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Lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo e l’ ipotesi di produrre metalli preziosi bruciando le scorie radioattive

13 Giugno 2007 di Amministratore

Ci è stato segnalata una discussione sul forum della televisione La7 in cui si parla (inizialmente) dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo (petrolio ed altre risorse naturali in genere).

La discussione (”Corruzione mondiale e povertà “) prende spunto dalla dilapidazione delle risorse tratte dal sottosuolo che spesso è legata alla corruzione delle classi governanti e contemporaneamente alla povertà della popolazione locale.

Ma, seguendo un persorso abbastanza arzigogolato, a partire da pagina 2, si tratta dell’ argomento delle scorie radioattive e il loro “bruciamento” mediante l’ uso di acceleratori (cosiddetti ADS, Accelerator Driven Systems) e l’ argomento è trattato avendo come pensiero di fondo la possibilità di produrre metalli preziosi bruciando le scorie radioattive.

Se qualcuno è interessato ad aggiungere considerazioni personali sull’ argomento della trasmutazione, sicuramente saranno gradite.



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  • 50 Commenti a “ Lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo e l’ ipotesi di produrre metalli preziosi bruciando le scorie radioattive”

    1. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      E’ teoricamente possibile, infatti la fisica nucleare ce lo spiega chiaramente.

      Tuttavia è tecnicamente impossibile ed assolutamente antieconomico (questi fatti sono ampiamente risaputi da decenni). Il fatto di poter produrre un ‘gruzzolo’ di atomi è scientificamente affascinante, ma niente più…

    2. gauss2 scrive:

      avresti dei costi altissimi … a meno di un blocco totale delle estrazioni .. con conseguente aumento dei prezzi al mercato .. non ha il minimo senso

    3. digit scrive:

      Cerchero’ di rispondervi per quel che ho capito, quindi scusatemi molto.

      Post dell’Ing. Vincenzo Romanello:
      Il progetto di Rubbia prevede la trasmutazione di tonnellate di scorie radioattive, non grammi, se no Rubbia andava subito a casa. Dalle tonnellate di scorie “bruciate” emergono poi anche tracce di metalli preziosi che vengono estratti. Ma il metodo piu’ esatto e’ di accostare mercurio o piombo accanto al flusso neutrinico principale e poi seguire il classico Mercury198 + 6.8Mev gamma ray > 1neutron + Mercury197 (half-life 2.7 days > Gold 197).

      Queste NON sono manciate di atomi.

      Post di gauss2:
      I costi altissimi sono legati al prezzo di mercato per preparare e stoccare le scorie radioattive (miliardi di dollari), non alla trasmutazione economica sotto lampada piroelettrica di neutroni. E siccome le aziende che bruceranno le scorie verranno pagate per le scorie bruciate secondo la logica di mercato che e’ “meno costoso dei costi di stoccaggio”, il guadagno sara’ altissimo, perche’ l’uso delle lampade piroelettriche e’ quasi senza costo. La produzione di metalli preziosi poi e’ un add-on, una aggiunta. I soldi principali vengono dalla trasmutazione delle scorie in altre scorie radioattive a pericolosita’ inferiore.

      INFATTI, NON E’ NEMMENO NECESSARIO CHE LA RADIOATTIVITA’ SPARISCA PER FARE BUSINESS. BASTA UNA TRASMUTAZIONE DA ISOTOPO PERICOLOSO AD ISOTOPO MENO PERICOLOSO, CHE RICHIEDE STOCCAGGI PIU’ ECONOMICI.

      E in questo le lampade piroelettriche di neutroni dell’ultima generazione sono l’ideale perche’ sono non troppo forti: “solo” 2.5 MeV.

    4. digit scrive:

      E poi non siete stati attenti nella lettura. Vi rinnovo questa sola riga esplicativa e vi ringrazio per avermi dato l’opportunita’ di rispondervi:

      Palladium is also produced by nuclear fission in small percentages, amounting to 1 kg per ton of spent fuel.

      La quotazione del palladio oggi era di 368 $ per oncia, del rodio 6010 $ per oncia, del platino 1286 dollari per oncia e dell’oro 651 $ per oncia.

      Fate voi: Gold synthesis in a particle accelerator is possible in many ways. The Spallation Neutron Source has a liquid Mercury target that will be transmuted into Gold, Platinum and Iridium, which are lower in atomic number. (…) In a nuclear reactor, gold can be manufactured by irradiation of platinum or mercury. Since platinum is more expensive than gold, platinum is economically unsuitable as a raw material. Only the mercury isotope Hg-196, which occurs with a frequency of 0.15% in natural mercury, can be converted to gold by neutron capture, and following K+- decay into Au-197 with slow neutrons. Other mercury isotopes are converted when irradiated with slow neutrons into one another or formed mercury isotopes, which beta decay into thallium. Using fast neutrons, the mercury isotope Hg-198, which is contained to 9.97% in natural mercury, can be converted by splitting off a neutron and becoming Hg-197, which then disintegrates to stable gold. (…) Silver is produced as result of nuclear fission in small amounts (approximately 0.1 %). Because of this, extraction of silver from highly radioactive fission products would be uneconomical, but when recovered with palladium, rhodium and ruthenium the economics change substantially. Silver becomes a byproduct of platinoid metal recovery from fission waste.

      Qui’ si parla di chilogrammi per tonnellata gia’ se estratti dalle scorie radioattive primarie. Produrle attivamente durante la conversione delle scorie aggiungendo VOLUTAMENTE piccole quantita’ di altri elementi (per esempio il mercurio per produrre oro) puo’ portare alla produzione annua anche di tonnellate di metalli preziosi all’anno.

      Ciao da digit. E postate anche su La7. E’ una tv. Non morde…

    5. digit scrive:

      Vi posto anche questo, che forse vi siete persi. E’ la versione gigante e costosa del metodo delle lampade piroelettriche, quella per intenderci con un vero acceleratore di particelle:

      —————————————————————————
      Concluso esperimento scientifico internazionale per l’impiego di neutroni per il trattamento dei rifiuti nucleari
      ENEA partner italiano dell’esperimento MEGAPIE

      —————————————————————————
      MEGAPIE è il più innovativo esperimento scientifico internazionale finalizzato a dimostrare la possibilità di produrre una sorgente di neutroni di elevata potenza da impiegare in vari settori della ricerca, ed in particolare, per il bruciamento dei rifiuti radioattivi.
      L’esperimento ha consistito in una prima fase di irraggiamento, riuscendo a produrre una sorgente di neutroni di elevata potenza colpendo un bersaglio di metallo liquido con un fascio di protoni.
      MEGAPIE è stato condotto presso il Paul Scherrer Institute (PSI) di Villigen in Svizzera, impegnando esperti della comunità scientifica internazionale dal suo avvio, avvenuto nell’agosto 2006, fino a quando le attività di ricerca sono state portate a termine a fine dicembre 2006.
      Per questo esperimento è stato utilizzato un fascio di neutroni da 1 MW, il più potente al mondo, ed i risultati ottenuti hanno dimostrato che il flusso neutronico prodotto era più elevato dell’ 80% in comparazione a quello che si ottiene con gli abituali bersagli di tipo solido, superando di gran lunga le aspettative iniziali.

      L’Italia ha partecipato tramite l’ENEA a questo esperimento, nell’ambito del quale ha svolto attività di progettazione dei sistemi di carico e scarico del “bersaglio di spallazione”, ovvero di una sorta di modulo, chiamato “target”, nel quale avviene una reazione in cui il nucleo bersaglio emette neutroni a seguito del bombardamento con protoni ad alta energia, oltre ad attività di qualificazione dei sistemi per l’asportazione di calore, di qualificazione dei materiali strutturali in condizione di corrosione da metallo liquido e di verifica termo-meccanica del target stesso.

      Il supporto italiano a questo esperimento è stato pari a circa l’otto per cento del valore delle realizzazioni effettuate, ma l’Italia è risultato il terzo paese per forniture tecnologiche dopo la Svizzera e la Francia. L’industria italiana, infatti, ha realizzato alcune delle parti più delicate del sistema, ricevendo il 22 % degli investimenti per la realizzazione del “target” e dei suoi sistemi ausiliari, ed in particolare: il circuito di asportazione del calore, il circuito di circolazione del gas di copertura del “target”, il sistema di carico. Tutto ciò è stato reso possibile dalle elevate competenze tecnico scientifiche maturate a livello nazionale sia nel settore della ricerca sui sistemi ADS e delle tecnologie dei metalli liquidi pesanti sia nel settore dello sviluppo industriale.

      Il Paul Scherrer Institute ha coordinato i lavori per l’installazione e l’assemblaggio del bersaglio e del sistema nel suo complesso. Le autorità svizzere competenti per la sicurezza (Swiss Federal Office of Public Health) hanno garantito il controllo di tutte le operazioni.

      MEGAPIE ha fornito informazioni di grande rilevanza per lo sviluppo di queste tecniche, e la campagna sperimentale viene seguita da un team internazionale con competenze interdisciplinari, composto da 170 persone tra ricercatori, ingegneri e tecnici provenienti da nove Istituti di ricerca ed Agenzie governative tra Europa (CEA, CNRS, ENEA, FZK, PSI, SCK-CEN), Giappone (JAEA), Corea (KAERI) e Stati Uniti d’America (USDOE). I costi del progetto MEGAPIE, pari a circa 50 milioni di euro complessivi, sono stati suddivisi tra i vari partecipanti, compresa l’Unione Europea.

      Lo studio del bersaglio, ora fatto solidificare, continuerà per i prossimi 2 anni fornendo preziosissime informazioni sulla composizione ed il comportamento dei materiali utilizzati nell’esperimento.Alla validazione della tecnologia con i bersagli a metallo liquido prendono parte anche gli Stati Uniti e Giappone, che partecipano con propri progetti. MEGAPIE costituirà una base fondamentale per tutti i futuri progetti industriali per l’incenerimento delle scorie nucleari e per i reattori sottocritici alimentati da acceleratore.

