con risorse infinitamente inferiori. Orgogliosamente italiano (nonostante tutto), mi sento in diritto essere un po’ diffidente.
Ed ovviamente (Bottoni sarà d’accordo) non si tratta qui di pensar male dei “fisici laureatiâ€, ma piuttosto degli argomenti che talvolta (spesso?) alcuni di essi esprimono.
Quanto al fatto di aver individuato Caorso come il sito ideale del progetto, la cosa si commenta da sola. Bottoni non me ne voglia, ma per quel milione un pezzo di terra lo trovo in qualche modo anch’io, ben volentieri.
Loris
P.S.: troppo forte l’espressione relativa a quelli che “si oppongono a tutto quanto allontani il mondo dall’ideale bucolico del paradiso terrestre (dove però la densità di popolazione di due persone … consentiva la rinuncia alle fonti di natura nucleare)â€; se permette, Bottoni, la faccio mia.
29 Gennaio 2008 alle 19:33
A Loris
la nomino mio primo e forse unico sostenitore mondiale!
29 Gennaio 2008 alle 21:26
Non creda, Bottoni, che la sua nomina mi lasci indifferente. Mi ricorda il tempo, ormai una quindicina di anni fa, in cui , fresco diplomato, lavoravo presso una misera azienda vitivinicola in cui il responsabile accoglieva i clienti declamando le straordinarie qualità di quello che lui definiva “il miglior vino del mondoâ€. La cosa dava un certo senso di pace e lasciava (a me) il sorriso sulla bocca in una sorta di triste (ma simpatico) compiacimento.
Con un pizzico di vergogna voglio rettificare, scusandomi, che quel “è non solo fuori luogo…†riferito al suo humor è da intendersi “non solo non è fuori luogo…â€. A conferma che già esprimersi bene è cosa di non poco conto. Figurasi dire anche cose sensate.
7 Giugno 2008 alle 17:05
L’energia mondiale è in parte ricavata dal calore del petrolio bruciato e in parte dal calore dall’atomo spaccato. Quindi la tecnologia delle attuali centrali nucelari è sufficientemente sicura per risolvere in parte il problema energetico.
La fusione si basa su un’altra tecnologia. Non è corretto confondere la sperimentazione che si deve fare per rendere una teconologia sicura con il fatto che essa sia già ora la soluzione del problema energetico.
Il fatto è che essere protagonisti in una delle Ricerche più importanti al mondo, dovrebbe essere motivo sufficiente a supportarne l’iniziativa.
Essere protagonisti in questo settore teconologico sarebbe la prova che esiste una classe dirigente ingrado di spiegare e far cambiare visione sul termine ricerca applicata e tra qualche anno dare la certezza ai nostri nipoti di poter costruire una centrale a fusione nucleare.
27 Agosto 2008 alle 16:03
Gent.prof. Bottoni Giampaolo
Il comune amico Renzo Riva /buja / Udine . mi gentilmente recapitato la pagina della sua ideuzza agostiana .
Può vederla già realizzata sul mio sito amatoriale www.kalaman.eu e sarà sempre benvenuto se vorrà toccarla con mano a casa mia .
DISTINTI SALUTI da Lorenzo Lenuzza
29 Aprile 2010 alle 14:00
Il Progetto Ignitor del Prof. Bruno Coppi del MIT sulla fusione nucleare, è ormai dagli anni 70-80 che gira negli ambienti della ricerca Pubblica Italiana, ed è stato dichiarato ormai obsoleto da più parti, e qui vien da chiedersi se è solo opera delle malelingue nemiche di questo progetto, Ignitor tratta una ricerca per lo sviluppo dell’energia nucleare ottenuta tramite fusione nucelare. Mentre la fissione, quella della bomba atomica, si basa sul principio della spaccatura di un nucleo pesante in particelle più piccole, la fusione all’opposto, applicata anche nelle bombe H (simbolo dell’idrogeno), prevede l’unione di due nuclei più leggeri in uno più pesante. Ignitor è un prototipo di impianto di fusione nucleare per la fusione del nucleo di due materiali, deuterio e trizio, in un ambiente confinato elettromagneticamente, scaldati ad elevatissime temperature per raggiungere lo stato fisico di plasma. Occorre una energia pari a 1000 MegaWatt per innescare la reazione che dura circa 4 secondi con una rampa di circa 10 secondi. Dall’unione dei due atomi derivano acqua e elettroni liberi che sono carichi di energia: alla loro presenza sono legate le attese di sfruttamento commerciale energetico.
Un paio di dubbi tecnologici sul Progetto Ignitor (Appunto sollevati speriamo solo dalle malelingue) pare siano rappresentati dalla tenuta strutturale della camera a vuoto, e poi dalla difficoltà di realizzare un sistema affidabile per smaltire tutto il calore che si sprigiona all’interno della macchina durante i pochi secondi del ciclo di funzionamento.
Tale Progetto risulta quindi essere stato ripescato nell’agenda energetica durante l’incontro a Lesmo tra Italia e Russia, è stato infatti siglato in tale occasione tra le altre cose, un accordo tra i due dicasteri della ricerca scientifica per un progetto di ricerca della fusione nucleare, il Progetto “Ignitor”. Perchè ripescare Ignitor con tutte le lacune che gli sono da sempre state attribuite? Allora erano solo chiacchere dei suoi nemici? Sarà forse perchè non si crede più al colosso internazionale ITER? O forse sotto c’è altro? Insomma tale scelta solleva un bel pò di interrogativi Politici e Scientifici, ai quali necessita dare una risposta.
http://www.frascati.enea.it/ignitor/
4 Maggio 2010 alle 22:13
non cercate lontano quanto a portata di mano…
la soluzione sta nell utilizzo della deepwater:
Ho appena finito di preparare la tesi POZZO del VENTO!
la PRESENTAZIONE in simil power point http://www.carvadis.com/hammuraby/presentazione.pdf
e l’ADDENDUM http://www.carvadis.com/hammuraby/addendum1.pdf
che e’ [b]PURA POWER[/b] senza POINT
11 Maggio 2010 alle 13:26
Ignitor è un prototipo di impianto di fusione nucleare per la fusione del nucleo di due materiali, deuterio e trizio, in un ambiente confinato elettromagneticamente, scaldati ad elevatissime temperature per raggiungere lo stato fisico di plasma. Occorre una energia pari a 1000 MegaWatt per innescare la reazione che dura circa 4 secondi con una rampa di circa 10 secondi. Dall’unione dei due atomi derivano acqua e elettroni liberi che sono carichi di energia: alla loro presenza sono legate le attese di sfruttamento commerciale energetico.
Un paio di dubbi tecnologici sul Progetto Ignitor, sollevati speriamo solo dalle malelingue, pare siano rappresentati dalla tenuta strutturale della camera a vuoto, e poi dalla difficoltà di realizzare un sistema affidabile per smaltire tutto il calore che si sprigiona all’interno della macchina durante i pochi secondi del ciclo di funzionamento.
Tale Progetto risulta quindi essere stato ripescato nell’agenda energetica durante l’incontro a Lesmo tra Italia e Russia, è stato infatti siglato in tale occasione tra le altre cose, un accordo tra i due dicasteri della ricerca scientifica per un progetto di ricerca della fusione nucleare, il Progetto “Ignitor”. Perchè ripescare Ignitor con tutte le lacune che gli sono da sempre state attribuite? Allora erano solo chiacchere dei suoi nemici? Sarà forse perchè non si crede più al colosso internazionale ITER? O forse sotto c’è altro? Insomma tale scelta solleva un bel pò di interrogativi Politici e Scientifici, ai quali necessita dare una risposta.