Scajola - centrali di III generazione per il 2018-2020
29 Maggio 2008 di AmministratoreIeri 28 maggio in un’ intervista il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha dato maggiori dettagli in merito al suo punto di vista per il rientro dell’ Italia nel nucleare civile, durante la trasmissione di approfondimento pomeridiano condotta da Maria Latella su “Sky TG24″.
Innazitutto Scajola vorrebbe quanto prima organizzare una conferenza nazionale che possa essere il primo passo per progettare un Piano Energetico Nazionale che preveda un mix energetico che garantisca maggiore indipendenza.
Scajola ha inoltre aggiunto che le centrali nucleari che ha in mente sono di III generazione e che se si partisse adesso nel percorrere un “percorso virtuoso” verso il nucleare (scelta della tecnologia, l’ individduazione dei siti, costruzione dell’ impianto), si sarebbe pronti per il 2018-2020 in modo da avere un mix energetico così composto: 25% nucleare, 25% rinnovabili, 50% fonti fossili tradizionali.
Da questa intervista quello che sembra più chiaro sono i tempi della eventuale “road map” del ritorno italiano al nucleare: non più rapidissimi come erano stati inizialmente dichiarati.
Scajola difende la scelta della III generazione perchè attendere la IV generazione significherebbe rinviare di ancora molto altro tempo e non voler quindi risolvere il problema energetico. Il ministro ha anche aggiunto, tra l’altro, che i territori ospitanti un impianto nucleare, a mo’ di sollievo per il “disturbo psicologico” avranno benefici come per esempio energia elettrica più bassa.
Infine Scajola ha anche fatto cenno ad Eni ed Enel augurandosi una continuità di dirigenza (a breve saranno infatti nominati i nuovi consigli di amministrazione di Eni ed Enel).
29 Maggio 2008 alle 12:37
Il PEN di Scajola mi sembra equilibrato e convincente. Finalmente il nostroPaese comcia a fare una seria politica energetica (almeno sulla carta, per ora).
Tuttavia al piano nucleare bisognerebbe dare una accelerata, nei limiti del possibile…
29 Maggio 2008 alle 13:14
Galan (Veneto) ha proposto come sito nucleare la vecchia centrale ad olio combustibile (obsoleta e costosissima) di Porto Tolle.
Pare che la si voglia abbattere o convertirla a carbone; ma anche questo è molto costoso.
29 Maggio 2008 alle 13:41
alcuni amici “informati” mi dicono che l’italia usa l’energia nucleare francese solo di notte ad un prezzo inferiore di quello che costa ai francesi e quindi non abbiamo bisogno di produrla in casa nostra.
E’ davvero così?
Perchè i francesi dovrebbero “regalarci” energia ?
grazie
29 Maggio 2008 alle 16:21
L’Italia, di notte quando dorme, continua lo stesso a consumare (circa 20.000/22.000 Mw)
Si spengono le centrali che non servono in nottata per riattivarle gradulamente verso il mattino.
Quello che causò il black out nel 2003 fu proprio questo: a un numero inferiore di centrali attive avvenna il guasto in Svizzera e rimanemmo al buio per 48 ore.
I francesi non ci regalano un bel niente. Con i loro 58 reattori producono enormi quantità di energia e possono permettersi di vendere il surplus a caro prezzo. Negli ultimi tre anni il prezzo della Kwh importata è aumentato del 5%.
Chi pensa che in campo energetico c’è chi regala o è un ingenuo o un ambientalista.
29 Maggio 2008 alle 16:23
.. scusate gli errori di ortografia: scrivere velocemente, in treno, con un PC portatile non aiuta molto.
29 Maggio 2008 alle 17:24 Commento ufficiale dello Staff
Salve Edoardo,
correzioni ortografiche fatte …e buon viaggio in treno ovunque tu sia e tu vada!
29 Maggio 2008 alle 17:39
E’ possibile sapere a quanto ce la vendono?
MI pare che a loro il KWh costi circa 3 cent.; è verosimile che ce la vendano al doppio ?
prezzo che a noi comunque conviene visto che quella prodotta in italia ci costa più di 10 cent. se non erro
29 Maggio 2008 alle 18:57
Caro Alessandro,
l’elettricità in Italia è quotata in borsa se vai sul sito mercatoelettrico.org e guardi i prezzi notturni scopri a quanto la vendono giorno per giorno.