      L’utilizzo dei neutroni per il trattamento dei rifiuti radioattivi:

      Con la loro alta energia, i neutroni possono essere utilizzati per alimentare un reattore sottocritico, in cui gli elementi radioattivi a lunga vita, quali [plutonio] nettunio, americio e curio, che si trovano nei rifiuti prodotti negli impianti nucleari, possono essere trasmutati in elementi a tempo di decadimento più breve, se non, addirittura, in elementi stabili. A causa delle loro proprietà pressoché uniche, i neutroni risultano essere particelle di grande importanza per la ricerca scientifica. La struttura atomica della materia, la dinamica, così come le sostanze biologiche possono essere investigate sfruttando questi costituenti dell’atomo. Tuttavia, per essere disponibili, i neutroni devono essere rilasciati dai nuclei atomici, così come avviene nel sistema di spallazione neutronica SINQ (Spallation Neutron Source) presso il Paul Scherrer Institute. Qui un fascio protonico di alta energia è diretto contro un bersaglio metallico, provocando l’emissione, per spallazione, dei neutroni dagli atomi del metallo. Fino ad oggi i bersagli impiegati sono sempre stati di tipo solido, ma i calcoli teorici effettuati hanno sempre evidenziato come bersagli di metallo liquido avrebbero consentito di produrre flussi neutronici più elevati.

      Da qui è nato l’esperimento MEGAPIE (Megawatt Pilot Experiment), pensato per dimostrare la veridicità o meno delle previsioni teoriche, nonché la possibilità di operare sul lungo periodo un bersaglio costituito da 920 kg di piombo-bismuto liquido, impiegando il fascio protonico del ciclotrone presente al Paul Scherrer Institute, in grado di fornire una potenza in uscita di 1 MW. Usando questo fascio ad elevata potenza si ottiene un effetto equivalente a quello che si avrebbe impiegando la potenza di 500 stufe elettriche per riscaldare una teiera.

      Roma, 31 Gennaio 2007

    6. gauss2 scrive:

      Premesso che l’argomento è particolarmente complesso da trattare e io non sono un esperto di metalli preziosi ne di estrazione ne di trattamenti chimici e che per certe tecnologie mi stà bene la fattibilità fisica per produrre la cosa .. ma non è poi così banale la gestione … ho dato uno sguardo al processo.
      Per l’oro sicuramente ci potrà stare la parte fisica .. però poi la gestione non è banale …
      per la creazione di argento , palladio, rodio, rutenio .. secondo me non è così semplice, soprattutto di tutto questo bel discorso si perde il fatto che non è quando hai interazione con il neutrone in uscita ti prendi solo quella reazione … magari! … essa avviene con una data probabilità .. ma ce ne sono altre …. vuoi che non ci creino isotopi tipo AG-108, PD-107 RH-101 RH-102 così come ruteni instabili?? .. e tu mi dici che tirarli via .. ma si può fare in modo semplice??? guarda che il processo di arricchimento dell’uranio non è banale! e si parla di aggiungere una piccola percentuale di U-235 all’uranio naturale…
      figurati te ottenere una quantità semipura .. visto che lor signori da questo processo vorrebbero avere una data contaminazione intrinseca sotto soglia da poter gestire per ammortizzare i costi … prima che ottieni quel materiale devi processarlo molte volte con apposite macchine
      poi rutenio rodio non sono elementi tranquilli .. sono tossicissimi e cancerogeni di loro .. quindi la trattazione andrà fatta in remoto in ambiente protetto in modo isolato .. ha dei costi la cosa …
      E poi tu mi dici prendi del combustibile nucleare in uscita da una centrale e hai certe quantità di palladio … benissimo … tu sai che le quantità di palladio possono variare per molti fattori es: che tipo di centrale è? di che generazione è? quanti megawatt? .. quanti anni di stoccaggio in piscina? che tipo di spettro ha il reattore da un punto di vista teorico e quale in quello reale? è una centrale dove il combustibile è rimasto in sito per periodo prolungato oltre il termine vita di programmazione economica iniziale? è un combustibile ottenuto per riprocessamento o no? è un mox? è un uranio metallico o un ossido?
      mettiamo di avere cmq una quantità standard minima in uscita di palladio come pensi di estrarla dalla matrice in cui è messa? credi che sia facile? .. per avere una certezza sul processo dovresti rendere il tutto un plasma e farlo passare per uno spettrometro di massa … e ti dico che tutta la gestione va fatta in remoto perchè la matrice è radioattiva …
      poi mi dici di usare un processo con solo mercurio 198, che è il 10% di quello presente in natura e per avere un pò di controllo sul processo .. non credo sia banale da ottenere una purezza di mercurio 198 .. un conto è usare mercurio naturale .. e questo ti costa anche solo di base …
      quindi è logico aspettarsi secondo me che il processo debba essere a alta produttività .. ma poi con i costi di quello che ti detto ci stai dentro?
      io non lo sò .. tu mi sembri molto ottimista … io starei guardingo quanto meno!
      questo solo da un lato scientifico … non banale ce anche il lato umano … bruci l’economia di paesi già economicamente poveri di loro .. che si mantengono anche grazie a queste estrazioni …
      si dirà che sono sfruttate e che il loro prodotto è remunerato pochissimo e che non sono loro a farci gli affari sopra … e questo è un problema a lato no banale anzi molto complesso da affrontare .. però ricordo che la prima regola aurea di ogni fine giornata è: MANGIARE!
      con questo quella gente a casa qualcosa in pentola riescie a portarlo.
      La cosa và ponderata!
      relativamente ai processi intrinseci all’ADS … è come quello di sopra ancora più peso per via di spallazione con uno spettro neutronico che vorrebbe essere monoenergetico .. ma poi lo è ???
      in base allo spettro di funzionamento reale poi hai tutto un mondo di reazioni per divierse sezioni d’urto che può variare .. e questo incide sulla produzione isotopica dei metalli che vuoi
      Ripeto per me non è economicamente-socialemente così vantaggioso come lo si vuol far passare .. poi spero di sbagliarmi .. il tempo dirà comunque che ha ragione.
      Al di là di tutto ci sono dei tecnici che fanno solo/anche quello saranno loro a dire e giustificare a minstri e politici la fattibilità o meno della cosa …
      non vorrei che però fosse un escamotage per canalizzare finanziamenti a ricerche che poi non vedranno mai la luce ..
      Speriam bene!

    7. Edoardo scrive:

      Ero a conoscenza del Megapie ed avevo proposto anch’io un articolo simile sul forum.
      Mi auguro che presto le nuove centrali nucleari possano disporre un impianto ADS per il bruciamento delle scorie…una ragione in più per zittire i catastrofisti ed in Italia ripensare seriamente all’utilizzo dell’energia nucleare.

      Saluti.

    8. digit scrive:

      gauss2 sei riuscito a infilare tutti i luoghi comuni del pianeta in un unico post. Congratulazioni! Cerchero’ di risponderti, ma non ti buttare contro la notizia in se senza aver usato Google per fare gli approfondimenti…

      Per gli isotopi che si ottengono, la cosa in fisica e’ semplicemente STATISTICA. Si ottiene una percentuale di oro, di argento, di palladio, eccetera. Questi numeri statistici si studiano al primo anno di fisica…

      E’ ovvio che gli isotopi instabili a vita breve si lasciano semplicemente dove sono…

      Il processo di arricchimento cell’uranio e’ una stupidata. Servono solo delle centrifughe! Renditene conto: delle semplici stupide centrifughe!!! Oggi l’Iran ne ha 164 in cascata! Chiunque le puo’ costruire se vuole. Il problema che faceva perdere tempo agli iraniani era che quella era “la loro prima volta”…

      Guarda, ti do una indicazione di quanto oggi le cose siano “commerciali e semplici”

      Prova questa brochure sulle centrifughe della USEC (se poi le vuoi anche comprare…):
      usec.com/v2001_02/Content/AboutUSEC/AmericanCentrifugeBrochu...

      Se vuoi puoi comprartenen una! Serve solo avere i soldi e ottenere un permesso. Tutto qui’.

      Per la cronaca: The company says using centrifugal force to enrich uranium is much more efficient than the 1950s-developed gaseous diffusion method. The new plant is expected to use about 5 percent of the electricity needed for gaseous diffusion. USEC has been hit by rising electricity costs for a gaseous diffusion plant in Paducah, Ky., the only uranium enrichment plant operating in the United States.

      [http://biz.yahoo.com/ap/070612/atomic_plant.html?.v=2]

      Se non ci credi che arricchire l’uranio e’ semplice, comprati una centrifuga!

      Gli elementi delle barre radioattive SONO TUTTI PERICOLOSI. Che discorsi fai gauss2 ??? Figurati se ci sono complicazioni per rodio e rutenio, in mezzo al plutonio, all’uranio, e a tutto il resto. Per quanto certe cose siano semplici, il permesso di trattare scorie radioattive viene dato SOLO a chi ha le carte in regola.

      Le quantita’ di isotopi variano, ma lo scopo principale e’ BRUCIARE LE SCORIE RADIOATTIVE. Se alcune partite di scorie sono povere di metalli preziosi, beh, se ne faranno una ragione. Tanto PAGANO PER BRUCIARE LE SCORIE.

      (segue)

    9. digit scrive:

      Per quanto riguarda l’estrazione del palladio (e del cesio) dalle scorie radioattive la cosa e’ talmente semplice e vecchia da rasentare il ridicolo. Questo e’ il link di un brevetto del 1975 !!!

      http://www.freepatentsonline.com/3979498.html

    10. digit scrive:

      Per quanto riguarda il mercurio, il suo prezzo non e’ molto alto e lo si puo’ usare senza raffinazione dei suoi isotopi (costa meno separare l’oro dal mercurio rimasto)

      Mercury $/Flask
      From 3/31/2007
      Low 500
      High 700
      [ 1 Flask = 34.5 kg = 76.0 lbs ]

      (segue)

    11. digit scrive:

      gauss2 termina dicendo: “non banale e’ anche il lato umano … bruci l’economia di paesi già economicamente poveri di loro .. che si mantengono anche grazie a queste estrazioni … Si dirà che sono sfruttate e che il loro prodotto è remunerato pochissimo e che non sono loro a farci gli affari sopra … E questo è un problema a lato no banale anzi molto complesso da affrontare .. Però ricordo che la prima regola aurea di ogni fine giornata è: MANGIARE! Con questo quella gente a casa qualcosa in pentola riescie a portarlo. La cosa và ponderata!”

      La risposta e’ sotto gli occhi di tutti quando guardano la tv: carestie, guerre, migrazioni di massa nei luoghi di sfruttamento del sottosuolo. Assicuro gauss2 che NESSUNO MANGIA per l’estrazione dell’oro, del palladio, dei diamanti.

