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Associazione “Scanziamo le Scorie” - eventi per quarto anniversario della protesta Scanzano Jonico

9 Novembre 2007 di Amministratore

L’ Associazione “Scanziamo le Scorie” (campo base Terzo Cavone - Scanzano Jonico) ha organizzato dal 13 al 24 novembre 2005 alcuni eventi in occasione del quarto anniversario della protesta contro la decisione di realizzare il deposito di rifiuti radioattivi a Scanzano Jonico (Matera).

Gli eventi avranno il patrocinio di:
- Regione Basilicata
- Provincia di Matera
- Comune di Scanzano Ionico
- ENEA
- ISES ITALIA
- A.P.T. (Azienda Promozione Turismo) della Basilicata
- OaSic

PROGRAMMA

13 novembre 2007
ore 10:00 - Liceo Scientifico “E. Fermi” - Policoro (Matera)
Discussione: “La tutela della Biodiversità attraverso la promozione dei Siti d’ Importanza Comunitaria

saluto:
Anna Maria FUMAROLA - Preside del Liceo
Carmine NIGRO - Presidente della Provincia di Matera

interventi:
Luca CAPORUSSO - Gruppo Radici
Roberto CIFARELLI - Presidente Parco della Murgia Materana
LEGAMBIENTE - Basilicata
CEA Bosco Pantano WWF - Policoro
Antonello BONFANTINO - Vice Pres. di ScanZiamo le Scorie

conclusioni
Vincenzo SANTOCHIRICO - Ass. Regione Basilicata

moderatore
Pompea LOPATRIELLO - Professoressa

23 novembre 2007
ore 19:00 - Campo Base presso Terzo Cavone - Scanzano Jonico (Matera)
“Falò della protesta”

24 novembre 2007
ore 10:00 - Palazzo Baronale - Scanzano Jonico (Matera)
Discussione: “Quali azioni per promuovere le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica

saluto:
Antonietta TUFARO - Vice Presidente di ScanZiamo le Scorie
Don Filippo LOMBARDI - Direttore Caritas Matera-Irsina

interventi:
Donato VIGGIANO - Direttore Enea Trisaia
Pasquale STIGLIANI - Resp. Comunicazione ScanZiamo le Scorie
Rocco CHIRUZZI - gruppo SEA
Vincenzo NASO - Presidente ISES ITALIA
Domenico G. BRONZINO - Presidente CCIAA Matera
Mario LETTIERI - Sottosegretario Ministero del Finanze
Paolo BARTOLOMEI - Board Greenpeace Italia
Giampaolo D’ANDREA - Sottosegretario Ministero Rapporti con il Parlamento

conclusioni
Gianni PITTELLA - Eurodeputato

moderatore
Gianni MOLINARI - Giornalista “Il Mattino”

24 novembre 2007
ore 18:00 - Palazzo Baronale - Scanzano Jonico (Matera)
Assemblea soci ScanZiamo le Scorie - Approvazione relazione annuale
Discussione: “LIBERARSI DALLE SCORIE NUCLEARI”. Riaprire la trattativa con il governo USA
ritorno in America del combustibile di Elk River ancora in deposito all’ITREC.

saluto:
Donato DE STEFANO - Presidente CIA Basilicata
Giuseppe DI TARANTO - Presidente COLDIRETTI Basilicata

introduce:
Donato NARDIELLO - Presidente ScanZiamo le Scorie

interventi:
Salvatore IACOBELLIS - Sindaco Comune di Scanzano Jonico
Vito AGRESTI - Sindaco Comune di Rotondella
Maria Rita IACULLI - Commissario Comune di Policoro
Leonardo GIORDANO - Sindaco Comune di Montalbano Jonico
Michele LEONE - Sindaco Comune di Pisticci
Francesco RENNA - Sindaco Comune di Bernalda
Giuseppe SANTARCANGELO - Sindaco Comune di Nova Siri
Andrea BERNARDO - Sindaco Comune di Colobraro
Alfredo GUIDA - Sindaco Comune di Tursi
Gennaro OLIVIERI - Sindaco Comune di Valsinni
Gennaro LABOLLITA- Sindaco Comune di San Giorgio Lucano

conclusioni
Vito DE FILIPPO - Presidente della Regione Basilicata

moderatore
Massimo SCALIA - Professore di Fisica Matematica presso l’ Università “La Sapienza” di Roma

—–
Si aggiunge inoltre che dal 18 novembre al 18 dicembre a Berlino (Germania) presso la “Trattoria a Muntagnola” (ristorante del cittadino lucano Pino Bianco) ci sarà un’ esposizione fotografica a colori “Un’esperienza di protesta civile” di Lino De Stefano ed una in bianco e nero “Scanzano. la Rabbia, l’Orgoglio e la Vittoria” di Toni Vece. Inaugurazione alle ore 18:00 del 18 novembre, con la presenza di Pasquale Stigliani (Resp. Comunicazione ScanZiamo le Scorie)



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  • 40 Commenti a “ Associazione “Scanziamo le Scorie” - eventi per quarto anniversario della protesta Scanzano Jonico”

    1. tfrab scrive:

      4 anni che il paese ha deciso di mettere la testa sotto la sabbia invece di risolvere un problema.

      si decide celebrare tutto questo? col patrocinio di enti, e soldi, pubblici?

      Mah…

    2. Ing.A.Ciriello scrive:

      Sicuramente risolveremo il problema dando la colpa ad altri, o sperando che i francesi, per i quali per fortuna lavoro, si dimentichino di rispedirci le scorie che stanno vetrificando per la Sogin.

      Saluti
      A.C.

    3. daniele scrive:

      Ma sapete che cosa è successo a Scanzano? Non si tratta del solito NYMBY ma di una protesta, che ha coinvolto un’intera regione, contro una decisione politica che voleva trasformare un piccolo paese della più piccola regione d’Italia in una discarica raioattiva.

      Purtroppo la disinformazione è totale e non per colpa nostra ma perché così vogliono i politici.

      Spero ricorderete che la ricerca del sito per costruire il deposito nazionale fù data ad un generale, Carlo Jean, che fù messo dal governo Berlusconi prima a capo della Sogin, defenestrando il professor Cumo, e poi, nominandolo commissario governativo per la gestione di un’emergenza fittizzia, a capo di tutte le operazioni di messa in sicurezza delle scorie.

      Il primo studio inizio ad aprile del 2003 e si conclude a giugno 2003. Era uno studio preliminare ma aveva già indicazioni politiche e non tecniche. Infatti tra le soluzioni si ipotizzava di usare zone controllate dai militari tipo i poligoni di tiro che offrono grandi spazi e bassa densità di popolazione. Tutti dissero la Sardegna e il governo ed il generale dissero che erano illazioni.

      Leggete cosa disse il 6 dicembre 2003 al Corriere della Sera il generale Jean durante un’intervista.
      “Quando si parla di localizzazione dei siti, la protesta della popolazione bisogna darla per scontata. Prima di Scanzano si era esplorata la possibilità della Sardegna Nord Orientale e abbiamo avuto una specie di rivolta preventiva. Poi, per evitare il ripetersi di una cosa del genere, ci siamo mossi con discrezione, studiando la fattibilità del deposito geologico a Scanzano. Pensando che la natura stessa del deposito profondo fosse più accettabile per la popolazione. C’è stata la rivolta anche lì.”

      Avevano detto una bugia perché lo studio era solo il paravento per avvallare una scelta politica.

      Su Scanzano le stesse cose. Il generale parlò di studi e di scienziati che avevano avvallato quegli studi. Anche per Scanzano il tempo dello studio fù breve: da giugno 2003 a novembre 2003. Per trovare il sito dove costruire un deposito geologico ci si mise 5 mesi! Ma si ebbe un colpo di fortuna, disse il generale ed il governo. Si contano sulle dita di una mano i posti adatti per il geologico e noi ne abbiamo uno a portata di mano.
      Dissero anche che mai e poi mai si sarebbe portato lì subito le scorie, se non prima di rilevazioni sul posto. Sarebbe da domandare perché un decreto d’urgenza se c’era più di un’anno di tempo.

      E quì le bugie si sprecano.

      Il decreto alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 2 dice chiaramente questo:
      “alla messa in sicurezza, d’intesa con il Ministero dell’interno e con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, di strutture temporanee da realizzare sullo stesso sito dei rifiuti radioattivi ora distribuiti sul territorio nazionale, rilasciando le relative licenze”

      Quindi qualcosa lì lo volevano portare subito, “provvisoriamente” anche senza ulteriori studi.

      Ma cosa avrebbero portato subito lì “temporeanamente”?

      Basta leggere quello che scrive l’onorevole Tommaso Foti sul suo sito il 9 aprile 2003:
      “Dall’audizione - riferisce Foti - emerge il concreto impegno che si sta profondendo per trasferire da Caorso il combustibile ospitato nelle piscine». «Il fatto che per i primi mesi del 2004 gli amministratori di Sogin contino di disporre dei cask necessari per lì collocare il combustibile irraggiato - continua il parlamentare di Alleanza Nazionale - costituisce la migliore testimonianza della volontà da parte dei rappresentanti della Sogin di alleggerire Caorso da una presenza che dura da alcuni anni e che eufemisticamente potremmo definire ingombrante». «Quanto poi al luogo
      ove allocare i detti cask - aggiunge l’onorevole Foti - è emerso chiaramente nel corso dell’audizione che - non appena avrà a disposizione un sito, che non potrà essere Caorso, né altra area ubicata in provincia di Piacenza - la Sogin potrà allestire in sei mesi un deposito provvisorio. Per detto sito è emersa la preferenza del Commissario Jean di potere disporre di un’area di proprietà dell’autorità militare». «Il deposito - ha ribadito l’onorevole Massimo Polledri - sarà provvisorio e vi andranno i cask che sono a prova di treno»

      Se mettete insieme tutte le informazioni che vi ho dato si capisce molto bene come tutta la storia del sito nazionale (prima in Sardegna e poi in Basilicata) è guidata solo da scelte politiche e di parte tese a dividere il nord dal sud.
      Nessun nobile intento di trovare una soluzione democratica per l’Italia tutta, ma la volontà di favorire una parte della popolazione invece di un’altra. Tra le altre cose prendendola in giro perché non era certo con lo spostamento di alcune barre di combustibile che si risolveva il problema della sicurezza di quella regione.

