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Paolo Fornaciari è venuto a mancare

4 Agosto 2009 di Amministratore

Il 30 luglio 2009 è venuto a mancare l’ Ing. Paolo Fornaciari, Presidente Onorario dell’ Associazione Italiana Nucleare (AIN) e Presidente del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (CIRN).

L’ Ing. Paolo Fornaciari è noto per essere stato negli anni addietro il responsabile delle attività del settore nucleare dell’ Enel.

Si coglie l’occasione per ricordarne anche la sua gentilezza e la sua disponibilità nel rispondere. A volte è anche intervenuto in passato come commentatore qui sul sito Archivionucleare.



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  • 16 Commenti a “ Paolo Fornaciari è venuto a mancare”

    1. Giacomo scrive:

      Sempre nei nostri cuori presidente!

    2. Rinaldo Sorgenti scrive:

      Apprendo ora con dolore della scomparsa dell’amico Paolo Fornaciari e nel formulare le mie condoglianze ai suoi cari, voglio esprimere ancora una volta il mio compiacimento per l’impegno appassionato che lo stesso ha sempre dedicato alla divulgazione dei temi correlati all’energia e dell’importante interazione che questi hanno con lo sviluppo ed il benessere di tutti, con una particolare enfasi sulla necessità di equilibrare il “Mix delle Fonti” (anche con il ritorno alla diretta generazione da Nucleare) nel nostro Paese, per sostenere la capacità competitiva dell’Italia nel contesto mondiale.
      Ciao Paolo, con stima.

      Rinaldo Sorgenti

    3. Edoardo scrive:

      Conobbi l’Ing. Paolo Fornaciari nel 2004 e lo rincontrai l’anno dopo ad un convegno presso la facoltà di ingegneria a Bologna.
      Persona colta, gentile, amabile e spiritosa ed un grande animo: nonostante i problemi di salute e di demabulazione si batteva per un ritorno del nucleare in Italia.
      Mai arrogante nell’esprimere le sue idee ma umile ed attento nell’ascoltare tutti.

      Sentiremo tutti la sua mancanza.
      Sentite condoglianze alla famiglie del caro ingegnere.

    4. Pietruccio scrive:

      Esprimo tutta la tristezza e il cordoglio per la perdita di una bella pesona che purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente.

    5. Danah.Matthews scrive:

      Ho letto la sua prefazione all’ultimo libro di Franco Battaglia “Energia nucleare? Si per favore…” ed ho condiviso in particolare il deciso invito al governo di prendere in considerazione il ripristino delle centrali nucleari tuttora in fase di prematuro smantellamento a seguito della decisione dello scriteriato ex ministro Bersani!!

      Riposi in pace, ingegnere…

    6. Renzo Riva scrive:

      Il Messagero Veneto di oggi ha preso una cantonata nel pubblicare la notizia del disastro alla centrale idroelettrica russa.

      Ecco il titolo e l’articolo.

      Siberia
      Esplosione in una centrale nucleare:
      dieci morti, undici feriti e 54 dispersi

      ROMA. E’ gravissimo ed è ancora provvisorio il bilancio dell’incidente che alle 2.42 della scorsa notte, ora italiana, ha fatto scattare l’allarme nella centrale idroelettrica di Sayano-Shushenskaya e messo al buio la Siberia meridionale.
      Le autorità locali parlano di dieci morti, undici feriti e di almeno 54 dispersi, anche se fonti non ufficiali riferiscono che all’appello mancherebbero almeno 68 persone in servizio al momento della tragedia.
      A causare l’incidente sarebbe stata l’esplosione di un trasformatore, che si sarebbe verificata mentre erano in corso lavori di manutenzione degli impianti: un botto violentissimo che ha fatto crollare i muri della sala macchine e provocato uno squarcio che in pochi istanti ha causato l’inondazione del reparto e delle gallerie che si snodano sotto la gigantesca diga costruita nel 1978.
      Le squadre di soccorso sono intervenute in forze: 115 uomini inviati dal ministero per le situazioni di emergenza che nel pomeriggio di ieri avevano già riparato l’infiltrazione. Ma dalla scena del disastro sono stati recuperati soltanto dieci cadaveri e undici feriti. Delle decine di operai - non meno di 54 - che erano in turno nessuna traccia. Le ricerche andate avanti per tutto il giorno e per tutta la notte, grazie ai fasci di luce delle cellule fotoelettriche, hanno dato esito negativo. E’ stato salvato un unico superstite, un uomo ritrovato in un sotterraneo in grave stato di choc. Il disastro rischia inoltre di avere un grave impatto sull’ambiente e ha causato danni industriali per miliardi di rubli che preoccupano Mosca.