      Rapiscono gli ingegneri italiani perche’ non mangiano nulla persino col petrolio. Dov’eri gauss2 in quel periodo? All’estero? In Italia il battage mediatico e’ stato continuo e gli speciali molto numerosi. Quella gente dal petrolio non mangiava NULLA. E lo stesso vale per gli altri casi. Tutti i soldi vanno ai governanti locali e alle bande criminali.

    12. digit scrive:

      gauss2 chiude con: “relativamente ai processi intrinseci all’ADS … è come quello di sopra ancora più peso per via di spallazione con uno spettro neutronico che vorrebbe essere monoenergetico .. ma poi lo è ???
      in base allo spettro di funzionamento reale poi hai tutto un mondo di reazioni per divierse sezioni d’urto che può variare .. e questo incide sulla produzione isotopica dei metalli che vuoi”

      Rispondo con: non e’ necessario che sia monoenergetico. Lo scopo primario e’ ridurre le scorie radioattive pericolose. Se rimangono tracce di plutonio, la cosa e’ comunque andata a buon fine! Le varie energie dei neutroni non variano il risultato finale. Lo rendono semplicemente piu’ lento o con ranges isotopici leggermente diversi dal risultato teorico.

      Spero di esserti stato utile gauss2 e postami ancora i tuoi dubbi. Se posso, ti rispondero!!! Ciao.

      :)

    13. digit scrive:

      Saluto anche eduardo. Hai colto nel segno. A cuasa dei problemi con il regime terroristico che si e’ instaurato dopo il disastro delle Twin Towers, il tuo “Mi auguro che presto le nuove centrali nucleari possano disporre un impianto ADS per il bruciamento delle scorie…” e’ essenziale.

      In questo modo le centrali diventano, per cosi’ dire, a circolo chiuso, non dando possibilita’ ai terroristi di un attacco alle scorie quando escono dalle centrali, per ottenere una bomba sporca, cioe’ una esplosione convenzionale ma con un fallout radioattivo.

      Con le scorie pretrattate nella centrale, cio’ che esce e’ QUASI innocuo.

    14. Pietruccio scrive:

      Per digit

      Alcune osservazioni al volo

      La prima è che non mi piace il fatto che non ti chiami per nome: l’uso di una sigla mi dà la sgradevole sensazione di partecipare a un ballo in maschera e non ad una discussione seria fra persone civili.

      Lampada piroelettrica di neutroni: mi pare che funzioni con deuterio! Hai fatto i conti di quanto deuterio c’è o si può ottenere in natura e quanto te ne serve per le tramutazioni cioè quanti kg di trasmutato puoi produrre con un kg di deuterio? Quanto costa il deuterio al kg? Poi non fornisci il consumo di quelle lampade. Quanti kWh consumi per kg di trasmutato? Qualcosa mi dice che se fai due conti così di massima, anche senza considerare la gestione e il trattamento delle scorie vengono fuori cifre astronomiche.

      ADSR: la sicurezza che dà per il fatto che la reazione è pilotata e non autosostenuta è un argomento che non ha senso per chi conosce la tecnologia del nucleare da fissione. Ti dico almeno due buoni motivi.

      Il primo è che, siccome i neutroni esterni devono per forza essere pochi rispetto a quelli del reattore (non so se hai idea di quanti sono quelli in gioco), il reattore (che di fatto sarebbe un amplificatore di flusso neutronico) dovrebbe di fatto essere critico (come quelli convenzionali): studiarsi la fisica del reattore per capire quello che sto dicendo e se no fidarsi di quello che dico.

      Il secondo è che il temuto incidente di reattività all’interno di un reattore del nostro tipo (non di Chernobyl che non centra niente con noi) non è certo il peggiore degli incidenti. La reazione in ogni caso si spegne comunque da sola per tutta una serie di effetti di temperatura (qualcuno lo speghi per favore anche a Rubbia che non ha ancora capito come funziona un reattore) perchè la configurazione del reattore in funzione è la migliore possibile per l’economia dei neutroni che in ogni altro caso vanno persi. Il problema della sicurezza è dovuto alla necessità di smaltire l’enorme quantità di calore che continua a prodursi per la prima ora (a spanne) anche se la reazione è spenta. Il 7% di 3000MW sono comunque 210 MW di calore da asportare. Quello c’è anche nel caso degli ADSR.

      In definitiva mi pare che tutto il discorso che fai non stia in piedi neanche a livello di calcoli di massima.

    15. gauss2 scrive:

      “.. gauss2 sei riuscito a infilare tutti i luoghi comuni del pianeta in un unico post. Congratulazioni!”

      Non fare sarcasmo … sapientone!

      “E’ ovvio che gli isotopi instabili a vita breve si lasciano semplicemente dove sono…”

      .. e chi ti dice che ci siano solo gli isotopi vita breve …

      “Il processo di arricchimento cell’uranio e’ una stupidata. Servono solo delle centrifughe! Renditene conto: delle semplici stupide centrifughe!!!”

      Vero! … ma qui si stà parlando di costi non di fattibilità !!!
      .. tu dici fai girare le centrifughe … io ti dico quante volte devi riprocessare per ottnere un valore accettabile dalle impurezze di isotopi del palladio stabile per esempio! .. tante non due o tre! .. tempo + costi che aumentano!
      e a monte del processo purificativo del isotopo voluto devi smistare da tutti gli altri elementi .. costi che aumentano!!! .. proprio perchè un mix di roba strana devi essere sicuro che in uscita avrai solo del palladio !! … macchinari del genere costano .. sempre che ne basti solo uno! .. e i tempi di realizzo del processo??

      “Gli elementi delle barre radioattive SONO TUTTI PERICOLOSI. Che discorsi fai gauss2 ??? Figurati se ci sono complicazioni per rodio e rutenio, in mezzo al plutonio, all’uranio, e a tutto il resto. Per quanto certe cose siano semplici, il permesso di trattare scorie radioattive viene dato SOLO a chi ha le carte in regola.”

      si vede che non hai minimamente capito il mio discorso… se la tecnologia è solo chimica .. è un conto se la tecnologia estrattiva è anche radiativa è un altro .. e i costi aumentano

      “Le quantita’ di isotopi variano, ma lo scopo principale e’ BRUCIARE LE SCORIE RADIOATTIVE. Se alcune partite di scorie sono povere di metalli preziosi, beh, se ne faranno una ragione. Tanto PAGANO PER BRUCIARE LE SCORIE”

      lo scopo è quello di bruciare per non avere nei depositi materiale per troppo tempo è un costo di magazzino …
      se alcune partite sono povere di metalli preziosi rimane materiale in deposito quando per scelta seguendo la tua logica avresti voluto smaltire il magazzino, con una tecnologia costosa, che avresti voluto ammortizzare con la vendita dei preziosi ….
      se mai dovrai andare da una dirigenza e dire una cosa così … senza dati certi con tanto di deviazioni standard del processo … secondo me ti trattano bene!

      ” Per quanto riguarda l’estrazione del palladio (e del cesio) dalle scorie radioattive la cosa e’ talmente semplice e vecchia da rasentare il ridicolo. Questo e’ il link di un brevetto del 1975 ”

      si .. ma poi che fortuna ha avuto?

      “La risposta e’ sotto gli occhi di tutti quando guardano la tv: carestie, guerre, migrazioni di massa nei luoghi di sfruttamento del sottosuolo. Assicuro gauss2 che NESSUNO MANGIA per l’estrazione dell’oro, del palladio, dei diamanti.”

      quindi secondo te togliendo queste attività la guerra scompare … bella storia! .. da molti decenni si dibatte sull’argomento .. e toh! .. bastava non investire con quelle attività in quie paesi per dirimere ogni controversia e non avere problemi! .. mi chiedo perchè non ci abbiano pensato prima!!

      “Rapiscono gli ingegneri italiani perche’ non mangiano nulla persino col petrolio. Dov’eri gauss2 in quel periodo? All’estero? In Italia il battage mediatico e’ stato continuo e gli speciali molto numerosi. Quella gente dal petrolio non mangiava NULLA.”

      mi pare che i militanti del MENDE non rapiscano a fini di rubare ai ricchi per dare ai poveri …
      da quel che ho letto a parole fanno così ma a fatti no! .. però qui ammetto di non essere ben informato

      “Lo scopo primario e’ ridurre le scorie radioattive pericolose. Se rimangono tracce di plutonio, la cosa e’ comunque andata a buon fine! Le varie energie dei neutroni non variano il risultato finale. Lo rendono semplicemente piu’ lento o con ranges isotopici leggermente diversi dal risultato teorico.”

      ma cosa centra questo con il produrre i metalli preziosi …
      l’ADR è nato per “bruciare” le scorie, punto. Tu hai posto il problema di tirarci fuori i preziosi .. io contesto questo!
      NON ho mai detto nei miei discorsi di prima che l’ADR è senza senso …
      ho solo detto che poichè tu dicevi che per estrerre i preziosi usavi le lampade piroelettriche perchè da li ci tiri fuori neutroni monoenergetici .. a maggior ragione se per me il gioco non vale con queste .. figurati con l’ADR …

    16. digit scrive:

      Rifacciamo i calcoli di massima:

      Rubbia NON dice spengo l’accelleratore e spengo la reazione nucleare. “Sottintende” per gli addetti ai lavori che a parita’ di situazioni una reazione pilotata da un accelleratore si “spegne” in confronto a quello che accade in una centrale atomica tradizionale. SI SOTTINTENDE TUTTO IL RESTO ATTORNO AL TEMPO NECESSARIO CHE LA REAZIONE A CATENA SI INTERROMPA E SULLE PROCEDURE (OVVIE) DI RAFFREDDAMENTO.

      Se no anche Rubbia deve tenere un corso universitario di 5-6 mesi ogni volta che parla in tv o scrive un articolo.

      A parita’ di situazione la centrale atomica con l’accelleratore di particelle e’ DANNATAMENTE PIU’ VELOCE A SPEGNERSI, A PARITA’ DI IMPIANTI DI RAFFREDDAMENTO E BLOCCO DELLA REAZIONE MEDESIMA.

      gauss2, tu mi continui a dire frasi tipo “macchinari del genere costano ” o “si .. ma poi che fortuna ha avuto?” quando ti ho dato il link del brevetto del 1976 per separare CHIMICAMENTE il palladio da tutte le altre scorie radioattive. Sei disfattista. USA GOOGLE, PERFAVORE. ISTRUISCITI.

      Se non leggi mi sei ostile fin dall’inizio… Se poi sbaglio io, mi pare di averti gia’ chiesto scusa, ma qui’ la questione e’ IO NON USO GOOGLE E MI DIVERTO A PRENDERE PER IL CULO DIGIT.