Si siamo fortunati ad avere la Francia, non solo noi che possiamo fare a meno del nucleare, ma anche gli spagnoli e i tedeschi che possono almeno in parte compensare le fluttuazioni della loro rete aprendo e chiudendo i rubinetti con Parigi. Quando è partito il programma nucleare francese si stimava un crescita della domanda elettrica del 5-7% annuo, poi lo shock petrolifero degli anni 70 l’ha ridotta a molto meno, così si sono ritrovati con un po’ di reattori in più di quanti gli servissero. Per fortuna del resto dell’Europa che può così permettersi le proprie velleità antinucleariste e rinnovabili.
30 Maggio 2008 alle 01:05
ALESSANDRO/EGISTO
Egisto ma hai visto dove sono costruiti i reattori in Francia? Loro volevano vendere l’elettricità da nucleare per avere un’introito sicuro. Loro hanno deciso di nuclearizzarsi (al contrario di Inghilterra, Spagna e Germania) ed era necessario vendere a buon prezzo quest’energia elettrica.
Un service di elettricità quindi per avere un’introito che non poteva venire dal mercato elettrico francese monopolizzato dallo stato.
Finalmente qualche sprazzo di luce. C’é la borsa elettrica? O non dicevate che la Francia ci vende l’elettricità a caro prezzo? Ma se c’é una Borsa c’é una contrattazione ed un prezzo di mercato.
Lo sai che facciamo noi? La sera spegniamo le centrali a gas e comprimao ad un prezzo basso l’elettricità .
I Francesi le loro centrali non le possono spegnere e se ad un trtatto non potessero vendere più qualla percentuale della loro produzione, sarebbero in guai seri.
ROMANELLO
Ing. Romanello dire che le esternazioni del vecchio Scaiola sono un PEN mi fa cascare le braccia. E non dico altro.
30 Maggio 2008 alle 01:21
Guarda che il mercato vincolato riguarda oltre il 50% dell’energia consumata…e con l’estero in gran parte abbiamo contratti specifici.
Poi c’è il mercato libero, che va in borsa…
30 Maggio 2008 alle 07:21
Daniele, so benissimo dove sono le centrali in Francia, ed è una panzana che siano vicine al confine. Sono distribuite uniformemente sul territorio nazionale lungo i corsi d’acqua. E’ una panzana che le abbiano fatte sul confine perché sapevano di venderci l’elettricità , negli anni 70 si pensava che il consumo elettrico crescesse molto di più di quanto è successo, difatti Flamanville non è proprio sul confine italiano. I francesi non sarebbero nei guai se dovessero spegnere le centrali. Lo sarebbe il resto dell’Europa. Tu confondi la situazione di chi ha troppo da mangiare con quella di chi muore di fame.
Di notte il prezzo dell’elettricità è basso ovunque, in Italia come in Francia. Ti ricordo infine che Inghilterra, Spagna e Germania sono nuclearizzate in quota notevole e non hanno nessuno prospettiva concreta di uscire dal nucleare. Il phase-out tedesco sembra sempre più una pia intenzione…
30 Maggio 2008 alle 10:49
Oh Daniele,
ma possibile che vedi da tutte le parti un complotto affaristico/speculativo?
Va beh che te, me e tutti i toscani abbiamo la polemica nel Dna ma in questo caso le tue affermazioni mi sembrano fuori luogo.
La Francia poi che, fino al primo governo Chirac, è sempre stata gelosissima delle sue centrali e sopratutto della SUA ENERGIA. Figuriamoci se costruivano centrali per vendere agli altri.
Quello che invece affermano Egisto ed Enrico è la sacrosanta realtà che i beoti ambientalisti non vogliono riconoscere.
30 Maggio 2008 alle 12:27
ENRICO / EGISTO / EDOARDO
So benissimo cosa è l’ACQUIRENTE UNICO e come funziona.
Dal 1999 si parla di mercato liberalizzato senza sapere che più del 50% non lo è. AU acquista in borsa elettrica e rivender ad un prezzo calmierato dalla Autorità Elettrica. A fine anno AU fa i conti e se questi non tornano (il prezzo di acquisto è superiore a quello di vendita) e si fà rimborsare dall’utente elettrico la differenza (cod A6). Mercato tutelato? Ma insomma.
Spagna e Germania usciranno dal nucleare.