      Ringrazio il titolista del pezzo che il giornale del gruppo editoriale L’Espresso perché con quel titolo vedo la loro fine di antinuclearisti.

    7. Renzo Riva scrive:

      Correzione
      Ringrazio il titolista del pezzo dell giornale del gruppo editoriale L’Espresso
      perché con quel titolo vedo la loro fine di antinuclearisti.

    8. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Conobbi personalmente l’Ing. Fornaciari molti anni fa, quando ero ancora studente universitario. Ricordo vennne a Pisa a tenere un seminario; era la seconda meta’ degli anni ‘90. Concluse dicendo sostanzialmente che per anni aveva tentato di far conoscere la sua opinione in TV e giornali, ma senza successo: facevano tutti ‘muro’. Ricordo all’epoca parlare di nucleare in Italia era un vero e proprio tabu. Il compito quindi era, a suo avviso, di ‘noi giovani generazioni’. L’avvento di internet devo dire ha reso possibile rompere il silenzio. Io, nel mio piccolo, ho cercato di seguire il ‘testamento spirituale’ dell’Ing. Fornaciari, al meglio delle mie possibilita’ e capacita’: spero si uniscano in molti.
      Ebbi anche la fortuna di avere una sua dedica sul suo testo ‘Il Il petrolio, Llatomo ed il metano’ in quell’occasione. In seguito siamo rimasti in contatto via mail.
      Anche io lo ricordo come una persona gentile, educata, disponibile, preparata ed appassionata. Avrebbe meritato di vedere la posa della prima pietra di una centrale di nuova generazione nel nostro Paese: ma purtroppo talvolta il destino e’ beffardo (e con lui lo e’ stato non poco).
      Spero solo che dei suoi insegnamenti nel nostro Paese si faccia tesoro, nonostante le minoranze chiassose e spesso prepotenti…

    9. Angelo scrive:

      Ing. Vincenzo Romanello

      mi complimento con le sue parole perche’ finalmente si parla con coraggio
      di cio’ che gli uonimi portanno avanti con emozione per anni, alla faccia di chi vuole i tecnici essere freddi e legati solo ai numeri.

      Prendo spunto dal suo discorso per, affiancarmi al sostegno della causa pro-nucleare, anche se resto sempre dubbioso sul probblema delle scorie.
      Sto leggendo articoli che parlano di come esse vengano trattate, attualmente e cio’ mi sconcerta sia facilmente realizzabile nel nostro paese.

      Al di la’ ci cio’ forse l’Italia malgrado tutto e malgrado questo governo ce la fara’ ad avere il suo nucleare snello, da integrare nelle maglie larghe del nostro fabbisogno energetico.

      Forse i miei figli vedranno un mondo diverso nel quale il nucleare avra’ generato il circolo vizioso per la rinascita della nostra economia.

      Cordialmente.

    10. Edoardo scrive:

      Al di la’ ci cio’ forse l’Italia malgrado tutto e malgrado questo governo ce la fara’ ad avere il suo nucleare snello, da integrare nelle maglie larghe del nostro fabbisogno energetico.

      Forse i miei figli vedranno un mondo diverso nel quale il nucleare avra’ generato il circolo vizioso per la rinascita della nostra economia.

      Lo spero tanto anch’io!

    11. Pietruccio scrive:

      I nostri figli avranno freddo.
      Certi errori si pagano caro e producono danni non sono facili da rimediare.