      Non sò di che regione sono gli utenti di questo forum. Io sono toscano. Vi chiedo solo se non scendereste in piazza anche voi se un governo agisse in questo scelerato ed arrogante modo.

      Per finire leggete cosa dichiarò il generale Jean alla Commissione parlamentare il 3 dicembre 2003 proprio sul fatto di portare a Scanzano subito le scorie. Leggete e ripensate a quello che avevate sentito dire a proposito di tecnici e scienziati che avevano validato il sito, come ripeteva in quei giorni lo steso generale Jean:
      “Nessuno di noi ha mai pensato di fare il sito provvisorio di Scanzano, questo è stato deciso in una riunione di ministri tenutasi il 10 novembre, richiesta dai ministri delle attività produttive e dell’ambiente e tutela del territorio al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. In tale riunione sono state esposte le nostre conclusioni, che sono state accettate in quanto tenacemente sostenute dai due ministr. Noi abbiamo sottolineato che i depositi del materiale sanitario che sono sparsi in giro o quelli dell’industria vanno messi quanto prima in sicurezza. Nelle centrali, dove sarebbe stato logico metterli, non possiamo metterli perché scateneremmo la rivoluzione in ogni paese dove c’è una centrale; occorre quindi trovare un posto e in questo senso sono sicuramente anch’io responsabile per non aver mosso subito delle eccezioni: è stato individuato il sito di Scanzano per la sistemazione di questi depositi provvisori, mentre a mio parere di depositi provvisori devono essercene quattro o cinque in Italia: a nord-est, a nord-ovest, al centro, al centro-sud e nelle isole. Questa è la mia opinione”

      Certo un deposito per le scorie radioattive serve, ma perché le produciamo con le attività mediche non per smaltire vecchi ricordi. Invece tutta l’attenzione è rivolta a quelle vecchie che sono un falso problema.

      Ma converrete con me che dal 1995 al 2007 pur con diversi governi alla guida del paese la gestione di questo problema è stata fallimentare!
      La stessa idea di inviare, riflettete bene, il combustibile nucleare in Francia per riaverlo sotto forma di scorie vetrificate tra 20 anni è una denuncia palese dell’impotenza italiana a risolvere questo problema, rinviandolo. Ma è anche l’ennesima bugia! Non si risolve il problema scorie smaltendo il solo combustibile che rappresenta una frazione di quello che dobbiamo smaltire! Eppure mi pare di sentire le autorità politiche del nord gridare di aver risolto il problema delle scorie. E’ fumo negli occhi di noi tutti per nascondere gli errori fatti.

      L’effetto NYMBY esiste, certo. Ma converrete che in questi anni, e mi dispiace dirlo, sopratutto con il governo di centrodestra alla trasparenza e alla discussione si è preferito usare strumenti coercitivi.
      Sistemi che hanno incancrenito la discussione per colpa dei quali sarà ancora più difficile trovare una soluzione a questo problema.

      Ma la ciliegina sulla torta è che quegli stessi politici, di destra e di sinistra, che non hanno saputo gestire l’eredità lasciata dalal sperimentazione degli anni ‘60 adesso vogliono riaprire una nuova stagione nucleare!

      Concludo dicendovi che ho realizzato una ricerca sui fatti di Scanzano.
      Questo è l’indirizzo internet dove scaricare il PDF della ricerca

      http://www.zonanucleare.com/complementi/tesi_ricerche.htm

      Se potete scaricatelo e leggetelo. Sono la sintesi di 2 anni di ricerca sul problema della gestione delle scorie. Non sono supposizioni ma un’inchiesta vera e propria basata su carte pubbliche e originali. Non mi interessa la pubblicità ma che almeno si sappia come stanno le cose. Poi ognuno la pensi come vuole.

      Un saluto

    4. tfrab scrive:

      dunque la decisione di fare il deposito di scorie a scanziano era politica, non tecnica.

      mi chiedo solo una cosa, nella mia non conoscenza approfondita della materia: il sito in questione è adatto o meno?

      se non è adatto mi viene spontaneo chiedermi per quali ragioni non lo sia, se è adatto allora non farlo è nimby: tertium non datur

    5. daniele scrive:

      Il sito in questione non era, ne è, adatto.

      L’unico deposito geologico attualmente in fase di costruzione è nel Nevada, nelle Yucca Mountain, america.
      In realtà, come dimostrano le foto disponibili su internet e i disegni di come saranno inserite le scorie e il combustibile irraggiato, risalta il fatto di come sia progettato perché siano le barriere tecnologiche e non quelle naturali a proteggere l’ambiente dalle scorie. E’ un deposito ingegneristico scavato dentro una montagna.

      In europa invece gli studi cercano un terreno con una formazione geologica adatta ed
      esistono laboratori sotteranei francesi e tedeschi da più di 15 anni che studiano la migrazione dei radionucleidi in queste roccie.

      Insomma ad oggi non esiste nessun deposito geologico al mondo, nemmeno quello americano che non è ancora operativo.

      Se vuoi ti invio lo studio su Scanzano fatto da Sogin, con le date di inizio e fine e con tutte le bischerate che ci hanno messo. Ad esempio 5 lettere di altrettanti scienziati che il generale si vantava avessero avvallato la sua scelta di Scanzano (perché alla trasmissione Che tempo che fà disse disse che la scelta di Scanzano era sua).
      3 lettere dicono che il ragionamento in astratto è corretto, ma occorrono studi sul posto e 2 sono una la fotocopia dell’altra. Due fogli bianchi fotocopiati con due firme diverse, quelle del professor Angelo Ricci e del professor Umberto Colombo, tra l’altro non esperti indipendenti ma facenti parte del consiglio scientifico del generale.

      Concludo la mia risposta dicendoti che posso inviarti lo studio della Sogin in pdf per verificare quello che ho detto. Se poi il web master vuole lo posso anche rendere disponibile anche a tutti.

      Spero di aver risposto alla tua domanda.

    6. tfrab scrive:

      ti ringrazio per la risposta, a questo punto sono molto curioso di vedermi ’sto benedetto studio.

      se clicchi sul mio nome ti porta al blog dove c’è la mia e-mail: chiedo scusa se non la scrivo, è solo per evitare di trovarmi la casella di posta sommersa di spam.

      sarei altrettanto curioso di sentire altri pareri dei lettori di questo sito.

    7. Edoardo scrive:

      Per Daniele:

      Alcune doverose rettifiche:

      il sito di Scanzano era noto già dal 1975 quando l’allora PEN prevedeva la costruzione di 20 centrali italiane.
      Gli studi per l’eventuale deposito furono continuati fino al 1986 e poi abbandonati (come tutto il resto) all’indomani del referendum.
      Il sito (caverne di salgemma) era di per se idoneo anche se ve ne erano altri molto più adatti (es. le miniere di sale della Pasquasia, Enna abbandonate da vent’ anni/ fonti ENEA) In Italia ci sono almeno 150 siti adatti per lo stoccaggio definitivo. Il maggior numero lo abbiamo in Toscana ed in Puglia (Fonti Sogin/Enea)
      Eravamo terzi come produttori di energia nucleare nel mondo fino al 1966. La centrale di Montalto doveva essere l’inzio di un tipo di PWR tutto di concezione italiana (Ansaldo/Enel) da costruire in serie anche all’estero, come in Francia.
      A tale proposito l’ex sindaco parigino (1987) Michel Rocard dichiarò all’epoca e ultimamente ripetuto in un intervista al Corriere che gli italiani, in campo nucleare, erano considerati dai francesi di EDF formidabili concorrenti… E tutto questo lo chiami “sperimentazione degli anni ‘60”? Mah… Non sei molto obbiettivo a tale proposito.

      Che la faccenda di Scanzano si stata mal gestita sono d’accordo anch’io (Matteoli si comportò da vero incompetente e il Generale Jean agì di conseguenza) Penso sia inutile e deleterio guadare solo agli errori del passato, dire: “Tanto siamo Italiani!” lasciar tutto così e rimanere fermi.
      C’e’ da tener presente che mentre tanti sprovveduti spendono soldi e festeggiano il no di Scanzano, i rifiuti radioattivi italiani (dislocati in 120 siti, provvisori ed inadatti) proprio per come sono ORA custoditi sono pericolosi… e questo non è NYMBY?
      Dice che Bersani ha cominciato un giro di interpellanze in vari comuni per almeno un sito di superficie e ha anche aggiunto lo scorso 8 Novembre (il ventennale del referdeum): “… Prima di parla di un riavvio del nucleare in Italia pensiamo prima a individuare un sito adatto per il deposito”… Speriamo che finalmente qualcosa si muova per il verso giusto.

      Oltre a Yucca Mountain va menzionato il deposito definitivo di Onkalo in Finlandia
      Entrerà in funzione nel 2012 e i finalndesi hanno scoperto una nuova, efficace barriere da apporre ai cask. In pratica, dopo che le scorie sono state vetrificate, compattate e chiuse ermeticamente nei cask di acciaio e rame, vengono calate nei pozzi riempiti di bentonite. La bentonite, usata anche in edilizia, è una roccia vulcanica che al contatto con l’acqua aumenta di volume circondando ed avvolgendo i cask in uno speso strato argilloso (vedi www.posiva.fi) Loro si che farebbero bene a festeggiare!

    8. daniele scrive:

      Da rettificare non c’é niente Edoardo, se non la tua volontà di non accettare la realtà delle cose.

      L’Italia ha sviluppato la sua attività nucleare quando questa tecnologia erain fase sperimentale. Inutile ripeterti cosa erano l’Itrek in Basilicata o l’Eurex a Saluggia. Chi segue questo forum sà cos’é un “impianto pilota”. Inutile dire la rilevanza delalproduzione eletronucleare in quell’italia delle centrali a carbone.
      Se passava il piano energetico si sarebbe nuclearizzato l’Italia, ma nel 1966, cioè a 8 anni dall’inizio della costruzione della nostra prima centrale, eravamo terzi per una tecnologia che iniziava il suo cammino commerciale allora!