L’Inghilterra invece è l’emblema dei problemi che si ritroverà a breve la Francia ipernazionalista.
Dal SOLE 24 ORE di mercoledi 28 maggio leggo:
“Crollano i profitti di British Energy. Utili in flessione del 32%”
Alcuni stralci dell’articolo:
“sul deludente risultato.. a pesato un calo dell’8% dell’energia elettrica (a 40,7 sterline amegawatt - in Inghilterra mercato libero!! - ) e una serie di fermate degli impianti di generazione di energia che hanno dimostrato di avere una crescente necessità di manutenzione… Gli 8 impianti gestiti da BN sono sempre più obsoleti e la gran parte dovrà essere chiusa nei prossimi anni. Il più moderno sarà costretto a chiudere i battenti nel 2023″
Insomma impianti vecchi, prezzi oscillanti, mancati guadagni. Ma la sicurezza nelk nucleare è d’obbligo. Ma essendo l’azienda in parte privata chi ci dice che qualche “problema” non lo sidica per non perdere ulteriopri profitti?
Tre considerazioni:
1) Noi ragioniamo per massimi sistemi. Ma avete mai pensato a cosa vuol dire la tecnologia nucleare in mano esclusivamente ai privati che hanno unn solo pensiero, il guadagno?
2) E sapete che sta succedendo? Che le grosse aziende energetiche si contendono questa azienda parastatale (35% in mano allo stato) per eliminarla dal gioco.
3) Le centrali nel mondo stanno invecchiando. Il mercato è libero. I prezzi fluttuano. Le centrali guadagnano sempre meno (perché hanno problemi di vecchiaia). La sicurerzza diminuisce (perché costa). Il mantenimento in servizio costa sempre piu. Ma smantellarla costa ancora di più. L’azienda fallisce.
Io saré anche beota ma voi avete il prosciutto sugli occhi
30 Maggio 2008 alle 13:27
Caro Daniele,
Se Spagna e Germania usciranno dal nucleare sarà perché hanno installato rispettivamente centrali a gas metano e carbone. Questa è la loro unica possibilità ma non certamente un grande risultato dal punto di vista ambientale.
I problemi dell’Inghilterra derivano dalla mancanza di sufficiente potenza installata.
Se i privati sono controllati da un ente pubblico indipendente come la NRC negli USA, non vedo problemi. Appunto perché pensano al guadagno: hai presente a quali perdite andrebbero incontro nel caso di un incidente (anche limitato alla sola centrale senza perdite di radioattività )?
Sinceramente non capisco i tuoi ragionamenti che mi sembrano molto contorti: il governo britannico ha annunciato che si costruiranno nuove centrali e le grandi utility tedesche e francesi sono interessati a BE perché ha i siti per il nucleare, non certo per affossarla. Che siano calati i profitti non vuol certo dire che stia fallendo, ha comunque avuto un utile di 470 milioni di sterline, come al solito da alcuni fatti trai delle conclusioni molto affrettate se ti fanno comodo.
LE centrali nucleari più vecchie sono più redditizie per l’utility perché sono già ammortizzate. il costo dell’energia è bassissimo.
Secondo un sondaggio citato dal Sole 24 ore di oggi il 60% degli italiani è favorevole al ritorno del nucleare.
30 Maggio 2008 alle 13:29
daniele, Se me lo permetti vorrei provare a rispondere alle tue 3 considerazioni.
1) Noi ragioniamo per massimi sistemi. Ma avete mai pensato a cosa vuol dire la tecnologia nucleare in mano esclusivamente ai privati che hanno unn solo pensiero, il guadagno?
la considerazione mi sembra quasi esclusivamente ideologica, perciò mi concentro sulla, quasi inesistente, sostanza rimasta: Essendo il “privati” membri della specie umana, devo supporre che oltre al profitto abbiano anche altri pensieri, fra cui certamente ci sono: il non finire in galera; continuare a fare profitti; adempiere alle norme che la società deve stabilire e imporre per non finire in galera e non fare più profitti.
2) E sapete che sta succedendo? Che le grosse aziende energetiche si contendono questa azienda parastatale (35% in mano allo stato) per eliminarla dal gioco.
Questa sembra essere una tua personale deduzione, se vuoi che sia considerata notizia, sarebbe meglio spiegare come te la sei formata, possibilmente documentando con fonti autonome.
