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Greenpeace - azione di protesta contro Intesa Sanpaolo

21 Aprile 2008 di Amministratore

Il 17 aprile alcuni attivisti di Greenpeace sono stai presenti presso le agenzie di Intesa Sanpaolo in una ventina di città italiane per distribuire ai clienti della banca “barattoli di scorie nucleari” e volantini contro gli investimenti nel nucleare sovietico.

Tale iniziativa rientra nella protesta contro la decisione di Intesa Sanpaolo di finanziare il progetto Enel di completare due reattori di tecnologia sovietica a Mochovce, in Slovacchia: Intesa Sanpaolo ha concesso infatti un finanziamento di circa 100 milioni di euro a Enel.
“Intesa Sanpaolo punta molto sull’ambiente, ma solo a parole. In realtà non è affatto un soggetto responsabile, come la sua pubblicità vorrebbe farci credere” afferma Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace. “Chiediamo al gruppo di non finanziare con i soldi dei cittadini italiani quello che potrebbe risolversi in un disastro nucleare”.
“Sebbene il tema del nucleare sia nell’ agenda politica di questi ultimi mesi, continua a esserci pochissima informazione sugli investimenti di Enel nel nucleare”, aggiunge Tedesco. “I nostri volontari stanno distribuendo finti barattoli di scorie radioattive per denunciare che ogni anno la centrale di Mochovce produrrà, considerando solo il combustibile irraggiato, circa 145 tonnellate di scorie, pari a 360 mila barattoli di pomodoro”.

Nei giorni scorsi Greenpeace ha fatto ricorso alla Commissione europea in quanto le condizioni contrattuali garantite a Enel dal Governo slovacco per farsi carico del completamento dei reattori, si configurerebbero come aiuti di stato illegali. L’ associazione ambientalista ha anche intenzione di citare in giudizio lo stesso Governo slovacco per non aver avviato la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per Mochovce, così come sarebbe richiesto dalla legislazione europea.



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  • 1 Commento a “ Greenpeace - azione di protesta contro Intesa Sanpaolo”

    1. Pietruccio scrive:

      A proposito di questo articolo…
      navigavo così, per caso, sulla questione dei rigassificatori…

      http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/19271.html

      e, ho capito male, o per i rigassificatori, qui in Italia, non serve il VIA?
      Ma siamo matti? Adesso la chiedono perfino per fare un albergo!

      E i “seguaci” di Greenpeace fanno il loro “dovere” con le loro “rappresentazioni sceniche” anche in corrispondenza dei rigassificatori e delle banche li finanziano? O fanno le loro proteste solo in una certa “direzione”?

      Non dico questo perchè sono pregiudizialmente contro i rigassificatori. Mi sono posto queste domande perchè, così, ho una certa idea su Greenpeace e tanti altri, si fa per dire, “ambientalisti” a senso unico.

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