      Sui 150 depositi di scorie vai a leggere il censimento ANPA 1999. I siti sono 20, tra quelli Enea, SOGIN e privati! Ci vuoi metteregli ospedali? Allora le cose cambiano.
      Quella cifra la sparò Matteoli per spaventare i poveri politici della Commissione Ambiente. Nei giorni della protesta, Matteoli, disse anche che nel mondo c’erano 100 siti come Scanzano. Se vuoi ti invio il censimento Anpa così come è riportato nei documenti che la Sogin consegnò i primi di gennaio 2003 alla Commissione Ambiente nell’ambito dell’Indagine Conoscitiva sulla gestione dei rifiuti radioattivi.

      Su Scanzano se hai letto quello che ho scritto non puoi affermare che lo sbaglio è stato nel metodo e non sul merito, perché da decenni si sapeva che quello era il sito adatto! Per favore un pò di obbiettività! Fu una scelta politica. Lo stesso generale Jean voleva prima portare le scorie in Sardegna parlando di deposito di superficie ( TI INVIO LO STUDIO SE VUOI) e dopo in Basilicata parlando di geologico. Ma se tutti sapevano, Enea compresa, che il sito giusto era a Scanzano perché non lo hanno indicato subito? Ma hai letto cosa dice il generale? Che quel sito lo proposero i ministri stessi!

      Che dire delle tue rettifiche.
      Spero solo che la tua non sia polemica fine a se stessa, sarebbe brutto.

      Non esiste un sito geologico attivo ma studi su possibili siti.
      Questo vale anche per la Finlandia e se vai al seguente indirizzo (mi ci hai mandato tu)
      http://www.posiva.fi/englanti/loppusijoitus_aikataulu.html
      potrai vedere la scheda dei lavori nucleari con le date di realizzazione degli impianti nucleari e del deposito.
      Siamo allo studio e dire, come tu affermi, che nel 2012, cioè tra 4 anni, il deposito sarà attivo non capisco da dove lo estrapoli. Leggendo l’ultimo rapporto datato luglio 2007 dal titolo “Future Vegetation Types and Related Main Processes for Olkiluoto Site” siamo alla Valutazione di Impatto Ambientale.
      Quello che mi dispiace è che diate come già fatto quello che non è.

    9. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Ho dato uno sguardo al documento segnalato da Daniele qui:
      zonanucleare.com/z_plus/plus_tesi_ricerche/daniele_rovai-il_...

      Peccato! Sarebbe un documento interessante ed utile, se non fosse ‘infarcito’ di ideologia antinuclearista ed errori tecnici banali:
      Leggiamo:

      i) “La Comunita Europea stà studiando da 15 anni questo tipo di deposito perchè
      sembrerebbe l’unico modo per stoccare il materiale irraggiato e le scorie di III
      livello (materiale prodotto dall’ utilizzo di centrali nucleari) per il tempo necessario
      al loro decadimento radioattivo (24 secoli). Alcune nazioni hanno installato
      laboratori sotterranei per approfondire le ricerche.
      Allo stato attuale non esistono contenitori (cask corrazzati dove si mette il
      combustibile irraggiato per il trasporto e lo stoccaggio temporaneo) che resistano
      per questo tempo. Quindi il contatto con la biosfera verrebbe assicurato dalla
      profondita e dalle caratteristiche geologiche del territorio.”

      Non esistono cask che resistono? Non direi, le prove di laboratorio dicono l’esatto contrario (basterebbe ascoltare gli scienziati e non Greenpeace!!!)

      ii) “Miscelando il Plutonio o l’Uranio con il torio si crea
      un combustibile misto (MOX) che può essere riutilizzato come “carburante” per le
      Centrali”

      No, nei MOX il torio non c’entra

      iii) “Certo con il riprocessamneto si recupera il
      Plutonio che serve a realizzare bombe atomiche!.”
      “Con le scorie
      atomiche può ottenere il combustibile necessario e ammodernare il suo arsenale
      bellico”

      No, è una stupidaggine, non col plutonio delle centrali nucleari, l’ho spiegato tante volte, perchè ‘inquinato’ di plutonio 240 che porterebbe a predetonazione dell’ordigno…

      iv) “Se vincerà la lobby nucleare sarà un’era oscura; se riusciremo a trovare
      fonti alternative al petrolio, evitando il nucleare, forse ci salveremo.”

      Mi pare un’affermazione appena un filino ideologica…

    10. daniele scrive:

      E’ incredibile. Ho realizzato quella ricerca per uno scopo preciso. Dimostrare le bugie e le falsità del governo dell’epoca nella gestione dei siti nucleari dismessi e degli interessi che c’erano (e ci sono sopra).
      Ho sezionato il decreto 314 dimostrando come sulla questione del decommissionig siano state dette e fatte azioni che in altre nazioni ben più civili della nostra avrebbero indignato un’intera popolazione.
      Invece mi fai le pulci su alcune frasi o affermazioni che ho fatto?

      Sui cask vediamo di intendrci. La loro funzione è quella di tenere in sicurezza il combustibile esausto. Poi sarà la formazone geologica a contenere la radioattività dopo che il cask si sarà disintegrato. Tu mi stai dicendo che esiste un cask che resiste per 24 secoli? Allora a che serve un deposito geologico?

      Sul MOX e sul plutonio per costruire unabomba atomica hai ragione. Sono delle leggerezze. Oggi, ad un’anno e mezzo, dalla scrittura di quella ricerca scriverei diversamente per quanto riguarda il MOX e il Plutonio.

      Per quanto riguarda il nucleare non sò più come ripeterlo. Non sono un’ambirntalista, ne un verde. E’ un mio convincimento che la tecnologia nucleare non è il futuro del pianeta.
      C’é un problema di generazione di elementi radioattivi artificiali e la produzione di rifiuti non smaltibili. Basta dire che chi non è per l’atomo è verde! Fà comodo ripetersi che l’uscita italiana dal nucleare è stata colpa dei verdi e dei radicali. Ma sappiamo che non è così! Non ho nessun preconcetto ideologico. Solo che per me il nucleare è sporco quanto i combustibili fossili.

      la mia ricerca evidenzia una situazione che a molti di noi è nascosta. Preoccupati, piuttosto, di capire se quello che ho scritto sulla Sogin risulta vero. Servirebbe anche a te aprire gli occhi su chi stà gestendo il nostro patrimonio nucleare che, ricorda sempre, per qualcuno sono solo rifiuti particolari mentre per altri è un bussiness miliardario.

    11. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Vediamo di intenderci.

      “Dimostrare le bugie e le falsità del governo dell’epoca nella gestione dei siti nucleari dismessi e degli interessi che c’erano (e ci sono sopra).”

      E infatti è un tuo grande merito averci provato: io ho ‘fatto le pulci’ su questioni tecniche, non sull’aspetto burocratico. Non so se hai ragione o no, dovrebbe risponderti qualcuno di SOGIN, non certo io, ma è sicuramente molto meritevole il tuo intento di fare chiarezza. Del resto sono io stesso che ho sostenuto più volte che il nucleare si può fare ed è una tecnologia economica, pulita e sicura, ma a patto che sia fatta secondo tutti i crismi, ed è sempre bene che i cittadini (nella misura in cui possono) siano all’erta (specie in Italia, credo che su questo saremo d’accordo!).

      “Tu mi stai dicendo che esiste un cask che resiste per 24 secoli? Allora a che serve un deposito geologico?”

      Secondo gli studi dovrebbe resistere per ben più di 24 secoli. Anche quando si fosse ‘disintegrato’ per azione dell’acqua fresca (!!!) per trasportare i radionuclidi nella biosfera bisognerebbe corrodere del vetro vulcanico! A che serve il deposito geologico? A essere ultraconservativi (e dico ULTRA), come sempre in campo nucleare…
      Non voglio ripetermi ed essere autoreferenziale, ma sull’articolo sulle scorie che ho scritto queste tematiche sono accennate in maniera organica (http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/La%20sistemazione%20in%20sicurezza%20delle%20scorie%20nucleari.pdf).
      Peraltro vorrei farti notare un’altra piccola cosa: che significa che le scorie sono pericolose per 24 secoli? Il plutonio 239 presenta un periodo di dimezzamento di 24 000 anni, ossia 240 secoli, dopo i quali ha appena dimezzato la sua attività. Come ho spiegato però questo non è un problema (e, sarò ripetitivo, se per te è un problema sappi che il plutonio si può, e scondo si deve, bruciare per produrre energia).

      “Per quanto riguarda il nucleare non sò più come ripeterlo. Non sono un’ambirntalista, ne un verde.”

      Non l’ho mai detto, ne sarebbe di per se una ‘colpa’; è un fatto però che le tue idee collimano con quelle dei verdi oltranzisti… O no?

      “Fà comodo ripetersi che l’uscita italiana dal nucleare è stata colpa dei verdi e dei radicali.”

      Proprio no, non l’ho mai detto: come farebbero due partiti così piccoli a pilotare l’intera politica energetica di un paese per anni? Sotto c’è molto di più, e anche questo lo spiego chiaramente in una intervista che ho rilasciato:
      tecnosophia.org/rassegna_stampa/articoli/2006_06_romanello.h...

      “Non ho nessun preconcetto ideologico. Solo che per me il nucleare è sporco quanto i combustibili fossili.”

      Scusa ma mi pare un non senso. Come fa ad essere sporco come i combustibili fossili? Non è una soluzione ideale, ma mi pare che i fatti ti smentiscano in maniera netta.

      “E’ un mio convincimento che la tecnologia nucleare non è il futuro del pianeta.”

      Io la penso molto diversamente, chi vivrà vedrà (se non ci saremo uccisi tutti per il controllo delle fonti fossili nel frattempo, gli ultimi eventi non mi incoraggiano!). Quale la soluzione alternativa? Il gas?

      “Preoccupati, piuttosto, di capire se quello che ho scritto sulla Sogin risulta vero.”