3) Le centrali nel mondo stanno invecchiando. Il mercato è libero. I prezzi fluttuano. Le centrali guadagnano sempre meno (perché hanno problemi di vecchiaia). La sicurezza diminuisce (perché costa). Il mantenimento in servizio costa sempre più. Ma smantellarla costa ancora di più. L’azienda fallisce.
Anche qui, escludendo due o tre banalità che non mi suggeriscono il motivo per cui tu le abbia volute inserire, mi sembra di leggere deduzioni e congetture che per essere credibili avrebbero bisogno di un’ampia e credibile documentazione.
Qui si discute di un argomento dove è possibile capire con buona approssimazione cosa è corretto e cosa non lo è. Si tratta di calcoli matematici, di strade obbligate, di alternativi possibili, di alternative non possibili. L’unica cosa che potrebbero ottenere delle considerazioni di tipo ideologico, è ritardare ciò che accadrà comunque. In sostanza: la demagogia o non serve o è dannosa.
Efi.
30 Maggio 2008 alle 13:33
Mi correggo, volevo dire ovvietà , non banalità .
30 Maggio 2008 alle 16:16
Volevo chiedervi l’indipendenza energetica a cui tanto aspira questo paese e’ vista dai francesi favorevolmente o negativamente ? Ovviamente i grandi francesi fino ad ora ci hanno sfruttato ben bene con i nostri soldi hanno finanziato la ricerca sulle fonti rinnovabili e nucleare di nuova generazione facendoci rimanere in campo energetico il fanalino di coda dell’Europa . Il piano di Scajola lo vedo superpositivo dobbiamo dimostrare ai galletti francesi che possiamo farcela da soli , dobbiamo diventare una superpotenza nucleare sia civile che militare in questo modo saremo rispettati da tutti come lo sono la Francia e L’Inghilterra invece di essere bistrattati addirittura dalla Libia .
30 Maggio 2008 alle 16:31
x Fabrizio
Non esageriamo. Se avessimo la bomba atomica conteremmo molto di piu’ politicamente, infatti i paesi con potere di veto (quelli che fanno la politica mondiale) sono quelli che detengono arsenali nucleari; tuttavia non si puo’ fare (abbiamo rinunciato formalmente agli armamenti nucleari- accettando il trattato di non proliferazione).
E comunque per fare le bombe i reattori commerciali non vanno bene, per fortuna (del resto sono fatti cosi’ apposta)!
30 Maggio 2008 alle 18:22
ATOMICA
L’atomica l’abbiamo. Dice nulla AVIANO?
MESCALEWRO
Parli troppo difficile per me. Comunque
1)
L’industriale, intanto, non va in galera. L’industriale rispetta la legge ma appena ha uno spiraglio ci si butta. L’indistriale se può risparmiare risparmia.
Il tuo concetto mi sembra troppo superficiale
2)
Il Sole 24 ore di giovedi - articolo - “Crollano i profitti di British Energy” - la società BE ha visto crollare gli utili del 32% ed è proprietaria di centrali ormai obsolete. Come mai le aziende energetiche nazionale la vogliono acquistare? Perché prendere un’azienda male in arnese? Sono sicuro che ci arrivi da solo.
3)
Autori: Maurizio Cumo, Ivo Tripputi, Ugo Spezia
Titolo:Nuclear Plant Decommissioning
Editore: Sogin - non in commercio - agg. 2004
Questo libro è la nostra bibbia per il Decommissioning. Da pag 51 a pag 68 sono elencate tutte le centrali costruite con data di inizio lavori e data di collegamento alla rete elettrica. Il resto è matematica.
Mescalewro a dare del demagogo a me sbagli. Come sbagli a pensare che le mie siano fantasie e/o deduzioni.
3 Giugno 2008 alle 23:19
INcredibile!!! 25% nucleare 25% dalle rinnovabili e il 50… cinquanta % dai fossili … tutto questo a partire dal 2018-2020 (anche se ci credo poco) a me sembra un contentino da presa per i fondelli più che altro.
Sono curioso di sapere quante persone nel 2020 si potranno permettere la benzina.
Sono curioso di sapere quanto ci metteremo a capire che quel 50% di energie prese dal fossile ci stanno consumando insieme a loro, come esseri viventi.
Intanto si parla… e si fa finta di niente, o al massimo ci si lamenta, tutte le volte.