      Mi scuso con gauss2 e pietruccio. E’ un mio errore. Pensavo che il livello medio del sito fosse sopra i neofiti, e ho SEMPLICEMENTE saltato l’ovvio.

      Mi scuso ancora con i presenti, ma per rispondere alle domande partendo dal livello neofiti, mi servirebbe un intero corso introduttivo universitario: almeno 6 mesi e/o 50-100 pagine, al di fuori dell’indirizzo di un forum o di un archivio di posts, quasi tutte (le pagine) di argomenti targati 2007 (il 2006 e’ gia’ obsoleto).

      Percio’ saluto cordialmente i presenti e ritorno al sito di La7 dove sono un forumista “conosciuto” e apprezzato anche se NON DICO IL MIO NOME, mantenendo un minimo di privacy.

      Se volete, ma non penso, provate a chiedermi di un solo argomento alla volta. IO USERO’ GOOGLE PER RISPONDERE ALLE VOSTRE DOMANDE! E dopo un paio di giorni di RICERCHE, forse potrei postarvi la risposta.

      digit.

    17. Amministratore scrive:
      Commento ufficiale dello Staff

      ragazzi,
      cerchiamo di tenere tutti il tono della discussione in modo da essere quanto più costruttiva possibile.
      digit inoltre ti invito a restare qui: non c’è motivo di andar via, credimi.

      buona prosecuzione ;-)

    18. Pietruccio scrive:

      Per Digit

      Non ti devi offendere in una discussione. E’ logico che non sono d’accordo con te e che sostengo le mie tesi. Non mi pare di essere stato offensivo. Però stiamo parlando di questioni tecniche: se una cosa non torna, non torna.

      Ribadisco che la questione NON E’ assolutamente nei tempi di spegnimento: nei reattori BWR o PWR neanche se espelli le barre di controllo con l’esplosivo ci potrebbe essere un incidente severo di criticità , perché non appena un punto del nocciolo perde le sue caratteristiche il reattore diventa sottocritico e la reazione si spegne IMMEDIATAMENTE! La produzione di calore (7%) che dura ore è dovuta ai prodotti di reazione (ma la reazione è spenta!). Non vedo come un dispositivo esterno possa essere più veloce di un fenomeno fisico intrinseco al reattore. Quindi ADSR non aggiunge niente alla sicurezza da questo punto di vista.

      Anche sull’altra questione non mi sembra di essere stato capito. Vediamo se ci riesco. Un ADSR dovrebbe avere un nocciolo che riceve una sorgente, inevitabilmente limitata, di neutroni e la amplifica alla grande, miliardi di volte. Chiamiamo k il fattore di moltiplicazione effettivo. Fatto sta che per un reattore sottocritico (k

    19. Pietruccio scrive:

      Anche sull’altra questione non mi sembra di essere stato capito. Vediamo se ci riesco. Un ADSR dovrebbe avere un nocciolo che riceve una sorgente, inevitabilmente limitata, di neutroni e la amplifica alla grande, miliardi di volte. Chiamiamo k il fattore di moltiplicazione effettivo. Fatto sta che per un reattore sottocritico (k

    20. Pietruccio scrive:

      Anche sull’altra questione non mi sembra di essere stato capito. Vediamo se ci riesco. Un ADSR dovrebbe avere un nocciolo che riceve una sorgente, inevitabilmente limitata, di neutroni e la amplifica alla grande, miliardi di volte. Chiamiamo k il fattore di moltiplicazione effettivo. Fatto sta che per un reattore sottocritico (k minore 1) il coefficiente di amplificazione è proporzionale a 1/(1-k) e gli altri termini non è che contribuiscano con valori giganteschi, il che significa che k dovrà essere molto vicino a 1 (roba tipo 0.99999…) il che in pratica significa che il reattore in quella configurazione è “praticamente” critico, cioè che se sposto di un millimetro un qualunque dispositivo di controllo (tipo delle barre di cadmio), diventa immediatamente supercritico e quindi può dare origine a incidenti di criticità né più né meno come quelli normali. Non c’è modo di aggirare il problema. Quello che vai a costruire sarà comunque qualcosa che può diventare supercritico come i reattori normali altrimenti non avrai mai dei flussi sufficienti per bruciare scorie in quantià industriale. Ci sono dei reattorini che funzionano così ma servono per la ricerca. Quindi anche qui non aggiungi niente alla sicurezza rispetto a un reattore normale. Vedere ad esempio Lamarsh - “Nuclear reactor theory” o qualunque altro testo di fisica del reattore.

      Ma soprattutto bisogna che vi facciate entrare in testa che i reattori normali sono sicuri! Non c’è nessun bisogno di andare a cercare niente. Bisogna solo farli.

      Ultima questione. Non ho capito perché citi continuamente Rubbia, che nel suo campo è stato un grande ma la dovrebbe smettere di ammiccare e appoggiare tutti quelli attaccano l’energia nucleare. Oltretutto più che tenere un corso, secondo me dovrebbe seguirlo: magari imparerebbe ad apprezzare.

    21. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Signori, vi state ’scannando’ per niente: la trasmutazione nucleare per ottenere elementi preziosi non si può fare, almeno non economicamente. Ci hanno già pensato 50 anni fa (memori dei sogni degli alchimisti!), ed hanno subito desistito.

      “Ma il metodo piu’ esatto e’ di accostare mercurio o piombo accanto al flusso neutrinico principale e poi seguire il classico Mercury198 + 6.8Mev gamma ray > 1neutron + Mercury197 (half-life 2.7 days > Gold 197).”
      Ma chi parla conosce un pò di fisica nucleare o va ‘a naso?
      L’isotopo 198 del mercurio costituisce meno del 10% del mercurio naturale (verificate!). Non solo: sapete cos’è una SEZIONE DI CATTURA? Beh, per questo isotopo è dell’ordine di 2 barn (quella dell’uranio 235 per neutroni termici è dell’ordine di 585!). E per lo più l’elemento ottenuto sarebbe radioattivo. Industrialmente non credo proprio si possa fare (anche se è un’interessante esperimento di fisica nucleare).

      E ancora:
      “Il processo di arricchimento dell’ uranio e’ una stupidata. Servono solo delle centrifughe!”.
      Rendiamoci conto: di centrifughe in cascata ne servono migliaia, e sono fatte con materiali speciali, tenute speciali, cuscinetti speciali (ed il tutto coperto da rigoroso segreto) perchè i rotori raggiungono le 100.000 rotazioni al minuto (cioè oltre 1600 rotazioni al secondo!!!).
      Tant’è che gli USA durante la guerra usarono la diffusione gassosa (nonostante 2 miliardi di dollari di allora spesi ed il contributo di centinaia di eccellenti scienziati!!!) - impianto di Oak Ridge, che ho visto di persona. Si dovette attendere il contributo di Zippe per avere le ultracentrifughe (che prima fu costretto a svelarne i segreti ai sovietici).

      In definitiva: fare le cose nella realtà e molto più problematico e complesso che sulla carta, e non tutto si può, o conviene…

    22. Pietruccio scrive:

      Mi riferivo al discorso SICUREZZA !!!!! (dei metalli preziosi non me ne può importare di meno) che l’amico Digit citava nel sito della 7. Riporto alcuni passaggi che, per chi legge e non conosce, danno il senso del nucleare come tecnologia insicura una belva che abbisogna del genio di Rubbia per essere domata (è dal 1986 che la mena dicendo che l’energia nucleare è intrinsecamente instabile).

      ……
      ……
      “The Accelerator Driven Subcritical Reactor (ADSR) offers a great advantage over conventional nuclear reactors. The ADSR can use long-lasting nuclear waste as nuclear fuel and convert it into waste that remains dangerous for a much shorter period of time. However, there are still major financial and technological problems associated with the ADSR. On Monday, February 5, Carlos Ceballos received his TU Delft PhD degree based on this research subject

      The nuclear reactor that TU Delft researcher Carlos Ceballos studied is based on the work of Italian Nobel Prize winner Carlo Rubbia. In 1995, Rubbia made a strong case for the development of a reactor that can convert radioactive waste from other nuclear power plants into waste that remains dangerous for much shorter periods of time – only for 100 to 150 years…..

      …… Ed infatti l’ Enea sta sperimentando già da qualche tempo una nuova tecnologia messa a punto dal premio Nobel Carlo Rubbia che prevede una variante del sistema ADS (Accelerator Driven System) e che consentirà di “bruciare” le scorie radioattive. “L’alternativa oggi allo studio è quella di ‘bruciare’ quegli elementi che hanno vita troppo lunga per garantire la sicurezza ambientale futura” ha detto Rubbia, riferendo che “l’Enea è attualmente impegnato in attività sperimentali derivanti dall’utilizzo del sistema ADS, che si basa sull’accoppiamento tra un acceleratore di particelle ad altissima intensità e un dispositivo sottocritico nucleare”. “L’ADS - ha aggiunto Rubbia - è il frutto della reciproca fecondazione di tecnologie indipendenti: gli acceleratori di particelle come quelli usati per la ricerca, i reattori – operati in regime sottocritico - refrigerati a piombo fuso, come quelli usati nei sottomarini russi, e il trattamento dei combustibili usati”.