      Non sono in grado di determinarlo, ma sicuramente è un’azione da fare…

    12. Edoardo scrive:

      Per Daniele:

      Mah…veramente i 150 siti ne a sempre parlato la Sogin ed Enea ricordo un ampio articolo su La Stampa del 2005. Spero di ritrovarlo e inviarlo sul forum.
      Segnalo a tale proposito anche il libro dell’ing. Resoluti (ENEA) “Scorie nucleari problema tecnico o politico? Ediz. Aracne 2003 (quindi Matteoli non c’entra niente)…A già tu Risoluti lo reputi uno che dice cose sbagliate: peccato che lui è un ingegnere nucleare che si è occupa da anni di scorie radioattive, tu no quindi penso che lui ne sappia “qualcosina “ più di te.
      Tieni comunque presente che per costruire il deposito definitivo non è necessario avere 50,100, 200 siti idoni già i 20 sono tantissimi. In una superficiae di 130 m2 puoi ricoverare scorie di III categorie derivanti da 50 anni di attività nucleari (sul libro di Piero Angela: “La sfida del secolo” addirittura si parla di 100 anni! Come anche da studi del Politecnico di Milano Prof. Pedrocchi)

      Il deposito finlandese, almeno nella versione inglese che ho visto, parla appunto del 2012 come inzio delle prime attività di ricovero delle scorie, se poi questo non l’hai visto o letto che posso dirti? Mica me lo sono inventata io la data del 2012 altrimenti potevo dire 2009, 2015, ecc… E poi quelli che tu chiami “studi” sono enormi cantieri che scavano e lavorano dal 1999. Mah….

      Se passava il piano energetico si sarebbe nuclearizzato l’Italia, ma nel 1966, cioè a 8 anni dall’inizio della costruzione della nostra prima centrale, eravamo terzi per una tecnologia che iniziava il suo cammino commerciale allora!

      Stai confermando quello che ho detto: l’inizio è stato promettente ma poi è stato tutto abbandonato SOLO per ottusità politica.
      Mentre tu svisceri maniacalmente (ed è positivo se uno ha delle controposposte) il fatto di Scanzano con relativi errori (2003), rimane il fatto che in Italia il nucleare lo importiamo, paghiamo l’elettricità più sporca e cara d’Europa (e vogliamo competere con gli altri paesi), insistiamo con il protocollo di Kyoto ma negli ultimi anni le emissioni di CO2 sono in aumento (per forza!…A forza di bruciare gas, petrolio e carbone!) e siamo attaccati alla canna del gas (nel vero senso della parola) della Russia (e Putin gongola) e dell’Algeria. Poi affermi: ““Non ho nessun preconcetto ideologico. Solo che per me il nucleare è sporco quanto i combustibili fossili.”… Già questa è, caro Daniele, è ideologia, non certo ambientalista o verde, ma pur sempre ideologia.
      Se il nucleare è brutto e fatto da criminali, il petrolio, il gas ed il carbone sono sporchi ed anche lì ci sono le lobbies che imperano, mi spiegi come faremo per il futuro?
      Grazie per l’attenzione

    13. Pietruccio scrive:

      Caro Edoardo, solo una precisazione.

      Montalto avrebbe dovuto essere un gioiellino di BWR 6 – MARK III da 1000 MW elettrici che presentava elevatissimi standard di sicurezza e con un contenimento che era un bijou (che a me, all’epoca, piaceva particolarmente perchè era fatto senza risparmiare sugli spazi e con un modo furbo di far defluire il vapore generato in caso di incidente da una all’altra stanza del contenimeto). Le aziende italiane che hai citato si appoggiavano alla General Electric come “fornitore della caldaia nucleare” e quindi anche del resto dell’isola nucleare. Era stata commissionata dall’ENEL all’Ansaldo Meccanico Nucleare nel 1973.

    14. Edoardo scrive:

      Per Pietruccio:

      grazie per la rettifica.

      con stima

    15. daniele scrive:

      Per Edoardo

      Caro Edoardo se vuoi ti invio la mail di risoluti così chiedi a lui che cosa doveva cercare la task force Enea e anche se ci sono 150 depositi di scorie in Italia. Tu cita gli articoli, io cito il censimento Anpa del 1999 che viene utilizzato dalal Sogin per presentarsi alla VIII Commissione Ambiente a gennaio del 2003.
      Di 150 depositi ne parlò Matteoli impropriamente.

      Ho quel libro. Lui parla di depositi geologici come migliore sistemazione per le scorie, ma l’incarico che gli fù dato era per trovare il sito dove costruire un deposito ingegneristico. Ripeto: chiedi a lui direttamente.

      Sul deposito e sullo spazio necessario basta che tu chieda a qualche amico nuclearista francese quanti depositi per le scorie di II categoria hanno. Sono 2 ed 1 già chiuso. Invece per quanto riguarda lo YM al momento che si inizierà a portare le scorie e il combustibile stoccato a secco quel deposito sarà pieno.
      In Francia sono già al 2° deposito ed negli USA quello non ancora attivo sarà già pieno con quello che c’é. Forse a Piero Angela hanno fatto leggere il rullo sbagliato? Ma lo sai che alcune persone che conosco parlano del professor Cecchi Paone solo perché ha presentato dei documentari inforcando degli occhiali? Divulgazione televisiva non fà rima con divulgazione scientifica.

      Sui Finlandesi non sò che dirti. Vediamo se nel 2012 (tanto è vicino) apriranno il sito.

      Su Scanzano lascia perdere. Chi deve decidere, anche a livello europeo, su come mettere in sicurezza le scorie sà benissimo cosa è sucesso a Scanzano.

      Concludo dicendoti solo questo: (e te lo potrebbero confermare anche qualcuno che partecipa a questo forum):
      1) la SOGIN non ha le conoscenze ne per mettere in sicurezza le scorie ne per realizzare lo smantellamento delle centrali; è come quel vigile forestale che incendia il bosco e poi reimpianta gli alberi assicurandosi il lavoro ogni anno.
      2) Non esiste nessun piano di smantellamento accelerato e la Sogin nasce solo per eliminare un ramo secco dell’Enel che avrebbe danneggiato il suo collocamento in borsa, spostando una spesa miliardaria dal bilancio Enel (ormai privata e non più statale) ai bilanci delle famiglie italiane che dal dover pagare 1 lira per ogni kw usato (2000) oggi ne pagano 35 centesimi (2007) cioè più di 600 lire.( delibera 238_07 della AEEG alla pagina 4 della tabella “A” allegata).

      Un saluto
      Daniele
      Non vuoi crederci? Io non posso farci niente.
      Però senti qualcuno che conosci e che conosce la Sogin è chiedi.

      Sul gas russo tranquillizzati. Quel mese di gennaio 2006 mancò, a livello nazionale, solo il 2% del gas necessario. Dalla Russia importiamo solo il 30%. Il 70% viene dagli altri 3 paesi del sud. Non mi sembra ci siano stati o ci siano problemi con l’Algeria. Magari se l’ENI sbottigliasse i suoi fgasdotti di gas ne entrerebbe di più. Però far entrare gas dai suoi gasdotti perché altre aziende lo vendano e gli facciano concorrenza non gli piace mica! Il problema delle riserve ci fù perché Enel ed Eni usarono qul gas per rivenderlo a loro clienti tanto che c’é una delibera dell’Autorità Elettrica che le sanziona.
      Tranquillo Edoardo che Putin ci dia o meno il gas non morirai di freddo.

      Il nucleare è brutto non criminale. Per me l’unico mix da utilizzare adesso è il risparmio energetico, motori più efficienti e uso delle rinnovabili dove possibili. Basta con la globalizzazione che ci fà bere l’acqua minerale francese o le olive spagnole.
      Penso che i tecnici presenti nel forum saranno daccordo che ogni tecnologia che produce qualcosa inquina! Così è per il nucleare e così sare per la fusione nucleare. Dobbiamo produrre meglio e inquinare meno rinunciano a qualcosa. Non è possibile? Sopravviveremo. Vincerà la favola nucleare? La sopporteremo anche perché, alla fine, la quota data da questa tecnologia resterà fissa.
      Ormai ho smesso di essere ideologist e se attaco il nucleare è una mia convinzione. Magari parla di ossessione (se hai bisogno di etichette) ma non di ideologia.

      L’unica cosa che chiedo. Non ascoltare le stronza

    16. Pietruccio scrive:

      …..Dobbiamo produrre meglio e inquinare meno rinunciando a qualcosa. Non è possibile? Sopravviveremo……

      Un’affermazione così va, non dico dimostrata, ma almeno sostenuta con argomenti solidi, perchè in base a conticini di massima che ognuno può fare e che tanti (me compreso) riportano spesso su questi post, risulta proprio di no!

      Ma avete idea di cosa sono i 200 Mtep del fabbisogno annuale italiano di energia?

      Girava un sondaggio qualche giorno fa, mi sembra su Repubblica, che avrebbe voluto essere “ambientalista” perchè affermava che gli europei in genere, e sopratutto gli inglesi, erano disposti a fare sacrifici per l’ambiente. Anche gli italiani, da una lettura superficiale, sembravano fra i più convinti e disponibili.

      In realtà, leggendo più attentamente le posizioni espresse, si sarebbe potuto capire che il problema vero è che la gente non ha capito che quando si parla di “politiche energetiche ambientali” non si tratta di spegnere un po’ prima il riscaldamento o cambiare qualche lampadina ma rinunciare al 70-80% delle risorse. Gli italiani non sono ambientalisti, sono viziati!

      Voglio vedere fra qualche anno cosa diranno quando un panino costerà 10 o 100 volte tanto e “risparmio energetico” per molti vorrà dire fame. Qui nessuno sembra capire che al giorno d’oggi l’agricoltura non va più coi buoi e coi cavalli ma con le macchine che vanno a benzina, e così l’industria, l’artigianato, il terziario. Viviamo in una società che è come una rete: ognuno dipende dall’altro e ci sosteniamo tutti insieme. Se si smaglia…

      E in questo quadro c’è pure qualche dott. Stranamore che pensa di fare affari utilizzando la terra fertile (superfici immense) per produrre etanolo (briciole in confronto al fabbisogno) invece di alimenti, facendo sballare il mercato di carni (perchè gli animali, per crescere e moltiplicarsi devono mangiare) e cereali!