    12. Giusto Buroni scrive:

      Apprendo solo oggi da un amico sia l’esistenza di questo sito sia la morte dell’ing. Fornaciari, con il quale (e col CIRN, ing. Prinzi) avevo intrattenuto per molti anni una fitta corrispondenza, esortandolo a insistere nelle sue iniziative e comunicazioni per ripristinare le attività nucleari in Italia (Ora mi meravigliavo del suo lungo silenzio e mi sarei aspettato almeno una comunicazione dall’ing. Prinzi). Contemporaneamente esortavo la redazione del Corriere della Sera, che a volte pubblica lettere mie sull’argomento (e sui problemi energetici in generale), a dare la precedenza assoluta a quelle dell’ing. Fornaciari, unico rimasto in Italia a parlare del problema con cognizione di causa: purtroppo anche il Corriere, con pretesti basati sulla difficoltà e sulla specificità dell’argomento, gli ha sempre contrapposto personaggi più o meno sospetti, certo non istruiti, come Ermete Realacci e Dacia Maraini (!), per non parlare dei portavoce dell’Italia dei Valori (a cui purtroppo il governo Prodi aveva affidato importanti incarichi a difesa dell’Ambiente), e altri incompetenti del genere, fra i quali si devono annoverare anche gli illusi fautori della fusione nucleare (di là da venire) che si sono messi in sconsiderata concorrenza contro la fissione (pronta, anche e soprattutto in Italia, da 50 anni). All’ing. Fornaciari rimproveravo spesso di usare argomentazioni di carattere economico, ricordandogli che gli Ambientalisti sarebbero disposti a svenare tutti quanti, eccetto se stessi, si intende, pur di sotterrare il nucleare, prima di tutto, e lasciare sotto terra gas, carbone e petrolio, a qualunque costo (ed è per questo che i preziosissimi pannelli solari hanno sfondato sul mercato, arricchendo un po’ di astuti, o abili, imprenditori e buggerando molti creduloni, che però ricevono sussidi e incentivi pagati salatamente da tutta la Comunità, attraverso ingiusti balzelli sulla bolletta elettrica): lo esortavo a vincere la diffidenza del pubblico per il nucleare, quelle rare volte in cui la sua opinione veniva fatta conoscere vincendo l’accanita censura di Sergio Romano (che a me ha risposto una volta che, pur essendo favorevole al nucleare, non accettava di impostare una campagna a suo favore), con più incisivi contenuti tecnici, la cui conoscenza da parte del pubblico lui dava erroneamente per scontata. Era rimasto comunque l’ultimo personaggio ufficiale in Italia a non liquidare il problema con un vergognoso : “Chi se ne frega”. Io non ho mai avuto voce in capitolo, essendo ingegnere nucleare allievo di Silvestri, ma avendo lavorato 30 anni solo in campo spaziale, ma metto a disposizione le mie ultime energie (ho quasi 70 anni e sono reduce da un duplice infarto) e annebbiate conoscenze di chiunque vorrà ritenermi utile a sostenere iniziative atte a diffondere la conoscenza del nucleare civile e a rassicurare il pubblico su tale attività, cosa che non manco di fare in ogni occasione. Rinnovando il mio cordoglio per la grave perdita, porgo cordiali saluti
      Giusto Buroni

    13. Pietruccio scrive:

      Intanto la saluto e, per quel che mi riguarda, esprimo il piacere di sentire la voce di chi il periodo degli anni dell’atomo italiano li ha vissuti in prima persona, nella maturità professionale e a contatto con chi se ne è occupato da posizioni di rilievo.

      Mi ha stupito quello che dice a proposito di Sergio Romano in quanto in una intervista recente sembra di capire che si esprima a favore di una maggiore divulgazione delle informazioni relative a questa tecnoclogia.

      iltempo.ilsole24ore.com/economia/2009/04/24/1016791-nucleare...

      Riporto il passaggio dell’intervista

      Il nucleare fa ancora paura?
      «Fa paura ciò che non si conosce. Se si racconta quello che facciamo in maniera trasparente e puntuale, spiegando ragioni, tempi e modalità, tutto diventa più semplice».”

      Mi sono sempre chiesto perchè nessuno facesse informazione sulla questione (intendo i grossi nomi dell’industria nucleare come ENEL e Ansaldo ecc…) anche adesso, anche se a discorsi si dice che è meglio parlarne, e anche se la stessa Enel osserva che il consenso è maggiore dove c’è più consapevolezza (grafico a pag.33 di questo seminario)

      cise2007.eu/Centro%20Italiano%20Sostenibilita%20Energia/Even...

      (http://www.cise2007.eu/Centro%20Italiano%20Sostenibilita%20Energia/Eventi%5CPartecipati%5C2009%5CSeminario%2023%20marzo%5CEnel%20e%20il%20nucleare.pdf)

      Praticamente, a parte quelli che finiscono su questo sito, e pochi altri, più qualche trasmissione o articolo di giornale, ma molto rari, mi pare che per il resto prevalgano più che menzogne e inesattezze un vero e proprio delirio riguardante una tecnologia, come quella nucleare, che richiederebbe invece un sereno, forse faticoso ma comunque entusiasmante, approcio scientifico.

    14. Renzo Riva scrive:

      Ing. Giusto Buroni,
      Le chiedo la cortesia di inviarmi una e-mail.
      Renzo Riva
      C.I.R.N. F-VG

      renzoslabar(at)yahoo.it

    15. Renzo Riva scrive:

      In onore e per ricordare l’ing. Paolo Fornaciari che curò la prefazione al libro del prof. Franco Battaglia