      Il motore nucleare ideato da Carlo Rubbia (detto perciò “Rubbiatron”) è una delle numerose applicazioni pratiche di un esperimento, il TARC, nato con finalità di ricerca pura. L’esperimento TARC è stato avviato da Carlo Rubbia nel 1996 al Ps, il Sincrotrone a protoni del Cern (laboratorio europeo per la fisica delle particelle) di Ginevra. Scopo dell’esperimento era studiare il comportamento di alcuni particolari atomi nelle reazioni di fissioni nucleare. Da questo esperimento lo scienziato italiano è riuscito a ricavare numerose applicazioni pratiche, ora in fase di sviluppo. “L’idea, dunque, è stata quella di provocare una trasformazione delle scorie radioattive, una trasmutazione, bombardandole con neutroni che si ottengono sparando protoni nel piombo fuso. Così, uranio e plutonio diventano sostanze diverse che non emettono più radiazioni o devono essere contenuti per un periodo ben più breve, non oltre 5-600 anni: vale a dire un tempo nel quale ragionevolmente si può pensare di gestire un controllo. Al Cern abbiamo già condotto esperimenti per verificare la nuova idea e il sistema funziona. Per sparare i protoni utilizzo un acceleratore di particelle come quelli che normalmente utilizziamo nello studio della materia. La difficoltà tecnica forse maggiore è l’impiego del piombo fuso, ma ci possono dare una mano i russi; loro hanno sviluppato questa tecnologia per scopi militari, e ho già contatti con gli scienziati di Mosca che sono interessati al progetto”.
      Ma oltre a distruggere le scorie radioattive, la macchina di Rubbia nasce con l’obiettivo di generare energia, con un vantaggio sui generatori nucleari finora costruiti: essere molto più sicuro, allontanando lo spettro di Chernobyl. “Se nel piombo fuso immergo del torio invece delle scorie, i neutroni che lo colpiscono provocano una fissione nucleare, cioè una reazione nella quale ottengo calore utilizzabile per generare energia elettrica. Perché è più sicuro degli altri? Primo: utilizzo come elemento combustibile il torio, che si trova normalmente nella crosta terrestre, ma è tre volte più abbondante dell’uranio e, soprattutto, elimino quasi completamente le scorie radioattive, e in particolare il terribile plutonio. Secondo: a tenere acceso il reattore ci pensa l’iniettore di protoni. Se c’è un problema, lo spengo come giro l’interruttore della luce e la reazione si blocca istantaneamente. Nulla può sfuggire di mano e portare all’incubo della fusione del nocciolo, come accadde a Chernobyl.”
      ……
      ……

    23. digit scrive:

      Vi ringrazio per non avermi “diciamo” bannato dalla discussione.

      Nei post che io scrivo cerco di “aggiungere” cose, a volte, di pochi giorni fa, e a volte mi arrabbio perche’ voi citate cose ormai vetuste “di qualche anno fa”.

      In questo campo, anche una differenza di 1 anno e’ enorme. Non e’ sarcasmo, o almeno non lo e’ piu’ di tanto. E’ solo il progresso che va avanti quieto quieto.

      pietruccio scrive: E’ logico che non sono d’accordo con te e che sostengo le mie tesi.

      Chiunque puo’ avere una tesi differente dalla mia. Figuriamoci! Ma almeno datemi il tempo di provare a smontarla…

      Siccome, per quanto riguarda la mia tesi, gli argomenti che postate voi sono terribilmente retrodatati, vorrei provare a rendermi utile cercando di smontarveli. Si, ma, uno alla volta, non 5-10 per volta!!!

      Vorrei partire quindi dall’Ing. Romanello per quanto riguarda la cosa piu’ critica: “la trasmutazione nucleare per ottenere elementi preziosi non si può fare, almeno non economicamente.”

      Vorrei rispondere.

      Allora: la trasmutazione richiede energia, e l’energia si paga. Richiede macchinari, come il MEGAPIE, con costi pari a circa 50 milioni di euro complessivi, suddivisi tra i vari partecipanti, compresa l’Unione Europea. Richiede personale qualificato, e questo si paga.

      Ma chi paga e perche’ paga? La risposta e’: Pagano gli Stati (solitamente) e gli stati possono pagare un massimale corrispondente al prezzo che avrebbero pagato per farli processare e stoccare a secco.

      Ma quanto pagherebbero? Gli esperti dell’Apat, l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente hanno stimato in 2 miliardi di Euro in 20 anni il costo per smaltire la montagna di 58.000 metri cubi di rifiuti radioattivi accumulati dall’Italia nel periodo del nucleare.

      Dunque il massimale per le sole scorie italiane “dovrebbe” essere 2 miliardi di euro su 58.000 metri cubi, e cioe’ 34482 euro al metro cubo.

      Pero’ io non tratterei minimamente il cemento radioattivo, o i materiali a debole radioattivita’, con un accelleratore di particelle. Mi preoccuperei solo dei materiali a grande radioattivita’.

      Siete daccordo con me su questi massimali, cosi’ da poter proseguire nello smontare la prima idea di base, e cioe’ che che la trasmutazione e’ antieconomica?

      L’idea di base che sto postando e’ che se accoppiata alla trasmutazione delle scorie radioattive (come sottoprodotto della reazione e come prodotto “voluto” per esempio con piccole immissioni di mercurio) puo’ invece risultare economica, perche’ il problema delle scorie radioattive va risolto una volta per tutte e per risolverlo gli si possono pagare i macchinari, l’energia e gli stipendi.

      Senza l’impulso dello smaltimento delle scorie radioattive sempre piu’ pressante, tutto questo non si potrebbe fare. Negli Stati Uniti secondo zonanucleare il problema di dove conservare in condizioni di sicurezza la crescente quantità di scorie radioattive prodotte dagli impianti nucleari, che restano altamente pericolose per secoli e millenni quantita è ancora irrisolto ed economicamente molto oneroso. Negli Stati uniti, è stato deciso nel febbraio 2002 di concentrare le scorie radioattive in un unico deposito sotterraneo, che sarà costruito sotto il Monte Yucca (Nevada meridionale, 160 km a nord-ovest di Las Vegas). Nei suoi tunnel saranno conservate, in oltre 11000 contenitori, 70000 tonnellate di scorie radioattive (63000 provenienti da centrali elettronucleari e 7000 da impianti nucleari militari).
      Il costo e la complessità dell’operazione sono enormi. Solo per gli studi preliminari del terreno e il progetto sono stati spesi circa 7 miliardi di dollari; per la costruzione del deposito, si prevede una spesa di almeno 58 miliardi di dollari. Si tratta poi di trasferirvi il materiale radioattivo, attualmente conservato in 131 depositi sotterranei distribuiti in 39 stati: per il trasporto occorreranno 4600 treni e autocarri che dovranno attraversare 44 stati. I critici del progetto, soprattutto rappresentanti dello stato del Nevada e ambientalisti, sostengono che, quando il deposito sarà ultimato (con tutta probabilità dopo il 2010), si sarà accumulata, al ritmo di circa 2300 tonnellate all’anno, una quantità tale di scorie radioattive da richiedere la costruzione di un altro deposito.”

      Vedete che i margini economici per associare la produzione di metalli preziosi ci sono. Anzi, ogni anno che passa le scorie si accumulano e il problema ecologico aumenta. L’opinione pubblica si allarma, i politici si allarmano, e sono tutti disposti a PAGARE TANTO per far sparire del tutto le scorie.

      Ed e’ in questo momento che si puo’ associare la produzione dei metalli preziosi, cioe’ quando PAGANO TANTO.

      Si puo’ discutere molto su questo argomento, ma se non si e’ daccordo almeno sulle cifre enormi che gli stati e l’opinione pubblica pagherebbero per trasmutare le scorie radioattive, allora il discorso mi pare finito.

      “Secondo le prime stime il deposito da realizzare nella sola miniera di sale di Scanzano dovrebbe costare sui 500 milioni di euro. Ma alcuni esperti paventano un costo fino a 1-2 miliardi per eseguire i lavori, il trasporto di materiali pericolosi ma anche i test e gli studi per valutare l’idoneità del sito.”

      Quindi l’opinione pubblica pagherebbe fino a 1-2 miliardi di euro per non avere i rifiuti radioattivi sotto casa. Poi, se il governo decide di spedirli tutti quanti fuori dall’Italia e risolvere cosi’ il problema, sono “problemi loro”.

      Un’altra nazione possiedera’ le nostre scorie e paghera’ per trasmutarle.

      Se non ci fossero stati miliardi di euro in ballo il progetto Megapie non avrebbe mai avuto luogo. Invece e’ stato pagato 52 milioni di euro e servira’ come base dell’impianto che trasmutera’ tonnellate di scorie radioattive all’anno. Questa trasmutazione costera’ 1-2 miliardi di dollari l’anno?

      Soldi spesi bene.

      Ma in un giro d’affari cosi’ grosso non si puo’ evitare che per “arrotondare” non si cerchi di estrarre anche qualche tonnellata di metalli preziosi.

      Vorrei quindi concludere con una notizia che forse vi sorprendera’ un pochino:

      Tibet to ban gold, other metals mining
      Posted by Nathan Becker on 13 June 2007 @ 12:01

      Government officials in Tibet will ban the mining of gold, mercury, arsenic and peat in an effort to preserve mineral resources and protect the environment.

      “Although Tibet boasts rich resources of arsenic and gold, we will still ban the exploitation of these resources for the sake of environmental protection,” one official said.

      Interesting site here – these protestors say Canadian and British mining companies are exploiting Tibet’s resources. Their slogan is “Tibet’s resources belong to Tibetans”. … So, pray tell, how are you going to harvest the resources without mining them?

      According to that site, companies mining in Tibet include: Sterling Group Ventures, Central China Goldfields, South China Resources, Hunter Dickinson Inc., Inter-Citic Minerals, Eldorado Gold, Dynasty Gold Corp., Gobimin and TVI.
      _____
      Forse alcuni metalli preziosi aumenteranno ancora di valore. Non che servisse nella estrazione quasi obbligata dei metalli preziosi dal trattamento delle scorie radioattive (immaginatela come una produzione “parassita”), ma per quelli del Megapie e di altri progetti in fase di attuazione nel mondo, sa di ciliegina sulla torta: piu’ salgono i prezzi dei metalli preziosi, piu’ incassano dalla produzione “parassita”.

      :)

    24. digit scrive:

      dimenticavo il link del post sul Tibet!

      http://www.resourceinvestor.com/pebble.asp?relid=1&t=58

      Notizia originale:

      phayul.com/news/article.aspx?article=Tibet+set+to+ban+gold+m...

    25. digit scrive:

      La fattibilita’ pratica di trasmutare le scorie radioattive “a tonnellate” e’ un fatto acquisito dalla comunita’ scientifica.

      Vi prego caldamente di andare a questo link e farvi un’idea:

      http://www.sciencedirect.com/science/journal/01689002

      Questo e’ uno dei tanti abstracts:

      Energy amplifier systems: Simulation and experiments in the field

      Yacine Kadi, a, and Adonai Herrera-Martineza
      aCERN, CH-1211 Geneva 23, Switzerland

      Available online 28 February 2006.

      Abstract

      Progress in particle accelerator technology makes it possible to use a proton accelerator to produce energy and to destroy nuclear waste efficiently. Energy Amplifier (EA) systems consist of a sub-critical fast neutron core driven by a proton accelerator. They are particularly attractive for destroying, through fission, transuranic elements produced by present nuclear reactors. EAs could also transform long-lived fission fragments efficiently and at minimal cost using the concept of Adiabatic Resonance Crossing (ARC), an innovative method tested at CERN with the TARC experiment.