    17. Alessandro scrive:

      Leggendo i tuoi interventi non ho capito se sei contrario allo stoccaggio geologico tout court delle scorie o in particolare alla scelta di Scanzano o in generale a quasiasi strategia di messa in sicurezza delle scorie, perchè la soluzione geologica non è affatto l’unica (nè tanto meno la migliore) possibile. Ora a parte il fatto che i volumi in gioco sono davvero infimi se confrontati con i milioni di tonn di scorie tossiche chimiche prodotte in Italia ogni anno (e non sempre ben confinate), devi infatti tenere conto che nel combustibile spento solo l’1% del materiale richiede isolamento in sicurezza per periodi geologici, ma il caso vuole che proprio questo 1% sia riciclabile ed eliminabile in reattori adatti; il resto delle scorie essendo l’uranio di partenza, appena debolmente radioattivo, ed una serie di prodotti molto tossici e radioattivi ma con vita media di anni o decenni al max. Con queste tecnologie si può ottenere il cosidetto “incenerimento” delle scorie (o meglio trasmutazione degli attinidi) con lunghi tempi di dimezzamento con il risultato di produrre a sua volta enormi quantitativi di energia - grossomodo le scorie scaricate da 100 reattori possono a loro volta alimentarne 30 o 50 della stessa potenza. Le scorie non sono quindi un “rifiuto” ma esse stesse un combustibile o una risorsa energetica se viene realizzato un riciclo “spinto” del combustibile : i prodotti di fissione risultanti hanno al più anni o decenni di tempo di dimezzamento, non centinaia di migliaia di anni; a questo punto un deposito definitivo di stoccaggio è ancora necessario, ma è enormemente più semplice di uno di tipo geologico, perchè dopo un periodo attorno ai 150 anni i prodotti di fissione hanno perso quasi tutta la loro radioattività (~ 99%)

      Le tecnologie di cui parlo sono ad es. quelle di cui ha discusso Romanello o quelle sviluppate in Usa in occasione del programma denoominato “integral fast reactor”
      http://www.nuc.berkeley.edu/designs/ifr/wastes.html

    18. Alessandro scrive:

      Il post precedente era per Daniele, ovviamente

    19. Alessandro scrive:

      Per l’ ing Romanello:
      A proposito di trasmutazione/incenerimento degli attinidi, cosa ne pensa delle tecnologie sviluppate nel programma IFR di cui si parlava poco sopra. Tutto sommato, le tecnologie sono già oggi ben note ed assodate e ciò allegerirebbe di molto il problema dello stoccaggio definitivo delle scorie, specialmente in Italia dove trovare un sito definitivo di tipo geologico non è affato semplice (al di là della discussione sulla fattibilità o no di Scanzano), in pratica basterebbe uno stoccaggio a secco nei cask (domada : per quanti anni ne è garantità l’integrità?da alcuni parti ho letto fino a 100 anni) . Inoltre, aumenterebbe significativamente l’elettricità prodotta per unità di massa di uranio, realizzando importanti risparmi energetici

    20. daniele scrive:

      Per Alessandro (ma intervenite tutti)

      Per me è necessariamente indispensabile (bell’ossimoro) avere un deposito, o depositi, per le scorie radioattive. Ogni nazione che si dica civile deve aver chiaro che deve gestire e smaltire la propria spazzatura. In questo l’Italia, come tanti esempi negligenti confermano, non è un paese civile. Sappi che la Toscana, dove vivo, è uno dei siti possibili per la costruzioone del deposito superficiale.

      Detto questo, cioè che gioco forza dobbiamo avere un sito, ribadisco che Scanzano fu una scelta arrogantemente sbagliata e a quella popolazione, che disse no, dobbiamo solo dire grazie. Se solo tu potessi immaginare qual’era la soluzione finale! E poi come si può giustificare un’azione di quel tipo, un decreto d’emergenza, e dichiarare di costruire un impianto militare dove contenere scorie radiaottive di tutti i tipi? In tutto il mondo la gestione di tali depositi è fatta da Enti nazionali. Quello di Scanzano sarebbe stato l’unico deposito di scorie radiaottive militare al mondo! Ti rendi conto che cosa voleva dire? Che nessuno avrebbe potuto sapere niente di quello che avrebbero fatto. Ed il nucleare ha bisogno di trasparenza non di segretezza! (Su questo penso siamo daccordo tutti).

      No. Il problema non è il combustibile o le piccole (sic) percentuali di scorie ad alta radioattività. Il problema vero sono gli alti volumi di scorie di II categoria che devono essere tenuti isolati per 300 anni. Diciamo di saperlo fare. Lo abbiamo fatto costruendo I depositi ingegneristici ma la prova empirica non l’abbiamo! L’avranno i nostri nipoti nel 2300. Non voglio essere pedante ma questa domanda dovrebbe rendere chiaro il concetto: sappiamo come dire ai nostri pronipoti, diciamo tra 200 anni, che lì c’é del materiale radioattivo e altamente pericoloso? Se pensate che in un secolo dai cavalli siamo passati ai voli tranoceanici, vi rendete conto del problema che è trovare un sistema per lasciare quest’informazione?

      Per quanto riguarda la piccola (sic) percentuale delle scorie di III categoria e del combustibile esausto stoccato a secco il fatto che ancor non si sappia come smaltirlo lo affermate proprio voi! Parlate di come un progetto ancora in fase di studio ,i famosi reattori autofertilizzanti veloci, sia realizzato e operativo commercialmente. Senza dilungarmi accenno solo al fatto che questo progetto naufragò negli anni ’90 (il famoso Superphenix francese) e che nessuna azienda si prenderà mai la responsabilità di garantire la sicurezza al 100% su una macchina che utilizza il sodio liquido come moderatore che reagisce violentemente sia all’acqua che all’aria. Se poi parliamo del SOFIUM COOLED FAST REACTOR si parla di reattori di IV generazione ancora in fase di studio.
      Non mi sembra giusto dire che il problema è risolto quando non lo è.
      Dite che STATE STUDIANDO COME RISOLVERLO!
      E su questo deve esserci l’impegno e i soldi per la ricerca, senza alcuna remora da parte di chi è contrario al nucleare! Come dice il dottor Mehlem bisogna impegnarsi (tutti) a ricercare il sistema per rendere accettabile il rischio che comporta questa tecnologia e come chiudere il ciclo. O almeno, visto che nessun ciclo energetico è chiuso (l’esempio della plastica derivato del petrolio che non si smaltisce è lampante), almeno ad un livello accettabile. Ma adesso per dirla popolarmente “il gioco non vale la candela”.

    21. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      x Alessandro

      “A proposito di trasmutazione/incenerimento degli attinidi, cosa ne pensa delle tecnologie sviluppate nel programma IFR di cui si parlava poco sopra”

      Ovviamente tutto il bene possibile. Il problema delle scorie per quanto mi riguarda è gia brillantemente risolto, abbiamo la tecnologia per condizionare i rifiuti nucleari a lunga vita per milioni di anni.
      Tuttavia è comunque meglio bruciarli (più per prudenza, o, se vogliamo, per motivi ‘ideologici’), magari ricavando energia (che proprio non è da buttare!).
      Uno spettro neutronico duro, un’alta fluenza neutronica, ed una opportuna gestione dei cicli del combustibile può bruciare le scorie nucleari (i calcoli lo dimostarno abbastanza chiaramente). Si tratta solo di realizzare le macchine che lo fanno (e anche qui la tecnologia già esiste: si tratta di affinarla, e certo l’atteggiamento degli antinuclearisti non aiuta!).

      Quanto ai cask: come ho spiegato tante volte, altro che 100 anni! se si usano le tecnologie giuste possono garantire l’integrità anche per milioni di anni (e nel frattempo le scorie si sono ‘incenerite’ da sole, per decadimento radioattivo!).

      x Daniele

      “appiamo come dire ai nostri pronipoti, diciamo tra 200 anni, che lì c’é del materiale radioattivo e altamente pericoloso?”

      Certo che lo sappiamo, di certo non è un problema. Non leggiamo forse oggi gli scritti di Manzoni (e anche di Dante!) senza alcun problema?
      Basta lasciare scritto su una tavola di metallo nobile (che non si corrode): lo potranno leggere anche fra migliaia di anni! Non è uno scherzo: è quello che hanno fatto sulla sonda spaziale Pioneer F (per comunicare con civiltà aliene!).

      “questo progetto naufragò negli anni ’90 (il famoso Superphenix francese)”

      No, l’ho detto e lo ripeto: ‘naufragò′ solo per motivi politici, non tecnici (ancora una volta: i soliti antinuclearisti). Basti pensare che l’impianto fu oggetto del lancuio di missili prima di entrare in funzione: questo la dice molto (ma molto!) lunga!!!

      “che nessuna azienda si prenderà mai la responsabilità di garantire la sicurezza al 100% su una macchina che utilizza il sodio liquido come moderatore che reagisce violentemente sia all’acqua che all’aria.”

      Intanto se un reattore è veloce non ha moderatore evidentemente! Il sodio fa da refrigerante: ma se anche si dimostrasse che davvero il sodio è ingestibile questo non sarebbe assolutamente un problema, perchè basterebbe adoperare il piombo, che in caso di incidente per lo più solidifica e copre tutto! Esistono già degli interessanti prototipi (tipo BREST).

      “E su questo deve esserci l’impegno e i soldi per la ricerca, senza alcuna remora da parte di chi è contrario al nucleare!”

      Sarebbe già un buon inizio, ma in Italia non si fa bene nemmeno quello…

    22. daniele scrive:

      Ha ragione. Il sodio fa da refrigerante. L’errore è dovuto al fatto che nei reattori della filiera standard l’acqua serve per tutte due le cose.
      Lei pensa che i reattori autofertilizzanti erano una realtà e che solo la politica ambientalista li ha fermati? Mi resta difficile immaginare degli ambientalisti abbiano fermato un progetto del paese più nuclearizzato in Europa. Se erano così forti perché la Francia a tanti reattori? Sia onesto, per favore. Molte volte le ocasioni si sfruttano. Problemi c’erano allora e ce ne sono oggi.

      Comunque dottore le sue affermazioni si basano su “macchine” e “metodi” che si stanno studiando e che, quindi, si realizzeranno. Ma allora come fà a dire, prima, che c’é la soluzione e, poi, che le macchine o i metodi per farlo si stanno studiando? Non è un controsenso?

      Sul lasciare i messaggi forse per le scorie di II livello qualcosa possiamo fare. Certo su quelle millenarie nemmeno da pensarci.
      Ma lei è sicuro che quella targa sia leggibile per un’alieno? Può una civiltà comunicare con un’altra civiltà ? Possiamo noi immaginare l’immaginabile? Io penso di no! Perché qualunque sia la soluzione trovata, proprio perché trovata sarà incomprensibile per un’alieno. Ma rischiamo di andare su un campo minato… lasciamo perdere.

