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WWF - l’ uso del nucleare e le riserve di uranio

14 Novembre 2005 di Amministratore

Un’ Ansa del 10 novembre riporta alcune considerazioni fatte dal WWF sull’ uso del nucleare.

Il Wwf sottolinea che le stime più attendibili dicono che sulla Terra ci sono riserve di uranio in grado di alimentare le attuali 441 centrali nucleari per circa 100 anni ed è stato calcolato che se si decidesse di sostituire ai combustibili fossili l’ uranio, occorrerebbe costruire circa 7.000 nuove centrali da 1.000 MW. Ma le riserve di combustibile fìssile a quel punto non basterebbero neanche per 7 anni.



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  • 5 Commenti a “ WWF - l’ uso del nucleare e le riserve di uranio”

    1. vincenzo_romanello scrive:

      No, è una sciocchezza.

      Intanto nessun energeta serio intende sostituire tutte le fonti col nucleare, bensì si pensa necessariamente alla diversificazione.

      Inoltre i calcoli del WWF sono fatti ‘male’ apposta: il dato può essere vero nel caso l’energia nucleare si sfrutti come avviene oggi, ma con le nuove tecnologie l’energia nucleare potrebbe risolvere il problema energetico mondiale per i prossimi decenni o secoli (basti pensare ai reattori veloci autofertilizzanti, che producono più combustibile di quello che consumano…).

      E’ solo questione di abbattere dei tabù culturali (e non certo tecnici)…

    2. Davide Cavacece scrive:

      Sono d’accordo anche io che non è realistica la stima del WWF.

      Già attualmente si può riprocessare il combustibile utilizzato ed ottenere il torio. Un elemento che non è di per sé stesso fissile, ma è fertile.
      Si stima che questo materiale potrebbe fornire quaranta volte l’energia ottenibile dall’uranio con i sistemi ad oggi utilizzati.

      Ci sono inoltre i reattori Lbe (Lead - Bismuth Eutectic) usati in Russia (anche nei sottomarini classe alpha) in grado di utilizzare le scorie di
      fissione.

    3. vincenzo_romanello scrive:

      Beh si, ma se mi è consentito, vorrei puntualizzare alcune cose.Il torio non si ricava esattamente da combustibile utilizzato, bensì si trova in natura. E’ un metallo debolmente radioattivo, almeno tre volte più abbondante dell’uranio. Mi sono occupato a lungo delle tecnologie del torio: un ciclo che abbiamo proposto è stato quello di fertilizzare il torio naturale (isotopo 232) col plutonio delle scorie (allegerendo di 10 volte almeno il problema delle scorie!); si otterrebbe una enorme quantità di energia a buon prezzo, si brucierebbe buona parte delle scorie, e si potrebbe produrre un grande quantitativo di idrogeno col processo termochimico I-S per termolisi dell’acqua (per esempio per l’autotrazione, senza emissioni serra). I nostri lavori, presentati sia in articoli divulgativi che scientifici a livello internazionale, sono liberamente disponibili alla pagina (e relativi link):

      http://www.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/gcir.htm

    4. Davide Cavacece scrive:

      E’ vero, il torio è un elemento che si trova in natura…anche dal ferramenta :-) ,sottoforma di reticelle per lampade a gas. Almeno
      per il vecchio tipo, ora sostituite con elementi non radioattivi.

      Complimenti per il lavoro svolto, le mie nozioni in materia sono comunque in un altro campo del settore nucleare…verso la protezione radiologica civile/militare & teorica/tecnica,rilevazioni dei campioni,radon,ecc ecc.
      A breve sarà online finalmente il sito dedicato.

    5. marcovino scrive:

      Eh sì… mi domando come possano associazioni di fama e risonanza mondiale come il wwf o Greenpeace (fate un salto sul sito di Greenpeace…) pubblicare studi che non rispondono a verità così palesemente.
      Si può essere favorevoli o contrari all’energia nucleare, ma quando si fa scienza si deve farla correttamente ed onestamente. Gli studi su nuove tipologie di sfruttamento della fissione nucleare sono in avanzamento, e le prospettive sono buone. La gente dovrebbe saperne di più forse.

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