I rifugi antiatomici (prima parte)
1 Luglio 2009 di AmministratoreBeniamino Bullio (ingegnere nucleare) ci ha inviato un breve documento di approfondimento sui “rifugi antiatomici”.
Questa è la prima parte e nei prossimi giorni seguiranno ulteriori approfondimenti.
Segue il testo inviatoci.
I rifugi antiatomici (prima parte) - di B. Bullio (luglio 2009)
Il rifugio antiatomico deve innanzitutto salvaguardare uomini ed animali dalle radiazioni.
Deve essere ovviamente costruito nel terreno e sufficientemente in profonditĂ onde favorire l’azione schermante offerta dallo strato sovrastante di terreno evitando contatti con l’atmosfera. La parte piĂą esterna è normalmente realizzata con una struttura di cemento armato che permette di realizzare la schermatura dalle radiazioni. E’ fondamentale scegliere adeguatamente sia il tipo di cemento che il suo spessore che può variare in funzione della resistenza che si vuole ottenere Inoltre il pavimento e le pareti devono essere rivestite , come vedremo in seguito , di opportuni rivestimenti. Non certo di intonaco che con l’onda d’urto certamente potrebbe sgretolarsi.
Generalmente lo possiamo immaginare composto di due entrate: una per le persone e un’altra per la fornitura di aria. L’ ingresso principale è praticamente una “botola” corazzata al di sotto della quale con una “scala di ingresso” è possibile avere accesso ad una “anticamera” che comprende una “doccia di decontaminazione“. Per poter avere accesso a quella che chiameremo “cellula di sopravvivenza” è necessario transitare attraverso due porte corazzate a chiusura ermetica e a tenuta stagna. Questa zona è in pratica una “zona filtro”.
A questo punto per completare l’ argomento occorre introdurre e parlare di molti altri sistemi sia di protezione sia di controllo che di emergenza ma gradirei farlo per gradi nei prossimi approfondimenti.
1 Luglio 2009 alle 16:19
Interessante
3 Luglio 2009 alle 12:51
Anch’io sono interessato.
Alcuni fisici ed ingegneri nucleari confremano che i depositi geologici di scorie sono costruiti con gli stesi criteri dei rifugi.
22 Novembre 2009 alle 17:23
Ma si può avere una mappa dei rifugi italiani ed europei?