      Per adesso diciamo che su tre cose siamo daccordo:
      - la ricerca
      - la comunicazione per i tre secoli
      - le ombre nella Sogin

      E’ già qualcosa.

      Un saluto
      Daniele

    23. Alessandro scrive:

      Di nuovo per Daniele:
      Rispetto ovviamente il pensiero di tutti e su alcune tue argomentazioni posso pure concordare (l’idea di scegliere Scanzano dalla sera alla mattina, ahimè, fu molto infelice), ma su tante altre trovo che tu esageri con argomentazioni ideologiche e trascuri i fatti puramente scientifici
      Per es.: “Il problema non è il combustibile o le piccole (sic) percentuali di scorie ad alta radioattività. Il problema vero sono gli alti volumi di scorie di II categoria che devono essere tenuti isolati per 300 anni”

      La radioattività di questo tipo di materiale è dopo appena pochi decenni inferiore a quella contenuta in un cubo di pochi km di lato di terreno naturale, sono valori così modesti che non comporta nessun rischio dal punto di vista sanitario o ecologico nè per noi, nè a maggior ragione per le future generazioni. Ed inoltre materiale radioattivo di questo tipo si produce anche in settori civili non energetici (qualcosa come 500 tonn all’anno), ci può pure fare schifo il nucleare in sè stesso, ma non curarci grazie alle aplicazioni delle radiazioni ionizzanti. Diverso è il caso della produzione di transuranici che costituiscono da soli più del 99% della tossicità a lungo periodo delle scorie, pur rappresentando EFFETTIVAMENTE volumi infinitesimi - se tutta l’energia primaria italiana fosse affidata solo al nucleare si produrrebbero ogni anno solo poche centinaia di tonn di elementi a lunga vita, mentre annualmente oggi sono MILIONI di tonn i rifiuti tossici ritenuti “pericolosi” (come cadmio, arsenico, metalli pesanti, amianto) che vengono prodotti e con un grado sicurezza infinitamente minore delle scorie radioattive. Credo sia inutile segnalare che tante persone (decine di migliaia, il resoconto non è ancora definitivo purtroppo) dei sopra elencati materiali sono morte in Italia, mentre nessuno al mondo è morto o si è ammalato di scorie radioattive (tutte, transuranici compresi) che dopo soli 10 anni riducono la loro radioattività di 10 mila volte e di milioni di volte dopo solo alcuni secoli, mentre le enormemente più ingombranti scorie tossiche chimiche sono pericolose per sempre, rimanendo tali e quali per l’eternità e tra di essi ci sono pure prodotti della combustione di combustibili fossili come gas o carbone (magari ne parliamo dopo)

      “E poi come si può giustificare un’azione di quel tipo, un decreto d’emergenza, e dichiarare di costruire un impianto militare dove contenere scorie radiaottive di tutti i tipi?”

      come ti ho detto su questo punto sono d’accordo, anche se ciò non implica necessariamente che il sito di Scanzano di per sè fosse da buttare come sito geolgico - sia chiaro, per me ci sono soluzioni enormemente più semplici, veloci ed economiche che un sito geologico, anche considerando l’enorme contenuto energetico del riciclo dele cosidette “scorie”

      “Lo abbiamo fatto costruendo I depositi ingegneristici ma la prova empirica non l’abbiamo! L’avranno i nostri nipoti nel 2300. Non voglio essere pedante ma questa domanda dovrebbe rendere chiaro il concetto: sappiamo come dire ai nostri pronipoti, diciamo tra 200 anni, che lì c’é del materiale radioattivo e altamente pericoloso?”

      Non è affatto altamente pericoloso (ovviamente se trascuriamo l’1% di transuranici che dicevo!), quella roba è impercettibilmente più radioattiva del terreno che verosimilmente vi ha fatto posto e con ogni probabilità lì dovranno andarci anche i rifiuti radioattivi di origine medica, di ricerca e industriale. E’ totalmente fuorviante preoccuparsi per le future generazione del modestissimo carico ecologico di quei rifiuti quando annualmente milioni di rifiuti tossici chimici vengono stoccati alla meno peggio, se non addirittura in quelle discariche abusive che quasi settimanalmente vengono scoperte; di queste ci dovremmo occupare se davvero abbiamo a cuore il Pianeta e il futuro dei nostri figli.

      ” Per quanto riguarda la piccola (sic) percentuale delle scorie di III categoria e del combustibile esausto stoccato a secco il fatto che ancor non si sappia come smaltirlo lo affermate proprio voi! Parlate di come un progetto ancora in fase di studio ,i famosi reattori autofertilizzanti veloci, sia realizzato e operativo commercialmente. Senza dilungarmi accenno solo al fatto che questo progetto naufragò negli anni ’90 (il famoso Superphenix francese) e che nessuna azienda si prenderà mai la responsabilità di garantire la sicurezza al 100% su una macchina che utilizza il sodio liquido come moderatore che reagisce violentemente sia all’acqua che all’aria ”

      Ho già argomentato che le scorie che richiedono tempi geologici di confinamento sono davvero minime rispetto a qualsiasi alternativa energetica o industriale. Io ho parlato non di “studi” (ovviamente nulla in contrario che vadano avanti), ma di impianti che hanno già realmente lavorato seppure in piccola scala, come appunto l’integral fast reactor. E attenzione non c’ entra nulla il Superfenix,che pure è stato chiuso per motivi più politici che tecnologici (nel 1995 produsse più di 3 miliardi di kWh), quello era un reattore autofertilizzante usato per produrre più plutonio di quello che consumava, non di “bruciare” quello prodotto, non facciamo confusione tra “breeder” e “burner”, entrambi sono reattori veloci refrigerati al sodio (il sodio non è usato come moderatore, i reattori veloci non hanno affatto materiali moderanti) e anche qui non è l’unico metallo liquido che può essere usato. Faccio peraltro notare che il BN-600, in questo caso un breeder, in Russia ha prodotto negli ultimi 20 anni più di 50 miliardi di kWh senza grossi malfunzionamenti e la versione più potente il BN-800 è in costruzione

      ” Ma adesso per dirla popolarmente “il gioco non vale la candela “”

      Non sono d’accordo perchè credo che oggi il NON usare il nucleare è molto più pericoloso che usarlo, perchè appunto più pericolose ed inquinanti sono le alternative fossili all’ energia nucleare
      Infatti le centrali nucleari non producono nessun inquinante ambientale (nemmeno radioattivo in dosi significative,ovviamente) e nessun gas responsabile dei cambiamenti climatici (gas serra).Invece,una grossa centrale a carbone seppur di recente tecnologia,produce milioni di tonnellate di inquinanti
      atmosferici vari (CO2,ossidi vari,polveri sottili,ecc.) e centinaia di kg di
      metalli pesanti tossici come mercurio,cadmio,arsenico e persino elementi
      radioattivi,seppur presenti in tracce - sapevate che per questo motivo una
      centrale a carbone produce 100 volte (cento) la dose di radiazione di una
      equivalente centrale nucleare? - a causa di queste emissioni in Usa le
      centrali a carbone sono responsabili di almeno *DECINE di MIGLIAIA* di morti
      premature all’anno,ad es. secondo l’Harvard School of Public Health
      ucsusa.org/clean_energy/fossil_fuels/offmen-how-coal-works.h...
      http://www.net.org/relatives/4211.pdf

      Alcune parti :
      “Fine particle pollution from U.S. power plants cuts short the lives of over
      30,000 people each year.”
      ” In more polluted areas, fine particle pollution can shave
      several years off its victims’ lives.”
      ” Hundreds of thousands of Americans suffer from
      asthma attacks, cardiac problems and upper and lower
      respiratory problems associated with fine particles from
      power plants”
      ” The elderly, children, and those with respiratory disease
      are most severely impacted by fine particle pollution
      from power plants ”
      ” Metropolitan areas with large populations near coalfired
      power plants feel their impacts most acutely -
      their attributable death rates are much higher than in
      areas with few or no coal-fired power plants.”

      Persino i cicli combinati a metano (ma già oggi il gas, che segue gli
      incrementi del petrolio, costa tanto), che spesso vengono indicati come
      “puliti” o “sostenibili”, sono anche essi forti contribuenti ai cambiamenti
      climati e all’inquinamento atmosferico,visto che rilasciano milioni di tonn
      di CO2 e centinaia tonn di inquinanti chimici (tra cui ammoniaca,acido
      solforico,polveri,monossido di carbonio e altri)
      assemblee-nationale.fr/12/rap-oecst/summary-832.asp

    24. Alessandro scrive:

      x romanello:
      ” Quanto ai cask: come ho spiegato tante volte, altro che 100 anni! se si usano le tecnologie giuste possono garantire l’integrità anche per milioni di anni (e nel frattempo le scorie si sono ‘incenerite’ da sole, per decadimento radioattivo!).”

      che vuol dire “tecnolgie giuste”?i cask usati in Usa e altrove per il trasporto del combustibile irraggiato per quanti anni vengono licenziati, mi sembra di aver letto 100 anni in Usa, ma magari mi sbaglio…

    25. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Per ‘tecnologie giuste’ intendo per esempio quelle degli svedesi della SKB (fare un giro sul sito per farsi un’idea: http://www.skb.se/default2____16759.aspx). Naturalmente si parla di cask per la sistemazione geologica, con caratteristiche ben diverse da quelli necessari per il trasporto.

    26. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      x Daniele

      “Lei pensa che i reattori autofertilizzanti erano una realtà e che solo la politica ambientalista li ha fermati?”

      Credo sia un dato di fatto storico. E’ innagabile che ogni tecnologia nuova non è perfetta e va messa a punto, e questo vale anche per i reattori veloci (che sono comunque ottime macchine). Le automobili non sono nate son ABS, airbag ed ESP: sono sistemi venuti un secolo dopo! Eppure di morti per le strade ce ne sono stati davvero tanti nel mondo: nessuno ha mai pensato di non costruire più automobili.
      Ma l’ideologia degli antinuclearisti evidentemente in questo caso è stata davvero cieca…

      “Comunque dottore le sue affermazioni si basano su “macchine” e “metodi” che si stanno studiando e che, quindi, si realizzeranno. Ma allora come fà a dire, prima, che c’é la soluzione e, poi, che le macchine o i metodi per farlo si stanno studiando? Non è un controsenso?”

