Russia - una centrale nucleare sul mare
15 Giugno 2006 di AmministratoreSu “La Repubblica” di oggi c’è un piccolo articolo che riporta una notizia proveninte dalla Russia: costruire una centrale nucleare sul mare.
L’ inizio della costruizione dell’ impianto è previsto per l’ anno prossimo e si prevede di farlo entrare in funzione nel 2010.
La “mini-centrale atomica flottante” sarà in realtà una nave senza motori e lunga 144 metri che avrà a bordo due reattori nucleari per produrre elettricità per gli enormi cantieri navali Sevmash di Severodvinsk (città sul del nord della Russia, vicino al mare di Barents).
La città russa di Severodvinsk è nota soprattutto per i suoi cantieri navali:
- cantieri navali Sevmash sono noti per essere i cantieri navali dove si costruisconi i famosi sottomarini russi “classe typhoon” (designazione occidentale della classe di sommergibili “Akula” - Project 941) a propulsione nucleare da 170 metri e con testate nucleari
- cantieri navali Zvezdochka sono noti perchè presso esssi si effettua lo smantellamento dei vecchi sottomarini nucleari e lo stoccaggio del combustibile nucleare della marina militare
1 Luglio 2006 alle 12:40
Salve,
a proposito dei “Floating Nuclear Reactors” (secondo il CNS e l’agenzia Bellona dovrebbero essere due reattori ad acqua pressurizzata KLT-40C da 60MW (elettrici) ciascuno) che la Federazione Russa ha intenzione di realizzare, vorrei fare alcuni commenti:
1) l’obiettivo principale di questi reattori dovrebbe essere legato alla possibilita’ di fornire elettricita’ e calore a regioni russe (come quelle del nord e del “Far East”) con infrastrutte sottosviluppate oppure a siti in cui esistono grossi siti di costruzione ma lontani da infrastrutture sviluppate gia’ esistenti. Un altro utilizzo dovrebbe essere la desalinizzazione. La natura “mobile” di questi reattori permetterebbe inoltre di poterle spostare da un luogo all’altro a seguito di disastri naturali. (fonte CNS (cns.miis.edu))
2) Uno dei problemi che questo tipo di reattori potrebbe avere e’ legato al tipo di combustibile che dovrebbe essere impiegato: al contrario dei reattori di potenza (commerciali), che utilizzano uranio arricchito al 3% (circa), le floating plants avrebbero un arricchimento al 20% (oppure superiore), che potrebbe contribuire ad incrementare la proliferazione di materiale fissile, se questo tipo di impianti fosse esportato anche al di fuori del territorio russo. Ricordo che l’uranio arricchito (HEU) e’ (piu’) facilmente convertibile in materiali “weapons-grade” rispetto a combustibili debolmente arricchiti (LEU).
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Una ulteriore precisazione sui “Typhoon”: questa classe di sottomarini (SSBN) e’ stata realizzata dal 1976 (factory number TK-208) fino al settembre 1989 quando e’ entrato in servizio l’ultimo scafo (factory number TK-20). Attualmente e’ in dubbio quanti di questi sottomarini effettivamente in servizio, ma secondo il National Resource Defence Council Nuclear Notebook, nessun Typhoon e’ impiegato nel deterrente strategico.
Cordialmente,
Marco
12 Settembre 2006 alle 14:42
Volevo far notare che la classe Typhoon non è la designazione occidentale dei classe Akula, in quanto sono due classi differenti. Il primo è un SSBN, impiegato per il lancio di missili nucleari intercontinentali, il secondo è un SSN d’attacco, usato per la guerra sottomarina.
12 Settembre 2006 alle 15:57
Ciao Umberto,
l’articolo ha utilizzato la definizione usuale “NATO” corretta, che solitamente genera molto caos ed errori.
Il codice “Typhoon” e’ la denominazione NATO per la classe SSBN “Akula”, classificazione sovietica del tipo 941.
Al contrario il codice “Akula” e’ la denominazione NATO per la classe SSN “Shuka-B”, che e’ noto anche come tipo 971 (oppure anche come classe Bars).
ciao,
marco
14 Settembre 2006 alle 09:47
Chiedo venia, ho fatto confusione tra denominazione NATO della classe e progetto di costruzione russo.
4 Giugno 2008 alle 14:58
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4 Giugno 2008 alle 15:02 Commento ufficiale dello Staff
Salve xenon,
propronendo interventi interessanti, sicuramente saranno graditi