      Come sempre, se non si leggono le ultime notizie (del 2007), non si e’ informati sui fatti.

      ;-)

      Vi prego caldamente di andare al link e farvi un’idea del trend scientifico oggi.

    26. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Distruggere le scorie è un conto, e può anche essere fatto economicamente (perchè probabilmente basterebbe un solo ADS per bruciare le scorie di una nazione).

      Produrre materiali preziosi ricavandoli con bassissima efficienza dai prodotti di fissione, considerando che il tutto è fortemente radioattivo e radiotossico, e che ci sono centinaia di elementi nuovi che si formano è piuttosto improponibile.

      La trasmutazione sarebbe una bella cosa, ma implica che un nuovo materiale va prodotto atomo per atomo, ed in una mole (una manciata di grammi) ce ne sono una cosa come 6.022 * 10^23 (10 seguito da 23 zeri!!!). E’ un problema. Già produrre il plutonio (in tutto il bulk del reattore e con le sezioni di cattura note) è davvero complesso.

      Ben inteso: se si potesse fare economicamente sarebbe ottimo! Se nel nostro Paese si facesse ricerca nucleare (ahimè!) e si facessero degli studi preliminari (calcoli e simulazioni Monte Carlo alla mano) e si dimostrasse la fattibilità , si potrebbero avviare degli esperimenti (nessuna strada va sottovalutata arbitrariamente).
      Continuo a non credere molto nell’opzione (finchè non vedo calcoli dettagliati - scusatemi, ma sono un ingegnere nucleare, e capisco solo numeri!), ma rispetto molto la passione che digit ci mette…

    27. digit scrive:

      grazie.

    28. digit scrive:

      Quanti neutroni produce un accelleratore? Quanti atomi possono trasmutare al secondo?

      Overview of the ATW System

      The ATW is a subcritical facility which uses a high energy, high current proton beam directed onto a spallation target to produce a very high (relative to a conventional LWR) neutron flux. The spallation process is the result of a high energy particle (usually a 1 to 2 GeV proton) incident on the nucleus of an atom. Nucleons will be produced by evaporation, which occurs when a highly excited atom deexcites by releasing nucleons.
      The nucleons of importance for an ATW are neutrons. Therefore, the effectiveness (or yield in ATW terms) of an ATW target is usually given in neutrons produced per incident proton, which is an increasing linear function of the target material’s atomic mass and density. A typical ATW target is composed of either liquid lead or solid tungsten plates, both of which have high atomic mass and high density.

      The neutron production from a lead target is about 40 neutrons per incident proton for a 1600 MeV beam (the reference beam is usually 1600 MeV and 250 mA). It can be seen from a simple calculation that the spallation reaction will produce a large neutron flux around the target:

      (40 n/p)x(.250 A)x(1 C/As)x(1 p/1.6×10-19 C) = 6.25×10+19 neutrons per second

      tratto da: http://www.nuc.berkeley.edu/designs/atw/Overview.html

    29. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      Ok, interessante. Ma ribadisco: non è vero che un neutrone trasmuta un atomo. Semplicemente scappa via, o viene assorbito secondo una data probabilità , più o meno alta, a seconda della sezione di cattura a quell’energia. E trasmutare economicamente quantitativi significativi di materiale credo proprio sarebbe duro.

      Si potrebbe fare un esperimento piazzando un campione di mercurio nel tunnel di un reattore ad alto flusso, e poi vedere quanto oro si riesce a recuperare ed a che costi. Il calcolo non sarebbe nemmeno molto complesso. A occhio credo sarebbe assolutamente antieconomico, ma l’una tesi o l’altra, vanno dimostrate conti alla mano (e sia chiaro, sarei ben felice di sbagliarmi).

    30. digit scrive:

      Ing. Romanello scrive: Se nel nostro Paese si facesse ricerca nucleare (ahimè!) e si facessero degli studi preliminari (calcoli e simulazioni Monte Carlo alla mano) e si dimostrasse la fattibilità , si potrebbero avviare degli esperimenti (nessuna strada va sottovalutata arbitrariamente).

      Hai perfettamente ragione. Tanto e’ vero che perfino l’India ci sta’ sopravanzando!

      Accelerator development in India for ADS programme

      P SINGH, S V L S RAO, RAJNI PANDE, T BASAK, SHWETA ROY, M ASLAM,

      P JAIN, S C L SRIVASTAVA, RAJESH KUMAR, P K NEMA, S KAILAS and

      V C SAHNI*

      Nuclear Physics Division, Bhabha Atomic Research Centre, Mumbai 400 085, India

      *Physics Group, Bhabha Atomic Research Centre and Raja Ramanna Centre for Advanced Technology, Indore 452 013, India

      E-mail: psingh@barc.gov.in

      Abstract. At BARC, development of a Low Energy High Intensity Proton Accelerator (LEHIPA), as front-end injector of the 1 GeV accelerator for the ADS programme, has been initiated. The major components of LEHIPA (20 MeV, 30 mA) are a 50 keV ECR ion source, a 3 MeV Radio Frequency Quadrupole (RFQ) and a 20 MeV drift tube linac (DTL). The Low Energy Beam Transport (LEBT) and Medium Energy Beam Transport (MEBT) lines match the beam from the ion source to RFQ and from RFQ to DTL respectively. Design of these systems has been completed and fabrication of their prototypes has started. Physics studies of the 20–1000 MeV part of the Linac are also in progress. In this paper, the present status of this project is presented.

      PACS Nos 29.27.-a; 29.27.eg; 29.27.Fh; 41.75.-i

      Tratto da: Proceedings of the Workshop on Physics of Accelerator Driven Sub-critical System for Energy and Transmutation (WP-ADS-E&T), Vol. 68, (No.2), February 2007 [quindi notizia RECENTE]

    31. digit scrive:

      L’India ci sopravanza! (segue)

      The physics of accelerator driven sub-critical reactors

      S B DEGWEKER, BIPLAB GHOSH, ANIL BAJPAI and S D PARANJAPE

      Theoretical Physics Division, Bhabha Atomic Research Centre, Trombay,

      Mumbai 400 085, India

      E-mail: degweker@apsara.barc.gov.in

      Abstract. In recent years, there has been an increasing worldwide interest in accelerator driven systems (ADS) due to their perceived superior safety characteristics and their potential for burning actinides and long-lived fission products. Indian interest in ADS has an additional dimension, which is related to our planned large-scale thorium utilization for future nuclear energy generation.

      The physics of ADS is quite different from that of critical reactors. As such, physics studies on ADS reactors are necessary for gaining an understanding of these systems. Development of theoretical tools and experimental facilities for studying the physics of ADS reactors constitute important aspect of the ADS development program at BARC. This includes computer codes for burnup studies based on transport theory and Monte Carlo methods, codes for studying the kinetics of ADS and sub-critical facilities driven by 14 MeV neutron generators for ADS experiments and development of sub-criticality measurement methods. The paper discusses the physics issues specific to ADS reactors and presents the status of the reactor physics program and some of the ADS concepts under study.

      PACS Nos 89.30.Gg; 28.41.-I; 28.50.-k

      Tratto da: Proceedings of the Workshop on Physics of Accelerator Driven Sub-critical System for Energy and Transmutation (WP-ADS-E&T), Vol. 68, (No.2), February 2007 [sempre notizia recente…]

    32. digit scrive:

      Per quanto riguarda l’uso del sistema Monte carlo c’e’ un divertente aneddoto riguardo il progetto Megapie che dovreste leggere:

      The MEGAPIE target consists of 920 kg of liquid lead-bismuth eutectic (LBE), contained in a steel casing. On impact, the 800 kW proton beam deposits about 580 kW of heat in the target material. The heat is removed by circulating the lead-bismuth in forced convection through a heat exchanger. The proton beam penetrates the lead-bismuth to a depth of 27 cm and generates an integrated flux of 1017 neutrons a second.

      During the four months of operation, the target operated very satisfactorily and according to predictions. It triggered only a small number of unscheduled beam shutdowns and experienced more than 8000 beam interrupts of different durations without damage. Its availability reached 95%, with an accumulated proton charge amounting to 2.8 Ah.

      Earlier Monte Carlo simulations had indicated that the liquid-metal target should provide a 40% increase in neutron flux (at identical current) compared with a solid target. However, initial measurements at selected instruments confirmed an increase in neutron flux, which the collaboration met at first glance with some scepticism: instruments at the cold guide gave a flux increase as high as 70–80%. However, gold-foil activation measurements have confirmed flux increases of 80–90% at both a thermal and a cold beam port. New calculations with more detailed target and moderator geometry now reproduce these results.

      The higher flux means that it will be possible to carry out more experiments within the same time frame, a definite benefit for the over-booked beam lines. With a flux gain of this magnitude, operation with a permanent liquid-metal target at SINQ has become a priority and PSI has launched a new project to pursue this goal.

      http://www2.cerncourier.com/articles/cern/47/3/26/1

      :-)))))

    33. digit scrive:

      x gauss2 (un riassunto educazionale della Royal Society of Chemistry - 2007 - sulla vita e sulla morte del processo nucleare, un pezzo di testo molto raro):

      The nuclear process

      Nuclear reactors use rods of solid fuel which are stored in metal tubes. The fuel rods are made of two isotopes of uranium: U-235 and U-238. The source of the power is the fission reaction. To initiate fission, the fuel is bombarded with neutrons , causing the unstable U-235 nucleus to split. This creates two or more lighter atoms (fission products) and releases more neutrons and a great amount of heat . The neutrons released by fission cause other atoms to split in a chain reaction . The heat is used to produce steam which powers a turbine to generate electricity.

      An example of a fission reaction:

      235U + neutron 236U 92Kr + 141Ba + 3 neutrons + heat

      Once a fuel rod has been used it has to be treated before it is safe for storage and disposal. First it gets chopped up into small pieces and dissolved in hot nitric acid. The solid casing is separated from the dissolved fuel and fission products, then tributyl phosphate (TBP) and kerosene are added. The uranium and plutonium atoms in the solution bond to the TBP to form a complex that dissolves in the kerosene, allowing these valuable elements to be recovered and used again.

      (…)

      Some of the problems associated with disposal could be avoided by reducing the amount of harmful substances in the radioactive waste.

      Professor Francis Livens of the Centre for Radiochemistry Research at the University of Manchester is investigating ways of doing this by a process of ‘transmutation’. This is the process by which a long-lived radioisotope is converted into a short-lived one.