      No, non lo è. Ho detto che il problema delle scorie si può già risolvere in maniera sicura ed affidabile già oggi. Su questo non ho dubbi, e l’ho dimostrato.
      Che poi si possa fare sempre meglio, riducendone comunque la tossicità e ricavandone energia, è un altro discorso, che comunque si sta facendo e con risultati incoraggianti. Non c’è più motivo per oppore un cieco ostracismo all’opzione nucleare (a patto, lo ripeto, che sia fatto a regola d’arte)…

      “Sul lasciare i messaggi forse per le scorie di II livello qualcosa possiamo fare. Certo su quelle millenarie nemmeno da pensarci.”

      Queste affermazioni sono davvero incompensibili. Non leggiamo noi oggi forse gli scritti degli antichi Romani, che disponevano di una tecnologia ridicola rispetto alla nostra? E poi: se anche fosse, devo credere che fra millenni non disporranno di un semplice contatore a scintillazione per scoprire in un istante di che natura sia il deposito trovato? E’ una tecnologia che riusciamo a gestire oggi, e non ci riuscitanno i nostri discendenti con millenni di tecnologia in più? Sta scherzando spero…

      “Ma lei è sicuro che quella targa sia leggibile per un’alieno? ”

      Non sono sicuro di nulla, non l’ho fatta io. Era solo per dire che delle informazioni si possono inviare molto lontano nello spazio e nel tempo.
      Quanto alla targa è fatta bene: una civiltà aliena tecnologicamente evoluta può capire il nostro messaggio e la nostra collocazione (ricordi che queste cose sono fatte da scienziati, non da cantanti, con tutto il rispetto per la categoria!).

      “Per adesso diciamo che su tre cose siamo daccordo:
      - la ricerca
      - la comunicazione per i tre secoli
      - le ombre nella Sogin”

      Direi di si. Le ombre nella Sogin non so, ma le interrogazioni parlamentari e gli articoli sui giornali sono dati di fatto. Sulla comunicazione ho detto. Sulla ricerca: sarebbe bello se si facesse seriamente, anche nel nostro Paese, e con criteri meritocratici…

    27. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      x Alessandro

      Delle emissioni radioattive degli impianti fossili mi ero occupato anni fa nella mia tesi di laurea: gurdate qui

      etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-10152003-181233/unrest...

      pagg. 2-15 - 2-17.

    28. Pietruccio scrive:

      Correggetemi se sbaglio!

      Sapevo che dalle centrali a cabone uscivano delle sostanze radioattive ma non così tanto! Dai post precedenti e dalla tesi di Vincezo risulta che:

      - una centrale a carbone emette 100 volte più radioattività di una nucleare

      - la quantità di uranio e torio contenute nei fumi possiedono più energia nucleare di quella del carbone che, bruciando, li ha prodotti

      - nel carbone l’uranio ha una concentrazione circa mille volte maggiore di quella dell’acqua di mare (fino a 3.5 ppm contro 3.3 mg/mc)

      Ho letto male?

      Perchè allora vorrebbe veramente dire che la scelta di un futuro a carbone e fossili tanto caro agli antinucleari (quelli veri) sarebbe una totale contraddizione.

    29. Alessandro scrive:

      X Pietruccio, alcune risposte veloci :
      Sì, la dose di radiozioni di una centrale a carbone è da decine a 100 volte di una nucleare di pari potenza. Sono ovviamente dosi trascurabili rispetto al fondo naturale, il vero danno ecologico sono le enormi emissioni (presenti anche nel cdcarbone puilito) di polveri, gli ossidi di zolfo e d’azoto, gli incombusti e persino di metalli pesanti come arsenico, cadmio, mercurio (c’è praticamente di tutto nel carbone!)
      No, il torio e l’uranio solo se “bruciati” in un reattore autofertilizzante veloce produrrebbero più elettricità che il carbone stesso.
      Ovviamente le quantità di elementi radioattivi nel carbone è enormemente superiore a quella dell’acqua salmastra

      Per approfondire:
      uow.edu.au/eng/phys/nukeweb/reactors_nuc_v_coal.html
      http://wwwsis.lnf.infn.it/pub/INFN-TC-01-21.pdf
      (pag 21-23)

    30. Alessandro scrive:

      Invece per Romanello:
      io per casks intendevo non determinati depositi geologici, ma quei contenitori che vengono usati per il trasporto delle scorie radioattive; dubito che possano dare garanzie per un milione di anni, nè tanto meno che già oggi vengano licenziati per un periodo attorno ai 100 anni (entro i quali la radioattività delle scorie è diminuita di circa il 95%), come a me pare invece di aver letto in qualche Paese. Se qualcuno può confermare questo punto gliene sarei grato. Per un periodo temporaneo, uno stoccaggio a secco nei casks di alcuni decenni, dopo adeguato periodo di raffreddamento nelle piscine, sarebbe l’ ideale in attesa di un successivo ciclo di incenerrimento/trasmutazione - personalmente vedo con occhi molto più critici il confinamento geologico di tipo “eterno” come in Svezia/Finlandia/Usa

    31. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      x Pietruccio

      “Perchè allora vorrebbe veramente dire che la scelta di un futuro a carbone e fossili tanto caro agli antinucleari (quelli veri) sarebbe una totale contraddizione.”

      Direi di si: la battaglia degli antinuclearisti si fonda su basi ben poco scientifiche…

      x Alessandro

      I cask per il trasposrto non sono progettati per tenerci il combustibile per secoli, ma sono fatti appunto per il tempo necessariom per il trasporto (potrebbero anche reggere per secoli forse, ma non sono studiati per questo). I cask adatti esistono e sono altri.

      “personalmente vedo con occhi molto più critici il confinamento geologico di tipo “eterno” come in Svezia/Finlandia/Usa”

      Si, anche io non sono soddisfatto di questa opzione: meglio sarebbe bruciare tutto quel fissile, invece di buttarlo (è come se del petrolio bruciassimo la benzina e buttassimo tutto il resto!). Ma credo che per ora sia l’unica soluzione, finchè non sarà pronto il reattore ADS, i reattori di IV generazione, o i sistemi ibridi fusione-fissione…

    32. tfrab scrive:

      in tema di radioattività emessa da altre fonti credo che si possa fare un discorso del genere anche per l’idroelettrico.

      mi pare di aver letto che la pressione della diga, e del suo contenuto, favorisca l’uscita di radon dal sottosuolo, con relativo aumento del fondo e dei casi di tumori ascrivibili al radon stesso.

      vi risulta o è una totale fesseria?

    33. Alessandro scrive:

      Una precisazione a quello che ho scritto nella mia replica a Daniele, il BN-600 ha prodotto negli ultimi 25-30 anni in Russia quasi 100 miliardi di kWh (non 50 come avevo scritto)
      www.iaea.org/programmes/a2 (selezionare “Russia” a destra)

      Inoltre, i russi hanno già cominciato la costruzione della versione più potente, il BN-800 (da 800 MWe, appunto) oltre, sembra, un molto ambizioso progetto di incenerimento delle scorie a lunga vita
      insc.anl.gov/cgi-bin/sql_interface?view=rx_model&qvar=id...
      nea.fr/html/pt/iempt9/Nimes_Presentations/BYCHKOV.pdf
      http://cstsp.aaas.org/files/ivanov.pdf

      Correggetemi se sbaglio, ma ho letto che un reattore come il BN-800 può bruciare più di 2 tonn di plutonio all’anno, un valore davvero enorme

      x tfrab: non credo che il valore di dose associato al radon sia rivelante, anche se probabile ci sia anch’esso

    34. Edoardo scrive:

      Per Daniele:
      purtroppo rispondo solo oggi perché sono stato fuori per lavoro.
      Ognuno porta i dati e le opinioni che ha: benissimo!… Ci conosciamo da due anni su questo forum e, come apprezzo il tuo modo di essere antinuclearista (ti documenti invece di sparare fesserie a difeerenza di tanti altri) hai capito (spero) che pur essendo un nuclearista convinto, sono il primo ad ammettere che solo il nucleare non può essere la soluzione (anche se sprovveduti in malafede come Pecoraro Scanio affermano invece che SOLO E SOLTANTO sole e vento saranno le soluzioni) ma un mix energetico che comprenda anche risparmio, rigassificatori, carbone con cattura della CO2, rinnovabili e nucleare sono convintissimo che sarebbe la cosa migliore.
      L’aumento del fabbisogno energetico italiano (non solo delle famiglie ma soprattutto delle imprese) aumenta ogni anno del 2% (dai 53000 Mw di fabbisogno del 2003 – 2004 siamo passati a 55500 Mw di quest’anno) con l’avvento di case ed aziende sempre più tecnologiche (e non sempre economiche) affidarsi al solo risparmio non mi sembra la soluzione unica!

      Il problema delle scorie e meno grave, ho anch’io ampia letteratura che lo spiega e posso indicarti le fonti, di molti altri rifiuti chimici.
      L’emissioni di radiazioni (che puoi schermare e controllare come e quanto vuoi) non è come rifiuti che perdono sostanze e deturpano il terreno (esempio: il silicio dei pannelli solari, durata 20 anni, è trattato con arsenico e quando questi devono essere smaltiti sono anch’essi molto pericolosi, per non parlare di determinati composti al benzene usatissimo nell’industria delle vernici )

      Gas russo: né io né te moriremo di freddo, caro Daniele, ma bisogna tener presente che anche l’autonomia energetica è sinonimo di libertà. Legarci troppo all’estero specialmente a paesi come l’Algeria (estremismo islamico) o alla stessa Russia mi pare una di quelle enormi stronzate che tu stesso nomini!
      Ecco perché la diversificazione delle fonti ed i rigassificatori, anche con questi, il risparmio sul prezzo del gas viene rimangiato dai costi di trasporto delle navi metaniere e il mantenimento degli impianti di rigassificazione)

      Con stima

    35. Pietruccio scrive:

      x tfrab

      Ho sentito anch’io qualcosa del genere. Mi risulta poi che, da misure dirette fatte sul territorio, si notano andamenti variabili nel tempo, dipendenti sopratutto dalle stagioni, dei flussi sotteranei di radon sui versanti montani. A quanto pare (ma le misure non le ho fatte io) la presenza di radon nelle cantine delle case poste sui pendii cambia con la temperatura e con la presenza o meno di neve sul terreno. Come dicevo poi, a casa mia, in un pomeriggio in cui facevo misure con un dosimetro tipo quelli pubblicizzati su questo sito, ho visto aumentare di un fattore quattro la radioattività che poi e scesa di nuovo a valori normali, così, senza motivo. Morale: la radioattività naturale è una grandezza molto variabile, da punto a punto a punto e da un istante all’altro e risente di fattori esterni.