      ENERGIA NUCLEARE? Sì, PER FAVORE…

      Da “il Giornale”
      giovedì 18 febbraio 2010
      Gli slogan verdi arrossiscono di vergogna

      di Franco Battaglia

      Sulla questione energetica emergono periodicamente parole sexy che, probabilmente per questo, vengono ripetute, da destra e da manca, come fosse un esercizio di onanismo collettivo. Nessuno naturalmente si pone la domanda - e men che meno fornisce una risposta - se quelle parole abbiano o meno un fondamento, non dico tecnico, ma quanto meno di realtà o, almeno, solo di realismo.
      Vi ricordate? Trent’anni fa la parola sexy era energie-alternative. Dopo 30 anni, la promessa non è stata mantenuta. Anzi, il contributo da quelle energie è diminuito: la produzione di elettricità da alternative è passato, nel mondo, dal 22% nel 1980 al 18% oggi; e, in Italia, dal 27% nel 1980 al 18% oggi. E ciò a dispetto della poderosa crescita degli impianti alternativi, eolici e fotovoltaici, la cui potenza installata, in questo lasso di tempo, è stata decuplicata per i primi e raddoppiata per i secondi. Come mai? Perché per ragioni tecniche, peraltro abbastanza banali, le tecnologie alternative sono un colossale fallimento, idea che nessuno sembra voler afferrare.
      Una decina d’anni fa la parola sexy era idrogeno: non ci voleva molto a capire che anche quella sarebbe morta presto, sempre per ragioni tecniche, una delle quali, di nuovo, molto banale: l’idrogeno non esiste sulla Terra. L’idrogeno è infatti morto: perfino Obama, l’uomo dei sogni, ha cancellato tutti i programmi che lo riguardano.
      Più recentemente, sono stati in molti a riempirsi la bocca di un’altra parola sexy: mix. Secondo i fautori del mix, tutte le tecnologie dovrebbero contribuire alla produzione energetica. A nessuno viene in mente che le tecnologie fallimentari andrebbero escluse, soprattutto se oltre ad essere fallimentari sono anche costose. Ogni impegno su eolico e fotovoltaico (Fv), in particolare, andrebbe sospeso: questi impianti costano un occhio della testa (l’eolico il doppio e il Fv 20 volte di più di un impianto nucleare) ma, soprattutto, sono inutili. Non a caso il loro contributo nel fantomatico mix è inferiore all’1% per l’eolico e inferiore allo 0.001% per il Fv. E già così è incalcolabile il danno che la loro presenza sta facendo. Un mix di produzione elettrica che sia razionale è così fatto: dopo aver massimizzato la produzione da idroelettrico (tenendo conto cioè della orografia locale), la produzione elettrica dovrebbe essere soddisfatta da nucleare e da carbone. Punto. Il gas e il petrolio sono risorse preziose che è un crimine bruciare per produrre elettricità.
      Al momento, poi, in piena euforia elettorale, le parole sexy, sono: Abbiamo già dato. Come un mantra lo ripetono - senza distinzione di colore politico - tutti gli aspiranti alle poltrone regionali, quando si chiede loro se accetterebbero reattori nucleari nel proprio bacino elettorale. Diciamo la verità: questi politici nella classifica di Sciascia se la battono tra essere ominicchi ed essere quaquaraquà. Fossero non dico mezzi-uomini, ma anche solo un minimo responsabili, sulla questione si sarebbero messi d’accordo e, riconosciuta tutti la necessità dell’avvio del nucleare, si sarebbero poi confrontati su tutto il resto: sperare che da costoro emerga uno statista di domani appare una pia illusione. Ma hanno dato che? Parole vuote, come al solito.
      Alcuni si vantano aggiungendo che la loro Regione avrebbe l’indipendenza energetica. Il concetto di indipendenza energetica è stravagante in sé, ma anche a volerlo prendere sul serio, nel nostro Paese è decisamente un miraggio: oltre il 90% del nostro fabbisogno energetico è soddisfatto dall’importazione di petrolio, gas, carbone e di elettricità da nucleare. La parola-chiave o, se volete, la parola veramente sexy, è sicurezza, sicurezza di approvvigionamento energetico. Che significa energia erogata quando richiesta e con la potenza richiesta. Idroelettrico, nucleare e carbone: questo è il mix. L’orientamento del governo e del ministro Scajola è quanto mai lodevole, perché, con l’avvio del nucleare, esso è volto alla riduzione dell’uso del gas e all’aumento della sicurezza di approvvigionamento energetico.

    16. Edoardo scrive:

      la produzione di elettricità da alternative è passato, nel mondo, dal 22% nel 1980 al 18% oggi; e, in Italia, dal 27% nel 1980 al 18% oggi. E ciò a dispetto della poderosa crescita degli impianti alternativi, eolici e fotovoltaici, la cui potenza installata, in questo lasso di tempo, è stata decuplicata per i primi e raddoppiata per i secondi. Come mai? Perché per ragioni tecniche, peraltro abbastanza banali, le tecnologie alternative sono un colossale fallimento, idea che nessuno sembra voler afferrare.

      Come dati Terna del 2007/2008….
      Già questo dovrebbe far riflettere tutti coloro che si illudono (che malignamente illudono) che solo con l’eolico e il FV si può coprire il fabbisogno nazionale.

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