      Technetium-99 (Tc-99), for example, is a common fission product with a half-life of 210,000 years. In HLW it may have to be stored underground for over two million years before it has decayed fully. In transmutation, Tc-99 is bombarded with neutrons and is converted to Tc-100. This new isotope decays to harmless ruthenium and has a half-life of only 16 s.

      This is a hugely attractive concept but it’s not a simple solution. Livens describes the HLW mixture as ‘gunk’ containing many other elements besides technetium. These would also be hit by the neutrons and form other products in an unpredictable way and cause other problems. ‘Separating these elements from the waste’, according to Livens, ‘requires sophisticated chemistry on some unpleasant stuff’.

      This is one of the goals of Livens’ colleagues at Manchester. In one of a select few laboratories worldwide equipped to work with radionuclides such as technetium-99, neptunium-237 and plutonium-242, they design molecules that can encapsulate specific radioactive species, forming a complex that can be extracted from the waste mixture using a solvent. For example, the oxygen atoms in bis(diphenylphosphino)methane dioxide (DPPMO2) can complex uranium and technetium atoms to form the stable, soluble complex [UO2(TcO4)(DPPMO2)2]+.

      rsc.org/Education/EiC/issues/2007March/DealingNuclearWaste.a...

    34. Pietruccio scrive:

      Per digit

      Ok . Sul discorso flussi mi hai convinto: non siamo lontani dal numero di Avogadro con tutto quello che comporta (non è necessario che l’insieme amplifichi a dismisura e quindi che sia quasi critico). Comunque ti ringrazio per la sintesi di informazioni su questo argomento: continua a tenerci aggiornati.

      Continuo, invece, a non essere daccordo sul discorso della SICUREZZA sbandierato anche dagli Indiani: quella che vedo mi pare comunque una normale tecnologia nucleare e se vuoi produrre centinaia di MW di potenza elettrica in impianti tipo un EA, a parte la netta riduzione del rischio di un incidente di reattività (comunque poco importante), non vedo dove possano stare i vantaggi.

    35. digit scrive:

      grazie gauss2.

      C’e’ una Doctoral thesis in formato PDF di 5 MB del 2 Febbraio 2007 sulla sicurezza degli ADSR. Ti interessa? Il link del PDF e’:

      http://repository.tudelft.nl/file/496235/372045

      Il titolo e’:
      Ceballos Castillo, C.A., Multidisciplinary design approach and safety analysis of ADSR cooled by buoyancy driven flows; 2007-02-05

      Buona lettura e buona serata a tutti.

    36. Pietruccio scrive:

      Help

      The neutron production from a lead target is about 40 neutrons per incident proton for a 1600 MeV beam (the reference beam is usually 1600 MeV and 250 mA). It can be seen from a simple calculation that the spallation reaction will produce a large neutron flux around the target:
      (40 n/p)x(.250 A)x(1 C/As)x(1 p/1.6×10-19 C) = 6.25×10+19 neutrons per second

      I conti non mi tornano. Dove sto sbagliando?

      Se consideriamo che un reattore da 3000MW termici dà origine a 9.4E19 reazioni al secondo (perché ogni fissione fornisce circa 200MeV=3.2E-11 J) questo fascio darebbe 6.3E19/9.4E19=67% dei neutroni necessari. Poi è chiaro che molti vanno persi, non tutti possono dare la reazione che vogliamo noi perché possono essere catturati, ci sarebbe bisogno di averli distribuiti su ampio volume, mentre il fascio è troppo concentrato ecc… (mille problemi, direi) ma con quei valori non siamo apparentemente a distanze astronomiche dal numeri che ci servono. Senonchè…

      1) 40 neutroni per protone da 1600MeV incidente in Pb mi sembrano eccessivi. Dai dati che ho trovato io direi che siamo più vicini ai 20.

      2) Un fascio da 0.25/1.6E19 = 1.6E18 protoni al secondo ciascuno dotato di 1600MeV=2.6E-10 J comporta una potenza di 1.6E18*2.6E-10 = 4.2E8W peri a 420 MW che fornisce l’acceleratore che (di acceleratori non me ne intendo) consumerà sicuramente di più. Quanto non lo so ma siamo davvero su cifre astronomiche. Non solo, ma quell’energia verrebbe lanciata sul piombo fuso e cosa fa? Un’atomica?

      3) L’articolo sul Megapie del gennaio 2007 cita un ciclotrone del Paul Scherrer Institute da un MW come “il più potente al mondo”. Ho la sensazione che quello sull’articolo degli ATW da 420 MW sia solo un valore di riferimento tanto per fare i conti (niente di realmente esistente?)

      4) Anche quando si parla dell’EA si parla di un ciclotrone che dovrebbe assorbire 20 MW (siamo lontani dai 420 MW dell’ATW)

    37. Marco Calviani scrive:

      Ciao,
      soltanto due parole relative alle domande di Pietruccio, ma prima una piccola nota di “colore”. Il programma ATW e’ stato creato dal DOE come operazione di “backup” per salvaguardare le ricerche che erano state fatte per il programma APT (Accelerator Production of Tritium, elemento che, come sapete benissimo, e’ utilizzato nelle testare termonucleari o nelle boosted a fissione); poi nel 1998 il segretario all’Energia Bill Richardson decidette di assegnare ai due rettori nucleari civili (generando un pericoloso precedente di “mescolamento” di tecnologia militare e civile, che tuttavia perdura ancora oggi), Watts Bar e Sequoyah (Tennessee Valley Authority (TVA)), il compito di produrre il trizio. Questo per dire che i “design specification” dell’acceleratore ATW vanno presi con le “molle”.

      Per quando riguarda il processo di spallazione: gli yield neutronici a cui facciamo riferimento quando parliamo degli ADS devono essere necessariamente riferiti a target “spessi” (riferiti nelle pubblicazioni come “thick target”). Il valore a cui si riferisce Pietruccio e’ una media relativa ad una interazione p+Pb in cui il processo di cascade non ha avuto interamente luogo [1]. Affinche’ la cascata iniziale sia “fully contained” e’ necessario che le dimensioni del target siano sufficientemente grandi: in questo caso, come si evince da [2], per un fascio di protoni da 1.6 GeV siamo vicini al valore di 40 a cui si riferisce digit, e ai valori predetti da codici che contengono modelli INC, vicini a 30 n/(p)/GeV per un target 100cm*150cm.
      Come esempio vi porto il target di n_TOF che, con delle dimensioni di 80*80*60cm, pur non lavorando in modalita’ continua (meno male!), produce un fascio molto intenso di neutroni con un fascio di protoni (del PS al CERN) di 20 GeV/c, con una resa di circa 300 neutroni/protoni incidenti.

      Brevemente riporto anche quali, secondo Nifenecker e Meplan, dovrebbero essere i due “requirements” principali per un acceleratore in grado di “guidare” un sottocritico da 1GWth:
      1) energia del fascio di protoni >= 600 MeV (al fine di ottimizzare i numero di neutroni prodotti per protone incidente)
      2) la potenza del fascio deve essere dell’ordine dei 10MW

      Consiglierei quindi di non concentrarsi troppo sul design di ATW, che e’ abbastanza “antiquato” per quanto riguarda i design specifications.

      [1] Filges D, Eur. Phys. J. A 11 (2001), 467
      [2] Hilscher D, Nucl. Instr. Meth., A414 100, 1998

      A presto,
      Marco

    38. Pietruccio scrive:

      Grazie

    39. digit scrive:

      Vorrei anche offrirvi una piccola chicca che secondo gli autori dell’Universita’ dello Utah puo’ essere usata per produrre energia elettrica dai camini delle centrali atomiche (e forse, secondo me, anche dopo il sistema turbina-dinamo/condensatore dei reattori ADS):

      EM {font-size:140%}
      Source: University of Utah
      Date: June 4, 2007

      A Sound Way To Turn Heat Into Electricity

      Science Daily — University of Utah physicists developed small devices that turn heat into sound and then into electricity. The technology holds promise for changing waste heat into electricity, harnessing solar energy and cooling computers and radars.

      (Orest Symko, a University of Utah physics professor, demonstrates a device that turns heat into sound and then into electricity — a promising new technology for capturing heat now wasted during industrial processes and turning it into electric power. Here, Symko uses a battery, not to turn on a light bulb directly, but to heat the device in his hands. The device changes the heat to audible sound, and then converts the sound into an electric current that makes the light bulb glow faint red. Photo Credit: The University of Utah)

      We are converting waste heat to electricity in an efficient, simple way by using sound,” says Orest Symko, a University of Utah physics professor who leads the effort. “It is a new source of renewable energy from waste heat.

      Five of Symko’s doctoral students recently devised methods to improve the efficiency of acoustic heat-engine devices to turn heat into electricity. They will present their findings on Friday, June 8 during the annual meeting of the Acoustical Society of America at the Hilton Salt Lake City Center hotel.

      Symko plans to test the devices within a year to produce electricity from waste heat at a military radar facility and at the university’s hot-water-generating plant.

      The research is funded by the U.S. Army, which is interested in “taking care of waste heat from radar, and also producing a portable source of electrical energy which you can use in the battlefield to run electronics” he says.

      Symko expects the devices could be used within two years as an alternative to photovoltaic cells for converting sunlight into electricity. The heat engines also could be used to cool laptop and other computers that generate more heat as their electronics grow more complex. And Symko foresees using the devices to generate electricity from heat that now is released from nuclear power plant cooling towers.

      How to Get Power from Heat and Sound

      Symko’s work on converting heat into electricity via sound stems from his ongoing research to develop tiny thermoacoustic refrigerators for cooling electronics.

      In 2005, he began a five-year heat-sound-electricity conversion research project named Thermal Acoustic Piezo Energy Conversion (TAPEC). Symko works with collaborators at Washington State University and the University of Mississippi.

      The project has received $2 million in funding during the past two years, and Symko hopes it will grow as small heat-sound-electricity devices shrink further so they can be incorporated in micromachines (known as microelectromechanical systems, or MEMS) for use in cooling computers and other electronic devices such as amplifiers.

      Using sound to convert heat into electricity has two key steps. Symko and colleagues developed various new heat engines (technically called “thermoacoustic prime movers”) to accomplish the first step: convert heat into sound.

      Then they convert the sound into electricity using existing technology: “piezoelectric” devices that are squeezed in response to pressure, including sound waves, and change that pressure into electrical current. “Piezo” means pressure or squeezing.