      Personalmente, poi, sono convinto che la radioattività a basse dosi non possa essere veramente pericolosa per il semplice fatto che ci siamo immersi da quando è nato il mondo, e gli organismi viventi non possono non essersi adattati. Direi che sono molti i dati che confermerebbero questa affermazione. Tanto per fare un altro esempio, ho messo lo strumento di prima in modalità contatore Geiger: in una notte ha contato molte decine di migliaia di radiazioni e il sensore è più piccolo di un centimetro cubo: quante ne prende, allora, ogni persona al giorno? Eppure questa è una zona del tutto normale, dove sono nati bambini, gatti, topi, piante ecc…

      Chiaramente il pericolo puo’ intervenire là dove ci sono condizioni particolari (parlo sempre di basse dosi): ad esempio l’accopiata fumatore-radon è pericolosa perchè il fumo riduce la pellicola protettiva dei polmoni e il radon deposita proprio lì emettitori alfa che possono attraversare quella pellicola ridotta ma non quella di un non fumatore.

      In conclusione mi sembra del tutto verosimile che le dighe modifichino l’emissione di radon ma credo che nè quello, nè la radioattività emessa dalle centrali “fossili” sia realmente pericolosa.

      Mi sembra semplicemente buffo che una popolazione terrorizzata dalle scorie (moltissima gente lo è davvero, nuclearisti e non, e vedo che non riesco assolutamente a rassicurarli: non sentono ragioni da quanto sono stati condizionati dai media) che non accetta neanche la vetrificazione con protezione e interramento (come se fosse normale pensare che fra mille anni gli uomini si metteranno a mangiare, o usare in casa, vetro radioattivo) non faccia una piega quando gli si dice che le altre fonti usano i loro polmoni e la loro pancia come depositi dedicati di scorie radioattive.

    36. daniele scrive:

      Per Edoardo

      Aprezzo molto le tue parole. Come ho già detto nel forum non credo che le rinnovabili possano sopperire alla produzione energetica mondiale;
      Anche per me la soluzione è un mix di fonti.

      Ti sorprendero! In questi anni ho capito una cosa paradossale ma vera: l’unico rifiuto veramente controllabile e con un’attività costante (quindi monitorabile) è quello nucleare.

      Ma comunque considero questa tecnologia ancora troppo pericolosa e, anche se controllabile, inquinante come quelle tradizionali che si basano su combustibili fossili. Daltronde la ricera nucleare è indirizzata verso la realizzazione di macchine che producano meno scorie. Un motivo ci sarà! Se non sono un problema perché studiano nuove strade perché ce ne siano sempre di meno?
      Per ora resto della mia idea: risparmio energetico e motori energetici sempre più efficienti per sfruttare meglio le risorse del gas metano; uso intelligente dei mezzi di trasporto che danno un bel contributo all’inquinamento (per esempio aumentare l’uso dei trasporti pubblici elettrici e diminuire le macchine); uso delle fonti rinnovabili per le nostre necessità (e questo è possibile se abbianiamo ad una costruzione fatta a regola d’arte le fonti rinnovabili per avere energia per viverci).

      Sul gas non penso che se per 30 anni non ci sono stati problemi di fornitura questi inizino adesso. Per quanto riguarda il gas russo quel gennaio 2006 ne mancò solo il 2% su scala nazionale. Un’inezia che avremmo coperto con gli stoccaggi strategici; Peccato che a fine dicembre 2005 sia Enel che Eni avessero usato quel gas per rivenderlo ai loro clienti e per farci elettrcità da rivendere alal borsa elettrica!

      http://www.autorita.energia.it/docs/06/037-06.htm
      (in questa delibera e nei cominicati stampa riassuntivi c’é la verità)

      Vorrei concluder questa mia risposta con un pensiero che mi è venuto in mente leggendo il tuo post.
      Se ci pensi bene che ci sia in nucleare o no cambia poco. Quello che deve cambiare è il nostro atteggiamento che deve essere più consapevole. E in questo senso molti partecipanti a questo forum lo sono.
      Ma essendo ricchi ormai abbiamo solo appetito e non fame. Anzi la fame ce la siamo scordata. E senza fame non c’é la spinta a migliorarsi.
      Sarà strano ma in questo momento dovremmo veramente fermarci un’attimo e guardarci intorno. Forse è il momento di fermare la corsa e provare a ricordarci per cosa correvamo e se vale ancora correre per quel motivo.

      Fonti fossili, rinnovabili, nucleare hanno importanza se non sappiamo che cosa vogliamo essere da grandi?

      ricambio la stima

    37. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      “Ma comunque considero questa tecnologia ancora troppo pericolosa”

      In base a che? A tue teorie o in base a qualche fatto oggettivo e misurabile con approccio scientifico? A me risulta sia la più sicura…

      “inquinante come quelle tradizionali che si basano su combustibili fossili.”
      In base a cosa lo dici? Hai qualche prova seria o è per partito preso ‘alla Celentano’ (che oramai, non me ne voglia, ma quando parla di argomenti seri è credibile come Topo Gigio)?

      “Se non sono un problema perché studiano nuove strade perché ce ne siano sempre di meno?”
      Che una macchina si voglia migliorare è ovvio, si fa anche per le automobili. Non significa che le scorie non sappiamo dove metterle (nessuno al mondo se le mangia, se le soluzioni ci sono eccome, l’ho dimostrato tante volte!).

      “risparmio energetico e motori energetici sempre più efficienti per sfruttare meglio le risorse del gas metano; uso intelligente dei mezzi di trasporto che danno un bel contributo all’inquinamento (per esempio aumentare l’uso dei trasporti pubblici elettrici e diminuire le macchine); uso delle fonti rinnovabili per le nostre necessità (e questo è possibile se abbianiamo ad una costruzione fatta a regola d’arte le fonti rinnovabili per avere energia per viverci).”
      Sono d’accordissimo: ma ti garantisco che non ci tiri fuori 50000 MW, nemmeno “spingendo in discesa”!

      “Sul gas non penso che se per 30 anni non ci sono stati problemi di fornitura questi inizino adesso.”

      Davvero vedi il nostro futuro senza nucleare, a ‘tutto gas’ (magari con qualche domenica a piedi, che, seppur auspicabile e salutare, dubito vivamente risolverà i problemi in maniera incisiva)? Permettimi di esprimere qualche perplessità sulla tua idea di PEN…

    38. daniele scrive:

      Ingegner Romanello solo due precisazioni e un pensiero.

      Quando parlo di usare le rinnovabili per i nostri bisogni mi riferisco alla possibilità di realizzare acqua calda e elettricità per l’uso domestico. Stop. Le aziende sono un’altra cosa. Anche se alcune aziende del terziario che fanno servizi (io per esempio come grafico pubblicitario lavoravo in un’agenzia) potrebbero per i lavoro che fanno utilizzare tranquillamente fonti rinnovabili.

      Per i trasporti vale lo stesso discorso. Un Tir non può essere elettrico. Ma se si mandasse più roba con i treni merci (io da ragazzo mi ricordo che sulla ferrovia vedevo passare colonne di treni merci. Adesso?) qualche miglioramento ci sarebbe. Quell’elettrcità non può essere prodotta con le rinnovabili? Daccordo, ma almeno un vettore di inquinamento (le macchine e l’emissione di CO2) in parte lo eliminiamo. Se è vero come è vero che il petrolio viene usato sopratutto per i trasporti alla fine un contributo ad abbassare l’inquinamento lo diamo. Ci fossero più interporti ferroviari, magari ci potrebbe essere una flotta di furgoncini elettrici per la consegna delel merci in città.

      Non ho problemi a dirle che non ho la soluzione per sostituire gli idrocarburi. Per lei la soluzione è il mix nucleare + rinnovabili. Io non sono così sicuro. E dubito che il nucleare sia la giusta soluzione.
      Lei ha certezze e la soluzione; io invece certezze di come risolvere questo problema non ne ho e per adesso non ho nemmeno la soluzione giusta da proporre, se non il risparmio e l’uso consapevole dell’energia prodotta dai fossili unito all’uso delle rinnovabili e il cambiamento di alcune abitudini che inizialmente daranno un piccolo risultato ma possono poi essere il volano per un grande cambiamento.

      Concludo con questo pensiero.
      La certezza nucleare mi sembra la strada facile da seguire. Una sostituzione per continuare a vivere globalmente e consumisticamente come sempre.
      Io penso invece che questa situazione sia l’occasione per un cambiamento di abitudini. Una situazione che ci faccia riflettere (anche se è faticoso e noioso) su dove stiamo andando e dove vogliamo arrivare. Magari ci accorgiamo che la strada facile ci porta da tutta altra parte. Certo si vive meglio avendo certezze che dubbi e a nessuno piace rimettersi in gioco. Ma forse è il momento di farlo tutti. Io per primo.

    39. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      E’ sicuramente un bel discorso filosofico, condivisibilissimo, ma non risolve il problema…
      Che dobbiamo cambiare le abitudini e usare l’energia in maniera molto più razionale è sicuro, come è sicuro che ci serve anche una fonte abbondante, economica e pulita come il nucleare per produrre energia…

    40. Alessandro scrive:

      Questa mattina, accendo il pc e leggo queste due notizie:
      “petrolio in mare, sciagura ecologica in Corea del Sud”
      “morti più di 100 minatori in una minera di carbone in Cina”
      Su questi basi, come si faccia dire che gli impianti nucleari non siano sicuri, che in Europa ed in Usa non hanno MAI causato alcuna malattia o morte, mi risulta del tutto incomprensibile. Possiamo pure discutere sul fatto che il kWh nucleare non sia economico o che ci vogliano molti anni per far sì che esse siano determinanti dal punto di vista dei cambiamenti climatici, o del problema delle scorie, ma di certo su dati di fatto NON che sia una tecnologia pericolosa

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