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Rifiuti radioattivi italiani portati negli USA e rifiuti radioattivi di ritorno in Italia - aggiornamenti

28 Maggio 2008 di Amministratore

Nel mese di maggio a piĂą riprese su “La Gazzetta del Mezzogiorno” ci sono stati alcuni articoli della giornalista Marisa Ingrosso sull’ argomento del possibile trasferimento in USA di un certo quantitativo di rifiuti radioattivi italiani ed il ritorno di una parte di essi in Italia.

Infatti come giĂ  ne abbiamo parlato anche noi in passato, l’ americana “Energy Solutions” ha effettuato una richiesta alla NRC (Nuclear Regulatory Commission) per poter essere autorizzata ad importare 20.000 tonnellate di rifiuti radioattivi italiani negli USA, negli impianti di trattamento presso Oak Ridge (nel Tennessee) e il deposito di Clive (presso Tooele County, nell’ Utah).
Ad oggi, la NRC non ha ancora risposto per rilasciare o meno la licenza alla EnergySolutions: la NRC dovrebbe decidere a metĂ  giugno.

Nel frattempo ci sarebbero state alcuni proteste locali in alcuni stati americani (in particolare Utah, Kentucky, Tennessee) contro il possibile arrivo dei rifiuti radioattivi italiani.

Segue un breve elenco dei ben 4 articoli a firma di Marisa Ingrosso apparsi su “La Gazzetta del Mezzogiorno” con sintesi del contenuto:

09 maggio 2008
“Rifiuti atomici (anche lucani) negli Usa. Ma possono tornare”
E’ presente un’ analisi di cosa e quanto verrebbe trasferito negli USA se la NRC rilascerĂ  la licenza alla EnergySolutions. Viene ricordato che l’ EnergySolutions ha fatto una richiesta alla NRC contenente due domande d’ autorizzazione: una riguarda l’ importazione negli USA, l’ altra invece riguarda l’ esportazione in Italia (infatti il materiale radioattivo che non potrĂ  essere sistemato in Utah sarĂ  riportato in Italia visto che il deposito dello Utah è autorizzato ad accogliere solo rifiuti a bassa ridioattivitĂ )
Approssimativamente in Italia dovrebbero essere riportate circa 1.000 tonnellate.

22 maggio 2008
“I «fantasmi» radioattivi. In Parlamento il caso dei rifiuti tossici in arrivo dagli Usa”
E’ scritto che a seguito dell’ articolo del 9 maggio, il neo-eletto deputato pugliese Dario Ginefra (PD) ho presentato una interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo e al Ministro dell’ Economia e delle Finanze Tremonti chiedendo loro che sia reso noto quanto è stato pianificato al riguardo delle tonnellate di rifiuti radioattivi che dovrebbero poi ritornare in Italia.

23 maggio 2008
“«I rifiuti nucleari finiranno in un deposito nazionale al termine del loro lungo giro per il mondo»”
Nell’ articolo è detto che, sulla base di una “fonte verificata e qualificata della Sogin”, le circa mille tonnellate di rifiuti radioattivi di ritorno, quando torneranno dovranno (comunque tra molti anni) essere sistemate in un deposito unico nazionale (che ancora non c’è ma evidentemente dovrĂ  essere costruito). Inoltre dovrebbero essere meno delle mille tonnellate ipotizzate.

27 maggio 2008
“«Caso Scanzano» a Washington. SarĂ  studiato dal Congresso Usa”
Si fa riferimento ad alcune dichiarazioni ufficiali da un certo Gene Aloise (direttore del dipartimento USA per le Risorse Naturali e Ambiente) secondo cui i depositi americani non potranno stoccare per altri 33 anni rifiuti radioattivi, come in un recente passato aveva detto il Government Accountability Office (GAO), in quanto non era stato tenuto conto dei possibili rifiuti importati.
Tali dichiarazioni sono state fatte al Congresso degli Stati Uniti.
Inoltre lo stesso Gene Aloise ha anche fatto il punto sulla situazione italiana facendo notare come “l’ Italia non possa smaltire i rifiuti a bassa e ad alta radioattivitĂ  e non abbia centralizzato lo stoccaggio delle scorie” ed inoltre ha anche fatto cenno alle proteste che si ebbero nel 2003 contro l’ ipotesi di costruzione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi a Scanzano Jonico.



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