      Most of the heat-to-electricity acoustic devices built in Symko’s laboratory are housed in cylinder-shaped “resonators” that fit in the palm of your hand. Each cylinder, or resonator, contains a “stack” of material with a large surface area — such as metal or plastic plates, or fibers made of glass, cotton or steel wool — placed between a cold heat exchanger and a hot heat exchanger.

      When heat is applied — with matches, a blowtorch or a heating element — the heat builds to a threshold. Then the hot, moving air produces sound at a single frequency, similar to air blown into a flute.

      “You have heat, which is so disorderly and chaotic, and all of a sudden you have sound coming out at one frequency,” Symko says.

      Then the sound waves squeeze the piezoelectric device, producing an electrical voltage. Symko says it’s similar to what happens if you hit a nerve in your elbow, producing a painful electrical nerve impulse.

      Longer resonator cylinders produce lower tones, while shorter tubes produce higher-pitched tones.

      Devices that convert heat to sound and then to electricity lack moving parts, so such devices will require little maintenance and last a long time. They do not need to be built as precisely as, say, pistons in an engine, which loses efficiency as the pistons wear.

      Symko says the devices won’t create noise pollution. First, as smaller devices are developed, they will convert heat to ultrasonic frequencies people cannot hear. Second, sound volume goes down as it is converted to electricity. Finally, “it’s easy to contain the noise by putting a sound absorber around the device,” he says.

      Studies Improve Efficiency of Acoustic Conversion of Heat to Electricity

      Here are summaries of the studies by Symko’s doctoral students:

      – Student Bonnie McLaughlin showed it was possible to double the efficiency of converting heat into sound by optimizing the geometry and insulation of the acoustic resonator and by injecting heat directly into the hot heat exchanger.

      She built cylindrical devices 1.5 inches long and a half-inch wide, and worked to improve how much heat was converted to sound rather than escaping. As little as a 90-degree Fahrenheit temperature difference between hot and cold heat exchangers produced sound. Some devices produced sound at 135 decibels — as loud as a jackhammer.

      – Student Nick Webb showed that by pressurizing the air in a similar-sized resonator, it was able to produce more sound, and thus more electricity.

      He also showed that by increasing air pressure, a smaller temperature difference between heat exchangers is needed for heat to begin converting into sound. That makes it practical to use the acoustic devices to cool laptop computers and other electronics that emit relatively small amounts of waste heat, Symko says.

      – Numerous heat-to-sound-to-electricity devices will be needed to harness solar power or to cool large, industrial sources of waste heat. Student Brenna Gillman learned how to get the devices — mounted together to form an array — to work together.

      For an array to efficiently convert heat to sound and electricity, its individual devices must be “coupled” to produce the same frequency of sound and vibrate in sync.

      Gillman used various metals to build supports to hold five of the devices at once. She found the devices could be synchronized if a support was made of a less dense metal such as aluminum and, more important, if the ratio of the support’s weight to the array’s total weight fell within a specific range. The devices could be synchronized even better if they were “coupled” when their sound waves interacted in an air cavity in the support.

      – Student Ivan Rodriguez used a different approach in building an acoustic device to convert heat to electricity. Instead of a cylinder, he built a resonator from a quarter-inch-diameter hollow steel tube bent to form a ring about 1.3 inches across.

      In cylinder-shaped resonators, sound waves bounce against the ends of the cylinder. But when heat is applied to Rodriguez’s ring-shaped resonator, sound waves keep circling through the device with nothing to reflect them.

      Symko says the ring-shaped device is twice as efficient as cylindrical devices in converting heat into sound and electricity. That is because the pressure and speed of air in the ring-shaped device are always in sync, unlike in cylinder-shaped devices.

      – Student Myra Flitcroft designed a cylinder-shaped heat engine one-third the size of the other devices. It is less than half as wide as a penny, producing a much higher pitch than the other resonators. When heated, the device generated sound at 120 decibels — the level produced by a siren or a rock concert.

      “It’s an extremely small thermoacoustic device — one of the smallest built — and it opens the way for producing them in an array,” Symko says.

      Note: This story has been adapted from a news release issued by University of Utah.

      ScienceDaily

    40. Marco Calviani scrive:

      …. consiglierei, se il materiale e’ pubblicamente disponibile online, di mettere soltanto il link all’interno del commento, altrimenti il forum diventa tutto difficilmente leggibile.

      PS: direi che forse e’ anche opportuno restare in topic….

      ciao,
      m

    41. digit scrive:

      Hai perfettamente ragione. E’ che in alcuni siti tipo slashdog si posta “copiosamente” per metri e metri di pagine…

      Effettivamente la cosa on-topic era la seguente frase che ripropongo: “And Symko foresees using the devices to generate electricity from heat that now is released from nuclear power plant cooling towers.

      Sorry.

      Cmq che ne pensi di questo add-on nella progettazione e/o modificazione delle centrali nucleari? Questo e’ il sito originale:
      http://unews.utah.edu/p/?r=053007-1

      ciao.

    42. digit scrive:

      Non potrebbe anche essere la soluzione del secolo per le nostre centrali elettriche che si fermano quando l’acqua dei fiumi si esaurisce?

      Un sistema a circolo chiuso con questi aggeggi che raffreddano tutta o solo parte dell’acqua di raffreddamento dopo l’uso e la reimmettono in circolo?

      In questo modo le pretese di raffreddamento di tutti gli impianti elettrici (non solo nucleari) verrebbe ridimensionata e forse si potrebbe vedere una Italia senza blackout da fine acque di raffreddamento…

    43. Marco Calviani scrive:

      Ciao digit,
      non so cosa dirti: tuttavia bisognerebbe vedere l’efficienza di questi apparati ed il loro funzionamento specifico.
      Ovviamente in un “media press” questi dettagli sono omessi (non se volontariamente o meno); ho provato a cercare su riviste specializzate (tutte quelle che fanno riferimento all’ Elsevier e alle Physical Review + Science e Nature) ma non ho trovato nulla che si riferisse all’argomento.
      Se riesci a trovare qualcosa si specifico, proviamo a commentare su quello.

      ciao,
      m

    44. digit scrive:

      Ciao Marco Calviani. Guarda, hai ragione. Io ho spremuto il sito della Acoustical Society of America fino a che non ho trovato il codice 5aPA che era il codice del loro intervento al meeting l’8 giugno 2007. In seguito ho trovato questo articolo generico di una intervista dove Symko fornisce qualche dato aggiuntivo:

      http://www.aip.org/pnu/2007/split/828-1.html

      In breve: “Symko says a ballpark range of 10-25% of the heat gets converted into sound in typical situations. The piezoelectric crystals then convert about 80-90% of the sound energy into electrical energy.”

      Bye. digit.

    45. gabri scrive:

      per il sign. Vincenzo Romanello..
      Vorrei chiederla se potrebbe fornirmi un’analisi dettagliata di tutti i costi che l’italia dovrebbe sostenere per la realizzazione delle centrali EPR per capire se conviene di più costruirle o continuare a importare energia dalla Francia…la ringrazio in anticipo..

    46. Renzo Riva scrive:

      cara/o Gabri.
      Domanda mal posta.

      archivionucleare.com/index.php/2007/01/30/animata-discussion...

      Analisi del costo del kWh elettrico di un EPR 1.6 GW
      per anni 60 di attivit
      con ore 8′000 anno di produzione elettrica

      Energia fornita 60*1.6*10^6*8′000=780*10^9 kWh

      Costo impianto _______________________57%

      Costo Esercizio & Manutenzione _______23%

      Costo Combustibile ___________________20%
      -Back-End ______________5%
      -Fabbricazione __________3%
      -Arricchimento __________6%
      -Conversione ____________1%
      -Uranio __________________5%

      Costo impianto ___________________5 G€
      Costo combustibile _______________1.75 G€
      Costo Eser. & Man. ________________2 G€
      Costi smantellamento (500 €kWe)__1 G€

      Totale costi esercizio di anni 60_____(
      e decommisioning dopo 100 anni____(__9.75 G€
      dalla chiusura dell’impianto_________(

      Ora si può calcolare il costo
      del kWh elettrico da fonte nucleare
      9.75G€ / 780*10^9 kWh= 0.0125 € / kWh

      Ovvero Euro/cents 1.25

      Non sono strati conteggiati gli oneri finanziari perché dovrebbero essere a carico degli Stati, quale incentivo, al pari di tutte le cosiddette energie rinnovabili.

      Con l’attuale costo che può oscillare
      da 40 €*MW (Francia) a 120 €*Mw (Italia)
      si possono calcolare i ricavi
      per l’intero esercio dei 60 anni
      d’attività di un EPR 1.6

      Minimo Ricavo____780*10^9 kW*40/10^3€kW= _____31.2 G€
      Massimo Ricavo___780*10^9 kW*120/10^3€kW=____93.6 G€

    47. Renzo Riva scrive:

      http://www.museoenergia.it/museo.php?stanza=3&ppost=167

      L’Italia con l’importazione dell’energia elettronucleare dai Paesi transalpini non è mai uscita dal nucleare.
      Anzi, con il pagamento della bolletta di circa 6′500 miliardi di Lire ciascun anno, ha “regalato” alla Francia più di un un reattore all’anno; con il vantaggio di aver ammortizzato in un anno tutto il costo e utilizzarlo per altri 59 anni quasi a costo zero.
      Ecco perché dovremmo costruire i reattori in Italia e no limitarci a comprare l’energia elettronucleare dall’estero che viene fatto pagare con ricarichi anche del 30% rispetto al puro costo industriale.

    48. gabri scrive:

      per renzo riva
      la ringrazio per le informazioni..devo affrontare il tema del nucleare nella mia tesi e sto avendo un sacco di problemi perche su internet ci sono un sacco di informazioni purtroppo non attendibili..le sarei grata se continuasse a scrivermi informazioni attendibili..

    49. Ing. Vincenzo Romanello scrive:

      x Gabri

      Per cominciare le consiglio di basarsi su questo mio articolo:

      http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Costi.pdf

      dove trovera’ un modello di calcolo che potra’ usare per dei primi calcoli di massima. Tenga presente comunque che il ‘compito’ che si prefige e’ molto complesso, in dipendenza soprattutto dell’accuratezza con cui intende svolgerlo…

    50. gabri scrive:

      x vincenzo romanello
      avevo già preso in considerazione quel documento..sempre dal punto di vista dei costi saprebbe fornirmi un confronto tra il costo da sostenere per la produzione di energia elettronucleare e il costo che invece l’italia sostiene per la produzione di energia elettrica dalle fonti attualmente in utilizzo?

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